ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 26 marzo 2013

Chi non si dimetti e chi non..

Padre Gaenswein, aria di promozione

L'ex segretario particolare di Ratzinger ora è arcivescovo. Ma guarda già al cardinalato.

Per Georg Gaenswein, segretario particolare del papa emerito Benedetto XVI e attuale prefetto della Casa pontificia per il successore Francesco, potrebbe essere tempo di promozione. O almeno così si dice Oltretevere, dove le arcidiocesi di Monaco-Frisinga e Colonia vengono indicate come prossima tappa dello sveglio monsignore, arcivescovo titolare di Urbisaglia dal 6 gennaio, consacrato a dicembre da Joseph Ratzinger non ancora dimissionario.

PROFONDA SINTONIA CON RATZINGER. Pochi hanno notato che in seguito, durante il pranzo con i parenti, al tavolo di don Georg si sarebbe soffermato proprio Benedetto, a ribadire l'estrema vicinanza e sintonia tra i due.
A dirla tutta, sia Colonia sia Monaco-Frisinga sono due arcidiocesi, due luoghi fortemente ratzingeriani.
COLONIA, UNA CITTÀ-SIMBOLO. A Colonia si è tenuta la Giornata mondiale della Gioventù 2005, ma, soprattutto, negli Anni 60 il giovane Ratzinger è stato perito del Concilio Vaticano II al seguito di Joseph Frings, allora arcivescovo della città tedesca. Fu il Concilio, infatti, che lanciò il giovane enfant prodige della teologia cattolica nel firmamento vaticano, facendolo conoscere per le sue qualità personali e intellettuali. Da lì poi venne, nel 1972, la rivista teologica Communio e più in generale la graduale crescita della fama di Ratzinger come teologo assieme all'amico-nemico di sempre, Hans Kueng.

I simboli dell'arcidiocesi nello scudo papale di Benedetto XVI

Una fama che spinse Paolo VI a nominare Ratzinger, nell'anno 1977, cardinale e arcivescovo proprio di Monaco-Frisinga. Il moro incatenato e l'orso di San Corbiniano, infatti, sono i simboli dell'arcidiocesi guidata da Ratzinger fino al 1981, quando poi venne chiamato a Roma da Giovanni Paolo II, simboli rimasti nello scudo papale adottato da Benedetto XVI.
LE DIOCESI RETTE DA DUE CARDINALI. Entrambe le diocesi sono rette da due cardinali. Colonia ha l'80enne (classe 1933) Joachim Meisner, mentre Monaco è retta da Reinhard Marx, classe 1953.
È quindi più probabile che Gaenswein possa presto raggiungere Colonia, sostituendo Meisner (i vescovi devono dimettersi al compimento dei 75 anni e vengono eventualmente prorogati dal Papa donec aliter provideatur, cioè fino a quando il pontefice non provveda in altro modo).
LA CARRIERA DI STANISLAO DZIWISZ. In questo modo Georg diventerebbe anche cardinale in tempi rapidi seguendo la carriera fatta da un altro noto segretario papale, Stanislao Dziwisz. L'ex segretario di Karol Wojtyla, oggi arcivescovo di Cracovia e cardinale, fu anch'egli arcivescovo e prefetto della Casa pontificia negli anni della malattia di Giovanni Paolo II.
E dopo la morte del papa polacco ottenne la berretta cardinalizia. Georg potrebbe percorrere le stesse tappe, ma con una differenza. I bene informati dicono infatti che Ratzinger vorrebbe vedere Gaenswein ascendere presto al cardinalato. Che ne abbia parlato con papa Francesco nel corso dell'incontro in quel di Castel Gandolfo sabato 23 marzo?
di Giacomo Barone

http://www.lettera43.it/cronaca/padre-gaenswein-aria-di-promozione_4367588960.htm

PARAGURI D’ITALIA: ADESSO MAGDI ALLAM DIVENTA ‘CRISTIANO EMERITO’?

