ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 30 dicembre 2012

Fratelli coltelli


Kiko Arguello contro l'Opus Dei

Chissà se gli aderenti all' istituzione cattolica fondata da San Josemaría Escrivá sono al corrente della pessima opinione che il fondatore del Cammino neocatecumenale ha dell'Opus Dei, un giudizio negativo che il pittore spagnolo ha diffuso tra i suoi iniziati.

"Un’organizzazione religiosa composta di laici che pretendono di conquistare i posti della società", così Kiko Arguello (negli Orientamenti alle equipe di catechisti) definì la Prelatura personale della Chiesa. Qual è il motivo della contesa? Chi legge non si preoccupi per la complessità della questione: non si tratta di disputationes theologicae o di controversia liturgica oppure di una polemica in tema di evangelizzazione. Molto più materialmente, la disputa riguarda la parabola di un... miliardario.
«...noi abbiamo in una comunità
un uomo molto ricco
che non è passato ad uno scrutinio
perché incapace di vendere i beni...»
Lasciamo la parola a Kiko, anzi alla parabola di Kiko (Cfr. Or. II Scr. Batt., pp. 83-84).
«Mi ricordo che noi abbiamo in una comunità un uomo molto ricco che non è passato ad uno scrutinio perché incapace di vendere i beni; però faceva molta elemosina, ha molti miliardi, è un industriale».
Una brava persona questo miliardario, è da supporre: faceva molta elemosina e, essendo un industriale, creava posti di lavoro. Senza sfruttare gli operai, si può presumere dalla sua inclinazione alla carità. Purtroppo l'uomo non passò l'esame neocatecumenale perché "incapace di vendere i beni". Egli fu lasciato per tre anni nel secondo scrutinio, dopo di che gli fu drasticamente comunicato: "Non puoi continuare". Ancora dopo tre anni, infatti, l'industriale non si era deciso a rinunciare a Mammona. Magari, viene da riflettere nei nostri giorni di crisi economica, quei beni avrebbero potuto servire, in caso di mancanza di liquidità dell'impresa, da garanzia per ottenere crediti bancari finalizzati all'acquisto di materiali e servizi, necessari alle attività produttive, e al pagamento degli stipendi.

Cosa fece, allora, il miliardario, una volta "bocciato" dai catechisti? Ritorniamo alla parabola di Kiko Arguello, per apprenderlo.
«Adesso è andato ad una conversazione religiosa, l’Opus Dei, un’organizzazione religiosa composta di laici che pretendono di conquistare i posti della società. E lui ha detto a questa gente: "Non mi venite più con surrogati. Io so dove sta la verità". E' venuto a parlare con lui la Legione di Maria, l'Azione cattolica, il parroco l'ha mandato a chiamare perché ritorni e lui ha risposto: "Non mi ingannate più. Oggi non posso fare lo scrutinio perché mi rendo conto che sono un uomo debole". Però ritornerà, un giorno ritornerà dicendo: "Ecco, qui sono tutti i miei beni fratelli, vengo con voi, partiamo con questa nave verso la Terra promessa"».

 Morale della parabola kikiana 

Il Cammino è nato chiedendo soldi
"Questa gente" dell'Opus Dei è "composta di laici che pretendono di conquistare i posti della società". Meglio tenersi alla larga. La verità sta soltanto nel Cammino neocatecumenale, le altre istituzioni ecclesiastiche sono surrogati della verità oppure ingannano. Nella missione sociale del Cammino è previsto che gli industriali da deboli diventino forti, che essi smantellino le imprese licenziando gli operai, che cedano tutti i loro beni a una Fondazione neocatecumenale e partano con la navicella (spaziale) di Kiko per la Terra Promessa. Il resto del senso morale - come insegnò Dante che di allegorie se ne intendeva - è quello "che li lettori deono intentamente andare appostando".

 Enigma irrisolto della parabola 

Un enigma rimane insoluto, del racconto allegorico. Che pensate, nel Direttorio catechetico "approvato" questa parabola di Kiko Arguello ancora permane? Se io fossi un laico aderente all'Opus Dei, invierei una mail a Pontificium Consilium pro Laicis info@laici.va per informarmi.
Lino Lista

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