Sopra e sotto: specimina artistici di uno dei 3 artisti viventi che parteciperanno alla Biennale a nome della Santa Sede, l'australiano Lawrence Carroll. |
Il Cardinal Meforio annuncerà in pompa magna fra un mese il grande evento. Per la prima volta nella storia, dopo la poco nota interdizione alla partecipazione di cattolici alla biennale emanata dal Patriarca Sarto del 1895, la rassegna d'arte contemporanea apre le porte alla Santa Sede.
Un padiglione mediocre, per non dire orrendo, che ospiterà 3 artisti viventi ed uno defunto, l'illustre pugnalatore di tele, Fontana, la cui via Crucis di proprietà della Galleria Niccoli di Parma è stata acquistata per circa 2.000.000 di euro dalla Santa Sede. Il costo degli altri 3 artisti è stimato in circa 800.000 euro. Se le opere d'arte presentate avessero un minimo di aderenza estetica con le prescrizioni in tal senso della Chiesa Cattolica si potrebbe quanto meno criticare la sola spesa eccessiva, in tempi di spending review.
Il punto è che le opere sono di qualità scadente ed in pieno conflitto con quanto espresso non solo dal magistero petrino dell'ultimo secolo (specialmente in merito all'astrattismo), ma specialmente con quanto stabilito in Sacrosantum Concilium, 122:
"Esse [le arti sacre ndr], per loro natura, hanno relazione con l'infinita bellezza divina che deve essere in qualche modo espressa dalle opere dell'uomo, e sono tanto più orientate a Dio e all'incremento della sua lode e della sua gloria, in quanto nessun altro fine è stato loro assegnato se non quello di contribuire il più efficacemente possibile, con le loro opere, a indirizzare religiosamente le menti degli uomini a Dio. Per tali motivi la santa madre Chiesa ha sempre favorito le belle arti, ed ha sempre ricercato il loro nobile servizio, specialmente per far sì che le cose appartenenti al culto sacro splendessero veramente per dignità, decoro e bellezza, per significare e simbolizzare le realtà soprannaturali; ed essa stessa ha formato degli artisti. A riguardo, anzi di tali arti, la Chiesa si è sempre ritenuta a buon diritto come arbitra, scegliendo tra le opere degli artisti quelle che rispondevano alla fede, alla pietà e alle norme religiosamente tramandate e che risultavano adatte all'uso sacro."
Il Papa che ha abolito la regalia post-elezione, il Papa che ha archiviato gli oggetti dorati, che snobba casule pianete e mitrie sontuose, il Papa che è vicino ai poveri, dovrebbe per coerenza - indipendentemente dal fatto che quei milioni di euro siano frutto di donazioni o di spese effettive del Vaticano - bloccare questo indegno circo volto a soddisfare il mero narcisismo di un individuo e della sua corte rinascimentale.
http://fidesetforma.blogspot.com/2013/04/padiglione-del-vaticano-alla-biennale.html
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