ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 14 maggio 2013

Numeri da superenalotto


Nel primi anni Ottanta, quando già venivano pubblicate le prime documentate critiche al Cammino Neocatecumenale da parte di p. Rotondi e di mons. Landucci, il laico Kiko Argüello inventava i «didàscali», cioè i laici neocatecumenali incaricati di preparare i bambini alla prima Comunione.

In un suo intervento a Madrid del 3 febbraio 1985 (PDF) (originale spagnolo qui) Kiko presenta alcuni tratti fondamentali del Cammino che dopo trent'anni non sono affatto cambiati: ubbidienza ferrea ai cosiddetti "catechisti" del Cammino, superbia e arroganza, senso di superiorità rispetto ai cristiani della domenica, imposizione ai bambini di fare "monizioni" e "girotondo col passetto"...



Kiko fabbrica il titolo nobiliare di "didàscalo": gli assegna un "carisma", una "autorità", gli assegna il dovere di "lottare" contro i genitori dei bambini, disprezzabili plebei "nevrotici" e "sentimentali" che devono solo umilmente "chiedere" ai cosiddetti "catechisti". Sentiamo cosa dice Kiko:
Cominciamo parlando dell'Eucaristia dei bambini che hanno fatto la Prima Comunione. In questo senso dovete avere le idee molto chiare perché voi, come didascali, dovrete a volte lottare con certi atteggiamenti sentimentali dei genitori; in questo senso dovete avere autorità. Voi siete didascali, maestri di bambini e si suppone che se nella comunità, il Signore, vi ha dato una missione, avete un carisma, vi devono rispettare. Se hai qualche problema coi genitori, per questo hai i catechisti, possiamo illuminarti su alcune cose. Perché ci sono sempre genitori che sono un po' nevrotici o che hanno un atteggiamento sentimentale, non possono sopportare che il bambino soffra niente e commettono molti errori.
Molte delle ingiustizie del Cammino derivano proprio dal fatto che Kiko, a dei laici, dice: avete un carisma, avete autorità, vi devono rispettare! Il "carisma" consiste naturalmente nella fedeltà a Kiko, non nella fedeltà alla Chiesa (infatti quando Kiko e il Papa dicono due cose diverse, per esempio riguardo la liturgia, tutti gli emissari di Kiko seguono la parola di Kiko a costo di disubbidire al Papa).

Andiamo avanti: qui Kiko dice che la liturgia neocatecumenale vale 100, mentre quella parrocchiale vale 20, e perciò proibisce di mandare i bambini neocatecumenali in parrocchia:
Dico questo perché ai bambini del Cammino Neocatecumenale che si preparano alla Prima Comunione noi facciamo una preparazione a parte. La parrocchia ha una messa per i bambini che si preparano alla Prima Comunione e vorrebbe che anche i nostri partecipassero a questa messa. Ma noi non siamo d'accordo perché i nostri bambini non vivono assolutamente la situazione degli altri bambini che vengono al catechismo; è completamente differente. Sarebbe come farli passare da una cosa che vale cento a una cosa che vale venti.

"Carismi" del Cammino...
Kiko obbliga i bambini a partecipare alle liturgie del Cammino perché altrimenti guardano sicuramente i film porno in TV:
Noi non siamo d'accordo con i genitori che senza alcun motivo permettono ai loro figli di non venire all'Eucaristia. Devono assolutamente venire all'Eucaristia perché, inoltre, abbiamo scoperto molte cose. Abbiamo scoperto che il bambino ti dice che si annoia molto che è molto stanco, e - come sono intelligenti i ragazzi - risulta che non era esattamente questo (parlo soprattutto dell'Italia) ma avendo già visto i programmi televisivi sa a che ora c'è un film e allora ti salta la celebrazione. Sta di fatto che rimangono in casa e non appena i genitori vanno via accendono la TV e vedono i film che non possono vedere. Immaginatevi che in Italia ci sono cento canali televisivi e a volte trasmettono perfino film pornografici. Ci sono tre canali che tutta la notte trasmettendo film, uno dietro l'altro, e di ogni tipo, e ciò è una cosa molto grave.

