VACANZE ROMANE
Prima e seconda Congregazione generale. Si sono svolte ieri. La mattina, ha spiegato padre Federico Lombardi, c’erano 142 cardinali, su un totale di 207, di cui 103 elettori, sui 115 previsti finora. Mancavano all’appello dodici porporati votanti, e cioè il patriarca emerito copto Antonios Naguib, il patriarca maronita libanese Bechara Rai (che le agenzie danno in partenza per Roma), i tedeschi Joachim Meisner di Colonia, Karl Lehmann di Magonza e Rainer Maria Woelki di Berlino, lo spagnolo Antonio Maria Rouco Varela di Madrid, il senegalese Theodore-Adrien Sarr di Dakar, il boemo Dominik Duka di Praga, il cinese John Tong Hon di Hong Kong, il vietnamita Jean-Baptiste Ph?m Minh M?n, e i polacchi Kazimierz Nycz di Varsavia e Zenon Grocholewski (che pure è residente a Roma).
Re per sempre.
La prima Congregazione ha poi scelto per sorteggio, tra gli elettori presenti, i tre cardinali che per tre giorni assisteranno il Camerlengo Tarcisio Bertone. Sono Giovanni Battista Re, per l’Ordine dei Vescovi; Crescenzio Sepe per l’Ordine dei Presbiteri e lo sloveno Franc Rodé per l’Ordine dei Diaconi. Fra tre giorni saranno sorteggiati altri tre cardinali, ma per quanto riguarda i vescovi è facile prevedere che sarà sempre Re: oltre a Bertone è infatti l’unico porporato di quell’ordine a essere elettore. Gli altri quattro infatti (Angelo Sodano, Roger Etchegaray, Francis Arinze e José Saraiva Martins) sono tutti over 80. Curioso che Sepe venne sorteggiato anche nel Conclave del 2005, anche se non nel primo ma nel secondo turno di tre giorni.
(°) Cantalamessa predica subito. Nella seconda Congregazione di ieri pomeriggio i cardinali hanno ascoltato la meditazione del cappuccino Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia. Le norme prevedono che i cardinali ascoltino “due ponderate meditazioni circa i problemi della chiesa in tale momento e la scelta illuminata del nuovo Pontefice”, e che a tenerle siano “due ecclesiastici di specchiata dottrina, saggezza e autorevolezza morale”. Anche nel 2005 la prima meditazione venne tenuta da Cantalamessa, ma lo fece nel corso della decima Congregazione generale, quattro giorni prima dell’entrata in Conclave. Ieri non è stato deciso invece chi terrà la seconda meditazione, che deve essere tenuta immediatamente prima l’inizio della votazione. Otto anni fa a questo incarico venne chiamato un cardinale ultraottantenne, e quindi non votante, il gesuita Tomas Spidlik, scomparso poi nel 2010.
Curia e Vatileaks subito nel dibattito. Ieri mattina hanno preso la parola tredici cardinali. La maggior parte degli interventi sono stati di natura procedurale, ma non sono mancati i riferimenti alla riforma della curia e alla necessità di sapere qualcosa di più sulla “Relatio” sull’affaire Vatileaks stilata dai tre porporati Julian Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi. Fuor di Congregazione una richiesta in tal senso è stata pubblicamente formulata ieri ai giornalisti dal cardinale americano Francis George di Chicago e dal sudafricano Wilfred Fox Napier di Durban. Riguardo alla possibilità che il dossier possa essere oggetto di confronto tra i cardinali padre Lombardi ha detto: “Ci sono membri del collegio cardinalizio che sono interessati ad avere informazioni che ritengono pertinenti alla situazione della curia e della chiesa in generale e chiederanno ai confratelli di essere informati nella materia”. Aggiungendo che “è una possibilità nel quadro degli avvenimenti di questi giorni” che i cardinali possano avere informazioni sui contenuti del dossier. Il dossier è stato formalmente secretato e Benedetto XVI, come recita il comunicato del 25 febbraio, ha deciso che “gli atti dell’indagine, del cui contenuto solo Sua Santità è a conoscenza, rimangano a disposizione unicamente del nuovo Pontefice”. Ma i cardinali vogliono saperne di più e i tre vegliardi sembrano comunque autorizzati a parlarne ai propri confratelli prima di iniziare a votare.
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