ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 23 aprile 2013

Il prioronpensiero

Galimberti & Bianchi e la verità...


Il giornalone radical chic di sinistra ospita da anni molte articolesse del dottore in economia bianchi enzo da bose. Nei giorni scorsi un duetto pieno di pensieri deboli tristi e triti ormai letti e sentiti decine di volte.
il pezzo completo si può leggere qui.

 
 
Caro don Chisciotte,
Mi hanno chiesto un parere su questo scritto di Bianchi. Ho pensato di fartene partecipe.
Non c’è niente di nuovo. Il pensiero di Bianchi è davvero unico, nel senso che non lo elabora mai, è sempre quello da decenni, come se il mondo fosse fermo al  ’68. Questo è segno di una vecchiezza  che si vuole fare passare come novità.   Eccolo il “bianchipensiero”: La Verità non la possiede nessuno e  tutto è una continua ricerca. 


L’unica verità è l’amore inteso come insieme di valori e sentimenti  terreni . Per nulla basato sull’assoluto di Dio.
Scrive il nostro:  “Concordo con queste parole” (di Galimberti) che sono parole atee neganti l’assolutezza di Dio. “è necessario che chiunque abiti una fede non pensi di possedere la verità e per giunta assoluta”.  Ma proprio da qui ha  origine  il relativismo e l’agnosticismo, combattuti da Benedetto XVI il quale conosce molto bene che  la Chiesa  definisce dogmaticamente che l’uomo può raggiungere la verità ma soprattutto che in Gesù Cristo abita la pienezza della Verità.  Seguendo Lui si segue e si conosce il Vero.

Le Scritture affermano che la Verità è una persona, dice Bianchi. Ma è evidente che  questa persona è ancora più vera di una idea .  Ci precede, continua, e solo al Suo ritorno lo vedremo in pienezza. Ciò non toglie però che per la parte a me nota, questa Persona sia la Verità.
“Come cercare insieme la Verità” egli si chiede? La risposta è sempre la stessa:  Azzerando la differenza tra credenti e non credenti.  E’ una operazione che vuole dare patente di fede a chi non ce l’ha , quasi obbligandolo ad avercela.   (Io se non avessi fede mi arrabbierei se uno volesse darmela a tutti i costi). Ma tale operazione serve anche a gratificare chi non riesce o non vuole trasmettere la fede, perché tanto la fede la possiedono  tutti. Un’ operazione che uccide lo slancio missionario.  (Bianchi ha letto l’enciclica Redemptoris  Missio di Giov. Paolo II ?)

Prende poi sotto Dostoevskji e coloro che dicono che senza Dio non c’è etica. C’è eccome sentenzia  Bianchi tralasciando però di dire che una morale non fondata sull’assoluto di Dio è soltanto utilitaristica e dettata dalle situazioni mutevoli. Oggi così, domani in altro modo  (vedi ad esempio le questioni della vita)
Il pezzo più trito e vecchio di tutto lo scritto, è l’osservazione indimostrata  che i non credenti sono migliori dei credenti, che occorre essere pellegrini verso la Verità e che il dubbio alberga anche nei credenti.
Il dubbio può esserci,  ma per essere risolto e il pellegrinare richiede una meta. L’uomo non può vivere di dubbi e di cammino.
Secondo Bianchi ,L’unica verità che ci mette d’accordo è l’amore (non l’avevamo mai sentito dalla sua bocca!)  Ma l’amore di cui qui si parla è ancora una volta, terreno, civile costituzionale. Serve ad edificare la polis, non il Cielo e non ha niente a che fare con l’Amore Trinitario.
Lo credo, signor  Bianchi, che la pagino per scrivere su Repubblica. Dice cose di terra e solo di terra. Non apre il cuore alla Beata Eternità.  Il Papa chiede una Chiesa povera. Non ha mai pensato di scrivere gratis?
Tra l’altro il suo pensiero così vecchio, sempre uguale a se stesso  non è frutto di studio se non di qualche parola greca per far vedere che la conosce. E poi come fa a studiare e ad essere monaco uno che è sempre in giro, logicamente spesato? 

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