Benvoluto da Ratzinger, è visto come estraneo alla Curia romana Dopo quattro giorni di discussione si delineano le prime alleanze
ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
Dopo quattro giorni di discussioni e sei congregazioni generali, in aula ma ancor di più nei colloqui a tu per tu che avvengono lontano da occhi indiscreti sembrano delinearsi meglio i gruppi e i «papabili» più forti. Tra questi è in crescita il nome dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola. Considerato fin dall’inizio uno dei possibili candidati al Soglio, su di lui potrebbero convergere i voti di diversi cardinali americani e di altri elettori europei, dalla Germania ai Paesi dell’Est, oltre che di qualche italiano. Non va poi dimenticato che anche grazie all’iniziativa della Fondazione Oasis, il porporato ambrosiano ha intessuto rapporti pure con le Chiese orientali, ad esempio con il patriarca libanese Bechara Rai.
Scola è stato tenuto in particolare considerazione da Benedetto XVI, che l’ha trasferito dalla sede patriarcale di Venezia a quella di Milano. Una decisione inedita letta da più di qualcuno come una segnalazione. E non è un mistero che Papa Ratzinger, condividendo il suggerimento del cardinale Camillo Ruini, aveva pensato a lui anche nel 2007 per l’incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana. Allora fu il neo-Segretario di Stato Tarcisio Bertone a opporsi e la nomina fu lasciata cadere. Scola è dunque percepito come estraneo alla Curia romana e alla gestione che l’ha caratterizzata in questi ultimi anni. A motivo della sua conoscenza internazionale potrebbe essere uno dei due candidati forti fin dalla prima votazione nel conclave che si aprirà la prossima settimana.
L’altro candidato che al momento si prevede possa partire con un buon numero di voti, è il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, che vanta una lunga esperienza curiale e vaticana e avrebbe il sostegno di alcuni autorevoli porporati della Curia, dall’ex Prefetto dei vescovi Giovanni Battista Re al decano Angelo Sodano (che però non entrerà nella Sistina a votare).
Bisognerà vedere quanto peso avranno le discussioni di questi giorni, le critiche alla gestione curiale, la voglia di rinnovamento. E anche quanti saranno i voti convogliati su altri candidati, come il canadese Marc Ouellet, l’ungherese Peter Erdö, i latinoamericani Bergoglio, Robles Ortega e Rodriguez Maradiaga; gli outsider Ranijth, Tagle e O’Malley (quest’ultimo legato a Scola da rapporti di stima).
Tutte le possibilità sono aperte. Ma già dal secondo giorno di conclave gli equilibri potrebbero cambiare e come avvenne nella seconda elezione del 1978, potrebbe profilarsi una sorpresa.
Grandi manovre per un Papa ciellino
Benvoluto da Ratzinger, è visto come estraneo alla Curia romana Dopo quattro giorni di discussione si delineano le prime alleanze
ANDREA TORNIELLICITTÀ DEL VATICANO
Dopo quattro giorni di discussioni e sei congregazioni generali, in aula ma ancor di più nei colloqui a tu per tu che avvengono lontano da occhi indiscreti sembrano delinearsi meglio i gruppi e i «papabili» più forti. Tra questi è in crescita il nome dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola. Considerato fin dall’inizio uno dei possibili candidati al Soglio, su di lui potrebbero convergere i voti di diversi cardinali americani e di altri elettori europei, dalla Germania ai Paesi dell’Est, oltre che di qualche italiano. Non va poi dimenticato che anche grazie all’iniziativa della Fondazione Oasis, il porporato ambrosiano ha intessuto rapporti pure con le Chiese orientali, ad esempio con il patriarca libanese Bechara Rai.