Kiko si arrabbia perché molti genitori non vogliono far «annoiare» i figli nelle farraginose liturgie neocatecumenali e si rifiutano di praticare un moralismo:
Ci siamo arrabbiati con molti genitori che, perché il bambino diceva che si annoiava, non lo portavano all'Eucaristia. Il bambino deve comprendere l'importanza dell'Eucaristia e il padre nella sua casa deve mettere una gerarchia di valori: Dio al primo posto e con questo non si scherza!. Il ragazzo deve vedere che il padre e la madre sono uniti, sono seri in questo senso, che non discutono mai.

Incredibile: nel 1985 Kiko già si lamentava che le eucarestie neocatecumenali sono "lente", incomprensibili ai bambini, e che le cosiddette "risonanze" sono noiose:
Quando già i bambini vengono all'Eucaristia e c'è un numero considerevole di essi, facciamo in modo che l'Eucaristia sia leggera. Per ciò, il responsabile o qualcun altro deve preoccuparsi di velocizzare l'Eucaristia, non deve neanche essere una cosa eccessivamente pesante. I bambini normalmente non connettono più quando incominciano le esperienze degli adulti, perché alcuni parlano con un linguaggio che loro non capiscono; non lo capiscono perché parlano di cose che noi altri comprendiamo, ma il bambino non lo capisce ed allora ascoltare, seguire, gli costa fatica. Forse ascolto alla prima, ma alla terza risonanza già ascolto difficilmente.
Qui occorre riflettere: proprio loro, proprio i neocatecumenali che disprezzano la liturgia "tridentina" in cui -secondo loro- non si "capisce niente", proprio loro, con le loro omelie laicali denominate "risonanze" non riescono a farsi capire nemmeno dai loro figli! Kiko, già nel 1985, sta implicitamente ammettendo che le liturgie neocatecumenali sono farraginose, "lente", noiose per i bambini, addirittura incomprensibili: i cosiddetti "adulti" del Cammino fanno le loro omelie improvvisate in cui a stento si capiscono tra di loro, in una sagra parolaia che pretendono essere una liturgia eucaristica...!


Un altro tratto della spiritualità neocatecumenale è mettere in imbarazzo i partecipanti. A cominciare dai bambini stessi. Anche chi non vuole parlare, "deve" intervenire: ed infatti vediamo qui Kiko comandare che i bambini vadano interrogati durante la liturgia, anche se ciò li opprime:
La cosa ideale è che spontaneamente i ragazzi si alzino e dicano la loro esperienza o ciò che vogliono, come un adulto. Se vedete che gli adulti hanno detto due, tre, quattro esperienze ed i bambini sono silenziosi, è bene allora che il didascalo domandi loro: "vediamo, a te che ti ha detto la Parola?" I bambini devono sapere che cosa il maestro domanda loro... Gli adulti sono arrivati a protestare perché il presbitero si mette a parlar loro con vocina da bambino, e ad interrogare il bambino e il bambino è lì represso... Quando fate il gruppo per preparare l'Eucaristia, prendete un bambino e mettetelo nell'equipe come un adulto (che vada senza i suoi genitori, se è possibile o che lo lascino uscire o che vadano gli altri a chiamarlo; questo dovete vederlo voi) e gli fate fare una ammonizione.

