Gian Guido Vecchi per il Corriere della Sera
RATZINGER PAPA BENEDETTO XVI
«Io non so che cosa contenga il dossier su Vatileaks, nessuno di noi lo sa davvero. Però dobbiamo sapere ciò che è accaduto, è un presupposto fondamentale delle votazioni». Il cardinale è uno degli elettori più autorevoli e ascoltati, nella Sistina avrà un ruolo importante, e non vede l'ora si faccia un po' di chiarezza dopo mesi di voci, gossip, altri veleni.
PAPA RATZINGER BENEDETTO
Allarga appena le braccia, sospira. «Non mi faccia commentare, non posso farlo senza averne gli elementi. Che il Santo Padre abbia mantenuto il segreto sul dossier, che abbia voluto trasmetterlo solo al suo successore, va bene, è giusto. Non è che vogliamo leggere tutto, saranno centinaia di pagine...Però abbiamo bisogno di sapere, questo sì: è necessario un solido riassunto, dobbiamo conoscere la situazione attuale, nella Curia, anche per poter prendere una decisione responsabile...».
Nel crepuscolo del pontificato di Benedetto XVI, tutti già guardano alle «congregazioni generali» che riuniranno tutti i cardinali, elettori e ultraottantenni, prima dell'ingresso in conclave. Venerdì 1 marzo il cardinale Decano Angelo Sodano invierà la lettera formale di convocazione, sabato e domenica non si usa e quindi la prima congregazione sarà quasi certamente il 4 marzo, lunedì.
JOZEF TOMKO
Le congregazioni sono importanti, è in quelle riunioni che gli elettori, giorno dopo giorno, intervengono, si studiano, e cercheranno di capire chi avrà il «vigore» per proseguire l'impulso riformista di Ratzinger, e tutto questo affrontando i temi più urgenti: in questo caso, centrale, la riforma della Curia romana. Sarà quindi centrale anche il ruolo che giocheranno i tre cardinali ultraottantenni - Herranz, Tomko e De Giorgi - ai quali Benedetto XVI affidò l'anno scorso l'incarico di indagare sul furto di documenti privati dall'Appartamento.
JULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI
Il processo ha condannato il maggiordomo «corvo» Paolo Gabriele, poi graziato dal Papa. Per la sentenza non ha avuto complici. Ma i tre cardinali hanno condotto per mesi decine di audizioni ad altri porporati e monsignori e laici della Curia e non. Negli scontri sottotraccia, le tensioni, le rivalità e i veleni c'è il terreno di coltura di Vatileaks. Il dossier è la diagnosi necessaria alla cura. Benedetto XVI ha disposto che il dossier sia affidato «unicamente» al successore. Però ha dato ai tre cardinali la possibilità di fornire «elementi utili per valutare la situazione e scegliere il nuovo Papa». Saranno loro i veri kingmaker del preconclave.
SALVATORE DE GIORGI
Anche sull'anticipo dell'ingresso nella Sistina i cardinali avranno da discutere: ieri il cardinale Angelo Bagnasco parlava di un conclave «il più vicino possibile», il newyorkese Timothy chiede «pazienza». E nelle mosse di Benedetto XVI si rintraccia un disegno preciso. Ieri il segretario di Stato Tarcisio Bertone ha ricordato al tg1 che Ratzinger lascia perché «si sente mancare le forze». Ma l'essenziale sta nelle scelte di Benedetto XVI.
CARDINALE TARCISIO BERTONE
Il Papa vuole che l'ambiente sia bonificato. Tutta ratzingeriana è la sollecitazione al cardinale scozzese O'Brien perché «rinunciasse» ad andare nel Conclave. La vecchia guardia curiale avrebbe deciso altrimenti. Le voci Oltretevere riferiscono di un Angelo Sodano contrario. Di certo un cardinale come Christoph Schönborn puntò il dito contro l'«insabbiamento» della Curia wojtyliana quando riferì lo sconforto dell'allora cardinale Ratzinger che nel '95 avrebbe voluto processare per pedofilia il cardinale Hans Groër: «Non me l'hanno fatto fare». Proprio Schönborn, arrivato ieri a Roma, è uno dei più decisi sostenitori di una riforma: «La Curia dev'essere organizzata in modo che serva il primato del Papa e non lo sostituisca».
PAOLO GABRIELE E IL PAPAOMBRE BIG JPEG
Anche la promozione a nunzio in Colombia di Ettore Balestrero, numero tre della Segreteria di Stato, tira fuori dalla mischia un diplomatico di prestigio - vicino a Bertone ma ancor più al curiale Mauro Piacenza - e smonta i meccanismi interni. La stessa scelta di lasciare che i cardinali soggiornino dove vogliono - solo alla vigilia del conclave entreranno a Santa Marta - favorisce la libertà di manovra: senza troppi controlli curiali.
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