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In questi tempi d’illuminismo abbagliante, il cui democratismo opera la rottura mentale nelle teste conciliari, anche il rapporto stretto tra Fede, Ragione, Storia si rompe.
Tale rapporto, che il pensiero religioso, non solo cattolico, dava per scontato, una volta squarciato il nuovo velo del tempio, si lanciarono nel circuito intellettuale una miriade di pensatori vaganti (cavallette) per usurpare i posti dei saggi, degli scienziati seri e soprattutto dei veri papi della Chiesa cattolica: un «guaio» apocalittico.

Per rimanere in un caso piccolo, piccolo, abbiamo l’esempio del virtuale Odifreddi che, dall’alto delle sue «visioni scientifiche», dichiara l’inesistenza storica di Gesù Cristo, non risultante nei gran libri della “scienza storica”. A questo punto, i cattolici dovrebbero anch’essi dubitare della gloriosa macrostoria del Cristianesimo, tralasciando le “leggende” dell’Incarnazione del Verbo, la cui parola evangelica modellò la vita e la storia per la cui testimonianza innumerevole persone sacrificarono la vita in ogni tempo e luogo. Tale “scientismo” sarebbe scienza. Fatto è che i suoi macro dogmi infersero un duro colpo anche al Talmud e a vari secolari detrattori di Gesù che negano la Resurrezione e divinità di Cristo – mai esistito! Ecco il risultato dello stralunato scientismo avanzante nell’onda dell’alienazione di una realtà primordiale per cui l’essere umano non può conoscere da sé né la sua origine, né il suo stato terreno e neppure la sua ragion d’essere; dovendo smettere di osservare fatti che superano il naturale scrutando inutilmente risposte nel piano soprannaturale! Puerili contemplazioni – grazie a Dio abolite dall’ateismo di stato – che non più dovrebbero orientare il mondo per ridurre l’infelicità dei popoli. Eppure, da sempre si sa essere impossibile ben guidare la vita umana ignorando la natura dell’uomo il cui corpo dipendente da un’anima spirituale e immortale, inaccessibile a tutte le microscienze umane insieme!

