«Roma ci condanna perché vogliamo salvaguardare la fede cattolica»
l superiore lefebvriano Fellay celebra un'ordinazione sacerdotale a Parigi e torna a parlare dei rapporti con la Santa Sede dopo la lettera di Di Noia
«Morire per salvaguardare la fede cattolica, tutto perdere per salvaguardare la fede, ecco quello che noi vogliamo ed ecco perché Roma ci condanna...». Lo ha detto domenica scorsa, alla fine della sua omelia, il vescovo Bernard Fellay, superiore della Fraternità San Pio X. Fellay ha celebrato l'ordinazione sacerdotale di don Bertrand Lundi nella chiesa parigina di Saint-Nicolas du Chardonnet.
Negli accenni dell'omelia dedicati ai rapporti con la Santa Sede, il vescovo lefebvriano ha anche dichiarato: «Questa è la nostra storia, quella della Fraternità, quella del nostro fondatore. E questa storia, miei carissimi fratelli, continua. Direi finanche che, davanti a questa realtà sublime, parlare di accordi o meno con Roma, è una sciocchezza» («est une bagatelle»).
Parole pronunciate dopo aver ricordato l'azione di monsignor Lefebvre, al cui «carisma» aveva fatto cenno anche la lettera inviata prima di Natale allo stesso Fellay e ai preti della Fraternità dall'arcivescovo statunitense Augustin Di Noia, vicepresidente della pontificia commissione Ecclesia Dei, nel tentativo di sbloccare lo stallo nel dialogo tra la Santa Sede e il gruppo tradizionalista.
Parole pronunciate dopo aver ricordato l'azione di monsignor Lefebvre, al cui «carisma» aveva fatto cenno anche la lettera inviata prima di Natale allo stesso Fellay e ai preti della Fraternità dall'arcivescovo statunitense Augustin Di Noia, vicepresidente della pontificia commissione Ecclesia Dei, nel tentativo di sbloccare lo stallo nel dialogo tra la Santa Sede e il gruppo tradizionalista.
Ha provocato discussioni, in particolare su uno dei forum più vicini all'ala più intransigente della Fraternità, il fatto che il neo-sacerdote, proveniente da una famiglia legata da decenni al gruppo tradizionalista, indossasse una pianeta che portava ricamato uno stemma papale simile a quello di Benedetto XVI (anche se con la tiara e non con la mitria).
Altre polemiche sui forum tradizionalisti hanno riguardato un sacerdote dell'Istituto Buon Pastore, in comunione con Roma, che sarebbe stato invitato alla cerimonia ma al quale poi non sarebbe stato permesso di accedere al presbiterio per assistere all'ordinazione.
Le parole di Fellay non vanno sopravvalutate e sarebbe sbagliato trarre da esse conclusioni circa la risposta che il Vaticano attende alla proposta consegnata lo scorso 14 giugno. Ma non c'è dubbio che si tratti di espressioni comunque indicative.
Le parole di Fellay non vanno sopravvalutate e sarebbe sbagliato trarre da esse conclusioni circa la risposta che il Vaticano attende alla proposta consegnata lo scorso 14 giugno. Ma non c'è dubbio che si tratti di espressioni comunque indicative.
ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
Stati Uniti, cambio al vertice della commissione sulla dottrina
Dal 2005 sono cinque i teologi sui quali pende l’accusa di mancata ortodossia
La notizia è ufficiale da questa settimana e forse molti teologi americani tireranno un respiro di sollievo: Thomas Weinandy, il religioso cappuccino segretario della Commissione per la dottrina della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, lascerà il testimone ad altri a partire dal prossimo agosto. La conferma è venuta da sr. Mary Anna Walsh direttrice dell’Ufficio relazioni con i media.
Padre Weinandy ha prestato il suo servizio alla presidenza della Commissione dal 2005 e durante il suo mandato sono stati 5 gli eminenti teologi ad essere stati segnalati come “non ortodossi” in relazione a libri pubblicati o interventi nel corso di lezioni, il che non aveva mancato di suscitare reazioni anche vivaci a livello di colleghi e dell’associazione teologica americana. A dicembre 2011 la “quasi” rottura quando gli oltre 900 teologi membri avevano firmato un comunicato segnalando le “gravi inadempienze” compiute nei confronti dei colleghi presi di mira.
Nell’Assemblea di novembre scorso i vescovi avevano nominato John Nienstedt, arcivescovo di St. Paul Minneapolis a capo della Commissione episcopale in sostituzione del card. Donald Wuerl, arcivescovo di Washington DC.
I teologi ad essere stati sottoposti a giudizio disciplinare in questi 8 anni sono stati: sr.Elizabeth Johnson della Fordham University, Todd Salzman e Michael Lawler della Creighton University, Daniel Maguire (Marquette University), e Peter Phan di origini vietnamita della Geogetown University.
Intervistata dal National Catholic Reporter, Susan Ross, preside del dipartimento di teologia alla Loyola University di Chicago e attuale presidente della Catholic Theological Society of America che ora conta 1400 iscritti, ha dichiarato: “E’ innegabile che la commissione per la dottrina ha assunto una posizione molto più conflittuale verso teologi durante il periodo di permanenza in carica di Weinandy in qualità di segretario. Il clima che si respira nel dibattito fra teologia e politica è oggi più difficile, ma in questo un ruolo certamente pesante l’ha avuto l’operato della Commissione ”.
Sr Mary Walsh non ha commentato i motivi, limitandosi a spiegare che un avvicendamento sia cosa naturale, mentre padre Weinandy, finora, non ha rilasciato alcuna dichiarazione in merito.
Thomas Weinandy, nato a Delphos in Ohio nel 1946, vanta un curricolo accademico di prestigio: baccalaureato in filosofia e dottorato in teologia sistematica a Washington, poi in Storia della teologia al King’s College di Londra e docente a Oxford dal 1991 al 2005, prima della sua chiamata all’incarico da parte dei vescovi americani.
Sostituirlo non sarà facile, anche per la delicata situazione da gestire sui casi ancora aperti, come l’ultimo, quello di sr. Elizabeth Johnson che conta sul sostegno anche della sua congregazione.
MARIA TERESA PONTARA PEDERIVAROMA
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