Dopo i favolosi tonfi del movimento politico “Io amo l’Italia”, l’ex vicedirettore del “Corriere” ci potrebbe propinare una Scientology a sua immagine: il “magdi-cattolicesimo” - Una confessione anti-islamica, pronta alle Crociate, senza il buonismo cristiano e pugno di ferro con gli immigrati…

Annalena Benini per "Il Foglio"
MAGDI CRISTIANO ALLAMMAGDI CRISTIANO ALLAM
Magdi Allam si è dimesso. In un lunghissimo articolo pubblicato ieri dal Giornale ha spiegato il senso di una fine, le ragioni dell'addio. I motivi per cui, dopo cinque anni, non può restare un minuto di più: non in un giornale (dal Corriere della Sera si era già dimesso), non in un movimento politico, non in un incarico professionale, non in un matrimonio, ma nella chiesa cattolica, in cui era entrato con grande solennità da poco tempo.
E' stato battezzato nel 2008, durante la Veglia pasquale, da Joseph Ratzinger, e da allora ha aggiunto a Magdi il nome Cristiano, e scritto un libro intitolato: "Grazie Gesù". Adesso, come nelle storie d'amore, dice basta, con "sofferenza interiore", ma con decisione irrevocabile e il ricordo di ciò che è stato: "Sono stati cinque anni di passione".
BATTESIMO MAGDI ALLAMBATTESIMO MAGDI ALLAM
Il disamore di Magdi Allam sembra nascere dal fatto che non è riuscito a convertire la chiesa cattolica al magdicattolicesimo, a farla a sua immagine, a regalarle le sue battaglie e a diventarne il portavoce unico, come fosse un movimento politico, come fosse "Io amo l'Italia", da lui creato nel 2009, "che si fonda sul primato dei valori non negoziabili".
Magdi Allam, preda forse di un soprassalto di narcisismo un po' megalomane, di un senso profetico dell'esistenza, ritiene che questo nuovo Papa non gli si adatti, è indignato perché crede che Benedetto XVI sia stato gettato in fretta nel dimenticatoio della storia, e pensa che la chiesa sia diventata troppo buonista e relativista, nonostante l'Allam-mano tesa, l'Allam-schiena dritta, le Allam-invettive: la chiesa non dichiara guerra all'islam ma anzi lo legittima come vera religione, e ritiene che l'intera umanità debba concepirsi come un insieme di fratelli e sorelle.
MAGDI ALLAM SUL PALCO DEL MOVIMENTO DI ZAMPARINI CON ILARIO DI GIOVAMBATTISTA jpegMAGDI ALLAM SUL PALCO DEL MOVIMENTO DI ZAMPARINI CON ILARIO DI GIOVAMBATTISTA JPEG
Per Magdi Allam si deve essere buoni, sì, ma soltanto con i connazionali che abbiano tutti i documenti in regola, un lavoro, un patrimonio: tutto il resto è "buonismo" inaccettabile che esula da "Ama il prossimo tuo" (prossimo, nel magdicattolicesimo, va quindi inteso come "italiano"; a tutti gli altri penserà la selezione naturale) e Allam è certo che Gesù disapprovi tutto questo globalismo compassionevole.
Ma l'offesa maggiore, proprio una mancanza di rispetto nei confronti di Magdi Allam, è stata la rinuncia di Joseph Ratzinger, che lui aveva eletto come suo personale Papa, perdonandogli perfino la terribile volta, prima del suo battesimo (era il 2006), in cui Benedetto XVI pose la mano sul Corano pregando in direzione della Mecca a Istanbul. Magdi Allam riuscì a superare quel gesto (vicino alla "follia suicida" a causa della quale Giovanni Paolo II si spinse fino a baciare il Corano, nel 1999), e come lo ripaga adesso Ratzinger? Andandosene a Castel Gandolfo, e abbracciando il nuovo Papa, entrambi vestiti di bianco.
MAGDI ALLAMMAGDI ALLAM
Magdi Allam si è sentito tradito, accantonato: "Ed è proprio nel momento in cui attorno a me viene sempre meno la presenza di testimoni autentici e credibili, in parallelo alla conoscenza approfondita del contesto cattolico di riferimento, che è vacillata la mia fede nella chiesa".