La testimonianza storica dell’azione di Gesù Cristo
Attentare alla Parola divina del Signore significa continuare ad attentare alla sua Vita.
Da ciò la domanda: il «Talmud» poggiato sull’Antico Testamento, incita al delitto?
(questione discussa anche dalla giornalista ebrea D. M. Murdoch, dell’Examiner), ma tutto finisce confuso dalle accuse di un indefinito «antisemitismo» che vieta parlare del radicale fondamentalismo ebraico oriundo da tale fonte religiosa… e la nuova chiesa conciliare fa finta di non saperlo Con quale onestà si può omettere il peso del contenuto di tale libro quando si tratta dell’anticristianesimo imperversante nella Storia? Si può capire che festeggiati guru dell’«ateismo» fondato sullo scientismo virtuale tipo Rita Levi, o M. Hack o gli Odifreddi di turno, lo ignori, ma i gran sacerdoti in Vaticano no. Infatti, vedremmo che non lo ignorano, ma vogliono giustificare perfino quanto esso insinua producendo i suoi cattivi frutti di odio.
Circa la metà degli alti ufficiali dell’esercito israeliano sono stati indottrinati per mezzo dell’ideologia talmudica e sono legati alle cosiddette fazioni nazional-religiose; il risultato è che certi editti talmudici, come uccidere anche i civili nemici (bambini compresi) in caso di guerra,  difficilmente cadono inascoltati all’interno delle forze militari israeliane. L’ideologia talmudica, da non confondere in toto con il testo biblico, fa sempre più da sottofondo nella politica estera e interna dei governi israeliani. Il fondamentalismo ebraico mette così una seria ipoteca sulla reale “democrazia e laicità” dello Stato israeliano e non è meno pericoloso di quello islamico. Il suo influsso nella società israeliana, in particolar modo nel governo e nell’esercito, lo rende insidioso perché Israele possiede già dalle 200 alle 300 bombe atomiche pronte all’uso. Si stanno infatti già preparando ad usarle contro le centrali atomiche iraniane. Ormai gli iraniani hanno preso il posto degli amaleciti di biblica memoria nel cuore di chi conta in Israele, il che non fa presentire nulla di buono per il prossimo futuro…  
«Va’ dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli  appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini». (1 Sam 15,3)
Il pensare, il credere e l’autorità della «nuova scienza»
Quando si pensa alla grande insistenza con cui Dio nelle Scritture Sacre richiede dagli uomini il ‘credere’ facendo sapere che esso è decisivo sia per la sua armonia terrena che per la sua salvezza eterna, si capisce l’importanza vitale del credere per la salute mentale dell’uomo; il credere non è meno necessario per la vita mentale che l’aria per la vita fisica. La differenza è che senz’aria il corpo muore, ma senza credere la mente non muore; uccide. Innanzitutto annienta la propria vita spirituale cercando in seguito un’affermazione materiale, un dominio delle cose mondane, capace perfino di eliminare la vita altrui; un credere prepotentemente trasferito alle proprie o altrui elucubrazioni.
Sul ‘credere’ naturale sentiamo lo scrittore protestante C. S. Lewis s (Mere Christianity):
“Che non si abbia paura del termine autorità. Credere nelle cose a causa di un’autorità significa semplicemente credere in esse perché riteniamo credibile chi le insegna. Novanta nove per cento di quanto crediamo è creduto a causa di un’autorità. Io credo che ci sia un tale posto nel mondo, ma non l’ho visto e non posso provare che ci sia con un ragionamento astratto. Lo credo poiché persone credibili l’hanno detto. Le persone normali credono nel Sistema Solare, negli atomi, nell’evoluzione e nella circolazione sanguinea a causa dell’autorità dei scienziati. E così per gli eventi storici che non abbiamo vissuto…”.
E come si può non credere nell’autorità originale del pensiero trovato nella nostra propria coscienza come un vincolo, un principio di bene che precede e segue il pensiero stesso? Trattando della questione religiosa – quella di tutti i tempi come del presente – si deve aver ben chiara la questione vitale dell’unica Autorità nella Verità. Essa definisce il senso del pensare come si crede, definendo lo stesso rapporto tra ragione e Religione.
Il problema è che in Nome do Dio i «maestri» del Vaticano 2 hanno dichiarato «diritto» l’insegnare pubblicamente ogni credere o non credere, ogni opinione o menzogna.

Rivediamo per un momento il credere di un Odifreddi,noto «matematico impertinente», su cui avevo scritto: « Esiste il pensiero di O?» Ora questi fantasmi furono da lui affidati a libri astutamente sconcertanti: «Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)», edito da Longanesi, confermati da diversi articoli («E venne un mito chiamato Gesù», «L’Ateo», «Io credo alla scienza non alla Chiesa», per cui le Sacre Scritture non sarebbero che un coacervo di brutture letterarie, e quindi i fondamenti del cattolicesimo privi di qualsiasi sostegno storico (attento alla storia del Talmud!).
Ma l’ateismo, «credendo» fondarsi su certezze indubitabili mai dimostrate e fornite da esperienze improponibili, non dovrebbe fare i conti, quanto la Fede, con la filologia e confrontarsi con la logica e la storia! Per esempio, potrebbe dire «Non possiamo credere nel Talmud che allude e odia un mito chiamato Gesù», e così Lo testimonia nella storia.

Il Talmud secondo Wikipedia
(…)  Presso la Chiesa cattolica (il Talmud) fu inserito nell’Indice dei libri proibiti e ritenuto un testo che un cristiano poteva leggere solo previo consenso del proprio vescovo. (….) La giustificazione di questo divieto potrebbe ricavarsi da ciò che il Talmud dice, ripetutamente, di Gesù e Maria, l’uno impostore e l’altra donna poco seria (o di malaffare, ndr); inoltre vien suggerito e codificato l’atteggiamento, tutt’altro che di amore e tolleranza, che un buon ebreo deve avere di fronte ad un cristiano, com’è lecito raggirarlo, con quale tipo di rifiuto deve essere trattato l’ebreo che passa al cristianesimo, ecc. (….). Eppure lo chiamano libro di discussione «sacra»!

