ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 25 marzo 2013

Dove si nascondono i modernisti?


Riprendo da Le Forum Catholique. Si tratta di una riflessione che compendia interrogativi e risposte che penso siano ineludibili (molti da noi già conosciuti ed esaminati ma qui molto ben esposti e sistematizzati) sui quali è necessario soffermarsi. Confesso che ogni volta che leggo la Pascendi Dominici Gregis trovo anche in altri punti, oltre quelli segnalati di seguito, acuti e chiari riferimenti a situazioni e contesti per nulla superati, nei quali siamo dentro in pieno. Il problema circa l'oltrepassamento di questi insegnamenti credo sia nel fatto che è cambiata la valenza del termine Tradizione, attualmente inteso in senso 'storicistico' e dunque affidato ai cambiamenti indotti dall'evolversi dei tempi; il che relega i principi, enunciati dal Magistero che noi chiamiamo perenne, alle diverse situazioni storiche e antropologiche che si susseguono nelle diverse epoche storiche. Ciò vanifica la portata oggettiva e permanente dei principi, che, invece, non possono cambiare in base alle contingenze, alle quali appartiene la mutevolezza. Non so quale soluzione si possa dare a questo nodo drammatico.
Sul centenario della Pascendi passato sotto silenzio, è interessante leggere cosa ne dice Magister nel 2007.

Come  tutti sapete, Papa San Pio X nel 1907 pubblicava l'enciclica Pascendi Dominici Gregis sugli errori del modernismo. Che ne è oggi di questi errori, nel 2013? Siamo in grado di dire se essi esistono ancora nella Chiesa e, in caso affermativo, è possibile indicarne i promotori (nomi di persone, istituzioni o scuole di pensiero) ? 

Due cose mi hanno particolarmente colpito riguardo agli errori modernisti: lo spirito riformatore e il tentativo di sminuire il magistero ecclesiastico. Ecco dunque i passaggi in questione dell'enciclica:
52. ...Circa il culto, gridano che si debbano diminuire le devozioni esterne e proibire che si aumentino. Benché a dir vero, altri più favorevoli al simbolismo, si mostrino in questa parte più indulgenti. Strepitano a gran voce perché il regime ecclesiastico debba essere rinnovato per ogni verso, ma specialmente pel disciplinare e il dogmatico. Perciò pretendono che dentro e fuori si debba accordare colla coscienza moderna, che tutta è volta a democrazia; perché dicono doversi nel governo dar la sua parte al clero inferiore e perfino al laicato, e decentrare, Ci si passi la parola, l'autorità troppo riunita e ristretta nel centro. Le Congregazioni romane si devono svecchiare: e, in capo a tutte, quella del Santo Officio e dell'Indice. Deve cambiarsi l'atteggiamento dell'autorità ecclesiastica nelle questioni politiche e sociali, talché si tenga essa estranea dai civili ordinamenti, ma pur vi si acconci per penetrarli del suo spirito. In fatto di morale, danno voga al principio degli americanisti, che le virtù attive debbano anteporsi alle passive, e di quelle promuovere l'esercizio, con prevalenza su queste. Chiedono che il clero ritorni all'antica umiltà e povertà; ma lo vogliono di mente e di opere consenziente coi precetti del modernismo. Finalmente non mancano coloro che, obbedendo volentierissimo ai cenni dei loro maestri protestanti, desiderano soppresso nel sacerdozio lo stesso sacro celibato. Che si lascia dunque d'intatto nella Chiesa, che non si debba da costoro e secondo i lor principî riformare? [...]

