L’ipocrisia dei “cattolici adulti” e delle comunità di base
Chi pensa che la forza anticlericale italiana attinga da fantomatiche associazioni laiciste si sbaglia di grosso. Il vero cuore dell’antipapismo è da cercarsi nei cosiddetti “cattolici adulti”, «nel senso dell’atteggiamento di chi non dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi pastori» (Benedetto XVI, 28/06/09).
La Chiesa abbraccia tutti,
amici e nemici, e ognuno è libero di vivere la sua fede o non fede come
vuole. Però per essere cattolici occorre comportarsi come tali e non
soltanto “sentirsi”, non si può infatti essere
cattolici e prescindere dalla Chiesa, così come d’altra parte è una
contraddizione dirsi vegetariani, muratori o genitori se si mangia
carne, se si lavora il legno e se non si hanno figli. Lo stesso vale per
chi vuole essere cattolico (dev’essere una scelta consapevole e non
solo una fedeltà alla tradizione!).
Come dicevamo, i “cattolici adulti” sono il vero motore dell’anticlericalismo tant’è che coscientemente o no vengono usati come burattini
dal mondo anticattolico vero e proprio, felice di poter approfittare di
queste posizioni esasperatamente dissidenti per creare il “fuoco amico”
contro la Chiesa, portando così acqua al suo mulino. In campo bioetico
il gioco riesce perfettamente: è noto il tentativo dei media di contrapporre continuamente le indicazioni della Chiesa-istituzione (copyright Marco Politi de “Il Fatto Quotidiano”) sui “valori non negoziabili”, alle obiezioni delle cosiddette “comunità di base”
(cioè i “cattolici adulti”, appunto) indicate come il vero popolo
cattolico, relegando chi invece è d’accordo con la Chiesa a pochi
fanatici, fondamentalisti, ultracattolici e così via. Peccato che queste
fantomatiche “comunità di base” non esistano (al massimo esistono le comunità parrocchiali) e siano un’invenzione post-sessantottina per indicare appunto coloro che pensano di essere i tutori della Chiesa, piuttosto che i figli (da qui l’idea di “adulti”).
Se ci si reca sul sito web di una di queste comunità di base, l’agenzia “Adista” si legge il desiderio di offrire “fatti, notizie e avvenimenti sul mondo cattolico e sulle realtà religiose”. Eppure se si osservano gli articoli pubblicati si nota una curiosa situazione: si riporta l’esultanza del “Manifesto” per la lieve diminuzione dell’8×1000 alla Chiesa, ci si schiera dalla parte delle scuole non paritarie (e dunque in larga parte contro quelle cattoliche), si rende noto un buco di bilancio nella diocesi di Terni sottolineando come sia coinvolto mons. Paglia, si festeggiano i teologi che si sono portati fuori dell’organizzazione ecclesiastica per i loro comportamenti e i preti omosessuali, si denigra il movimento ecclesiale di “Comunione e Liberazione” e così via attraverso un linguaggio caro alla scandalistica anticattolica (come ad esempio: “In un libro tutto quello che avreste voluto sapere sullo Ior ma che il Vaticano non vi ha mai detto”). Queste sono le tematiche a cui si dedicano le comunità di base cattoliche? Guarda caso le stesse a cui si interessano anche le agenzie laiciste e anticlericali…forse perché l’obiettivo in fondo è identico?
