COMINCIANO LE PRIME RIUNIONI DEI PORPORATI CHE ELEGGERANNO IL NUOVO PAPA: UNA VOLTA SI DISCUTEVA DI ISLAM, OGGI DI VATILEAKS - TUTTI SAREBBERO D’ACCORDO: IL PROSSIMO PONTEFICE DEVE ESSERE GIOVANE (60-65 ANNI), ENERGICO E NON DEVE AVERE SCHELETRI NELL’ARMADIO (O PEDOFILI NELLE DIOCESI) - RUINI IN PARTICOLARE PARTEGGIA PER L’UNGHERESE ERDO E PER IL CAPPUCCINO O’MALLEY, MA CELLI PUNTA SU UN ITALIANO... -
Giacomo Galeazzi per "La Stampa"
VATICANO
Mancano otto elettori all'appello. Ogni cardinale passa davanti alla presidenza e fa una personale adesione al giuramento mettendo la mano sul Vangelo. Nel 2005 parlarono di ecumenismo, Islam, secolarizzazione, stavolta di Vatileaks, pedofilia, riforma della Curia. Il «papabile» più giovane, il filippino Tagle e l'«over 80» Marchisano (che Wojtyla guarì con un miracolo dal tumore alla gola) sono i primi ad entrare nell'Aula del Sinodo. Poi su un minibus ecco tutti insieme gli statunitensi residenziali, che danno così l'idea di essere il gruppo più coeso. Ruini è l'unico che si presenta alla guida della propria auto.
CARDINALI PER IL CONCLAVE
Alle congregazioni generali i cardinali scrivono un messaggio a Benedetto XVI e affrontano gli scandali sessuali e finanziari della Chiesa. Il decano Sodano coordina con il camerlengo Bertone e il segretario del sacro collegio Baldisseri. 142 cardinali presenti, di cui 103 elettori. Pregano, giurano segretezza, sbrigano adempimenti formali. Tredici interventi liberi e coffee-break utile per conciliaboli faccia a faccia. La prima giornata (con la meditazione del predicatore Cantalamessa) serve anche a sciogliere il ghiaccio. Molti non si conoscono personalmente.
«Stiamo fraternizzando, c'è bisogno di confronto», osserva il francese Barbarin. Il sudafricano Napier si spinge a tracciare l'identikit del Papa che vorrebbe: età tra i 60 e i 65 anni, proveniente da «una chiesa fervida, viva» e in grado di continuare le riforme avviate da Wojtyla e Ratzinger. Sepe se la cava con una battuta: «Non ricordo niente». Kasper sottolinea che «non si fa un conclave in fretta e furia».
CD10 CARD CAMILLO RUINIIL CARDINALE UNGHERESE PETER ERDO JPEG
Da giorni diverse porpore stanno salendo fino al Seminario Romano dove risiede uno dei principali «kingmaker»: Camillo Ruini. I conclavisti Pell, De Paolis, Betori, Re hanno chiesto consiglio al vicario emerito di Roma. Il suggerimento è per tutti lo stesso: puntare su un candidato giovane, energico, comunicativo e dal cui passato non ci sia il rischio che emergano vicende di insabbiamenti di abusi. Eleggere un Pontefice che poi fosse travolto da casi giudiziari, sarebbe per la Chiesa un danno irreparabile. Serve un temperamento saldo per riformare la Curia.
Ruini (la cui parola è tenuta in considerazione anche dal successore Bagnasco) orienta gli interlocutori verso l'ungherese Erdo, capo delle conferenze episcopali europee e il cappuccino O'Malley. Le prime scelte di Ruini erano Dolan e Ouellet, ma dopo la deposizione a Milwaukee del leader dei vescovi Usa si teme che altri problemi possano emergere sul fronte degli scandali nella sua ex diocesi, mentre per il prefetto canadese è affiorata una certa fragilità caratteriale che ne metterebbe in dubbio la capacità di domare i vertici indocili della Santa Sede.