Magdi Allam era pronto per un papato di nicchia, fondato sulla convinzione che bisogna essere gentili solo con i vicini di casa, è per questo che ha scelto lo scisma? Ora cerca casa, "da uomo integro nell'integralità della mia umanità", che pretende una chiesa su misura, un Papa preferito con un preciso programma politico. Il rischio è che Magdi Cristiano Allam fondi anche un nuovo movimento religioso.
HTTP://WWW.DAGOSPIA.COM/RUBRICA-3/POLITICA/PARAGURI-DITALIA-ADESSO-MAGDI-ALLAM-DIVENTA-CRISTIANO-EMERITO-53056.HTM    


Magdi Allam e la carriera grazie alla conversione

Dal Manifesto al Corsera. Dai servizi segreti al cattolicesimo. E alla politica. Ora Non più Cristiano cerca una nuova fede.

Magdi Non più Cristiano Allam. Forse ha scambiato la Chiesa per una succursale del Pentagono, o una sezione dell’antiterrorismo islamico, perciò, da vero cristiano, siccome il papa pare non abbia intenzione di bombardare le moschee, lui lascia e passa a nuovo culto.
Diventerà mormone? Sionista? Ortodosso? Induista? O verrà a citofonarci per proporre una Bibbia, col nuovo nome di Magdi Testimone di Geova Allam? Ma che ci volete fare, lui ha ingaggiato una crociata personale con l’Islam, e non accetta tentennamenti. O si va di Napalm, o niente.
LA CARRIERA NEI GIORNALI. C’è da dire che a lui la religione cattolica ha fatto bene, benissimo. Con la storia del pericolo islamico e del kamikaze jahidista travestito da venditore di accendini al semaforo, ha fatto un carrierone.
Prima a Repubblica (prima ancora al Manifesto, è stato pure comunista?) come cronista specializzato in Medio Oriente, uno tra mille. Poi il salto al Corriere della Sera, addirittura come vicedirettore ad personam, con delega su al Qaeda, e stipendio lautissimo (si dice 400 mila euro l’anno).
LA METAMORFOSI AL CORRIERE. È al Corriere, dove viene assunto (dal brevissimo direttore Folli) dopo l’11 settembre e la conseguente caccia all’esperto di Islam, che inizia la metamorfosi di Allam, da giornalista in crociato, grazie ad alcuni pezzi sulle infiltrazioni islamiche in Italia, spesso ispirati dai servizi segreti italiani.
In particolare nel 2004, sul Corriere, Allam non ancora Cristiano scrive che nel commando dell'iracheno Muqtada al-Sadr che aveva rapito quattro italiani e trucidato Fabrizio Quattrocchi c’era un italiano. Invitato ufficilamente, dal governo italiano, a rivelarne il nome, Allam non lo fa, affermando che la notizia gli era stata comunicata dai servizi segreti. Solo italiani o anche altro? Non si sa. Quel che si sa è che qualche tempo dopo Allam vince il premio David (1 milione di euro), dell’omonima fondazione israeliana, per «il suo incessante lavoro mirante a favorire la comprensione e la tolleranza fra le culture».
L'APPROVAZIONE DELL'AMBASCIATA USA. E in un documento segreto dell’ambasciata americana a Roma, reso noto da Wikileaks, si legge che gli articoli di Allam sono stati «accuratamente analizzati e approvati» (carefully vetted) da un ufficio, anch’esso segreto, denominato Islamic Outreach della stessa ambasciata.
Un ufficio definito «molto attivo», in tutte le sedi consolari americane italiane, e coordinato direttamente dall’ambasciatore, allo scopo di «dare forza a voci musulmane moderate». «Ci auspichiamo», si legge nel cablogramma, «che non venga fatto nulla che screditi la loro indipendenza. Ciò li metterebbe solo a rischio e ne eroderebbe l’efficacia quali ‘voci alternative’».
Sempre per gli scritti sul Corriere viene querelato da tre docenti universitari, definiti in un articolo «vicini a organizzazioni terroristiche che si servono di kamikaze», nientemeno.

Il cattolicesimo e quel «bisogno di appartenenza»