Scola è stato tenuto in particolare considerazione da Benedetto XVI, che l’ha trasferito dalla sede patriarcale di Venezia a quella di Milano. Una decisione inedita letta da più di qualcuno come una segnalazione. E non è un mistero che Papa Ratzinger, condividendo il suggerimento del cardinale Camillo Ruini, aveva pensato a lui anche nel 2007 per l’incarico di presidente della Conferenza episcopale italiana. Allora fu il neo-Segretario di Stato Tarcisio Bertone a opporsi e la nomina fu lasciata cadere. Scola è dunque percepito come estraneo alla Curia romana e alla gestione che l’ha caratterizzata in questi ultimi anni. A motivo della sua conoscenza internazionale potrebbe essere uno dei due candidati forti fin dalla prima votazione nel conclave che si aprirà la prossima settimana.
L’altro candidato che al momento si prevede possa partire con un buon numero di voti, è il brasiliano Odilo Pedro Scherer, arcivescovo di San Paolo, che vanta una lunga esperienza curiale e vaticana e avrebbe il sostegno di alcuni autorevoli porporati della Curia, dall’ex Prefetto dei vescovi Giovanni Battista Re al decano Angelo Sodano (che però non entrerà nella Sistina a votare).
Bisognerà vedere quanto peso avranno le discussioni di questi giorni, le critiche alla gestione curiale, la voglia di rinnovamento. E anche quanti saranno i voti convogliati su altri candidati, come il canadese Marc Ouellet, l’ungherese Peter Erdö, i latinoamericani Bergoglio, Robles Ortega e Rodriguez Maradiaga; gli outsider Ranijth, Tagle e O’Malley (quest’ultimo legato a Scola da rapporti di stima).
Tutte le possibilità sono aperte. Ma già dal secondo giorno di conclave gli equilibri potrebbero cambiare e come avvenne nella seconda elezione del 1978, potrebbe profilarsi una sorpresa.
Grandi manovre per un Papa ciellino
Nelle cene del pre-conclave salgono le quotazioni di Angelo Scola, arcivescovo di Milano, che può
contare su sponsor 'pesanti' come Sodano, Ruini e Stanislaw Dziwisz, segretario di Wojtyla
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Nuovo Papa, cordata europea per Scola: grandi manovre per il pontefice ciellino
Abusi, due papabili italiani nella lista nera del conclave
Snap contro 12 cardinali rei di aver «coperto i preti pedofili»: ci sono Bertone e Scola. Media, la lezione dei porporati Usa.
Tarcisio Bertone e Angelo Scola sono finiti nella lista nera, nella 'sporca dozzina' dei cardinali che non devono essere eletti al Soglio poiché avrebbero, secondo una associazione di vittime di abusi, aiutato i preti pedofili a farla franca.
La Snap (Survivors' Network of those Abused by Priests), pochi giorni prima dell’avvio del conclave, ha deciso di stilare una lista denominata 'Dirty dozen': contiene i nomi di 12 cardinali di diverse nazionalità che, secondo l’associazione, sarebbero i «peggiori candidati per il papato» e non dovrebbero nemmeno partecipare al conclave a causa del modo in cui hanno trattato, e nascosto senza prendere provvedimenti, i casi di abusi sessuali e di pedofilia avvenuti nelle loro diocesi ad opera di sacerdoti.
La Snap (Survivors' Network of those Abused by Priests), pochi giorni prima dell’avvio del conclave, ha deciso di stilare una lista denominata 'Dirty dozen': contiene i nomi di 12 cardinali di diverse nazionalità che, secondo l’associazione, sarebbero i «peggiori candidati per il papato» e non dovrebbero nemmeno partecipare al conclave a causa del modo in cui hanno trattato, e nascosto senza prendere provvedimenti, i casi di abusi sessuali e di pedofilia avvenuti nelle loro diocesi ad opera di sacerdoti.
La Santa Sede ha accolto la lista con la secca e netta risposta del direttore della Sala stampa, padre Federico Lombardi: «Non spetta a Snap dire chi deve entrare in conclave: spetta ai cardinali decidere senza chiedere consiglio a Snap».
C'È ANCHE TURKSON. La lista nera dei 'non papabili' contiene nomi importanti e prestigiosi, primo fra tutti il segretario di Stato Bertone, ma tra gli italiani è indicato anche l’arcivescovo di Milano Scola, molto vicino a Benedetto XVI.
