ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 2 maggio 2013

Chi di parole colpisce...


I rischi dell’improvvisazione, nelle omelie a braccio che papa Francesco pronuncia ogni mattina nella cappella della residenza di Santa Marta, si sono puntualmente materializzati quando il 24 aprile egli ha toccato il tasto dello IOR, come segnalato dall’ultimo servizio di www.chiesa.
Il riferimento esplicito da lui fatto alla “banca” vaticana ha dato la stura a una serie di congetture su ciò che il nuovo papa intenderebbe fare non solo dello IOR ma dell’insieme della curia.

Per gettare acqua sul fuoco, il 1 maggio “L’Osservatore Romano” e poi la sala stampa della Santa Sede hanno pubblicato una messa a punto ufficiale da parte del sostituto della segreteria di Stato Angelo Becciu, “dopo aver parlato con il Santo Padre”, nella quale tra l’altro viene detto:
“Il papa è rimasto sorpreso nel vedersi attribuite frasi che non ha mai pronunciato e che travisano il suo pensiero. L’unico cenno in merito è stato durante una breve omelia a Santa Marta, fatta a braccio, in cui ha ricordato in modo appassionato come l’essenza della Chiesa consista in una storia di amore tra Dio e gli uomini, e come le varie strutture umane, tra cui lo IOR siano meno importanti. Il riferimento è stato un cenno di battuta, motivato dalla presenza alla messa di alcuni dipendenti dell’Istituto, nel contesto di un serio invito a non perdere mai di vista l’essenzialità della Chiesa”.
Nell’intervista, Becciu pianta dei paletti anche sull’annunciata riforma della curia e sul ruolo degli otto cardinali nominati da papa Francesco come suoi “consiglieri”.
Leggendo tra le righe, è facile intuire che il bersaglio della messa a punto non sono tanto le “speculazioni” dei media quanto le dichiarazioni più o meno avventate di vari ecclesiastici, interni ed esterni alla curia.
Uno dei più loquaci è stato il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del pontificio consiglio per i testi legislativi, succeduto nel 2007 in questo ruolo al cardinale Julián Herranz ma a lui molto inferiore per competenza, a giudizio dei maggiori specialisti in diritto canonico.
Prima di essere chiamato in curia, Coccopalmerio era stato vescovo ausiliare e “moderator curiae” nell’arcidiocesi di Milano.
E l’idea di introdurre anche nella curia romana il ruolo di “moderator”, come già non bastassero il segretario di Stato e il sostituto, è stata appunto una delle innovazioni che egli ha affacciato nei giorni scorsi, come chiave di volta di un suo progetto dato come già pronto di riforma della curia.
Ma pochi sanno che, quando egli inventò e svolse tale ruolo a Milano, l’allora arcivescovo Carlo Maria Martini, di cui pure si professa discepolo ed ammiratore, non ne apprezzò affatto le prestazioni ed anzi, cercò di liberarsi di lui offrendogli la promozione alla testa di una piccola diocesi, promozione che però egli rifiutò.
In compenso, qualche anno dopo Coccopalmerio approdò a Roma sotto l’ala del cardinale Tarcisio Bertone, a una carica ben più elevata.
Nell’ultimo conclave egli si è dato molto da fare per contrastare la candidatura del successore di Martini a Milano, il cardinale Angelo Scola, e per favorire l’elezione di Jorge Mario Bergoglio.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/05/01/la-loquacita-senza-moderazione-che-tanto-irrita-il-papa/

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