LA MALEODORANTE PROPOSTA DEL MINISTRO PROFUMO e i trionfi (massonici) del falso ecumenismo
La Dominus Jesus è stata una risposta alle tante lettere arrivate al Papa dopo l’enciclica Redemptoris missio. «Se ormai tutti hanno l’etichetta di “salvatore” alla stregua di Gesù Cristo, come Maometto, Buddha, Confucio, Che Guevara, che ci stiamo a fare noi? Perché dovremmo spendere la nostra vita per annunciare la parola di Gesù fino ai confini della terra?». Erano le obiezioni dei missionari che provenivano specialmente dal mondo asiatico. Giovanni Paolo II ne fu turbato e amareggiato.
Te nationum praesides/ honore tollant pubblico/ colant magistri, iudices/ leges et artes exprimant.
(I
Capi delle Nazioni Ti rendano pubblicamente onore, Ti onorino i maestri
e i giudici, Ti esprimano le leggi e le arti. Strofa dell’inno di
Cristo Re, ordinariamente soppressa dalla Riforma liturgica).
Lo stato “neutrale” finisce per imporre la cultura secolarista.
(Card.
Angelo Scola, Arcivescovo di Milano e probabilmente pensato dal
Pontefice regnante come “delfino”, nelle sintesi giornalistiche del suo
recente discorso di S. Ambrogio – purtroppo complessivamente non così
buono, sicché è proprio “la verità che viene a galla”).
10-XII-2012
Madonna di Loreto, Patrona delle Marche
Nella
mia scuola un giorno un’insegnante ci ha chiesto cosa ne pensavamo
della proposta del Ministro sull’ora di religione (invece che della
religione cattolica fare un’ora di tutte le religioni): diversi hanno
risposto che per loro sarebbe stata una cosa interessante, ad altri
invece non importava per niente. Facciamo un articolo sulla giusta
posizione, e cioè nessuna delle due?
Monica Andreoni
Sullo stesso argomento:
Gent.mo Circolo "Cattolici per la Tradizione",
Vi scrivo per sollecitare un Vostro pubblico intervento rispetto alla questione avanzata di recente dal Ministro dell'Istruzione (o distruzione?) Profumo, inerente la revisione dei programmi di religione "cattolica" (le virgolette sono d'obbligo, atteso lo stato d'insegnamento della materia nelle scuole italiane con inequivocabile complicità e responsabilità della CEI), perché ritenuti non più adeguati al cambiamento socio-culturale intervenuto nella società.
Auspico che almeno la Vostra voce si levi a difesa di quei pochi riferimenti cattolici rimasti in questa povera Italia!
Vi scrivo per sollecitare un Vostro pubblico intervento rispetto alla questione avanzata di recente dal Ministro dell'Istruzione (o distruzione?) Profumo, inerente la revisione dei programmi di religione "cattolica" (le virgolette sono d'obbligo, atteso lo stato d'insegnamento della materia nelle scuole italiane con inequivocabile complicità e responsabilità della CEI), perché ritenuti non più adeguati al cambiamento socio-culturale intervenuto nella società.
Auspico che almeno la Vostra voce si levi a difesa di quei pochi riferimenti cattolici rimasti in questa povera Italia!
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«Ritengo
con somma certezza e professo con sincerità che la Fede non è un cieco
sentimento della religione che erompe dalla profondità della
subcoscienza, sotto la pressione del cuore e l’influsso della volontà
moralmente informata, ma un vero assenso dell’intelletto alla verità
ricevuta dall’esterno mediante l’ascolto».
(Giuramento antimodernista)
Nicolas Fulvi
Stimolati
da, come si suol dire, militanti (anzi dirigenti) e simpatizzanti (ma
un simpatizzante “buono”, che concretizza con degli atti la vicinanza
ideale), interveniamo senz’altro in una vicenda sulle cui implicazioni
c’è non poco da dire. Una vicenda che ha fatto venire al pettine
(vanamente, abbiamo motivo di temere) più di un nodo.
Nei giorni della proposta ne ha parlato in senso avversativo la rubrica Il fatto del giorno,
sulla popolare Radio Maria (subito dopo un’Udienza del mercoledì, ci
sembra). Purtroppo, a quanto ne sappiamo, non molti altri. Di per sé ne
ha parlato anche bene; con argomenti d’ordine naturale, che si collocano
al livello del buonsenso naturale, ma di per sé e come senso generale
quella risposta è stata piuttosto buona.