BENEDETTO XVICARDINALE SEAN PATRICK O MALLEY
Insomma la nave del conclave scalda le macchine. A parte i curiali che si frequentano, gli altri vengono da differenti situazioni socioeconomiche ed ecclesiali, qualcuno è inesperto dei meccanismi «romani». Molti i temi sul tappeto, dalla nuova evangelizzazione alla corruzione e alla «governance». Questioni sulle quali i porporati non italiani, a partire dagli statunitensi, vogliono vederci chiaro. Ouellet pensa di doversi «tener pronto». O'Malley è «terrorizzato» all'idea di poter essere eletto, Dolan celebra messa nelle Grotte Vaticane. Un'atmosfera di «grande serenità e costruttività», commenta padre Lombardi. Re, Sepe e Rodè si affiancano a Bertone. Sodano richiama la «solidarietà con tutta Chiesa in preghiera».
Si dibatte di diffusione della fede e «purificazione» anti-abusi. I nodi sono tanti e i porporati, specie stranieri, non si accontentano di discussioni superficiali. «È stata una giornata positiva, c'è una bel clima, in questi giorni il messaggio più importante è che la Chiesa è viva»,assicura l'austriaco Schoenborn. Il ministro della comunicazione Celli ipotizza un Papa italiano 35 anni dopo Luciani . La strategia di Bertone è spendere subito il suo pacchetto di voti su Coccopalmerio, ex braccio destro di Martini. Un Papa di governo e spiritualità, riformatore e pastorale. Il ceco Vlk ritiene che domani «si possa avere la data di inizio del conclave». In agenda incontri ristretti, scambi di battute, conciliaboli. Abboccamenti per sondare gli orientamenti e formare candidature e alleanze.
CARDINAL MARTINICARDINALE TARCISO BERTONE
SOGLIO CON LE DOGLIE - ALCUNI CARDINALI ‘PESANTI’ (TRA CUI I PAPABILI SCHÖNBORN E ERDO) VOGLIONO CONOSCERE I DETTAGLI DEL DOSSIER SEGRETO SU VATILEAKS - LE PORPORE STRANIERE HANNO BISOGNO DI CAPIRE CHI C’È DIETRO GLI INTRIGHI POLITICI E FINANZIARI DELLA CURIA PRIMA DI ELEGGERE IL SUCCESSORE DI RATZINGER - PERDE TERRENO IL PIANO DEGLI ITALIANI PER UNA CANDIDATURA ‘ROMANA’…
Andrea Tornielli per "La Stampa"
PETER ERDO ARCIVESCOVO DI BUDAPEST JPEG
Vatileaks entra nel conclave. Nella prima giornata di discussione a porte chiuse e cellulari schermati, i 144 cardinali riuniti per parlare del futuro della Chiesa hanno sentito riecheggiare almeno tre volte nell'aula del Sinodo la richiesta di conoscere il rapporto riservato sulla fuga di documenti e i veleni curiali. Nella mattina sono stati tre i porporati che hanno espresso il desiderio di sapere che cosa c'è scritto nella «Relatio» preparata dalla commissione dei cardinali detective, il cui contenuto è sotto chiave.
IL CARDINALE CHRISTOPH SCHONBORN
La richiesta è stata avanzata dal tedesco Walter Kasper, ottant'anni appena compiuti, in conclave per un soffio, appartiene all'ala dei vecchi curiali più critici verso la gestione della Segreteria di Stato degli ultimi anni. Stessa domanda anche da due «papabili» europei di peso. Il primo è l'austriaco Cristoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, che nel 2010 criticò pubblicamente l'ex Segretario di Stato Angelo Sodano per come erano stati gestiti i casi di abusi nell'ultimo periodo wojtyliano. Il secondo è l'ungherese Peter Erdö, arcivescovo di Budapest, considerato un possibile candidato europeo al Soglio di Pietro.