Il 25 febbraio 1994 Goldstein uccise 29 palestinesi innocenti che stavano pregando nella moschea nel centro-città di Hebron. Seguiva i dettami del «sacro» Talmud. Gli editti talmudici incoraggiano l’uccisione di “civili nemici” da parte dell’esercito israeliano facendo leva su diversi passaggi dell’Antico Testamento in cui Yahweh ordina agli Israeliti di massacrare ogni uomo, donna e bambino e di non lasciare niente di vivo nella Terra di Cana. Molti rabbini ebraici sono a favore dell’uccisione di civili nemici in periodo di guerra e citano a tal proposito alcuni brani biblici, tra cui Giosué 6-20: “Allora il popolo lanciò il grido di guerra e si suonarono le trombe. Come il popolo udì il suono della tromba ed ebbe lanciato un grande grido di guerra, le mura della città crollarono; il popolo allora salì verso la città, ciascuno diritto davanti a sé, e occuparono la città. Votarono poi allo sterminio, passando a fil di spada, ogni essere che era nella città, dall’uomo alla donna, dal giovane al vecchio, e perfino il bue, l’ariete e l’asino.”
Si legga sul razzismo talmudico e sul terrorismo d’Israele le frasi e citazioni dei rabbini e dei politici ebrei nel testo importante: «Il Talmud smascherato» (Rev. I. B. Pranaitis), di cui si sta occupando «Chiesa Viva».
Pare che vi è un Talmud babilonese diverso da uno palestinese. Di alcuni passi di questo ci occupiamo qui, attraverso il libro di A. Cohen, “Docteur en Philosophie de l’Université de Londres, rabbin de la Synagogue de Birmingham, Payot, Paris, 1933.
Vogliamo parlare della «testimonianza» indiretta su Gesù Cristo.
Il lavoro inizia sugli antecedenti del Talmud: “En 586 avant Jésus-Christ… ma, andiamo verso i capitoli finali su «l’au delà». Qui a p. 427, sulla grave questione della risurrezione, che divideva i farisei dai sadducei, suoi negatori, include tra questi la «setta dei Samaritani», citata solo qui per dire che falserebbero la «Torà». Confessa, però, che vi è ambiguità in questa distinzione tra Sadducei e Samaritani, il ché fa pensare a una lettura negativa a ritroso del Nuovo Testamento, dove lo studioso di «gnose» Etienne Couvert, identifica semplicemente i Samaritani con i primi Cristiani, credenti nella Risurrezione di Cristo, all’immagine della quale vi sarà quella dei corpi.
Curiosamente sulla forma che avranno questi corpi, cita San Paolo in nota (3) a p. 431 (I Corinth., 15, 37), ma anche San Matteo nella nota (1) di p. 434 (Matth. 22, 30).

CRISTO, FIGLIO PERCHÉ DISCENDENTE, MA SIGNORE DI DAVIDE
Per concludere, sul rapporto del Talmud con la Chiesa conciliare, c’è da notare che quest’ultima giustifica gli Ebrei nel suo «catechismo», senza menzionare la spiegazione di Gesù. Nel Talmud spiegato da questo studio a p. 414 si pone la questione: “Qui sera le Messie? Tout naturellement les spéculations destinées à le déterminer se donnaient carrière, et l’on demandait des lumières aux textes de l’Ecriture. Les rabbins se montrent unanimes à admettre que le Messie sera un être humain chargé d’accomplir la mission qui lui incombe. Nulle part le Talmude ne professe la croyance en un Messie surhumain.»
Ora, Gesù aveva spiegato la verità ai farisei, riferendosi ai Salmi.
 “Radunatisi i farisei, Gesù li interrogò dicendo: «Che cosa pensate del Cristo? Di chi è figlio?». Gli rispondono: «Di Davide». Dice loro: «Come dunque Davide, sotto l’influsso dello Spirito, lo chiama Signore quando dice: «Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra finché ponga i tuoi nemici come sgabello dei tuoi piedi?» Se, dunque, Davide lo chiama Signore, come può essere suo figlio?» (Dal Salmo 110, 1).  Nessuno seppe rispondergli; e da quel giorno nessuno osò più fargli delle domande (Mt 22, 41-46). Sì, i conciliari come Ratzinger non domandano, inventano imperterriti per confermare la missione del “Segretariato per l’unione dei Cristiani”, che fu stranamente estesa ai rapporti religiosi con l’Ebraismo per via di una speciale Commissione.
Essa emanò il 1º/12/74, il documento che, portando il marchio di un Dicastero vaticano, perciò dell’autorità conciliare, rappresenta l’interpretazione ufficiale del §4 della «Nostra aetate», la famigerata dichiarazione Nae del Vaticano II, (AAS 6/7/75). Orientamenti e suggerimenti per l’applicazione della dich. Nae. 4
Oggi questa è parte basilare del «nuovo catechismo» conciliare:
- I Cattolici si sforzeranno di comprendere le difficoltà che l’anima ebraica prova davanti al mistero del Verbo incarnato, data la nozione molto alta che essa possiede della trascendenza divina -
- Le commissioni incaricate delle traduzioni liturgiche porranno particolare cura al modo di rendere quelle espressioni e quei brani che possono essere interpretati tendenziosamente dai cristiani [...] si può, in una versione destinata all’uso liturgico, rendere più esplicito il significato di questo testo… È così che l’espressione “i giudei” in san Giovanni, indica talvolta… i capi dei giudei, o gli avversari di Gesù Cristo, espressioni che esprimono meglio il pensiero dell’evangelista ed evitano di mettere in causa il popolo in quanto tale (pp.14-16). E va bene, ma…