“Adista” e altre organizzazioni (il mensile Confronti, la “Comunità di base di San Paolo”, “Noi Siamo Chiesa”, gli omosessuali credenti di “Nuova proposta”, il “Cipax” ecc.) si sono fatte recentemente notare per aver pubblicamente criticato il quotidiano “Avvenire”, il quale ha dato notizia
dell’ottima iniziativa di alcune associazioni romane e nazionali (come
Forum Famiglie, Scienza e Vita, Retinopera, Rinnovamento nello Spirito,
Mcl ecc.) di inviare delle domande ai candidati sindaci di Roma, Gianni Alemanno (PDL) e Ignazio Marino
(PD), su alcune tematiche care ai cattolici (vita, famiglia e scuola):
Alemanno ha risposto prontamente mentre Marino ha snobbato l’iniziativa,
come riportato da “Avvenire”. Le sedicenti Comunità di base si sono svegliate e hanno attaccato Alemanno per “l’opportunismo elettorale” e l’Avvenire per “invadenza”. Hanno dunque ribadito il rispetto della “laicità delle istituzioni”
citando a sproposito papa Francesco, il quale in realtà ha
espressamente chiesto da arcivescovo e cardinale di difendere i valori
non negoziabili come ha fatto notare il vaticanista Sandro Magister.
In ogni caso inviare delle domande su
temi specifici ai candidati sindaci per aiutare i cittadini a scegliere
in modo più informato è una cosa molto utile e realizzata da moltissime organizzazioni
e aree culturali (lo fanno gli imprenditori, le associazioni familiari,
gli enti di omosessuali e perfino gli atei). Appare dunque una protesta
davvero ipocrita, come fortemente ipocrita è inneggiare alla laicità e contemporaneamente pubblicare un elogio a don Andrea Gallo,
il sacerdote che più di tutti ha violato costantemente la laicità delle
istituzioni mischiandosi con il potere politico genovese. Lui stesso, come abbiamo
fatto notare, si definiva “consigliere del sindaco”…eppure mai nessun
richiamo dalle sedicenti comunità di base e dai cavalieri non
autorizzati della laicità.
Ricordiamo che Benedetto XVI ha bacchettato più volte i cosiddetti cattolici adulti, spiegando: «La
parola “fede adulta” negli ultimi decenni è diventata uno slogan
diffuso. Ma lo s’intende spesso nel senso dell’atteggiamento di chi non
dà più ascolto alla Chiesa e ai suoi Pastori, ma sceglie autonomamente
ciò che vuol credere e non credere – una fede “fai da te”,
quindi. E lo si presenta come “coraggio” di esprimersi contro il
magistero della Chiesa. In realtà non ci vuole per questo del coraggio,
perché si può sempre essere sicuri del pubblico
applauso. Coraggio ci vuole piuttosto per aderire alla fede della
Chiesa, anche se questa contraddice lo “schema” del mondo
contemporaneo”». Il Pontefice riteneva «infantile il correre dietro ai venti e alle correnti del tempo», una fede veramente adulta (cioè matura), invece deve «impegnarsi per l’inviolabilità della vita umana
fin dal primo momento, opponendosi con ciò radicalmente al principio
della violenza, proprio anche nella difesa delle creature umane più
inermi. Fa parte della fede adulta riconoscere il matrimonio tra un uomo e una donna per tutta la vita come ordinamento del Creatore, ristabilito nuovamente da Cristo. La fede adulta non si lascia trasportare
qua e là da qualsiasi corrente. Essa s’oppone ai venti della moda. Sa
che questi venti non sono il soffio dello Spirito Santo; sa che lo
Spirito di Dio s’esprime e si manifesta nella comunione con Gesù Cristo».
Probabilmente sarà un grosso dispiacere per le fantomatiche comunità di base sapere che secondo un’indagine di Demos-Coop per la Repubblica delle Idee, al primo posto nel dizionario del nostro tempo c’è Papa Francesco.
Vettore del consenso e del cambiamento, riferimento condiviso da tutti,
a destra ma anche a sinistra, soprattutto fra le donne. Il Pontefice
della Chiesa-istituzione è apprezzato da tutti, un altro dono dei
signori cardinali e dello Spirito santo per la nostra conversione (e questo non significa affatto criticare Benedetto XVI, come ha fatto
notare Enzo Bianchi). Nostra e degli amici cattolici che si sentono
così tanto “adulti” da non aver più bisogno della Chiesa e poter tradire
Gesù Cristo e i suoi insegnamenti: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,2-3)
La redazione
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