L'offensiva sociale del Papa callejero
La sua, come scriveva domenica sul Corriere della Sera lo storico Andrea Riccardi, “è una teologia del popolo”. Non è la teologia della liberazione dei Leonardo Boff che vedono nel gesuita argentino che beve mate a bordo della papamobile la “ventata di speranza, di sollievo e di allegria di vivere e pensare la fede cristiana dopo l’inverno”, caratterizzato dalla disciplina e dal controllo delle dottrine. Non c’è lotta di classe nel messaggio di Bergoglio. Per Francesco, aggiungeva ancora Riccardi, “il popolo, anche semplice, è portatore di vissuto religioso e umano, di intuito, di fede”. Di chiesa di strada Bergoglio ne parlava già a Buenos Aires, quando all’ambone della cattedrale preferiva, di tanto in tanto, l’altare improvvisato innalzato in qualche strada o qualche campo con l’erba alta. Prete e vescovo callejero che chiede casino e rumore ai giovani che affollano il lungomare di Copacabana, che li sprona a darsi una mossa anche una volta tornati a casa, nelle diocesi. “Voglio che si esca fuori, voglio che la chiesa esca per le strade, voglio che ci difendiamo da tutto ciò che è mondanità, immobilismo, da ciò che è comodità, da ciò che è clericalismo, da tutto quello che è l’essere chiusi in noi stessi”, diceva giovedì scorso ai ragazzi e alle ragazze giunti dall’Argentina per quella che lui ha ribattezzato la settimana della gioventù. Il Papa che sarebbe andato missionario in Giappone se solo Arrupe glielo avesse permesso – mi disse “lei ha avuto una malattia al polmone, non è tanto buono per un lavoro tanto forte, e così sono rimasto a Buenos Aires”, raccontava qualche tempo fa Bergoglio nell’udienza concessa agli studenti delle scuole ignaziane d’Italia e Albania – vuole che dalla missione parta quella “rivoluzione copernicana” che preservi la chiesa dal diventare una ong, un monstrum burocratico che invecchia e diventa fredda, incapace di farsi capire. Una chiesa che ha perso “la grammatica della semplicità”. La visione di Francesco è chiara, ed è quella di “una chiesa in grado di far compagnia, di andare al di là del semplice ascolto; una chiesa che accompagna il cammino mettendosi in cammino con la gente”.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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