ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 10 aprile 2013

TIMORE O PROFEZIA?



di Francesco Colafemmina

Scrive un lettore, con tutta probabilità proveniente dal blog di Accattoli, dove è stato linkato il post sulla ferula riesumata:
Dio abbia misericordia di voi........perche', invece di occuparvi della evangelizzazione dei pagani, passate il vostro tempo ad occuparvi di moda e del guardaroba del S. Padre, Vicario di Cristo su questa terra! ......... (e non di Dolce e Gabbana o di Valentino come fate pensare!........Mah! E poi vi domandate perche' la gente si allontana da S. R. Chiesa ! Dio vi perdoni.  - Luigi Franchi
Caro Luigi, meriti una risposta articolata.Per 8 anni Benedetto XVI ha sopportato le critiche di Melloni, Mancuso, Enzo Bianchi e compagnia cantando. Erano solo i cosiddetti "tradizionalisti", meglio i sostenitori di Benedetto e del Papato in genere a indignarsi per queste critiche. Per varie ragioni, ma essenzialmente per una: le critiche mosse a Benedetto XVI nascevano da una perenne ansia di "rinnovamento" di "innovazione" di "rivoluzione". Lo spirito rivoluzionario del Vaticano II, quello spirito che Benedetto XVI ci aveva insegnato a leggere in continuità con la storia della Chiesa precedente il Vaticano II.
Magari Benedetto era un illuso, o forse esercitava coerentemente il suo ruolo di katechon, ossia di potere frenante, che incarna non se stesso, il proprio pensiero individuale, ma la diacronica forza conservatrice della Chiesa. In ogni caso, un attimo dopo la rinuncia di Benedetto tutte le nubi che si erano radunate sul Vaticano sono improvvisamente svanite. E' tornato il sereno. Ior, Curia, pedofilia, vatileaks, etc. sono tutti casi appartenenti al passato... Come ha detto un sacerdote alla messa di Pasqua "con papa Francesco si respira aria nuova". 
Ma quest'aria nuova in cosa consiste? Essenzialmente nelle sue innovazioni simboliche:
  1. Nome totalmente nuovo (Giovanni Paolo I non fa testo perché omaggiava comunque i predecessori. Per trovare un papa con un nome nuovo bisogna risalire al 914 con Papa Lando)
  2. Croce d'argento (non di ferro) invece che d'oro
  3. Scarpe nere invece che rosse
  4. Talare bianca senza mozzetta, rocchetto e stola
  5. Poltrona bianca al posto del trono
  6. Ferula di Paolo VI al posto di quella di Benedetto
  7. Messe non cantate
  8. Predica fatta senza mitria e in piedi
  9. Paramenti pauperistici e listati di nero al posto delle pianete usate da Benedetto XVI
  10. Prediche ripetitive e succinte 
  11. Volontà di abitare in Santa Marta e non nel Palazzo Apostolico
  12. Volontà di definirsi Vescovo di Roma piuttosto che Sommo Pontefice
L'elenco è provvisorio. Da questo elenco emerge tuttavia una evidente discontinuità con Papa Benedetto. Discontinuità che per molti versi è non solo con Benedetto, ma con tutti i papi precedenti. Ci tengo a precisare che questa discontinuità non è "notata da quattro scriteriati tradizionalisti" bensì è frutto di una chiara, esplicita, determinata volontà di Papa Francesco. 

Certo, si obietterà, lo stile di Papa Francesco è "sobrio", è "tenero", è "vicino al popolo". Personalmente ritengo si tratti solo di demagogia. Ossia di organizzata e meditata volontà di dare un segno diverso, di offrire una immagine nuova del Papa e del papato in genere. E per far ciò Francesco ha - a prescindere da tutto - il consenso unanime dei media. E' il "liberatore" che si attendeva dopo il "tiranno" Benedetto XVI. 

Magari parla di misericordia senza parlare di conversione, di pentimento, di timore di Dio, di inferno... Magari sembra aver sposato il motto di Lutero "pecca fortiter sed crede fortius", ma, si sa, l'inferno è vuoto e la Chiesa che mostra un Dio irato è solo un vecchio residuo del passato che non fa più paura. Ma allora perché il Papa cita spesso Satana? Forse che Satana è una sorta di interiore démone che si installa come schermo fra noi e l'amore di Dio? Forse il libero arbitrio è una mera parolina magica priva di significato? 