Gli altri sono Norberto Rivera Carrera (Messico), Oscar Rodriguez Maradiaga (Honduras), Timothy Dolan, Donald Wuerl, Sean O'Malley (Stati Uniti), George Pell (Australia), Dominik Duka (Repubblica Ceca), Marc Ouellet (Canada), Leonardo Sandri (Argentina) e Peter Turkson (Ghana).
Le fonti? Documenti ufficiali e gli atti dei processi
David Clohessy, direttore esecutivo della Snap, ha spiegato che per giungere a questo elenco sono stati considerati «i commenti e le azioni [dei cardinali] riguardo alle violenze sui minori nella Chiesa, compresi i casi di vera a propria copertura dei crimini».
Il materiale è stato reperito attraverso una ricerca sui mass media, i documenti ufficiali e gli atti dei processi per pedofilia in corso contro sacerdoti in varie parti del mondo.
Connivenze e insabbiamenti, giustificazioni, silenzi e assenze. Tutto questo, ad avviso dell’associazione delle vittime, è inaccettabile se riguarda una persona che potrebbe diventare il nuovo papa.
«RIMUOVERE I CARDINALI». Anche altri porporati possono essere accusati, ha detto Clohessy, ma «ci siamo intenzionalmente concentrati su quelli che sembrano avere reali chance di elezione». Quanto al futuro, la Snap si è detta certa che «il passo più semplice, rapido ed efficace per il prossimo pontefice dovrebbe essere quello di riportare la disciplina, di rimuovere dai loro incarichi, denunciare e persino spogliare del proprio rango cardinali e vescovi i quali hanno insabbiato e nascosto i casi di abusi. Noi pensiamo che questo sia ciò che oggi manca alla Chiesa».
L'APPELLO AL NUOVO PAPA. Clohessy ha aggiunto che «il nuovo papa dovrebbe ordinare a ciascun vescovo di raccogliere tutti i documenti e le prove, seri e attendibili, che riguardano sacerdoti che hanno molestati i bambini e consegnarli alle autorità giudiziarie».
Nulla di tutto questo sinora è invece accaduto. «Per molto tempo – ha raccontato alla Cnn Barbara Dorris, responsabile dei contatti della Snap con le vittime – abbiamo scelto la via del silenzio. Ma il silenzio non paga, non funziona: così abbiamo deciso di parlare all’opinione pubblica».
Il materiale è stato reperito attraverso una ricerca sui mass media, i documenti ufficiali e gli atti dei processi per pedofilia in corso contro sacerdoti in varie parti del mondo.
Connivenze e insabbiamenti, giustificazioni, silenzi e assenze. Tutto questo, ad avviso dell’associazione delle vittime, è inaccettabile se riguarda una persona che potrebbe diventare il nuovo papa.
«RIMUOVERE I CARDINALI». Anche altri porporati possono essere accusati, ha detto Clohessy, ma «ci siamo intenzionalmente concentrati su quelli che sembrano avere reali chance di elezione». Quanto al futuro, la Snap si è detta certa che «il passo più semplice, rapido ed efficace per il prossimo pontefice dovrebbe essere quello di riportare la disciplina, di rimuovere dai loro incarichi, denunciare e persino spogliare del proprio rango cardinali e vescovi i quali hanno insabbiato e nascosto i casi di abusi. Noi pensiamo che questo sia ciò che oggi manca alla Chiesa».
L'APPELLO AL NUOVO PAPA. Clohessy ha aggiunto che «il nuovo papa dovrebbe ordinare a ciascun vescovo di raccogliere tutti i documenti e le prove, seri e attendibili, che riguardano sacerdoti che hanno molestati i bambini e consegnarli alle autorità giudiziarie».
Nulla di tutto questo sinora è invece accaduto. «Per molto tempo – ha raccontato alla Cnn Barbara Dorris, responsabile dei contatti della Snap con le vittime – abbiamo scelto la via del silenzio. Ma il silenzio non paga, non funziona: così abbiamo deciso di parlare all’opinione pubblica».
Mercoledì, 06 Marzo 2013
di Marco Mostallino
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