CARDINALE TARCISO BERTONE
Richieste da leggere in filigrana: rappresentano infatti una volontà comune a molti porporati giunti da fuori Italia, intenzionati a discutere approfonditamente degli scandali che hanno recentemente flagellato la Curia romana. Intenzionati a fare chiarezza, e anche a prendere tutto il tempo necessario perché questa ed altre questioni - come ad esempio quella sulle finanze vaticane - siano sviscerate adeguatamente. Non è un caso che anche gli arcivescovi di Washington e di Chicago, Donald William Wuerl e Francis George, abbiano sottolineato
JULIAN HERRANZ DELL OPUS DEI
Le domande sono state poste, ma per il momento le risposte si sono tenute a un livello ancora generale, senza scendere nei dettagli. Almeno questa è l'impressione che diversi cardinali hanno ricavato ascoltando le prime repliche informale del cardinale Julián Herranz, illustre canonista con una lunga esperienza curiale, molto stimato sia da Giovanni Paolo II che da Benedetto XVI. È noto che il «Papa emerito» non ha voluto divulgare il rapporto, ma ha permesso però ai tre porporati investigatori - oltre a Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi - di fornire delle indicazioni di carattere generale.
SALVATORE DE GIORGI
Anche le questioni legate al funzionamento della Curia hanno fatto capolino, e sono state accennate nell'intervento dell'arcivescovo di Lima, il cardinale Jean Luis Cipriani Thorne. Mentre rimane un tema centrale, soprattutto gli statunitensi, la lotta alla pedofilia clericale e la continuazione dell'opera di pulizia intrapresa da Ratzinger: «È una grave ferita nel corpo della Chiesa - dicono - e il nuovo Papa dovrà affrontarla». Altri porporati hanno fatto interventi precisi e concreti su problemi legati alle procedure.
JOZEF TOMKO
«L'impressione è che non sarà un lavoro breve», sussurra uno dei presenti all'uscita. Non c'è fretta. Il collegio cardinalizio vuole prendersi tutto il tempo necessario. Le congregazioni oggi e domani si svolgeranno solo alla mattina, anche perché i «senatori» della Chiesa vogliono avere più tempo per parlare tra di loro, per incontrarsi, per scambiarsi opinioni. Un atteggiamento, questo, che potrebbe scardinare i tentativi di accordi e di candidature precostituite.
BENEDETTO XVI RATZINGER JPEG
Sarebbe però un errore considerare scandali e Vatileaks come il segno distintivo della prima giornata di dibattito: la preoccupazione della maggior parte dei presenti è quella di trovare un nuovo Papa che sappia parlare al mondo, annunciare il Vangelo in modo positivo. «Ci vorrebbe un Papa come San Francesco - confida a La Stampa un porporato influente a fine giornata - un uomo che sappia sorridere come Giovanni Paolo I, che possa mostrare il volto della misericordia di Dio. E che sappia riformare la Curia per renderla più credibile e trasparente».
- RUINI SCOPRE LE CARTE: PUNTA SULL’UNGHERESE ERDO E SUL CAPPUCCINO O’MALLEY - I CARDINALI SI RADUNANO IN ATTESA DEL CONCLAVE: PRESENTI 142 (DI CUI 103 ELETTORI) NE MANCANO 8 - NELLE CONGREGAZIONI SI DISCUTE DI VATILEAKS E SCANDALI, BERTONE TENTATO DAL PUNTARE SUBITO SU COCCOPALMERIO - I CANDIDATI USA AZZOPPATI DAL TERRORE DEI CASI DI PEDOFILIA: LE QUOTAZIONI DI DOLAN IN CADUTA LIBERA, IL CANADESE OUELLET “FRAGILE”… -
Giacomo Galeazzi per La Stampa
CARDINAL CAMILLO RUINI - COPYRIGHT PIZZI
Mancano otto elettori all'appello. Ogni cardinale passa davanti alla presidenza e fa una personale adesione al giuramento mettendo la mano sul Vangelo. Nel 2005 parlarono di ecumenismo, Islam, secolarizzazione, stavolta di Vatileaks, pedofilia, riforma della Curia. Il «papabile» più giovane, il filippino Tagle e l'«over 80» Marchisano (che Wojtyla guarì con un miracolo dal tumore alla gola) sono i primi ad entrare nell'Aula del Sinodo. Poi su un minibus ecco tutti insieme gli statunitensi residenziali, che danno così l'idea di essere il gruppo più coeso. Ruini è l'unico che si presenta alla guida della propria auto. Alle congregazioni generali i cardinali scrivono un messaggio a Benedetto XVI e affrontano gli scandali sessuali e finanziari della Chiesa.
