> Il mondo gay e le vestali di un certo conformismo
lo stesso giorno, su “L’Osservatore Romano”, il teologo Inos Biffi ha preso di mira un altro conformismo, di casa ecclesiastica: quello che perora una Chiesa che sia “credibile”, “persuasiva”, “profetica”.
Nell’esordio del suo articolo, Biffi se la prende con un momento della messa nel quale questo linguaggio celebra i suoi fasti:
“Si sente molte volte parlare di una Chiesa che deve essere ‘credibile’, e non raramente si invita a pregare perché lo sia, specialmente nell’orazione dei fedeli, ch’è stata assunta da non pochi come l’occasione propizia per manifestare i propri pensieri e le proprie parole in libertà…”.
In effetti la preghiera dei fedeli, che quando non è “ad libitum” è letta quasi ovunque su foglietti compilati e stampati da anonimi pseudoliturgisti, è ormai diventata la palestra dei peggiori luoghi comuni.
Obietta Biffi a questo sbandamento linguistico e concettuale:
“Ai linguaggi a cui abbiamo accennato sembra soggiacere la convinzione che, se il mondo non crede, sarebbe appunto perché la Chiesa non è abbastanza credibile e persuasiva, o non abbastanza profetica. In realtà, verrebbe da notare che Gesù stesso, in sé sommamente credibile, persuasivo e profetico, non ha suscitato l’adesione di tutti; ma soprattutto osserveremmo che a importare primariamente non è se si riesca a persuadere, ma se si è persuasi; come non è se si pervenga a ispirare la fede, ma se si possegga veramente la fede”.
Biffi critica anche l’uso corrente che si fa di un passaggio citatissimo del Nuovo Testamento:
“Oggi si va continuamente citando il passo della prima lettera di Pietro: “Pronti sempre a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in voi” (3, 15), che secondo il contesto non significa che i cristiani devono sapere apologeticamente spiegare i motivi della loro fede, ma che nella loro condotta sono chiamati a offrire ai pagani la testimonianza della loro speranza”.
L’intero articolo è riprodotto in questa pagina di www.chiesa:
> La credibilità della Chiesa. Autentica per natura
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Una curiosità, sempre su “L’Osservatore Romano”. Nell’edizione stampata il 23 gennaio con la data del giorno successivo appare in prima pagina una nota firmata da Ritanna Armeni.
È la prima volta che la celebre giornalista proveniente da “il Manifesto”, cioè da un giornale che rivendica il suo essere “quotidiano comunista”, firma subito sotto la testata del giornale del papa e sotto il motto “Non praevalebunt”.
Ritanna Armeni, che peraltro già cura fin dalla fondazione il supplemento mensile de “L’Osservatore” intitolato “Donne, Chiesa, mondo”, assieme a Lucetta Scaraffia e Giulia Galeotti, dedica la sua nota a un film francese in visione nelle sale di Parigi: “Il était une foi“, un giro del mondo in bicicletta di due giovani che scoprono vive presenze di cristiani anche nei luoghi più remoti ed avversi.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/01/23/la-preghiera-dei-fedeli-ovvero-la-palestra-dei-luoghi-comuni/
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