ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 22 gennaio 2013

Vinti e convinti, sereni ma non lucidi


Monti, la Chiesa, le elezioni: confessioni di un vescovo
Al telefono con un alto prelato: il professore non
ci convince ma non ci sono alternative

«Sono per Mario Monti, non mi fraintenda. Però alcune delle cose che sto leggendo sui giornali non le condivido assolutamente». Dall’altro capo del telefono c’è un vescovo che si lascia andare a una riflessione politica serena e molto lucida.

Eccellenza, ha letto l’intervista del Corriere della Sera all’ormai ex presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero, capolista al Senato in Piemonte nella lista di Monti, che criticava il cardinale Camillo Ruini?
«No, ma come si fa a criticare una mente eccelsa come Ruini? Ha guidato saggiamente la Conferenza
Episcopale Italiana per oltre quindici anni in profonda comunione con Papa Giovanni Paolo II e poi con
Benedetto XVI. Abbiamo solo da imparare dal cardinale Ruini che è un uomo insostituibile».
Il vaticanista de L’Espresso Sandro Magister ha scritto che «anche una possibile futura presidenza di Mario Monti non tranquillizza le gerarchie. Il suo programma tace del tutto sui principi "non negoziabili". Né dà garanzie alla Chiesa l’agitarsi a sostegno di Monti di Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di sant’Egidio, un cattolico che si spaccia per rappresentante esclusivo delle gerarchie ma che in passato è sempre stato inerte e muto tutte le volte che su quei principi c’è stata battaglia». Parole dure per una Chiesa che non ha smesso di guardare a Silvio Berlusconi.
«Tra noi vescovi credo che il consenso per Monti sia abbastanza diffuso ed evidente. Ciò nonostante ci sono delle cose che lasciano me e i miei confratelli un po’ stupiti».
Quali Eccellenza?
«La scelta di alcuni candidati sicuramente, il modo di presentare alcuni aspetti dell’agenda e anche il sostenere che i temi della bioetica sono importanti forse anche di più di quelli economico-finanziari, ma che essi non sono nel programma di Monti. Vede anche il cardinale Agostino Valli, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha sottolineato recentemente che un cattolico vota sapendo prima e con chiarezza quali sono le posizioni dei politici su temi come il fine vita o le coppie di fatto. Non è un caso che il Papa stia insistendo in questo tempo di campagna elettorale per l’Italia, ma anche in cui inizia il secondo mandato di Barack Obama alla Casa Bianca, sulla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e stia adoperando frequentemente e in modo critico il termine gender»
Benedetto XVI, infatti, ha precisato qualche giorno fa che «la Chiesa ribadisce il suo grande sì alla dignità e bellezza del matrimonio come espressione di fedele e feconda alleanza tra uomo e donna, e il no a filosofie come quella del gender si motiva per il fatto che la reciprocità tra maschile e femminile è espressione della bellezza della natura voluta dal Creatore». Quasi un invito a riconoscere i cattolici in politica per votarli. Eccellenza c’è qualcosa, un atto o una dichiarazione, che le farà cambiare idea da oggi fino al 24 febbraio e non le farà esprimere il suo voto per Mario Monti?.
«Credo di no. Ormai ho deciso. Non vedo alternative. Le ripeto, però, che non condivido tutto quello che leggo sui giornali. È chiaro che sono per Monti ma con un occhio critico. Ma non dirò mai che è il male minore. Il male minore non esiste. Ci sono solo il bene e il male. Nella Chiesa e fuori».

Francesco Grana


http://www.orticalab.it/Le-elezioni-Monti-e-la-Chiesa

Andrea Tornielli per "la Stampa"
Un incontro lontano da occhi indiscreti, avvenuto all'inizio della scorsa settimana a Roma, in territorio «neutro» e dunque lontano dagli uffici della Conferenza episcopale come pure da quelli di Palazzo Chigi. Il premier Mario Monti e il presidente della Cei Angelo Bagnasco si sono visti per parlare della situazione politica. Il professore non era alla ricerca di ulteriori endorsement - dopo quelli vistosi già ottenuti, tra l'altro anche dallo stesso cardinale - ma voleva piuttosto sottolineare la sua attenzione verso la Chiesa. Mentre il presidente dei vescovi era interessato a conoscere più da vicino le posizioni dello stesso Monti sui valori «non negoziabili», un tema sul quale fino a quel momento il premier aveva scelto il silenzio.
bagnasco-monti, bertone I Cardinali Bertone e Bagnasco
Bagnasco era stato il primo, lo scorso dicembre, a manifestare pubblicamente la sua stima per Monti e per quanto aveva fatto il governo tecnico negli ultimi dodici mesi auspicando che i sacrifici fatti non andassero dispersi. In quel momento il professore non aveva ancora sciolto la riserva sulla sua «salita» in politica mentre il Cavaliere tornava ad affacciarsi sulla scena. Non è escluso che in quel momento, il presidente dei vescovi italiani immaginasse per il Monti un futuro come leader dello schieramento dei moderati. Il quadro politico si è poi complicato e ci sono state tensioni anche all'interno del mondo dell'associazionismo cattolico. E agli endorsement è seguita la prudenza.
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Dopo l'incontro con Bagnasco, Monti, il 17 gennaio scorso, ha risposto a una domanda sui matrimoni gay. Un segnale alla Chiesa e all'interlocutore che aveva da poco incontrato: «Il mio pensiero è che la famiglia debba essere costituita da un uomo e una donna e ritengo necessario che i figli debbano crescere con una madre ed un padre», aveva detto il premier, aggiungendo però che la sua era una posizione personale, perché «nel nostro movimento ci sono forme pluraliste».
Monti aveva detto inoltre che i parlamenti «possono trovare strumenti» per riconoscere diritti ad «altre forme di convivenze». Parole che non avrebbero particolarmente rassicurato il cardinale, interessato piuttosto a formazioni politiche che facciano proprio l'orizzonte dei valori che stanno a cuore ai cattolici.
Ieri Bagnasco è stato ricevuto in udienza dal Papa, al quale ha presentato i contenuti della prolusione che terrà lunedì prossimo al Consiglio permanente della Cei, un testo che sarà improntato all'equidistanza ma che dovrebbe contenere passaggi significativi sui valori, sulla «questione sociale» sollevata dal presidente Napolitano nel discorso di fine anno e sul rinnovamento della politica.
MONTI RICCARDI
Intanto giovedì pomeriggio sarà presentato a Roma il libro «La porta stretta» (Cantagalli), un volume che raccoglie le prolusioni di Bagnasco. L'appuntamento è significativo: a presentare il libro sarà il Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Una presenza che dovrebbe sancire in maniera visiva l'assenza di conflitti e tensioni tra la Segreteria di Stato e la presidenza della Cei.

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