È
stato replicato al Ministro: nel metodo, che trattandosi di materia
regolata dal Concordato non è a disposizione dei programmi governativi e
ministeriali del momento; non compete dunque a lui, e rappresenta una
poco diplomatica e poco rigorosa invasione di altrui competenze. O una
pressione? E nel merito, che l’ora di religione non è attualmente
impostata come Catechismo ma piuttosto come cultura generale: come
conoscenza di quella religione cattolica che comunque ha forgiato la
cultura (la filosofia, l’arte, la storia…) del Paese in cui anche gli
immigrati extracomunitari, strumentalizzati per ventilare la proposta (o
la pressione sulla Chiesa), arrivano e vivono: anche se essi sono,
poniamo, islamici, o comunque di estrazione islamica, non è l’Islam che
ha forgiato la cultura dell’Italia ma il cattolicesimo; vengono in
Italia, conoscano dunque la cultura e la matrice religiosa del Paese che
li ospita. Non si conosce bene neppure la religione cattolica, non è
realistico che tutti gli studenti diventino studiosi e storici delle
religioni.
Quanto detto in
tal sede è anche giusto. Ci sono però tre cose non dette: approvando
volentieri quanto detto da tale moderata fonte, le aggiungiamo noi
(molto criticamente, sebbene anche con un certo rispetto per le
autorità: l’atteggiamento riverente, ossequioso verso l’autorità, è
stato distrutto dall’eredità del ’68, e invece non va né abbandonato né
assolutizzato ma accompagnato oggi da lucida, prudente e resistente
fermezza). Dobbiamo aggiungerle noi, non potendo appunto attenderci (ed è
un limite molto rilevante) che vengano dette su Radio Maria o realtà
simili (anche quando siano personalmente combattivi).
* * *
Primo:
non va fatto anche un rimando, quantomeno un rimando, all’argomento in
sé principale, che è quello d’ordine soprannaturale? Ovvero la
differenza capitale tra la religione cattolica e tutte le altre. Questa
osservazione può non valere per questa singola occasione (del resto gratia supponit et perficit naturam, e oggi già a livello naturale è quasi “terra bruciata”; gli “argomenti ad hominem”nella
Chiesa sono di per sé cosa tradizionale; e speriamo che un accenno in
tal senso ci sia sfuggito). Ma è impressionante e significativo, e non è
plausibile sia sempre sfuggito, che l’applicazione alla vita pubblica
di questa verità capitale è, più ampiamente, pressoché del tutto
scomparsa. Ancora nei testi del Concilio Vaticano II si richiamava,
assieme a un’impostazione nuova della materia, il «dovere morale dei singoli e delle società verso la vera religione e l’unica Chiesa di Cristo» (Dignitatis humanae, Proemio-l’unica
parte declarativa di un testo la cui tipologia, la Dichiarazione, è al
livello più basso della scala di autorevolezza dei testi ecclesiastici).
Lo sentite mai ricordare? L’impostazione nuova è rimasta, e
strabordando dai limiti di un Concilio pastorale («più modesto» degli
altri Concili, come da sua coeva Nota teologica e come ne disse il card.
Ratzinger davanti alla rottura di mons. Lefebvre), ha ispirato tutto;
la «dottrina tradizionale cattolica», la perenne verità che il testo
dell’ultimo Concilio ribadisce, testualmente, di voler «lascia[re] intatta»,
ne è stata divorata. Non si dice più. È un fatto. E della libertà
religiosa della Dichiarazione conciliare si parla oggi non come di un
«diritto» (diritto naturale – il che è problematico, come disse anche il card. Luciani – o più modestamente civile – il che può essere giustificabile – che sia) comunque circoscrittoa «l’immunità dalla coercizione nella società civile» (ibidem),
ovvero in un’accezione limitata: ma sempre senza restrizioni e
precisazioni (salvo l’ordine pubblico, che non è il punto). In maniera
indistinguibile dalla libertà religiosa della Massoneria. Nell’incuranza
di tutte le condanne della Chiesa collezionate dalla Massoneria: la
Massoneria «cioè il diavolo», diceva San Giovanni Bosco!
* * *
Seconda
cosa non detta: come abbiamo letto, a mò di resoconto, sull’organo del
più istituzionale e informato dei vaticanisti, davanti a questa proposta
(che peraltro metterebbe a rischio il posto degli insegnanti di
religione?), il “mondo cattolico” si è diviso. Il mondo cattolico
“impegnato”, e organizzato. E si è diviso non poco. Si parla tanto (e
non bene) di comunione, e poi – anche tralasciando qui la dimensione,
più profonda, dell’unità nel tempo – non c’è unità interna tra
cattolici neppure davanti ad offensive del genere. E poi anche nelle
offensive direttamente dall’esterno, che già con il buon senso naturale
sono coglibili come ideologiche e ostili al cattolicesimo, persino
quando si tratta di tutelare un riflesso residuo del grande bene
dell’unità religiosa del nostro popolo e di non favorire l’ulteriore
dissoluzione della religione in un indistinto pluralismo relativista
(ossia l’antievangelico spegnimento dello “stoppino dalla fiamma
smorta”), poi anche qui il laicismo più giacobino e virulento trova
alleati (“quinte colonne”) anche dentro la Chiesa. L’ “apertura al
mondo”, la linea (o marea) di “conciliazione” ha favorito la conversione
dei “lontani” o la radicale perversione dei “vicini”?