Una trascendenza all’inverso della nozione di trascendenza divina, vera, teandrica, da Dio all’uomo, fa ritenere incredibile l’Incarnazione del Figlio di Dio proprio al Popolo eletto per riceverLo!
Per coerenza, tale ‘nozione molto alta della trascendenza’ dovrebbe far dire lo stesso della Parola divina rivelata, che ha preso forma nelle venerate Sacre Scritture.
Potevano allora ritenerle incredibili, come ogni manifestazione terrena di Dio?
Mai, poiché credono perfino nella perpetuità della trascendente donazione di quelle terre.
Non solo, ma il Talmud, che ne è solo l’interpretazione rabbinica, sarebbe già per questa ragione «libro sacro»; manifestazione della trascendenza divina!
Il mistero di Dio che interviene nel mondo con la grazia inestimabile della sua Misericordia,certamente è dagli uomini appena raggiungibile, ma gli uomini sono interamente raggiungibili dalla Trascendenza divina, ‘che sonda le reni di ogni uomo’.
E il Verbo si è fatto carne.
Abbiamo dunque di nuovo due vie: nella prima l’uomo usa tutta la sua intelligenza per capire segni ineffabili di modo a corrispondere all’Amore divino; è la via cattolica. Nella seconda, come per esempio nella ‘Formgeschichte Schule’, si studiano le strutture filologiche scritturali per dedurre cosa sia umanamente accettabile (pure dagli Odifreddi) secondo lo scientismo dell’uomo moderno… magari d’accordo anche col Talmud!
Siamo così la seconda verminosa via del Vaticano 2 e della sua bacata intellighenzia!
Il rovesciamento dottrinale è evidente nei successivi «Orientamenti conciliari».
Il 24 giugno 1965, i capi conciliari approvarono il testo ufficiale d’invito ai cristiani affinché, insieme agli ebrei, «preparino il mondo alla venuta del Messia (HUMAIN?)».
L’eco di tale invito si riscontra al paragrafo 840 del «nuovo catechismo»: «quando si considera il futuro, il popolo di Dio dell’Antica Alleanza e il nuovo popolo di Dio tendono a fini analoghi: l’attesa della venuta (o del ritorno) del Messia» (jamais surhumain). La Fede nella venuta di Cristo e il Suo rifiuto avrebbero fini analoghi!

Quale pensiero sofistico, «gnostico» modernista è stato capace di ordire tale sproposito per cui la necessità di conversione degli ebrei al Vangelo di Cristo, prima missione degli Apostoli, di San Pietro e della Chiesa, sarebbe, secondo i nuovi profeti, confusione passata? Ed è questo che vogliono insegnare alle nuove generazioni? Speriamo che almeno quelle indottrinate da secoli nella diffamazione di Gesù e di Maria, escano a tempo da tali labirinti e siano illuminate dalla Grazia del Signore, sola Verità, Via e Vita che salva dal degrado arrivato al vertice della Casa di Dio.

L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele

http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=9418