2P13 CARD RUINI
Il decano Sodano coordina con il camerlengo Bertone e il segretario del sacro collegio Baldisseri. 142 cardinali presenti, di cui 103 elettori. Pregano, giurano segretezza, sbrigano adempimenti formali. Tredici interventi liberi e coffee-break utile per conciliaboli faccia a faccia. La prima giornata (con la meditazione del predicatore Cantalamessa) serve anche a sciogliere il ghiaccio. Molti non si conoscono personalmente. «Stiamo fraternizzando, c'è bisogno di confronto», osserva il francese Barbarin. Il sudafricano Napier si spinge a tracciare l'identikit del Papa che vorrebbe: età tra i 60 e i 65 anni, proveniente da «una chiesa fervida, viva» e in grado di continuare le riforme avviate da Wojtyla e Ratzinger.
CARDINALE ANGELO SODANO
Sepe se la cava con una battuta: «Non ricordo niente». Kasper sottolinea che «non si fa un conclave in fretta e furia».Da giorni diverse porpore stanno salendo fino al Seminario Romano dove risiede uno dei principali «kingmaker»: Camillo Ruini. I conclavisti Pell, De Paolis, Betori, Re hanno chiesto consiglio al vicario emerito di Roma. Il suggerimento è per tutti lo stesso: puntare su un candidato giovane, energico, comunicativo e dal cui passato non ci sia il rischio che emergano vicende di insabbiamenti di abusi. Eleggere un Pontefice che poi fosse travolto da casi giudiziari, sarebbe per la Chiesa un danno irreparabile. Serve un temperamento saldo per riformare la Curia.
RANIERO CANTALAMESSA
Ruini (la cui parola è tenuta in considerazione anche dal successore Bagnasco) orienta gli interlocutori verso l'ungherese Erdo, capo delle conferenze episcopali europee e il cappuccino O'Malley. Le prime scelte di Ruini erano Dolan e Ouellet, ma dopo la deposizione a Milwaukee del leader dei vescovi Usa si teme che altri problemi possano emergere sul fronte degli scandali nella sua ex diocesi, mentre per il prefetto canadese è affiorata una certa fragilità caratteriale che ne metterebbe in dubbio la capacità di domare i vertici indocili della Santa Sede. Insomma la nave del conclave scalda le macchine.
CARDINALE SEAN PATRICK O MALLEY
A parte i curiali che si frequentano, gli altri vengono da differenti situazioni socioeconomiche ed ecclesiali, qualcuno è inesperto dei meccanismi «romani». Molti i temi sul tappeto, dalla nuova evangelizzazione alla corruzione e alla «governance». Questioni sulle quali i porporati non italiani, a partire dagli statunitensi, vogliono vederci chiaro. Ouellet pensa di doversi «tener pronto». O'Malley è «terrorizzato» all'idea di poter essere eletto, Dolan celebra messa nelle Grotte Vaticane. Un'atmosfera di «grande serenità e costruttività», commenta padre Lombardi. Re, Sepe e Rodè si affiancano a Bertone. Sodano richiama la «solidarietà con tutta Chiesa in preghiera».
TIMOTHY DOLAN ARCIVESCOVO DI NEW YORK JPEG
Si dibatte di diffusione della fede e «purificazione» anti-abusi. I nodi sono tanti e i porporati, specie stranieri, non si accontentano di discussioni superficiali. «È stata una giornata positiva, c'è una bel clima, in questi giorni il messaggio più importante è che la Chiesa è viva»,assicura l'austriaco Schoenborn. Il ministro della comunicazione Celli ipotizza un Papa italiano 35 anni dopo Luciani . La strategia di Bertone è spendere subito il suo pacchetto di voti su Coccopalmerio, ex braccio destro di Martini. Un Papa di governo e spiritualità, riformatore e pastorale. Il ceco Vlk ritiene che domani «si possa avere la data di inizio del conclave». In agenda incontri ristretti, scambi di battute, conciliaboli. Abboccamenti per sondare gli orientamenti e formare candidature e alleanze.
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