ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 18 giugno 2013

Pre-levato?

Già nella prima riga del comunicato con cui il direttore della sala stampa vaticana, il gesuita Federico Lombardi, ha dato notizia il 15 giugno della nomina del nuovo prelato dell’Istituto per le Opere di Religione, IOR, ci sono due elementi insoliti.
Il primo è che la nomina è avvenuta “con l’approvazione del Santo Padre”. Il secondo è che il nuovo prelato è nominato non in pianta stabile ma “ad interim”, provvisoriamente.

Il nome del prescelto spiega sia l’una che l’altra anomalia. Monsignor Battista Ricca, 57 anni, bresciano, presta servizio diplomatico presso la segreteria di Stato, fino a qualche tempo fa nella seconda sezione, dove ha acquisito fama di incorruttibile, severissimo con i nunzi spendaccioni. Ma è anche direttore della Domus Sanctae Marthae e di altre tre residenze per sacerdoti e vescovi di passaggio a Roma. Jorge Mario Bergoglio lo conosce di persona, da quando ha scelto di abitare a Santa Marta invece che nel Palazzo Apostolico.
Il nuovo prelato dello IOR è quindi uomo del papa. Come prelato, ha il potere di accedere agli atti e ai documenti dell’Istituto e di partecipare alle adunanze sia della commissione cardinalizia di vigilanza, sia alle riunioni del consiglio di sovrintendenza, cioè del board della “banca” vaticana.
E la sua nomina “ad interim” fa presagire che lo IOR sarà oggetto di interventi di riforma sostanziali, non di un semplice rilancio promozionale, come farebbero pensare le campagne di stampa avviate in queste settimane dal presidente Ernst von Freyberg e dal direttore Paolo Cipriani.
Quest’ultimo è sicuramente il più in pericolo d’essere rimosso. Proprio perché è il primo responsabile di tutto ciò che è stato lo IOR in questi anni, sia nel bene che nel male.
Tornando al prelato, questa carica è stata per due volte vacante. Durante e dopo la famigerata presidenza dell’arcivescovo Paul Marcinkus il prelato era monsignor Donato De Bonis, la vera anima nera di quel periodo. Rimosso nel 1993, De Bonis non ebbe successori e nell’Annuario pontificio del 2000 la carica di prelato venne addirittura cancellata.
Ma nell’estate del 2006 la commissione cardinalizia presieduta dal cardinale Angelo Sodano (che a settembre avrebbe dovuto lasciare l’incarico di segretario di Stato) nominò nuovamente un prelato nella persona di monsignor Piero Pioppo, che di Sodano era segretario particolare.
Nel gennaio 2010 Pioppo fu fatto arcivescovo e inviato come nunzio apostolico in Camerun e Guinea Equatoriale, e di conseguenza la carica di prelato rimase di nuovo vacante.
Nel 2012 gli ispettori di Moneyval scrissero nel loro rapporto di aver appreso nei loro colloqui in Vaticano che era stato già nominato un nuovo prelato. Ma la notizia non ebbe alcuna conferma nei fatti.
La nomina, ora, di monsignor Ricca, ha tutta l’aria di aprire una pagina nuova. Più contro che pro, per l’attuale assetto dello IOR.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/06/15/prelato-del-papa-prima-che-dello-ior/
IOR, il Papa vuol vederci chiaro

Ieri è stata resa nota la nomina del prelato dello Ior, una figura prevista dallo statuto della “banca vaticana”, che era vacante dal 2010, da quando monsignor Piero Pioppo, già segretario particolare del cardinale Sodano e da quest’ultimo nominato allo Ior prima di lasciare la Segreteria di Stato, è stato promosso nunzio in Camerun.
Il nuovo prelato “ad interim” è l’attuale direttore della Casa Santa Marta, il bresciano Battista Ricca, del servizio diplomatico. Si tratta di un uomo di fiducia del Papa. Anche se nel comunicato vaticano si sottolinea come con questa nomina è stato completato l’organigramma dello Ior, dopo la designazione alla presidenza – lo scorso febbraio, con la rinuncia di Benedetto XVI già annunciata – del tedesco Ernst von Freyberg, è evidente che la nomina di ieri non era affatto scontata.
Innanzitutto perché, in modo irrituale, la designazione di Ricca da parte della commissione cardinalizia è avvenuta “con l’approvazione del Papa”. Un’approvazione non necessaria, che sta a indicare chi sia stato davvero a decidere questa nomina. E poi perché ci devono essere dei motivi d’urgenza se Francesco ha deciso di non attendere, per riempire quella casella, le nomine più importanti che farà prossimamente, a partire dal nuovo Segretario di Stato.
Il prelato è una figura chiave nell’Istituto: può vedere tutta la documentazione, ha un suo ufficio all’interno della banca, verbalizza gli incontri della commissione cardinalizia, partecipa a quelli del board dei laici, fa da raccordo tra i cardinali e il consiglio di amministrazione. E nel caso di Ricca, soprattutto, riferisce direttamente a Papa Francesco. Perché dunque questa urgente nomina “ad interim” (formula probabilmente usata per affrettare la designazione, ma che può stare anche ad indicare che non si escludono future riforme per l’istituto)?
E’ evidente che Francesco vuole essere bene informato di quanto sta accadendo allo Ior. Appena ieri è emersa la notizia sull’inchiesta riguardante un giro di assegni sospetto che coinvolge un monsignore salentino che collabora con l’APSA. Con Benedetto XVI e per suo volere l’Istituto ha iniziato un nuovo corso di trasparenza e di adeguamento agli standard internazionali. Ma ci sono ancora inchieste aperte della magistratura italiana che vedono indagati manager Ior. E non bastano le rassicuranti interviste concesse a tappeto alla stampa internazionale dal presidente von Freyberg su consiglio di una società di comunicazione esterna appena ingaggiata, alle quali si è aggiunta un’uscita clamorosa del direttore dello Ior, Paolo Cipriani, che al “Giornale” ha spiegato come la “banca vaticana” sia “essenziale” e “doverosa” per la libertà della Chiesa.
Un’intervista che è sembrata ignorare del tutto le parole di Papa Francesco come pure quelle di diversi autorevoli cardinali intervenuti di recente sulla riforma dello Ior.

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