60. ... Si studiano infine e si sforzano di attenuare e svilire l'autorità dello stesso Magistero ecclesiastico, sia pervertendo ne sacrilegamente l'origine, la natura, i diritti, sia ricantando liberamente contro di essa le calunnie dei nemici. Del gregge dei modernisti sembra detto ciò che con tanto dolore scriveva il Predecessore Nostro (Motu proprio "Ut mysticam", 14 marzo 1891): "Per rendere spregiata ed odiosa la mistica Sposa di Cristo, che è la luce vera, i figli delle tenebre furon soliti di opprimerla pubblicamente di una pazza calunnia, e, stravolto il significato e la forza delle cose e delle parole, chiamarla amica di oscurità, mentitrice d'ignoranza, nemica della luce e del progresso delle scienze". Dopo ciò, Venerabili Fratelli, qual meraviglia se i cattolici, strenui difensori della Chiesa, son fatti segno dai modernisti di somma malevolenza e di livore? [...]
In breve:
  1. questa enciclica riguardava un'epoca passata oppure è più che mai di singolare attualità? 
  2. Essa individua un nemico esterno alla Chiesa oppure un nemico che si situa al suo interno? 
  3. Infine, l'enciclica trova eco solo tra i lefebvriani oppure trova eco favorevole in altri ambiti ecclesiali presso il clero e fedeli cattolici? 
  4. E voi, cosa pensate di questa enciclica nell'attuale situazione della Chiesa?
La risposta alla seconda domanda è nella stessa enciclica:
... i lor consigli di distruzione non li agitano costoro al di fuori della Chiesa, ma dentro di essa; ond'è che il pericolo si appiatta quasi nelle vene stesse e nelle viscere di lei, con rovina tanto più certa, quanto essi la conoscono più addentro. Di più, non pongono già la scure ai rami od ai germogli; ma alla radice medesima, cioè alla fede ed alle fibre di lei più profonde. Intaccata poi questa radice della immortalità, continuano a far correre il veleno per tutto l'albero in guisa, che niuna parte risparmiano della cattolica verità, niuna che non cerchino di contaminare....
Inoltre inserisco, dallo stesso Forum, una risposta quanto mai centrata, alla quale non c'è nulla da aggiungere. Solo prendere atto e meditare.
Dopo questa distizione preliminare:
  • da un lato, il modernismo, che è una forma di progressismo intellettuale, che intende far progredire la Chiesa cattolica, nell'ordine dell'adesione a una intelligenza rinnovata della sua visione del cristianesimo,
  • dall'altro, il progressismo, che è una forma di modernismo sociale, che intende far progredire la Chiesa cattolica nell'ordine dell'adesione ad una rinnovata esperienza della sua azione nel mondo moderno.
La risposta alla domanda posta in apertura:
  1.  Non vedo da cosa i modernisti dovrebbero nascondersi oggi :
    - da una parte non hanno quasi più nulla da temere sul piano disciplinare [la medicina della misericordia e la non-condanna dell'errore]
    - dall'altra si sono appropriati di una gran parte del potere intellettuale  nel seno stesso della Chiesa cattolica.
  2. Non vedo in cosa il clero modernista si dica modernista, oggi: non gli basta vedersi e dirsi nel "prolungamento" o nel "superamento", delle "intuizioni conciliari", del "rinnovamento conciliare", anche quando ricorrono a queste espressioni come si ricorre ad una bandiera di comodo o ad una usurpazione di eredità? 
  3. Se dovessi citare una corrente teologica contemporanea portatrice di modernismo, citerei volentieri la teologia cristiana del pluralismo religioso, id est grosso modo la teologia del dialogo inter-religioso e delle relazioni con le religioni non cristiane che è non solo rispettosa della pluralità delle religioni, nell'ordine delle cose, ma che è anche sostenitrice del pluralismo religioso, nell'ordine dei valori.
    Nell'ordine metafisico o filosofico,  il modernismo contemporaneo è una conseguenza della confusione tra potenza e atto e tra accidente e sostanza: infatti, non è per il fatto che ogni uomo è salvato in potenza che ogni uomo sarà salvato in atto. E non è per il fatto che le religioni non cristiane comportano tutte accidenti più o meno comuni a tutte le religioni che esse sono della stessa sostanza della sola vera religione. 
  4. Si trovano elementi costitutivi di questa teologia nel gesuita Jacques DUPUIS e nel domenicano Claude GEFFRE ; se vi interessa potrei darvi riferimenti bibliografici.
  5. Oggi, ciò che è nascosto, non è il modernismo, anche se, ancora una volta, esso non si manifesta necessariamente rivendicando questa identità in maniera esplicita; oggi, ciò che è nascosto, è piuttosto l'ortodossia, cioè un certo numero di testi, portatori di ortodossia, formativi per i fedeli, testi che molti sacerdoti tendono a citare il meno possibile, o dei quali molti sacerdoti tendono a parlare il meno possibile:  Il Catechismo della Chiesa Cattolica del 1992, la Dichiarazione Dominus Iesus del 2000, lI Compendio del Catechismo del 2005, non meno delle tre encicliche di Giovanni Paolo IIVeritatis SplendorEvangelium VitaeFides et Ratio
  6. Da considerare, ad esempio, specialmente oggi, la problematica del relativismo e del soggettivismo in materia morale e in materia religiosa; i vescovi francesi [e anche i non francesi -ndR], in grande maggioranza, si oppongono al relativismo e al soggettivismo in materia morale, ma si oppongono forse nello stesso modo al relativismo e al soggettivismo in materia religiosa, al punto d'essere, cosa necessaria e salutare, fautori di maggior normatività e oggettività, riguardo alla confessione della Fede e della formazione dei fedeli? 
