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giovedì 17 gennaio 2013

La parabola dei Cattolici Adult/->erati>eri>i


Debellini, ciellino per Bersani

Il segretario? «Sa cos'è l'economia». Vendola? «Equilibrato e costruttivo». L'imprenditore veneto spiega perché vota Pd.

Mani libere per Comunione e liberazione. Il movimento fondato da don Giussani, tradizionalmente considerato vicino al centrodestra e in particolare al Pdl, alle prossime elezioni politiche non si schiererà compatto per un'unica formazione. Secondo i vertici dell'associazione non si tratta di una spaccatura: «L'unità del movimento», hanno ricordato in una nota diffusa lo scorso 2 gennaio, «non è una omologazione politica, tanto meno si identifica con uno schieramento partitico».
LA SPACCATURA DEI CIELLINI. Niente di strano né preoccupante, insomma, se pezzi da novanta del pantheon ciellino come Roberto Formigoni e Mario Mauro prendono strade diverse. Il primo - insieme con Maurizio Lupi e Raffaello Vignali - rientrando nei ranghi del Pdl e il secondo uscendone per seguire il centro di Mario Monti.

L'ENDORSEMENT A BERSANI. E nemmeno se un autorevole esponente veneto come Graziano Debellini, ex presidente nazionale della Compagnia delle opere, membro della giunta esecutiva di Confindustria Padova e imprenditore attivo nei settori del turismo, dell'energia e della cooperazione, dà apertamente il suo endorsement al candidato del centrosinistra Pier Luigi Bersani.
A convincerlo, ha spiegato a Lettera43.it, è stata la «concretezza della proposta riformista del segretario del Pd, che mette al centro il lavoro e la persona». Il Paese, ha aggiunto il ciellino veneto, «è in una crisi gravissima e io guardo a chi può portare il benessere».

DOMANDA. Quindi alle prossime elezioni voterà Pd.
RISPOSTA.
 Sì. Per il candidato del centrosinistra, Pier Luigi Bersani.
D. Cosa l'ha convinta a votare per Bersani?
R. Da imprenditore, per me il tema cruciale da affrontare è quello del lavoro. E Bersani è una persona seria che sa cos'è l'economia ma mette al centro il ruolo della persona.
D. Al segretario del Pd la lega anche un rapporto personale.
R. Lo conosco da 20 anni, c'è un'amicizia storica che è sempre stata pubblica.
D. Quindi non una novità?
R. Bersani l'ho anche invitato più volte al Meeting di Rimini, dove è sempre stato accolto con calore.
D. Ha partecipato alle primarie del centrosinistra?
R. Sì, e ovviamente ho votato Bersani.
D. C'è chi teme che Vendola possa spostare verso sinistra il programma del Pd. Cosa ne pensa?
R. Lavoro anche in Puglia, e ho scoperto che Vendola è un governatore equilibrato e costruttivo. Su certi temi gioca un ruolo di provocazione, ma penso che Bersani saprà fare una sintesi
D. Ma non è strano per un esponente di Comunione e liberazione votare a sinistra?
R. Premetto che la mia è una scelta personale, parlo da imprenditore, da cittadino. Siamo, comunque, al centro di un nuovo passaggio nella storia del movimento.
D. In che senso?
R. Qualche giorno fa è stata pubblicata una splendida lettera che ricorda come l'unità di Cl non significhi omologazione politica.
D. Cioè?
R.
 Non dobbiamo votare lo stesso partito per essere uniti, come movimento. Don Carròn crede che ognuno di noi abbia i criteri per scegliere e adoperarsi, ciascuno nel proprio ambito. Anche elettorale.
D. Insomma Cl nel suo insieme non si schiererà per un partito.
R. La Chiesa stessa non obbliga all'obbedienza politica, non dice «questi sì, questi no».
D. Lei ha parlato di lavoro. Non ritiene difficile una convivenza tra la Compagnia delle opere e le coop rosse?
R. È un problema che nella mia esperienza non vedo. Chi lavora, che siano imprese o cooperative, ha gli stessi problemi e le stesse esigenze di trovare soluzioni insieme. Bisogna superare certe barriere.
D. Barriere che però sono ben radicate.
R. Qui l'obiettivo è sopravvivere. Ogni giorno muoiono delle aziende. Se in in molti campi non iniziamo a fare rete, interi settori scompariranno. Lo vedo nel turismo che soffre di un'ecccessiva parcelizzazione
D. Cosa pensa degli altri candidati, come Mario Monti?
R. Lo stimo, ha fatto cose positive in quest'ultimo anno. Ma sento che questo Paese è più capito da Bersani.
D. E Berlusconi?
R.
 Ho rispetto per tutti, però diciamo che ha avuto le sue chance e non vedo i frutti.
D. Da cattolico non pesano le questioni morali del Cavaliere, da Ruby agli scandali giudiziari?
R. Da cattolico credo che le questioni morali siano un affare complesso, sfaccettato. Il tema drammatico oggi è garantire un futuro a giovani e meno giovani. Questo è il punto di verifica.
D. Oggi dà il suo endorsement a Bersani. Nel 2010 però, alle Regionali venete, appoggiò il leghista Luca Zaia.
R. Sono due questioni differenti, peraltro nel movimento c'è una lunga storia per cui quando veniva data un'indicazione, si cercava di rispettarla. Oggi siamo in una nuova fase. C'è un invito a operare ciascuno con i propri valori di riferimento.
D. È per questo che Roberto Formigoni è tornato nel Pdl, mentre Mario Mauro è passato con Monti?
R. Appunto, sono scelte individuali, che rispetto. Personalmente la mia lancia l'ho spezzata per Bersani.
D. Se votasse in Lombardia sceglierebbe il candidato del centrosinistra Umberto Ambrosoli?
R. Non so, è una bella partita. Di una cosa sono certo...
D. Di cosa?

R. Che mi sentirei libero, all'interno del movimento, di scegliere tra le varie opzioni.
di Jonathan Russo

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