ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 4 aprile 2013

Ognuno ha il vaticanista che si merita


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Raymond Pestalotti, Questo Papa è più bravo di quello di prima(Edizioni Il Canto del Gallo, 1 aprile 2013, pp. 24, € 29.99)
Anche il nostro blog si è dovuto procurare un vaticanista, visto che pure i giornali tipo “Cronaca Vera” si sono muniti di un esperto in cose religgiose ecc… Purtroppo a noi è capitato Raymond Pestalotti, transumanantista bluddhista (sic) di origine samoana, pacifista dissidente post-animalista dalla sessualità problematica, già impiegato all’Unnescio e consulente presbiluterano per l’ecumenismo e l’interreligiosità (ricordiamo la sua celebre opera Otranto 1480. Cronaca di un dialogo mancato, Ciceone Edizioni, settembre 2001).

 Come inviato per il Pestalotti Post si è occupato del problema demografico cinese, proponendo nel suo volume La malattia inculabile. L’omosessualità in Cina nel XXI secolo (2013) di favorire la diffusione dell’amore gay nella Repubblica Popolare obbligando la televisione di stato a trasmettere 24 ore su 24 tutte le puntate dell’ultimo Sanremo.
Il nostro Pestalotti ha pubblicato tra ieri e ieri l’altro due istant book sulla figura di Papa Francesco, che vi presentiamo qui di seguito consigliandone caldamente l’acquisto:
In questo agilissimo volume Pestalotti presenta il pontificato di Papa Francesco ritagliando ad arte alcuni suoi interventi e dichiarazioni (spettacolare la sua capacità di omettere intere frasi al momento più opportuno: «Bisogna […] rifare […] completamente […] la Chiesa […], e […] se è il caso […] [anche] distruggerla [totalmente] […]»), aggiungendo un suntuoso apparato di note nel quale esprime tramite interiezioni e onomatopee il gradimento delle masse che Pestalotti stesso rappresenta da sempre con la sua penna.
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Raymond Pestalotti, Il Vicario di Videla(Stronzoni Editore, 2 aprile 2013, pp. 12, € 49.99)
Struggente è il confronto con il Papa precedente, il “pastore tedesco” (Pestalotti sghignazza ancora al ricordo dell’esilarante prima pagina de il manifesto) che si esprimeva esclusivamente in alto germanico antico, riservava continue dichiarazioni d’odio verso tutto ciò che era Giovane e Nuovo e soprattutto usava i soldi dell’IMU e dello IOR per costringere i migliori stilisti ugandesi a cucire nelle segrete del vaticano le sue famigerate scarpe rosse (si dice che ne possedesse centomila esemplari, e Pestalotti aggiunge che «se fossero stati venduti su ebay avrebbero potuto sfamare tutto il Belize per 112 anni»).
Pestalotti è convinto che Papa Francesco riuscirà a far dimenticare gli 8 anni di terrore ratzingeriano, aprendo finalmente la Chiesa alla bellezza del mondo e dell’arcobaleno del popolo e dei tanti colori del più grande amore «per tutti […] [i gay] e [anche] i poveri».
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Dopo una ricerca approfondita ed estenuante sui social networks più rinomati (YoutubeFacebookTwitter), il post-vaticanista Raymond Pestalotti ha raccolto una infinita serie di dicerie e congetture sull’oscuro passato di quello che già i media non esitano a definire “Papa Francesco”, forse allo scopo di nascondere una verità troppo scomoda da rivelare: l’allora cardinale Bergoglio attirava i gay argentini nelle segrete del Castello di Videla promettendo loro dei 45 giri di Gloria Gaynor importati dall’America (Kissinger docet?), allo scopo di farli diventare eterosessuali tramite tortura e iscrizione alla P2.
Il libro contiene anche un rarissimo fotomontaggio (del tutto credibile) che riproduce il cardinale Bergoglio mentre riceve l’eucarestia direttamente dal dittatore Videla, con un commento sdegnato di Pestalotti scritto in caratteri cubitali rossi: “QUESTO LA GENTE NON LO ACCETTERÀ MAI!!!”.
Col suo linguaggio disinvolto Pestalotti vuol dar voce all’indignazione del popolo, che si sente ancora tradito da una Chiesa lontana dalla gente e dai ragazzi dei centri sociali. Questo Papa si è dimostrato incapace di comunicare con i giovani e le coppie arcobaleno, ma Pestalotti non ci sta: lui ci aveva creduto quasi fin dal primo giorno, ora pretende come minimo un rimborso. Si accontenterebbe che il suo volume venisse adottato come libro di testo in tutte le scuole cattoliche italiane («tanto si sa che rubano i soldi a quelle pubbliche», scrive Pestalotti con immensa onestà intellettuale).

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