IL RAPPORTO SU VATILEAKS DEI CARDINALI HERRANZ, TOMKO E DE GIORGI NON VERRA’ PUBBLICATO MA ILLUSTRATO PRIMA DEL CONCLAVE - NELLE CARTE RIVELAZIONI DETTAGLIATE SU IOR E NORME ANTIRICICLAGGIO, CORRUZIONE IN CURIA, ISTITUTO TONIOLO, CASO ORLANDI E DISOBBEDIENZA NEI CONFRONTI DEL PAPA - QUALCHE “ELETTORE” SI TROVERA’ IN IMBARAZZO, MA LA “PURIFICAZIONE RATZINGERIANA” VA AVANTI… -
Giacomo Galeazzi per La Stampa
PAPA RATZINGER BENEDETTO
BENEDETTO XVI RATZINGER JPEG
Sebbene il rapporto «top secret» su Vatileaks non verrà pubblicato, i tre porporati che hanno svolto le indagini sono liberi di parlarne agli altri porporati prima del Conclave, mettendo probabilmente in imbarazzo qualche elettore. Benedetto XVI ha deciso che il dossier messo a punto dagli inquirenti Herranz, Tomko e De Giorgi restino riservati e siano trasmessi solo al prossimo Pontefice. Ma quell'indagine non esce dalla grande partita del conclave. Anzi diventa il simbolo della «purificazione» ratzingeriana contro scandali sessuali e finanziari in Curia.
BENEDETTO XVI RATZINGER JPEG
Perché sui suoi contenuti, chiarisce il portavoce padre Federico Lombardi, «le persone responsabili, compresi i tre cardinali del collegio d'inchiesta, sapranno in che misura possono e devono dare a chi li richiede elementi utili per valutare la situazione e scegliere il nuovo Papa».
Se la commissione cardinalizia su Vatileaks da ieri è formalmente «sciolta», l'esito del suo lavoro potrà essere uno degli elementi a disposizione delle congregazioni generali che inizieranno a riunirsi nei prossimi giorni, in quella fase di preparazione in cui i conclavisti si incontrano, si consigliano, si aiutano a comprendere le situazioni e ad approfondirle.
JOZEF TOMKO
Una bussola per orientarsi nella scelta del successore di Ratzinger. Per segnare l'importanza della sua decisione,e il valore di quel documento coperto da segreto pontificio, Benedetto XVI (in uno degli ultimi atti sul Soglio di Pietro) ha voluto ricevere in udienza privata i tre porporati accompagnati dal segretario, il cappuccino Luigi Martignani, per ringraziarli del lavoro svolto ed esprimere soddisfazione per gli esiti dell'inchiesta. Un lavoro da cui escono «limiti e imperfezioni propri della componente umana di ogni istituzione», ma anche «la generosità, rettitudine e dedizione di quanti lavorano nella Santa Sede». Quei limiti e quelle imperfezioni potrebbero ora passare al vaglio degli elettori.
JULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI
Di fatto la commissione, annunciata a metà marzo 2012 e in attività dalla fine di aprile, è stata istituita per fare chiarezza sulla fuga dei documenti dalle mura vaticane scattata all'inizio dell'anno scorso e proseguita per mesi. È divenuta un osservatorio sui mali del Vaticano.
Quelle carte riguardano, a vario titolo, Ior e norme antiriciclaggio, episodi di corruzione in Curia, il controllo dell'Istituto Toniolo, il caso Orlandi e la disobbedienza nei confronti del Papa. I cardinali, guidati da Herranz, giurista dell'Opus Dei, hanno effettuato decine di audizioni, (oltre cento) con un ritmo di quattro, cinque a settimana. Sono stati ascoltati sia ecclesiastici sia laici e «soprattutto officiali dei dicasteri di Curia» ha spiegato lo stesso Herranz.
SALVATORE DE GIORGI
Un'indagine parallela a quella di gendarmi e magistrati vaticani. Tra le persone interrogate, anche Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo del Papa condannato e poi graziato per il furto dei documenti dall'appartamento pontificio. Per capire il peso di un dossier segreto ai più, ma così importante da rappresentare un'eredità per il futuro Papa, bisogna valutarlo con le categorie della Chiesa e per le implicazioni che può avere nella vita ecclesiastica. Tenendo presente che anche in questo consesso «le divisioni ci sono e ci sono sempre state, così come le violente contrapposizioni di linee ideologiche», per ammissione dello stesso Herranz.
CARDINALE TARCISIO BERTONE
Queste circostanze, pur non nuove, «hanno un peso». Adesso, per volontà di Benedetto XVI, i tre porporati inquirenti sono liberi di parlare con gli altri cardinali prima del conclave. «Nessuno potrà più dire di non sapere- chiosano Oltretevere-. Ogni conclavista potrà informarsi direttamente dalla fonte più diretta: i commissari. Il Vangelo docet: solo la verità rende liberi. E aiuta anche a scegliere bene nella Sistina».