* * *
Terza
verità da aggiungere. Con il che bocciando l’ecumenismo
illuministico-massonico del ministro e dei diversi compagni di scuola di
Monica, e naturalmente contrastando anche il disinteresse
nichilistico-postmoderno dei tanti altri, ma – andando in profondità e
senza ridurlo ad un discorso troppo semplificatorio e ideologico –
diversificandoci anche dalla impostazione di quell’area del mondo
cattolico meno succube del progressismo più ideologico e
dell’illuminismo (e massonismo) più aggiornato-mondialista. Terzo
rilievo: giusto, è irricevibile, ma tale proposta o pressione, tale
divisione interna, non si inserisce in tendenze alle quali il mondo
cattolico postconciliare, in grande prevalenza, si è ostinato a
collaborare, ad appoggiare assolutamente, a favorire?
La
tendenza prevalente nel mondo cattolico “nuovo corso”, settori centrali
inclusi, non è stata di favore assoluto all’attuale immigrazione, anche
extracomunitaria, di massa e tendenzialmente indiscriminata? Nel
disprezzo delle poche voci critiche, che dicevano: attenzione, oggi ci
sono aspetti “dietro le quinte”, saranno strumentalizzati dall’attuale
laicismo mondialista contro quanto resta della Cristianità, per una
ulteriore scristianizzazione.
L’attuale Europa,
che dà appunto linee-capestro del genere, la nuova Europa che stanno
costruendo (ridotta peggio degli Stati Uniti d’America, apostata e così
marcatamente anticristica), non è forse oggetto di un favore quasi
dogmatico da parte degli attuali uomini di Chiesa?
Il
governo Monti, così fortemente massonico, non è stato forse favorito –
attivamente ed entusiasticamente – dalla maggioranza del mondo
cattolico, immemore della letteratura sull’Anticristo? Anche alle
imminenti elezioni, la lista per Monti dove andrà a pescare i voti della
manovalanza – essendo pochi quelli delle elites massoniche doc e del vecchio filone azionista-repubblicano – se non proprio nel mondo cattolico (quelli che non votano per il PD)?
E
infine: il passaggio (la mutazione genetica) dall’insegnamento
scolastico della religione cattolica a quello delle varie religioni,
sotto l’impostazione della Massoneria e del modernismo, non è, almeno
materialmente, una realtà già in atto? Appunto, le virgolette d’obbligo
di cui dice Nicolas o la cosiddetta ora di religione o simili.
Abbiamo
visto uno di questi testi (con tutte le approvazioni, quindi non è
neppure un “abuso”) iniziare, già proprio all’inizio (e il seguito era
conforme), con Martin Luter King! Ma Martin Luter King di che religione
era? Che religione è questa? Ufficialmente, è l’insegnamento scolastico
della religione cattolica. Realmente? E la mancanza di reazioni contro,
immemore del proverbio per cui tenere il sacco è pur sempre da ladri,
consente a queste cose di continuare imperterrite su questa strada.
Sicché
ai cattolici consapevoli si pone già una drammatica questione: qual è
il pericolo peggiore, la minaccia contro cui soprattutto opporsi? Che
venga meno anche quel poco che resta? Che quanto già avvenuto materialmente si realizzi appunto formalmente,
ufficialmente, passando dal livello di tendenza a quello compiuto?
Questo è un aspetto: reale, cattolico, complesso. Ma non è l’unico. O lo
è piuttosto che dietro il guscio vuoto di etichette cattoliche passino dei contenuti che cattolici non sono?
A
questa domanda, non facile e pesante, si tenterà prudentemente di
rispondere – in parte – caso per caso. È giusto levare la voce contro,
difendiamo anche questo strumento e i posti degli insegnanti di
religione (gli attuali, sostanzialmente di designazione vescovile: e
quelli completamente ecumenici?); ma quelle domande, dolorosamente,
restano. Vale particolarmente per i peccati contro la fede quanto,
addolorati e umiliati, stiamo cantando nel Rorate: «ecce
Civitas Sancti facta est deserta, Sion deserta facta est, Jerusalem
desolata est, Domus sanctificationis tuae et gloriae tuae, ubi
laudaverunt Te patres nostri[…] et cecidimus quasi folium
universi, et iniquitates nostrae quasi ventus abstulerunt nos,
abscondisti faciem tuam a nobis et allisisti nos in manu iniquitatis
nostrae (ecco la Città del Santo è stata resa deserta, Sion è stata
fatta deserta, Gerusalemme è desolata, il Luogo della Tua santificazione
e della Tua gloria, dove Ti lodarono i nostri padri[…] e tutti siamo
caduti come foglia, e le nostre iniquità come vento ci hanno travolto,
Tu hai distolto da noi il Tuo volto e ci hai abbandonato in balia della
nostra iniquità)».
Circolo “Cattolici per la Tradizione”
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