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lunedì 3 dicembre 2012

Nuova evangelizzazione del N.W.O.


Autorità finanziaria globale: Vaticano va avanti
La plenaria del Pontificio Consiglio Giustizia e pace in corso in Vaticano rilancia l'idea di un governo mondiale (ma sussidiario) dell'economia


Quando l'idea venne lanciata per la prima volta una anno fa all'interno di una nota intitolata «Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale» ci fu chi la definì una boutade utopistica, se non addirittura una sbandata un po' troppo barricadera. Ma all'idea di un'autorità di governo mondiale che - pur nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà - promuova maggiormente il bene comune nell'ambito delle questioni economico finanziarie il Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace non ha affatto smesso di pensare. E lo conferma la plenaria dell'organismo vaticano iniziata oggi con l'incontro con il Papa.

«Autorità politica e giurisdizione universale» è il tema che viene discusso in una tre giorni di lavori che proseguirà fino a merocledì. E il fatto che le due principali relazioni domani saranno affidate all'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale Michel Camdessus e al sotto-segretariuo per gli affari legali delle Nazioni Unite Nicolas Michel la dice lunga su quanto il tema del governo della finanza globale stia al centro questa riflessione. Del resto quanto accaduto in questi ultimi anni - comprese le difficoltà degli ultimi mesi rispetto al debito della Grecia - rendono la questione quanto mai cruciale per il futuro del mondo. Come regolare davvero i mercati finanziari internazionali? E chi può far sì che le regole siano rispettate davvero da tutti?
«Sono problemi inediti - ha spiegato oggi il cardinale Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, in questa intervista rilasciata al canale inglese della Radio Vaticana - ed è vero che non esistono oggi modelli a cui fare riferimento. Le Nazioni Unite così come sono oggi non possono svolgere questo compito. Ma la dimensione globale dei problemi è sotto gli occhi di tutti. E allora si tratta di trovare un equilibrio che, nel pieno rispetto del principio di sussidarietà, non rinunci a guardare anche al quadro più complessivo. Esattamente come accade per il rappporto tra lo Stato e l'individuo».
In questo senso va letta anche l'indicazione offerta oggi da Benedetto XVI in apertura dei lavori. «La Chiesa - ha detto il Papa nel suo discorso alla Plenaria - non ha certo il compito di suggerire, dal punto di vista giuridico e politico, la configurazione concreta di un tale ordinamento internazionale, ma offre a chi ne ha la responsabilità quei principi di riflessione, criteri di giudizio e orientamenti pratici che possano garantirne l’intelaiatura antropologica ed etica attorno al bene comune (cfr Enc. Caritas in veritate, 67). Nella riflessione, comunque, è da tenere presente che non si dovrebbe immaginare un superpotere, concentrato nelle mani di pochi, che dominerebbe su tutti i popoli, sfruttando i più deboli, ma che qualunque autorità deve essere intesa, anzitutto, come forza morale, facoltà di influire secondo ragione (cfr Pacem in terris, 27), ossia come autorità partecipata, limitata per competenza e dal diritto».
http://www.missionline.org/index.php?l=it&art=5138

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