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domenica 21 aprile 2013

L'ipocrisia non muore mai

L'ex cerimoniere del Papa apre al riconoscimento delle coppie gay
Monsignor Pietro Marini
MONSIGNOR PIETRO MARINI


Monsignor Piero Marini: «Sì ai diritti civili, no all'equiparazione al matrimonio». Sul nuovo Papa: «La Chiesa vive la speranza dopo anni di paura»
«È necessario riconoscere le unioni di persone dello stesso sesso, ci sono molte coppie che soffrono perché non vengono riconosciuti i loro diritti civili. Quello che non si può riconoscere è che questa coppia sia un matrimonio». 

Lo ha detto ieri l'arcivescovo Piero Marini, delegato per i Congressi eucaristici, in un'intervista rilasciata a margine del IV Congresso eucaristico nazionale in Costa Rica. Marini rispondeva a una domanda sulla laicità dello Stato. 
Marini, 70 anni, è stato a lungo cerimoniere di Giovanni Paolo II e ha accompagnato anche l'inizio del pontificato di Benedetto XVI. Nell'intervista racconta del suo rapporto con Papa Wojtyla e della sensibilità del Pontefice polacco. E parla anche del nuovo Pontefice. «Si respira aria fresca, è una finestra aperta alla primavera e alla speranza. Fino ad ora abbiamo respirato il cattivo odore di acque paludose, con la paura di tutto e problemi quali i Vatileaks e la pedofilia. Con Francesco si parla solo di cose positive». Con il nuovo Papa, ha aggiunto monsignor Marini, «si respira un'aria diversa di libertà, una Chiesa più vicina ai poveri e meno problematica».


L'ex maestro delle cerimonie papali afferma che «i sacerdoti devono dare un esempio di vita moderata e semplice» e «vivere la vita e la fede con la comunità». E manifesta anche dubbi sull'utilità di twitter e dell'uso che ne fa il Papa. «Se fosse stato per me non l'avrei utilizzato», spiega. Ma a Benedetto XVI, che aveva iniziato l'avventura qualche mese fa, «gliel'hanno consigliato». «La Chiesa - osserva Marini - non deve essere antiquata, ma è necessario avere un po' di attenzione».


Le parole di monsignor Piero Marini riecheggiano in qualche modo quelle pronunciate due mesi fa dal presidente del presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, l'arcivescovo Vincenzo Paglia, che ribadendo il no all'equiparazione al matrimonio e all'adozione di figli da parte delle coppie omosessuali aveva aperto alla possibilità del riconoscimento di alcuni diritti.
ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO
http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/marini-cerimoniere-gay-24232/

 


Considerazioni necessarie sul “matrimonio” fra omosessuali

di Mateo D'Amico

Articolo pubblicato su Corrispondenza Romana


La settimana scorsa il Parlamento dello stato sudamericano dell’Uruguay  ha approvato una legge che  ridefinisce  il matrimonio come «l’unione permanente di due persone  di uguale o differente sesso».  La legge prevede anche la possibilità di adozione di minori da parte dei “coniugi” omosessuali. 
Si tratta del secondo Stato sudamericano, dopo l’Argentina, a compiere questo passo, ma non è difficile immaginare che altri seguiranno presto l’esempio.
Il caso francese inoltre, dove la maggioranza socialista al governo ha seguito inflessibilmente il percorso del riconoscimento del matrimonio omosessuale (Hollande punta a chiudere il processo legislativo il 23 aprile con un voto dell’Assemblea Nazionale), nonostante la ferma opposizione pubblica di milioni di persone, mostra come si sia di fronte a strategie coordinate a livello internazionale che non ammettono insubordinazioni o incertezze da parte dei diversi capi di stato.

Occorre osservare che la particolare gravità di quanto sta  accadendo può essere apprezzata pienamente solo a partire da almeno quattro ordini di considerazioni: 

in primo luogo bisogna ricordare che è in sé già grave, in generale, che in uno Stato si diffonda il vizio dell’omosessualità: infatti si tratta sempre di un inequivocabile segno di terribile decadenza morale e sociale.
La Sacra Scrittura e la sapienza dell’insegnamento della Chiesa ci mostrano che il peccato impuro contro natura è uno dei quattro peccati che «gridano vendetta al cospetto di Dio» e che attirano sui popoli i peggiori castighi (Catechismo della dottrina cristiana di san Pio X, 1912).

Più grave è però il caso di Stati in cui i comportamenti omosessuali, oltre a rappresentare un vizio di fatto sempre più diffuso, vengono difesi in foro esterno, ad esempio con associazioni e pubbliche manifestazioni, come i gay pride, o vengono propagandati con produzione di film e libri, senza che lo Stato intervenga con la giusta attività censoria e repressiva: una tolleranza ingiustificata e non accidentale, ma programmatica di simile vizio, rende complice uno Stato in quanto istituzione. Uno Stato ingiustamente tollerante è reo di non aver esercitato l’autorità per difendere il bene comune e compie un vero e proprio peccato di omissione.

In terzo luogo dobbiamo considerare che una legge che riconosce pubblicamente il “matrimonio” fra omosessuali, in particolare con il diritto di adottare bambini, non è più solo una legge ingiusta e idiota, contro il bene comune, contro la retta ragione morale e contro il più elementare buon senso, ma diviene un atto formale di satanica rivolta contro Dio da parte di uno Stato, venendo a rappresentare quasi una bestemmia pubblicamente gridata verso il cielo da parte delle autorità.

Una cosa infatti è un vizio, per quanto esecrabile, in cui cadono dei singoli; altra cosa è che questo stesso vizio venga istituzionalizzato e difeso con leggi positive da parte di uno Stato. E non parliamo evidentemente di un vizio qualsiasi, ma di un gravissimo peccato contro natura, che va formalmente contro l’ordine dell’essere voluto dal Creatore; sta infatti scritto: «E creò Iddio l’uomo ad immagine sua; ad immagine  di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gn. 1, 27). Già solo la più elementare esegesi di Genesi 1 e 2  mostra come il matrimonio sia creato da Dio e sia creato appunto come rapporto fra uomo e donna.
Infine va osservato che è di incalcolabile gravità il fatto che osino attaccare senza alcun ritegno quella legge di natura che Dio stesso ha scolpito nel cuore di ogni uomo, approvando il matrimonio omosessuale, paesi come la Spagna e la Francia, o l’Argentina e l’Uruguay, che avevano ricevuto la fede cristiana da innumerevoli secoli.
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV491_D-Amico_Considerazioni_matrimonio_gay.html

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