(A lato don Floriano Abrahamowicz dà alle fiamme i testi del Conciliabolo Vaticano II) |
Il movimento francese «Civitas» che si batte contro il «matrimonio» tra persone dello stesso sesso, “pour défendre le mariage, la famille et la France catholique”, nei suoi ultimi comunicati avverte che non si tratta dell’ultimo attacco della rivoluzione, “car il faut bien se rendre compte que le mariage entre personnes de même sexe n’est que la première étape d’un plan que le gouvernement a déjà rendu public dans des documents officiels qu’hélas personne ne lit. La suite ?”
Infatti, si prepara ovunque un lungo piano d’ingegneria genetica di cui fa parte non solo un’eutanasia eugenetica. Questi resistenti avvertono pure che per combattere tali piani degeneri ci si dovrebbe risalire a un’ingegneria legislativa precedente che tocca temi della famiglia, come quelli bioetici; dal divorzio all’aborto e all’inseminazione perfino eterologa. Insomma, ci sarebbe da ricordare tutta la gran scalata rivoluzionaria contro la legge naturale e divina, risalente alla rivoluzione francese originale.
Si potrebbe continuare a dissertare sulle rivoluzioni culturali che stanno demolendo sistematicamente la Civiltà Occidentale, ma non basta se non si risale al suo motore: l’oddio al Cristianesimo.
Ciò va ancora capito nel processo «culturale» innescato da Antonio Gramsci e dalla Scuola di Francoforte per far marcire dal suo interno la struttura naturale della Famiglia e dello Stato che si poggia sull’autorità naturale del Padre, il cui Verbo si è fatto carne per portare un ordine sufficiente nel mondo umano decaduto e dominato dal male. Ma l’uomo è più propenso ad aprirsi ad ogni aberrante «cultura» moderna che non alla Parola che edifica le anime e anche la società umana. Tutto in nome di «gnosi» aggiornate a «principi scientifici» come quella elucubrata da Freud e compagni, per cui “la storia dell’uomo è la storia della sua repressione”.
E il concetto dell’uomo «vittima» ha fatto strada, emergendo nella gnosi freudiana come la più rifinita accusa contro la Civiltà Occidentale, da affrontare con il liberatorio motto rivoluzionario di «tutto il potere al piacere». Sembrò allora una razionalizzazione diretta al «male» della repressione nella Civiltà, mentre in verità dimostrava l’inversione della stessa razionalità naturale, per esempio sulla ragione, sul vero fine della sessualità.
Su quest’inversione si è costruita quella «religione civile della nuova etica» descritta bene da Marcello Veneziani (v. articolo su Il Giornale, riprodotto da agerecontra).
Ecco allora scatenata la lotta in campo pseudo scientifico contro la responsabilizzazione dell’uomo occidentale. Tutto secondo l’opera freudiana caratterizzata dalla persistenza compulsiva nel centrare il problema umano sulla «repressione» religiosa della libertà ai piaceri. Freud vuol difendere l’aspirazione umana alla felicità, scambiandola col piacere. Ma poiché la vera libertà esiste solo nel piano spirituale e si sviluppa solo nel senso del bene creato e manifestato, tale «libertà carnale» è frutto dell’alienazione dell’uomo che, per una conquista materiale svende i valori spirituali che danno senso alla vita. Come se la vita fosse per il sesso e non il sesso per la vita, e come se il dono della vita non suscitasse il pensiero di una risposta di responsabilità verso il Creatore della vita.
Dall’inizio della Storia, tutti i popoli hanno manifestato tale pensiero offrendo sacrifici. Ma la «nuova cultura» d’ispirazione marxiana e freudiana, che altro non è se non il frutto di elaborazioni intellettualoidi contrarie a ogni elevazione del pensiero, vede la rinuncia alla soddisfazione dei piaceri – visti come bisogni vitali – come repressione.
Ecco il «bisogno di una rivoluzione mentale che faccia valere queste esigenze per far nascere un paradiso in terra in base alle conquiste delle utopie su una nuova «civiltà». Wilhelm Reich è stato il loro profeta nel paradiso sovietico, dimostratosi vero inferno.
La cosa andava quindi rielaborata per sfondare in un Occidente spensierato e opulento.
Un autore che ha lavorato con successo nella rielaborazione di queste elucubrazioni freudiane è stato Herbert Marcuse. Per lui anche se i pensieri e intuizioni di Freud, che avevano una decisiva valenza rivoluzionaria, erano ancora frutto di una «filosofia» ideologicamente conservatrice. In breve, Marcuse divenne padrino della rivoluzione americana, formato mondiale, col motto «fate l’amore e non la guerra»! Per aderirvi la gioventù non aveva neanche bisogno di leggere il suo astruso «Eros e Civiltà» (del 1955) per capire il messaggio e più ancora, metterlo in pratica per abbattere quanto restava di quell’altra civiltà del «Law and Order», di cui si vantava l’America democratista!