  7. Mi pare che sia sufficiente aderire ad una concezione "estensiva" dell'anti-dogmatismo, del consensualismo, dell'eudemonismo, dell'esegetismo, dell'ermeneutismo, dell'inclusivismo, dell'ecumenismo, del personalismo, per dimenticare, per far dimenticare o per lasciar dimenticare che questa concezione è monca disarmata, impotente, perché non obietta e non si oppone quasi a nulla, di fronte ad una "riduzione" del cristianesimo ad una corrente di pensiero e di azione che  favorirebbe una ulteriore avanzata dell'agnosticismo, del federalismo interconfessionale, del naturalismo, dell'immanentismo, dello storicismo, dell'integralismo inter-religioso,  del relativismo e del soggettivismo, negli spiriti, nei cuori, nelle azioni, nel seno stesso della Chiesa cattolica.
  8. In altre parole, ciò significa dir questo : una prassi di linguaggio e di messaggio funge oggi da ortodossia, non solo attraverso una dottrina, ma anche per mezzo di un clima caratterizzato, credo, dai sei tratti seguenti :
    A - l'intrinsecismo : la verità divina sarebbe "sempre già" presente e attiva in ciascuno di noi, non soltanto in ogni cristiano, ma anche in ogni credente, anzi in ogni essere umano ; 
    B - il poliforismo : ci sarebbero, per esempio,
    a) molte religioni dotate della stessa legittimità, ognuna delle quali ugualmente portatrice di luce divina,
    b) molte confessioni cristiane aventi la stessa legittimità, ognuna delle quali allo stesso modo portatrice della luce cristiana;
    C -l'evoluzionismo : equivale a ridurre la storia della Chiesa ad una evoluzione, caratterizzata da adattamenti e innovazioni progressive e successive,
    a) non per essere e restare innanzitutto il più possibile in una situazione interiore, rivolta verso il cielo, di comunione col solo vero Dio, Padre Figlio Spirito Santo,
    b) ma per essere innanzitutto sempre meglio e sempre più in una situazione interiore rivolta verso la Terra, di accompagnamento dell'umanità, di fraternizzazione con l'umanità, o con la visione che si riceve ciò che si dà ;
  9. D - l'esistenzialismo : sarebbe la riduzione della vita cristiana a ciò che deriva dall'esistenza temporale: la vocazione del cristiano 
    a) non sarebbe quella di credere e vivere in maniera esplicita, radicale e sostanziale, nella Fede, la Speranza, La Carità,
    b) sarebbe pensare e vivere nel Cristo la sua appartenenza alla storia umana, la sua immersione nella storia umana, la sua storicità ; 
    E - l'orizzontalismo : la riduzione del discorso cristiano ad un insieme di problematiche orizzontaliste (un invito a pensare e vivere la dignità, la libertà, la solidarietà nel Cristo), mentre le problematiche relative all'adorazione, alla contemplazione, alla spiritualità o comunque verticali, sono accusate o sospettate di non parlare più alla sensibilità di  noi contemporanei, di non voler dire più nulla a noi contemporanei, di essere definitivamente fuori dalla nostra portata ; 
    F - l'umanitarismo : la riduzione del cristianesimo ad una delle religioni dell'umanità, ad una delle religioni più umanizzatrici dell'essere e dell'agire umano, attribuendo a ciascuna e a tutte le religioni lo stesso obbiettivo da portare a compimento. 
  10. Dal mio punto di vista, necessariamente emendabile e perfettibile, il modernismo attualmente si dispiega in ciascuna delle direzioni che ho appena descritte; vi prego di scusarmi, se ho dimenticato una delle direzioni costitutive e fondamentali del modernismo contemporaneo, o se ho per caso ampliato il discorso al punto da evocare un elemento che non è, in quanto tale, associato o combinato con gli altri che favoriscono la costituzione e il rafforzamento di ciò che credo essere la dottrina e il clima modernisti attuali. (Scrutator)
In conclusione, il modernismo è accettato nel suo insieme (il che non significa "approvato" in tutti i suoi elementi), nello spirito di certi teologi e catechisti cattolici, quasi nessuno dei quali si direbbe pubblicamente anti-modernista; Il modernismo si giova del fatto che gli spiriti rimangono impregnati del pregiudizio secondo cui il fatto di esibire mostrare e assumere chiaramente e fermamente un anti-modernismo teologico, oggi, probabilmente o semplicemente, non sarebbe nemmeno comprensibile.
I modernisti d'oggi (Chenu, Rahner) sono i continuatori di una parte dei neo-modernisti di ieri piuttosto che dei primo-modernisti di fine XIX inizio XX secolo.
L'errore di San Pio X è stato quello di aver creduto che il modernismo fosse un complotto ordito dall'esterno per distruggere la Chiesa dall'interno. Mentre invece si trattava semplicemente e malauguratamente dell'arrivo delle idee della Rivoluzione nella Chiesa attraverso le nuove generazioni cattoliche, per impregnazione socio-culturale. Da quel momento, il combattimento nella Chiesa per sradicare il modernismo è stato condotto male e il modernismo alla fine ha vinto logicamente la battaglia nella Chiesa in occasione del Vaticano II.
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[Sintesi e traduzione a cura di Chiesa e post concilio]

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