Imbarazzanti "liturgie" neocat
che bisogna imporre a tutti:
bambini, adulti e anziani
Ecco un altro esempio di moralismo neocatecumenale, finalizzato solo ad eseguire le pagliacciate del Cammino, qualcosa su cui Kiko non transige: anche i bambini devono fare lo "stupendo" balletto col girotondo alla fine della celebrazione:
...i bambini non devono essere soli e soprattutto, il didascalo deve conoscerli perché ci possono essere due che sono amichetti e tutta la celebrazione la passano a chiacchierare e allora bisogna separarli, farli sedere in modo che possano vivere tutto il momento senza parlare. È normale che questo costi loro qualcosa, ma è meraviglioso che stiano con i genitori, è stupendo che dopo danzino con i genitori; è meraviglioso che stiano nella festa. [...] E' penoso che alcuni genitori non vogliano portare i bambini, questa è una deformazione ed è necessario in questo senso fare una campagna per insistere affinché portino i loro figli. Non si può transigere assolutamente in questo.

Kiko come i testimoni di geova: la testimonianza consiste nell'attirare gli altri bambini al Cammino. Anche stavolta il centro della "missione" neocatecumenale non è la Chiesa, non è il Santissimo Sacramento, ma è l'attività del Cammino: invita il tuo compagno di scuola a recitare le Lodi a Kiko...
Sarebbe molto buono allora fare una convivenza con loro sull'apostolato nella scuola, affidare una missione ai ragazzi, guardare tutto questo con loro. "Come si può portare Gesù Cristo nella scuola, nella tua classe, ai tuoi amici?" I ragazzi possono rispondere cose stupende; ad uno si può chiedere per esempio che diventi amico del più emarginato della scuola. E come possiamo fare? "Invitalo alle Lodi con te, in casa tua, e fa che rimanga a mangiare con te. Bisogna invitare quei ragazzi che hanno per esempio le famiglie disunite, distrutte, possiamo dar loro un sostituto della famiglia con la tua propria famiglia".

Prima Comunione a confronto:
cattolica e neocatecumenale
La spiritualità neocatecumenale richiede che i singoli abbiano più legami affettivi con i laici "carismatici" del Cammino che non coi propri familiari: qui Kiko comanda che il "didascalo" sia un sostituto del padre:
Attraverso queste convivenze, che cosa pretendiamo? Pretendiamo una cosa molto semplice, che il ragazzo senta il bisogno del didascalo, deve vedere una figura distinta dal padre. Perché? Perché il ragazzo un giorno può dire al didascalo: "io con mio padre non mi capisco, perché mio padre è così, ecc..." e il didascalo possa dirgli: "non ti preoccupare, parlerò io con tuo padre..." Cioè, il maestro deve essere un amico del ragazzo, dovete farvi amici dei ragazzi. Perché quando il ragazzo avrà una crisi sa che può parlarne con il didascalo della sua comunità; un po' in questo senso.
Nessun percorso di fede ha mai richiesto gesti imbarazzanti, "nueve" estetiche, balletti col "passetto", strafalcioni liturgici, "risonanze" obbligatorie, "decime" ancor più obbligatorie, "monizioni" preprogrammate, "cammini" pluriventennali... Per maggiori informazioni, chiedete direttamente a santa Teresa di Lisieux, chiedete a san Pio da Pietrelcina, chiedete a Nennolina (morta a sei anni e mezzo e di cui è in corso il processo di beatificazione), chiedete a san Domenico Savio (neanche quindicenne, santo)...

In sintesi, abbiamo visto che Kiko stesso trent'anni fa come oggi, esige:

  • che i suoi "carismatici" emissari laici (i cosiddetti "catechisti", i "didascali" e tutta la variopinta nobiltà neocatecumenale) regolino con autorità la vita dei singoli e delle famiglie
  • che gli imbarazzanti gesti del Cammino siano imposti a tutti, anche ai bambini
  • che il ruolo della parrocchia consista solo nel fornire al Cammino salette per le celebrazioni e fedeli da portare alle cosiddette "catechesi"
  • che le liturgie che hanno inventato lui e la Carmen, obbligatorie per tutti i "camminanti", zeppe di strafalcioni e abusi liturgici, valgono 100 rispetto a quelle parrocchiali che valgono solo 20.

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