Siamo all’inizio degli anni Sessanta e alla «spallata» data da Giovanni 23 alla «libertà di coscienza e religione» della «Pacem in terris» che divenne basilare per la Dichiarazione dei diritti alla libertà religiosa del Vaticano 2 con la «Dignitatis humanae», per cui il cardinale Ottaviani dichiarò che i pochi anni di pontificato roncalliano hanno fatto più danno al Cattolicesimo che secoli di protestantesimo.
Infatti, in un ambiguo gioco di parole i chierici conciliari offrivano la nuova libertà «dovuta» alla «dignità umana» come implicito contributo a una nuova rivoluzione scoppiata in tutto il mondo. Fu il Sessantotto, figlio degli schiamazzi rivoluzionari delle piazze europee e americane contro un’ipotetica «repressione» sociale, legata pure a una storica repressione cattolica.
Che a ciò partecipasse un clero decadente lo si evince dall’abbandono in massa nelle schiere sacerdotali e religiose, con l’uscita e sconversione scandalosa di migliaia di preti in tutto il mondo. In quel periodo furono tanti a disertare la Chiesa, ma non le vie aperte dalle dichiarazione liberatorie del Vaticano 2 per la «dignitatis humanae», di cui, forti delle teorie freudiane e marxiane delle teologie di liberazione, divennero araldi festosi.
Dalle ambiguità ereticali di quel conciliabolo è sorto così un ramo clericale della nuova «cultura» della rivendicazione totale contro una «repressione» sociale e religiosa.
Essa è quella più esplicitata ora dalle parole e atti cui si dedica pure Bergoglio. Infatti, più si scava e più si scopre che il Vaticano 2 e i suoi falsi cristi erano e sono promotori delle intenzioni modernistiche e massoniche, improntate allo gnosticismo del «culto dell’uomo» messo in atto dalla dominate «religione civile della nuova etica».
Trattasi in verità dell’antireligione che finora ha avuto per frutti clamorosi la divisione delle famiglie, la denatalità, l’aborto, il potere omosessuale, il «matrimonio gay», lo show delle FEMEN, insomma una deresponsabilizzazione generale secondo il senso postmoderno d’avanguardia per cui «la religione uccide», ma il sesso libera!
Perché non si vuol capire che l’origine del problema è in una grave inversione religiosa e che contro simile insidia non resta che il potere divino del vero esorcismo cattolico?
Perciò è sempre più importante ricordare l’atto solenne di Don Floriano Abrahamowicz quando, indossando paramenti solenni, ha bruciato il libro del Vaticano 2.
Ciò, senz’altro, si rifaceva all’esorcismo di Leone XIII, riguardante il Trono della Verità.
Infatti, i Papi erano allerta nella difesa della Chiesa contro i mali mascherati dal «bene» della libertà e fraternità, ma senza il Padre. Anzi, con patrigni spergiuri.
Crede, chi scivola nell’apostasia, che sarà scusato nel seguire il motto dei falsi pastori?
L’avvertimento per discernere su ogni inganno degradante non è forse evangelico?
L’avviso più grave è quello dato da Gesù per i tempi escatologici: «Badate che nessuno vi inganni; molti verranno nel Mio nome, dicendo: Io sono il Cristo, e trarranno molti in inganno» (Mt 24, 4). Falsari che nello stesso nome di Gesù Cristo e degli Apostoli, assumono un’autorità per ingannare ed essere accolti e lodati nella loro opera malefica.
La distruzione della Cristianità e l’ascesa dell’Anticristo sono conseguenza di un grave «avvilimento» dell’autorità cattolica e del Papato; prima con lo sgangheramento delle porte della Chiesa, nello stesso nome di Cristo, poi col sovvertimento della sua Fede, finalmente, col massimo inganno della libertà religiosa che giustifica la ribellione.
Siamo infatti alla tappa finale con l’«eliminazione» virtuale della vera autorità papale con tutto il suo seguito fedele, figurata nella visione del Terzo Segreto di Fatima, profezia tuttora raggirata perché prelude all’inganno finale che non si vuole ammettere.
Papa Leone XIII nella sua «Diuturnum» denunciava la Riforma come «matrice di una falsa filosofia, madre del diritto moderno, della sovranità del popolo e delle false libertà»; processo rivoluzionario per cui «la rivoluzione francese non è stata altro che una vendetta della Riforma». Tutto per pervertire e diffondere il naturalismo agnostico ed evoluzionista che, cancellando esistenza dell’anima spirituale, colpisce la Cristianità e i suoi Capi. Si può capire allora l’epurazione introdotta in Vaticano per decapitare la vera Autorità cattolica, sostituendola con i falsi pastori della grande inversione!