Chissà! Certo deve aver colpito qualcuno il fatto che il Papa abbia baciato i piedi di giovani carcerati - gesto assolutamente encomiabile se non ci si fosse messa di mezzo la demagogia delle immagini - ma non si inginocchi mai dinanzi a Nostro Signore prima della Comunione e faccia una semplice reverenza al momento della consacrazione. Dico deve, perché in realtà autentiche voci di velato dissenso nei confronti di Papa Francesco non ce ne sono. E forse per via di una certa prudenza che è opportuna nonché saggia. 

Ma io oggi preferisco perdere opportunismo e saggezza e affermare che sì, Papa Francesco, non mi ispira autenticità. Non vedo nei suoi gesti l'ingenua assenza di pianificazione che vi vedono gli altri. Non penso che un uomo di 76 anni, già Cardinale e arcivescovo, sia così ingenuo e autentico nelle sue manifestazioni. No, credo sia tutto costruito e pianificato da anni. E mi diverte anche un po' vedere che i commentatori - diventati tutti improvvisamente bergogliani di ferro - prestano ora attenzione ai "tradizionalisti" contestatori di Papa Francesco, limitandosi all'aspetto meramente formale, oserei dire vatican-fashion delle sue innovazioni. 

No, della moda vaticana, posso assicurarle caro Luigi, che non ce ne frega niente. Ci interessa la continuità. La Chiesa fatta né di tante piccole cellule indipendenti, né di "prima" e "dopo". E purtroppo nel caso specifico è Papa Francesco a segnare questa distanza fra un "prima" e un "dopo". Anzi sono i suoi elettori, i vari Sodano (che per anni ha tramato ai danni di Benedetto), i vari Re, Daneels, Lehmann, Hummes... Tutta gente che ha pianificato lo "shock Francesco" per anni.

Lo scrivevo già nel 2009, quando terminavo il mio romanzo La Serpe fra gli Ulivi, e forse è per questo che sono scettico in merito a Papa Francesco. Oggi ho ripreso in mano questa mia opera e alle pagine 278-79 ecco cosa avevo scritto:

"Il cardinale con la sua faccia ieratica e severa, sebbene a volte viscida e maliziosamente malvagia era riuscito ad aggregare notevoli gruppi di vescovi, sacerdoti ed altri membri del collegio. Il loro scopo era mantenere la Chiesa in una condizione di disagio permanente. Indebolire il ruolo del Papa, far perdere credibilità all’ortodossia, diffondere la profonda incoerenza del cattolicesimo, rispetto alla vita privata delle gerarchie. 
Questo indebolimento costante della Chiesa non poteva essere compiuto apertamente. Se così fosse stato, avrebbero rischiato di apparire come i veri propalatori dell’apostasia. Essi dovevano agire dietro le quinte. Serviva loro un Papa che fosse davvero santo!Un Papa ortodosso, giusto e retto, nella fede e nella dottrina. Di lui si sarebbero serviti per distruggere la Chiesa come il mondo la conosceva. Non era poi così banale il loro programma. 
Essi avrebbero organizzato dall’interno del Vaticano una puntuale e costante opera, volta a screditare il Papa ortodosso e giusto. A mostrare come le sue decisioni, la sua visione del mondo, la sua stessa fede, fossero superate, vecchie, insostenibili per l’uomo moderno. L’avrebbero messo al centro del discredito mediatico mondiale, creando polveroni attorno a piccoli eventi ecclesiali la cui portata sarebbe stata ingigantita ad hocCosì preparavano il loro pontificato: quello in cui sarebbe stato eletto il vero Apostata, il vero Antipapa. Costui lo coltivavano blandendolo attentamente. Ne soddisfacevano ogni possibile desiderio, ogni ambizione, purché egli restasse nel silenzio: un cardinale tra i tanti. Al momento opportuno, quando la Chiesa sarebbe stata screditata, maltrattata, umiliata dalle Nazioni e dai loro statisti massoni ed illuminati, quando il Papa santo e retto sarebbe stato cancellato dal cuore dei cristiani, soltanto allora avrebbero attuato il loro piano. Il nuovo papa sarebbe stato latinoamericano."

Spero solo di non essere stato profetico.

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