Il 7 marzo 2013 p. Serafino M. Lanzetta pubblica un articolo sul «Corriere Fiorentino» dal titolo Quell'incompatibilità tra Chiesa e Massoneria. Ad esso replica in data 26 marzo Moreno Milighetti, con un pezzo dal titolo Chiesa e Massoneria, l'ora del dialogo. A
quest'ultimo risponde, il giorno 7 maggio 2013, sul medesimo giornale,
p. Paolo M. Siano, esperto della Massoneria. L'articolo per errore era
stato attribuito a p. Serafino M. Lanzetta. Sul «Corriere Fiorentino»
dell'8 maggio 2013 la precisazione circa la paternità di quest'ultimo
intervento, che riportiamo integralmente di seguito.
Caro Direttore,
vorrei fare qualche osservazione sull’articolo Chiesa-Massoneria: l’Ora del Dialogo
scritto da un noto massone fiorentino, pubblicato su questo giornale
nel marzo scorso, in seguito alla presentazione di due miei libri ad
Ognissanti sulla Massoneria. Riassumo, in breve, alcune tesi di
quell’articolo: 1) i contrasti tra Massoneria e Chiesa hanno radici
storiche e sono dipesi dall’opposizione del Papato all’Unità d’Italia,
ma ora tali contrasti non hanno ragione di esistere (infatti il Papato
non ha più potere temporale). 2) I massoni non fanno alcun giuramento.
3) La Massoneria non ha nulla a che fare col relativismo. 4) La
Massoneria è “scuola” di dialogo, di rispetto e di scambio di idee. 5)
Lo strumento massonico del «dubbio» aiuterebbe i credenti; come dice «un
grande cardinale cattolico», in ognuno di noi c’è un credente e un
non-credente. 6) La tolleranza massonica «aconfessionale» sarebbe
l’antidoto contro l’integralismo e il totalitarismo. 7) La Massoneria,
come la Chiesa, sostiene la difesa di «valori tradizionali». 8) È «l’ora del dialogo».
Ora
mi permetto di replicare a ciascuna delle tesi su enunciate, punto per
punto (i numeri tra paretensi si riferiscono alle tesi su enunciate,
ndr):
1)
L’incompatibilità e i contrasti storici tra Massoneria e Chiesa hanno
in realtà profonde radici di carattere filosofico, teologico e
spirituale, e permangono tuttora. Il “DNA” o l’ “essenza” della
Massoneria comprende questi tre elementi oggettivi, tra loro fortemente
intrecciati: a) un umanesimo adogmatico e mètadogmatico [cioè che
pretende di “scavalcare” (come la bara di Hiram?), o superare, tutti i
dogmi religiosi ed etici], un umanesimo che, di fatto, è soggettivista e
relativista; b) una ritualità che pretende un’efficacia sacrale (ossia:
mettere in contatto la Loggia e il singolo massone con una qualche
presenza “sacra”), ontologica e psicologica sul singolo massone e sulla
Loggia; c) un esoterismo gnostico che vede nelle scienze “esoteriche”
(Alchimia, Cabala, Ermetismo, gnosticismo, ecc.) la chiave, la via, il
mezzo per la ricerca interiore del proprio “Sé” o “Io” divino.
2)
Dal ‘700 i massoni fanno giuramenti, promesse o obbligazioni solenni al
cospetto del Grande Architetto dell’Universo. È certo che nel ‘700 i
rituali e giuramenti massonici obbligavano i massoni al segreto
iniziatico sotto pena di morte in caso di spergiuro e tradimento. Quelle
frasi rituali erano soltanto “simboliche”? È chiaro che quei giuramenti
massonici costituiscono uno dei motivi per cui nel 1738, Papa Clemente
XII promulgò la prima bolla di condanna contro la Massoneria.
3-5)
Il “relativismo” pratico e il «dubbio» sono gli strumenti, ora
impliciti ora espliciti, con cui i massoni, di fatto, sradicano
l’adesione (ferma e certa) dei fedeli ai dogmi religiosi ed etici.
Ovviamente se qualche ecclesiastico mostra sintonia con il pensiero
massonico, costui viene lodato dai massoni in antitesi agli
“integralisti” (ossia coloro che zelano chiaramente la Fede e il Dogma
cattolico).
6)
La “tolleranza” massonica, «aconfessionale», genera praticamente
relativismo e secolarismo e ciò non aiuta affatto i credenti, sia nella
loro vita privata che in quella pubblica.
4)
La Massoneria non è semplicemente un club umanista e dialogico, bensì
un’associazione iniziatica ed esoterica con gradi e rituali, non sempre
conoscibili dal pubblico profano. In nome della libertà di pensiero e di
ricerca, i massoni amano mettere in dubbio i dogmi cristiani, tuttavia
non sopportano che i profani indaghino le loro strutture iniziatiche
(Riti, rituali, gerarchie, esoterismo). I massoni amano la “trasparenza”
solo per quel che concerne la filantropia e una qual certa dialogicità.
Ma del “volto” iniziatico ed esoterico, essi cercano di mostrare il
meno possibile. Può accadere anche che alcuni massoni rifiutino a
studiosi profani riviste, scritti, libri in cui autori massoni
approfondiscono i contenuti iniziatici di riti, rituali, simboli e
leggende massoniche; si tratta di contenuti che attingono al “mondo”
gnostico: Alchimia (“spirituale” o “interiore” o esoterica), Ermetismo,
Cabala, gnosticismo.
7)
Quali sarebbero quei «valori tradizionali» che – secondo il massone
fiorentino – la Massoneria può difendere insieme alla Chiesa? Cosa si
intende per «Tradizione»? Forse la “tradizione” secondo Julius Evola e
René Guénon? Evola e Guénon sono due esoteristi molto in voga in
ambienti massonici italiani e francesi.
Concludendo:
8) in un eventuale dialogo Massoneria-Chiesa, proprio in nome della
«trasparenza» vantata da vari Massoni, sarebbe necessario discutere
anche degli aspetti iniziatici ed esoterici della Massoneria (circa i
Tre Gradi fondamentali + gli Alti Gradi o Riti). Per un autentico
dialogo, i massoni dovrebbero mettere a disposizione degli studiosi
profani i testi richiesti (rituali, libri, riviste, quaderni dell’Ordine
e dei Riti, ecc.). In caso contrario il “dialogo” risulterebbe
piuttosto un monologo di parte massonica.
p. Paolo M. Siano, FI
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