In quali termini? Già Papa Pio VII scriveva sulle leggi rivoluzionarie per cui «si permette la libertà di culto e di coscienza…; per ciò stesso si confonde la verità con l’errore, e si pone al pari delle sètte, eretiche, e anche della perfidia giudaica, la Sposa santa e immacolata di Cristo, la Chiesa, fuori della quale non vi è salvezza… Il Papa parla delle sovversioni ereticali ed ecumeniste allora iniziare e ora presenti nel succo venefico dei documenti conciliari, dalla «Lumen gentium» alla «Dignitatis humanae», dalla «Gaudium et Spes» alla «Nostra aetate», promosse da questi «papi conciliari»! Così; Per la Tradizione e i suoi fedeli fu preparato un mattatoio virtuale, nella scia di Napoleone che ha stabilito ovunque l’uguaglianza tra i culti, cacciando religiosi, imponendo la spartizione forzata perfino di chiese, abolendo corporazioni, rovesciando voti e l’uso di beni ecclesiastici; in una parola, distruggendo l’antico ordine e dandosi da fare per sostituire la Civiltà cristiana con una civiltà i cui principi e fondamenti sarebbero stati i dogmi rivoluzionari della libertà, uguaglianza e fraternità ecumenista.
Pendono da allora tanti mali interni alla vita ecclesiale, in breve manifestatisi, come ben videro i Papi a conoscenza dell’Avviso di La Salette: «Roma perderà la Fede e diverrà la sede dell’Anticristo!»
Papa Leone XIII stabilì allora esorcismi per evitarlo, poiché sarebbe la rivoluzione dell’inganno interno alla Chiesa e al Papato, le infiltrazioni massoniche nella Chiesa, per cui la Massoneria aveva il proposito di corrompere insensibilmente i membri del clero e della gerarchia, con i falsi princìpi della Rivoluzione. Piano massonico descritto a fondo nel documento del «profeta» illuminato di questo «nuovo Cristianesimo», l’ex canonico Roca (1830-1893) convertito alle Società Segrete, vero precursore dei tempi dell’intrinsecamente perverso Vaticano 2, dove imperò l’idea di Roca attraverso il gesuita massone Teilhard de Chardin e compagni: «Per ottenere un papa nella misura richiesta, si tratta, per primo, di preparargli una generazione all’altezza del regno che ci prefiggiamo… preparare la Chiesa Universale… un’evoluzione.
E tutto attraverso un futuro Concilio indetto da un futuro papa: «Il Concilio del Vaticano (nuovo) non dovrà, come Cristo, rivelare ai suoi fratelli un nuovo insegnamento… ma semplicemente confermarli in quella civiltà moderna, i cui (nuovi) princìpi evangelici, le cui idee e opere essenzialmente cristiane divengano, senza che se ne accorgano, i princìpi, le idee e le opere delle nazioni rigenerate prima che Roma sognasse di preconizzarle. («Glorieux Centenaire», 1879, pagina 111)».
La Rivoluzione pianificava, soprattutto, di assorbire il Papato con l’erezione di «papi» per battezzare le idee sulla libertà, uguaglianza e fraternità della «religione dell’uomo che si fa dio», come ha detto Paolo 6º alla chiusura del Vaticano 2; di esaltare la «profonda religiosità di Lutero», come ha detto Giovanni Paolo 2º, ecc. Insomma per lodare una gioventù ribelle che urla contro la religione che curava la sopravvivenza della spiritualità umana, come Dio l’ha creata e Gesù Cristo l’ha redenta.
«Colpirò il Pastore, e le pecore del gregge saranno disperse!» (Mt 26,31; Mc 14,27).
Ecco il momento in cui le «nazioni» si scandalizzano di Gesù, Pastore e Maestro mandato da Dio; è il «tempo delle nazioni» che finisce (Lc 21, 24).
Quando e come il Pastore fu colpito?
Oggi lo sappiamo tristemente. Quando nel suo posto si elevarono mercenari aperti agli applausi e alleanze con i nemici della Chiesa.
E ora c’è Jorge Bergoglio, per il quale anche gli atei sono redenti, malgrado loro stessi! �
Ecco la necessità dell’intero esorcismo di Papa Leone XIII invocando San Michele Arcangelo contro i poteri di Satana il cui brano soppresso nelle edizioni correnti è: «Le orde astuziosissime hanno riempito di amarezza la Chiesa, Sposa Immacolata dell’Agnello, e l’hanno inebriata con l’assenzio; si sono messi in opera per realizzare tutti i loro empi disegni. Là, dove è costituita la Sede del Beatissimo Pietro e Cattedra della Verità per illuminare i popoli, là, hanno collocato il trono dell’abominazione della loro empietà, affinché, ferito il Pastore, le pecore fossero disperse!».
La figura centrale della Profezia di Fatima è il Papa, sommo rappresentante di Cristo nel mondo. Il suo «eccidio virtuale» fa ormai capire la «liquidazione» del Papato per un tempom, come sarebbe «più chiaro» già nell’anno 1960, del malefico «pontificato» di Giovanni 23.
Che Dio ci liberi dall’opera sua e dei suoi successori traviati.
Affidiamo la Causa della Chiesa a Maria Regina, affinché alla fine si abbia il trionfo della Fede e del Suo Cuore Immacolato, insieme al Sacratissimo Cuore di Gesù.
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
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