Boom di chiese evangeliche ed emorragia di fedeli. Con i giovani il papa tenta di riprendersi il Brasile.
Da quando un papa volò per la prima volta in Brasile sono passati 33 anni. Era il 1980 e Giovanni Paolo II sbarcò in un Paese completamente diverso da quello che invece si troverà davanti papa Francesco durante la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà dal 23 al 28 luglio a Rio de Janeiro.
LA DIASPORA DEI FEDELI. Secondo i dati ufficiali, all’epoca i cattolici rappresentavano l’89% della popolazione, oggi sono il 64%. Segno della diaspora di fedeli brasiliani che dal cattolicesimo sono migrati verso altre confessioni. Un processo che si è intensificato tra il 2000 e il 2010 quando la Chiesa romana ha cominciato a perdere in media 465 credenti al giorno. Se la tendenza continuerà ai ritmi attuali, fra 20 anni i cattolici non saranno più maggioranza nel Paese.
LA DIASPORA DEI FEDELI. Secondo i dati ufficiali, all’epoca i cattolici rappresentavano l’89% della popolazione, oggi sono il 64%. Segno della diaspora di fedeli brasiliani che dal cattolicesimo sono migrati verso altre confessioni. Un processo che si è intensificato tra il 2000 e il 2010 quando la Chiesa romana ha cominciato a perdere in media 465 credenti al giorno. Se la tendenza continuerà ai ritmi attuali, fra 20 anni i cattolici non saranno più maggioranza nel Paese.
IL BOOM DELLE CHIESE EVANGELICHE. Negli ultimi 30 anni infatti, coloro che si dichiarano «senza religione» sono quadruplicati, passando dall’1,9% all’8%. Ma la stragrande maggioranza dei cattolici è andata a ingrossare le file delle chiese evangeliche, in particolare di quelle neopentecostali, congregazioni sorte soprattutto negli Anni 70 e 80.
«La società brasiliana è cambiata radicalmente», spiega a Lettera43.it Rodrigo Franklin, professore di Scienze della Religione all’Università Presbiteriana Mackenzie di São Paulo, «sotto il profilo economico e sociale. E l’orientamento religioso non fa eccezione».
IL BATTAGE TELEVISIVO. Con aggressive strategie di marketing e investimenti pesanti sui media (alcune tivù esibiscono a qualsiasi ora del giorno e della notte riti e cerimonie), le congregazioni evangeliche hanno cominciato a sottrarre milioni di fedeli alla Chiesa. Nel frattempo, alle periferie delle grandi città e nelle favelas, i templi evangelici stanno diventando sempre più spesso gli unici luoghi di aggregazione.
I PENTACOSTALI E LA CARTA DELLA MODERNITÀ. «I neopentecostali, supportati dalla teologia della prosperità, utilizzano un linguaggio più moderno e con un peso minore sulle questioni dottrinarie», sottolinea il sociologo Fabio Gomes, direttore dell’Istituto Informa di Rio de Janeiro. Se da una parte le cerimonie sono caratterizzate dal vasto utilizzo di musica e ritmi contemporanei, dall’altro le chiese evangeliche hanno rivoluzionato il tradizionale rapporto tra clero e fedeli. E questi ultimi, molti dei quali sono donne (alle quali è permesso ricoprire incarichi nel magistero), hanno cominciato ad avere voce e a diffondere in prima persona il messaggio religioso.
La pressione politica della bancada evangélica
Un messaggio che del resto è entrato con forza anche nella discussione politica. La cosiddetta bancada evangélica, che riunisce pastori e rappresentanti delle varie congregazioni all’interno del Congresso, rappresenta oggi il 14% dei deputati e il 5% dei senatori brasiliani.
Una minoranza, certo. Ma rumorosa e in grado di esercitare un grande peso alle tornate elettorali. Secondo Gomes però, «l’ambiente politico attuale, inondato da questioni che mettono a confronto idee liberali e conservatrici, può promuovere la crescita della bancada evangélica alle elezioni del 2014».
LA CRISI DEL CATTOLICESIMO. A questo va aggiunto che la Chiesa cattolica sembra aver perso il contatto con la società, aprendo spazi alle altre confessioni. Come le chiese evangeliche, che sono «riuscite in questo periodo a parlare una lingua più vicina a quella del popolo e a offrire una religiosità in sintonia con lo stato attuale della popolazione brasiliana», aggiunge Franklin.
