ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 30 agosto 2013

E io pago..!

Rivelazioni. La bolletta telefonica del papa

telefono
Si sa che papa Francesco usa molto il telefono, a differenza dei predecessori che vi ricorrevano con parsimonia e dai quali ricevere una telefonata diretta era una rarità.
Ma ora sappiamo anche che egli ama scherzare su questa sua irresistibile propensione.
A un vescovo argentino suo amico ha detto: “Scialacquo abbastanza in chiamate telefoniche, però compenso questa spesa restando a vivere in Santa Marta invece che nel Palazzo Apostolico”.

Il vescovo è Oscar Vicente Ojea, che dal 2006 al 2009 fu ausiliare di Jorge Mario Bergoglio a Buenos Aires e oggi regge la diocesi di San Isidro.
Monsignor Ojea ha raccontato i particolari della sua visita al papa, con ripetuti incontri tra il 16 e il 19 luglio scorso, in un’intervista all’ufficio di comunicazione della sua diocesi, sunteggiata dall’AICA, Agencía Informativa Católica Argentina.
Il vescovo ha riferito, tra l’altro, di aver celebrato messa con il papa consacrando ostie confezionate da una detenuta in un carcere di Buenos Aires.
Un’altra confidenza del papa raccolta da monsignor Ojea riguarda la sua difficoltà a parlare in lingue diverse dallo spagnolo e dall’italiano. Prima del suo viaggio in Brasile Francesco stava prendendo delle lezioni per ripassare il portoghese. Ma con scarsi risultati: “Già pronuncio male il ‘castellano’”, ha detto. “E allora quello che andrò a fare in Brasile sarà di parlare un po’ in portoghese e un po’ di più in ‘castellano’. Quello che dico in portoghese vien fuori bene, ma è mediocre”.
Nel seguito del papa in Brasile c’era infatti un officiale brasiliano della segreteria di Stato, don Bruno Lins, che gli è stato sempre vicino durante tutto il viaggio.
Chi conosce Bergoglio da vicino nota che egli parla uno spagnolo non solo “porteño”, ma con l’impronta del gergo “lunfardo” tipico di Buenos Aires, molto usato nel tango.
Una espressione di questo gergo è il verbo “balconear”: osservare da un balcone le cose senza farsene coinvolgere.
Papa Francesco ha usato questa parola rivolgendosi ai giovani che gremivano la spiaggia di Copacabana, nella veglia finale della Giornata mondiale della gioventù, il 27 luglio:
Cari giovani, per favore, non ‘guardate dal balcone’ la vita, mettetevi in essa, Gesù non è rimasto nel balcone, si è immerso, non ‘guardate dal balcone’ la vita, immergetevi in essa come ha fatto Gesù”.
L’Osservatore Romano” del 30 agosto ha dedicato a questa espressione gergale di papa Francesco una nota di Jorge Milia, ripresa dal blog “Terre d’America”.

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