IL VATICANO APRE IL CONCLAVE SACRIFICANDO IN EXTREMIS IL CAPRONE ESPIATORIO KEITH O’BRIEN - L’ARCIVESCOVO BRITANNICO ACCUSATO DI MOLESTIE OMOSEX È STATO INTERDETTO DALL’ELEZIONE DEL NUOVO PAPA CON IL PLACET DI TUTTI, COMPRESO L’AGGUERRITO SODANO - MA IL DIMISSIONARIO O’BRIEN, CONTRO IL QUALE C’ERANO DIVERSE TESTIMONIANZE, E’ SOLO LA PUNTA DELL’ICEBERG PEDOFILIA...
Giacomo Galeazzi per "La Stampa.it"
CARDINALE KEITH O'BRIEN
A chiudere la partita è stata domenica pomeriggio la parola di Benedetto XVI. Poco prima le telefonate Oltremanica di Bertone e del suo vice Becciu al nunzio Mennini avevano accertato la fondatezza delle pesantissime accuse che dilagavano sui mass media britannici. A quel punto il decano Sodano, strenuo difensore delle prerogative cardinalizie (ma anche capo dell'ala diplomatica della Curia) ha abbandonato al suo destino il porporato scozzese. Il risultato è che ieri Keith O'Brien ha rinunciato al viaggio a Roma, travolto dalla bufera per le molestie omosessuali («comportamento inappropriato»).
CARDINALE OBRIEN JPEG
Il segnale esterno del pressing vaticano sul conclavista più discusso era già arrivato domenica mattina. «Benedetto XVI è informato sul problema e la questione è ora nelle sue mani», aveva dichiarato il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Era il segno che O'Brien poteva ormai cestinare il biglietto acquistato per volare oggi nella città eterna. Neppure Sodano, sempre pronto (codice canonico alla mano ) alla salvaguardia corporativa delle prerogative del Sacro collegio, ha tentato un salvataggio «in extremis».
CARDINALE OBRIEN JPEG
Stavolta non solo un porporato può essere processato, ma gli si possono pure sbarrare le porte della Cappella Sistina. Non è più tempo per alzate di scudi dei principi della Chiesa in soccorso di uno di loro. In mezzo mondo le cronache ribollono di esempi di presunta indegnità di elettori. Nei giorni scorsi erano stati i cattolici americani a chiedere che non entrasse in conclave Roger Mahony, finito davanti ai magistrati per aver coperto abusi sessuali di preti della sua diocesi. Stessi strali contro l'irlandese Brady e il belga Dannels.
ROGER MAHONY
E i maggiorenti wojtyliani Dziwisz, Re,Sandri, Rodè sono nel mirino per aver a lungo difeso il pedofilo Maciel, fondatore dei Legionari di Cristo. Guai a Milwaukee pure per il «big Dolan. In questo clima di scandali e con l'anticipo del conclave anche per scongiurare l'effetto «contagio», Benedetto XVI ha accolto la rinuncia al governo della diocesi di Edimburgo di O'Brien: 4 suoi ex seminaristi gli addebitano episodi scabrosi di trent'anni fa. La sua richiesta di scuse diventa un'ammissione di colpevolezza. Il primate di Scozia alla fine si piega alle ragioni di Roma ed esprime pubblicamente la scelta di restare a casa.
CARDINALE STANISLAO DZIWISZ
Decisione personalissima e di opportunità. Anche se per la Chiesa nessun indegnità dei conclavisti può inficiare la validità della elezione di un Papa, Ratzinger ha voluto garantire la scelta del suo successore. Un conclave al riparo da ogni critica, dentro e fuori dalla Chiesa, e da accuse di interferenza. La priorità è «sminare» la strada che può portare all'apertura del conclave prima del 15 marzo. La voce più esplosiva al capitolo «impresentabili» era proprio O'Brien: fama da conservatore, il premio «Bigotto dell'anno» dall'associazione pro-gay Stonewall, l'apertura al matrimonio dei sacerdoti. Il dossier con le testimonianze delle sue molestie era stato trasmesso al nunzio apostolico in Gran Bretagna, Antonio Mennini, stimato e influente nei Sacri Palazzi.
CARDINAL RE
O'Brien nei mesi scorsi aveva rassegnato le dimissioni. Ieri l'uscita di scena formale, per raggiunti limiti di età, anche se compirà i 75 anni per la pensione da presule il 17 marzo. «Non voglio che i media si concentrino su di me, quanto piuttosto su Benedetto XVI e sul suo successore, chiedo scusa a quanti ha offeso con il mio comportamento»,afferma il porporato. Padre Lombardi chiosa :«Il Papa non ha voluto lasciare in sospeso decisioni che aveva in mente». Il paragrafo 40 del Motu Proprio che agevola l'assenza dal conclave ha aiutato. «L'obbligo di partecipare è stato reso più flessibile per ragioni gravi ed evidenti.-spiega il costituzionalista Francesco Clementi-. Le presenze ingombranti accrescono nella Sistina il peso delle scelte anche per le ricadute mediatiche».
CARDINALE ANGELO SODANO
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.