IL FENOMENO DEI PRETI POP STAR. E adesso, la Chiesa romana è costretta all'inseguimento. Una corsa che si è fatta evidente negli ultimi anni con il diffondersi di veri e propri preti pop star. Come Marcelo Rossi, sacerdote di 46 anni, che conduce un programma tivù, raduna migliaia di persone alle messe e incide canzoni religiose con la Sony. Ha già venduto 12 milioni di dischi e nel 2010 Benedetto XVI l’ha premiato in Vaticano per la sua attività di evangelizzazione.
Sintomo, secondo Franklin, di come «sia le chiese evangeliche sia quella cattolica siano soggette alla logica del mercato e al culto delle celebrità». E «molto distanti dai principi fondamentali del cristianesimo».
LA RADICALIZZAZIONE DEL MESSAGGIO RELIGIOSO. La contesa di fedeli inoltre ha portato anche a una radicalizzazione del messaggio religioso. Nel Paese più cattolico del mondo infatti hanno convissuto per molti secoli diverse confessioni e la Chiesa romana si è sempre mostrata tollerante verso i culti di origine africana, come l’umbanda e il candomblé.
Il sincretismo verdeoro ha iniziato però a scricchiolare quando molte chiese neopentecostali hanno cominciato ad attaccare frontalmente le altre confessioni, associandole a manifestazioni demoniache e allertando i propri fedeli a non cadere nella trappola. «I cristiani che si dicono tali non devono seguire altre confessioni o riti», mette in guardia il pastore della Prima Chiesa Presbiteriana di Curitiba Lenilson dos Santos. «La fede è una questione esclusiva».
LA GMG, SFIDA DI BERGOGLIO. Lo sa bene anche papa Francesco che oltre ai problemi interni al Vaticano, deve risolvere anche quelli Oltreoceano, dove la Chiesa vive una crisi senza precedenti. «La Giornata Mondiale della Gioventù dovrà rinforzerà i vincoli e frenare le migrazioni», conclude Gomes. «Nell'ottica della competizione con la chiesa eangelica, la strategia è corretta».
di Andrea Torrente
Una minoranza, certo. Ma rumorosa e in grado di esercitare un grande peso alle tornate elettorali. Secondo Gomes però, «l’ambiente politico attuale, inondato da questioni che mettono a confronto idee liberali e conservatrici, può promuovere la crescita della bancada evangélica alle elezioni del 2014».
LA CRISI DEL CATTOLICESIMO. A questo va aggiunto che la Chiesa cattolica sembra aver perso il contatto con la società, aprendo spazi alle altre confessioni. Come le chiese evangeliche, che sono «riuscite in questo periodo a parlare una lingua più vicina a quella del popolo e a offrire una religiosità in sintonia con lo stato attuale della popolazione brasiliana», aggiunge Franklin.
IL FENOMENO DEI PRETI POP STAR. E adesso, la Chiesa romana è costretta all'inseguimento. Una corsa che si è fatta evidente negli ultimi anni con il diffondersi di veri e propri preti pop star. Come Marcelo Rossi, sacerdote di 46 anni, che conduce un programma tivù, raduna migliaia di persone alle messe e incide canzoni religiose con la Sony. Ha già venduto 12 milioni di dischi e nel 2010 Benedetto XVI l’ha premiato in Vaticano per la sua attività di evangelizzazione.
Sintomo, secondo Franklin, di come «sia le chiese evangeliche sia quella cattolica siano soggette alla logica del mercato e al culto delle celebrità». E «molto distanti dai principi fondamentali del cristianesimo».
LA RADICALIZZAZIONE DEL MESSAGGIO RELIGIOSO. La contesa di fedeli inoltre ha portato anche a una radicalizzazione del messaggio religioso. Nel Paese più cattolico del mondo infatti hanno convissuto per molti secoli diverse confessioni e la Chiesa romana si è sempre mostrata tollerante verso i culti di origine africana, come l’umbanda e il candomblé.
Il sincretismo verdeoro ha iniziato però a scricchiolare quando molte chiese neopentecostali hanno cominciato ad attaccare frontalmente le altre confessioni, associandole a manifestazioni demoniache e allertando i propri fedeli a non cadere nella trappola. «I cristiani che si dicono tali non devono seguire altre confessioni o riti», mette in guardia il pastore della Prima Chiesa Presbiteriana di Curitiba Lenilson dos Santos. «La fede è una questione esclusiva».
LA GMG, SFIDA DI BERGOGLIO. Lo sa bene anche papa Francesco che oltre ai problemi interni al Vaticano, deve risolvere anche quelli Oltreoceano, dove la Chiesa vive una crisi senza precedenti. «La Giornata Mondiale della Gioventù dovrà rinforzerà i vincoli e frenare le migrazioni», conclude Gomes. «Nell'ottica della competizione con la chiesa eangelica, la strategia è corretta».
di Andrea Torrente
foto presa dal 
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