In quel momento Allam non si era ancora convertito ufficialmente ed era ancora giornalista. Ma cominciava a esternare cose così: «Sono pronto a formare un nuovo partito, fondato sul valore della vita e della libertà. Voglio un cambiamento radicale della società italiana. Ho sempre sognato di fare il giornalista. O il capo di Stato».
I TEMPI «DURISSIMI». Allam ha confessato che i primi anni in Italia sono stati «durissimi»: «Ero disorientato: fumavo, bevevo alcolici e caffè, fino a farmi scoppiare il fegato. Ma avevo chiara la mia scelta: essere italiano. Ero disorientato. Un giorno, molti anni fa, sono entrato in una chiesa e ho fatto la comunione. Non era un gesto di fede, non mi sono mai convertito al cristianesimo. Ero e sono un musulmano laico. Era piuttosto un bisogno, profondo e confuso, di appartenenza a una cultura che volevo diventasse mia».
PALME PER SENTIRSI A CASA. È la sua storia più volte raccontata, anche in un libro. Figlio di una famiglia poverissima al Cairo, in Egitto, studia in una scuola cattolica, poi dai salesiani, poi a Roma. «Quando sento una musica araba mi incanto e mi ritrovo. Nel giardino della mia casa in Italia ho piantato delle palme per sentirmi più a casa».
IL PADRINO MAURIZIO LUPI. Ma nel 2008 sentì invece la musica celestiale del cattolicesimo e si convertì, con una cerimonia plateale, in Vaticano, con papa Benedetto XVI. Padrino del giornalista era Maurizio Lupi, ciellino, Pdl, allora vicepresidente della Camera.
Yahya Sergio Yahe Pallavicini, vicepresidente della comunità islamica italiana Coreis, uno degli altri musulmani buoni citati dal cablogramma dell’Ambasciata americana, criticò la scelta di Allam ora Cristiano di farsi cresimare in San Pietro, dal papa in persona: «Se Allam realmente è stato spinto da una forte ispirazione spirituale, forse sarebbe stato meglio procedere con delicatezza, magari con un prete a Viterbo, dove egli vive».

Quando scambiò l'antenna Wind per un pericoloso minareto

Ma niente, Allam aveva già deciso la sua nuova vita da politico e apostolo della Chiesa (combattente). Da quello alla fondazione di un partito passa pochissimo. Cinque mesi dopo fonda Protagonisti per l'Europa cristiana («per la tutela e l'affermazione in politica delle radici cristiane dell'Europa»), e grazie a un accordo con l’Udc diventa europarlamentare.
PRESENZA RECORD A STRASBURGO.Secondo VoteWatch, a inizio febbraio 2013 dopo quasi quattro anni dalle elezioni del 2009, Magdi Allam risulta essere al 716esimo posto su 734 nella classifica complessiva delle presenze in seduta plenaria di tutti gli europarlamentari (tasso di presenza del 70,16%).
Vabbè, ma lui vola più alto, e siccome il Ppe secondo lui è troppo timido con la minaccia musulmana, esce dal gruppo e medita il nuovo partito: Io amo l’Italia. Che però ha una start up locale, Io amo la Lucania.
LA CAMPAGNA LUCANA. Sì perché Allam si presenta candidato governatore della Basilicata, nel 2010. Lo fa con una esilarante Lettera al popolo lucano dove annuncia che «assumendo la missione di riscatto del popolo lucano da una profonda ingiustizia che lo costringe a vivere povero e umiliato in casa propria, voglio innanzitutto chiarire la ragione per cui oggi sono qui insieme a voi, determinato a mettermi al servizio della vostra causa che ormai mi appartiene totalmente al punto da considerarla la mia causa, che diventa la nostra causa comune».
IL RIPETITORE INTEGRALISTA. Un delirio. Come quando scambiò un ripetitore Wind, a Cascina Gobba (Milano), per un minareto abusivo e sicuramente estremista. Sente anche le voci: «Allah è grande! Testimonio che non vi è altro dio se non Allah! Testimonio che Maometto è l'in­viato di Allah! La voce del muezzin, in lingua araba, rimbomba da un altoparlante collocato su una torre di metallo eretto a minareto nella moschea di Cascina Gobba al civico 366 di via Padova alle ore 13.09 di venerdì 22 aprile 2011», scriveva Allam.  Allarmatissimo perché il minareto di Cascina Gobba rappresenterebbe «la sfida più significati­va dell’Islam radicale al nostro sta­to di diritto dopo l’occupazione di piazza Duomo da parte di circa 2 mila musulmani il 3 gennaio 2009».
Peccato che fosse un’antenna Wind. Succede quando si è troppo infervorati dalla religione. Ora che è Magdi Non più Cristiano Allam non succederà. Almeno fino al nuovo culto da abbracciare, ce ne sono tante di chiese da girare ancora per Magdi.
di Giovanni Florio














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