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sabato 22 dicembre 2012

Perfide albioni

jamacor: Scruton: «Chiesa anglicana unisce cattolicesimo e potere temporale. Secolarizzazione inevitabile»



Novembre 23, 2012
 Redazione
Il filosofo e conservatore inglese Roger Scruton è anglicano e in un’intervista prova a spiegare quello che sta succedendo dentro la Chiesa di Stato inglese, dopo la bufera per la votazione del Sinodo contro l’ordinazione vescovile delle donne.

«La Chiesa anglicana rappresenta un compromesso storico, un tentativo di conciliare una visione essenzialmente cattolica del cristianesimo, fondata sull’Eucaristia, con l’obbedienza al potere temporale. Una tale Chiesa è inevitabilmente vulnerabile alla secolarizzazione del potere temporale e all’affermarsi di una visione dell’ordine politico di tipo liberal-socialista». Il filosofo e conservatore inglese Roger Scruton è anglicano e oggi in un’intervista ad Avvenire prova a spiegare quello che sta succedendo dentro la Chiesa di Stato inglese.
DONNE VESCOVO, LA TEOLOGIA NON C’ENTRA.
 Dopo che il Sinodo ha respinto pochi giorni fa l’ordinazione vescovile delle donne, si sono levate nella società e dall’interno della Chiesa stessa critiche a non finire. Tutti, compreso il 74 per cento degli anglicani, volevano che fosse permessa l’ordinazione vescovile delle donne di diventare vescovi. Non è stato così per soli sei voti. Il premier inglese David Cameron ha detto che «la Chiesa anglicana non può permettersi di discriminare le donne e che deve rispettare il programma», parlandone come se fosse un ufficio politico. Altri parlamentari hanno già anticipato la loro vendetta: «Dopo la votazione del Sinodo, gli anglicani non avranno voce in capitolo quando a gennaio parleremo del matrimonio omosessuale». La Chiesa stessa, però, si è mostrata divisa tanto che l’arcivescovo di Canterbury Roman Williams, che lascerà il suo incarico a dicembre, ha dichiarato: «Non importa che ragioni teologiche ci siano per impedire l’ordinazione vescovile delle donne. Noi dobbiamo approvarla, il nostro voto contrario non è stato capito dalla società, da cui ci siamo allontanati e a cui dobbiamo dare delle spiegazioni».
«CHIESA VULNERABILE ALLA SECOLARIZZAZIONE». Tutti parlano della Chiesa anglicana come se fosse un partito politico o un ufficio statale (del resto ogni decisione deve essere approvata in ultima istanza dalla regina Elisabetta II). Secondo Scruton, che ha appena pubblicato il libro Our Church, non bisogna stupirsi: «Una tale Chiesa è inevitabilmente vulnerabile alla secolarizzazione del potere temporale e all’affermarsi di una visione dell’ordine politico di tipo liberal-socialista. È anche vulnerabile per il declino della sovranità nazionale e la posizione incerta della monarchia in un’età egualitaria come la attuale. Ma la Chiesa anglicana resta qualcosa di più di una Chiesa di Stato: è una Chiesa cattolica legata a doppio filo a una cultura vivente (ma anche morente) e parla ancora a tutti coloro che la condividono».
«MA SENZA LA CHIESA NON ESISTE L’EUROPA». Se dai litigi post-Sinodo sembra che la Chiesa anglicana sia più attenta ai temi sessuali e di genere, piuttosto che alla verità, a Gesù o al Vangelo, per Scruton «il problema è che, in parte anche per l’influenza americana, le questioni della sessualità e del genere sono arrivate a dominare la vita politica dei Paesi anglosassoni. I cristiani sono costretti a ritirarsi ed è pericoloso cercare di far sentire la propria voce in ogni ambito in cui gay o femministe rivendichino dei diritti». La Chiesa di Stato inglese, dunque, non può che essere soggetta e succube di quanto succede nella società ma questo non toglie che «sia una comunione che vive ed è ancora importante per molte genti di lingua inglese, e in un certo senso ancor più per le persone che non credono al suo messaggio che per quelle che vi credono. Perché dentro di essa è racchiuso il continuum dell’esperienza storica di un Paese, il suo importantissimo sistema giuridico e la sua grande cultura. Penso che tutte le Chiese europee debbano trasmettere il messaggio che, senza di loro, l’Europa non esiste. Le nostre società sono creazioni cristiane, che dipendono su ogni singolo punto da una rivelazione che è stata mediata dalle Chiese e che ha assunto una dimensione sacramentale. Negare questo vuol dire eliminare ogni barriera rispetto a quell’entropia globale che minaccia anche l’Europa. Affermarlo, vuol dire iniziare a riscoprire le cose per cui dobbiamo lottare e che dobbiamo difendere dalla corruzione».


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