ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 16 luglio 2013

Sobrietas sobrietatum


 SOBRIETA' DEL PALCO PAPALE ALLA GMG DI RIO


di Francesco Colafemmina

Intendiamoci, non credo che il Papa conosca per filo e per segno quanto gli stanno preparando a Rio. In ogni caso sarebbe interessante accostare la cronaca del volo papale senza letto approntato dall'Alitalia - simbolo supremo di sobrietà e umiltà papale - al mega palco in fase di ultimazione presso l'altisonante Campus Fidei a Guaratiba, dove si svolgerà lo "Show del futuro".

Detto palco - in foto - è stato commissionato allo studio di architettura di Joao Uchoa. Ed è interessante visitare il sito di detto architetto, perché il palco per Papa Francesco è posto sotto la categoria "Entretenimento". E non è un caso, visto che l'architetto Uchoa ha realizzato in passato una sfilza di palchi per concerti, per lo più rock, fruiti da folle oceaniche.
Certo, ci si domanda cosa siano quei corni che emergono dai lati dell'altare? Forse una stilizzazione del Corcovado? Mah... Un palco tutto sommato royal underground, una sorta di istituzionalizzazione dell'underground che ha tuttavia un che di inquietante, ma che soprattutto non trasuda né sobrietà né tantomeno umiltà. Costruito attorno ad una figura di pontefice che indubbiamente contrasta con quella di Francesco che celebra a Lampedusa su un altare-barca (dimostrando per inciso ai vari Vescovi italiani intenti a demolire gli altari antichi e a costruirne di nuovi rigorosamente in pietra, che forse ci si può accontentare di quel che si ha).
L'inseguimento da parte della Chiesa dello stile architettonico del "concerto rock" è tuttavia una costante cui non sembra ci si possa sottrarre. Sempre valide, così, le parole di Benedetto XVI pronunciate nel lontano 2008 (tutto ciò che lo riguarda sembra ormai lontano anni luce): 
"Qual è quindi la natura di ciò che succede in una Giornata Mondiale della Gioventù? Quali sono le forze che vi agiscono? Analisi in voga tendono a considerare queste giornate come una variante della moderna cultura giovanile, come una specie di festival rock modificato in senso ecclesiale con il Papa quale star. Con o senza la fede, questi festival sarebbero in fondo sempre la stessa cosa, e così si pensa di poter rimuovere la questione su Dio. [...] Anzitutto è importante tener conto del fatto che le Giornate Mondiali della Gioventù non consistono soltanto in quell’unica settimana in cui si rendono pubblicamente visibili al mondo. C’è un lungo cammino esteriore ed interiore che conduce ad esse. La Croce, accompagnata dall’immagine della Madre del Signore, fa un pellegrinaggio attraverso i Paesi. La fede, a modo suo, ha bisogno del vedere e del toccare. L’incontro con la croce, che viene toccata e portata, diventa un incontro interiore con Colui che sulla croce è morto per noi. L’incontro con la Croce suscita nell’intimo dei giovani la memoria di quel Dio che ha voluto farsi uomo e soffrire con noi. E vediamo la donna che Egli ci ha dato come Madre. Le Giornate solenni sono soltanto il culmine di un lungo cammino, col quale si va incontro gli uni agli altri e insieme si va incontro a Cristo. [...] Così anche il Papa non è la star intorno alla quale gira il tutto. Egli è totalmente e solamente Vicario. Rimanda all’Altro che sta in mezzo a noi."

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