Papa Francesco potrebbe presto dichiarare santo il “venerabile” Pio XII. In tal modo si arriverebbe alla canonizzazione di Papa Pacelli attraverso una procedura velocizzata, analoga a quella seguita per Giovanni XXIII (che sarà proclamato santo assieme a Giovanni Paolo II tra la fine del 2013 e la primavera del 2014), andando ad allungare la serie dei Pontefici “santi” del Novecento. L’indiscrezione è stata raccolta dall’americana Catholic News Agency, attraverso il racconto di una fonte anonima che lavorerebbe all’interno della Congregazione per le Cause dei Santi e che ricorda come, stante la procedura in corso, gran parte della decisione spetti all’attuale Pontefice.
Questione di procedura
Nel 2009 a Pio XII vennero riconosciute le “virtù eroiche”, grazie a un decreto della Congregazione per le Cause dei Santi autorizzato da Papa Ratzinger, e da allora Pacelli gode quindi del titolo di “venerabile”. Se la normale procedura prevede che una persona per la quale sia stata confermata la “santità di vita”, venga proclamata beata una volta che un miracolo venga riconosciuto (prima da un team di esperti, poi da una commissione di cardinali) come avvenuto per la sua intercessione, in questo caso particolare – spiega la fonte – “Papa Francesco potrebbe decidere di andare avanti senza miracolo, canonizzando Pio XII con laformula ex certa scientia, ovvero sfruttando la sua libertà di deroga alle norme procedurali e saltando l’ultimo stadio previsto per la beatificazione”. In ogni caso, conclude l’interlocutore, “solo il Papa può decidere in tal senso, e lo farà, se lo vuole”.
Nel 2009 a Pio XII vennero riconosciute le “virtù eroiche”, grazie a un decreto della Congregazione per le Cause dei Santi autorizzato da Papa Ratzinger, e da allora Pacelli gode quindi del titolo di “venerabile”. Se la normale procedura prevede che una persona per la quale sia stata confermata la “santità di vita”, venga proclamata beata una volta che un miracolo venga riconosciuto (prima da un team di esperti, poi da una commissione di cardinali) come avvenuto per la sua intercessione, in questo caso particolare – spiega la fonte – “Papa Francesco potrebbe decidere di andare avanti senza miracolo, canonizzando Pio XII con laformula ex certa scientia, ovvero sfruttando la sua libertà di deroga alle norme procedurali e saltando l’ultimo stadio previsto per la beatificazione”. In ogni caso, conclude l’interlocutore, “solo il Papa può decidere in tal senso, e lo farà, se lo vuole”.
La stima di Papa Francesco
Due sarebbero i motivi alla base della decisione di Bergoglio. Il primo è che per Papa Francesco, come Roncalli, anche Pacelli sarebbe “un grande”, la cui statura e il cui esempio di vita andrebbero quindi riconosciuti all’interno della Chiesa (rimanendo quindi aperta la valutazione degli storici nel loro campo specifico, come ricordò Padre Federico Lombardi in una nota del 2009). Il secondo riguarderebbe, invece, il fatto che proprio nel 2014 la documentazione relativa al papato pacelliano (1939-1958) sarà definitivamente aperta agli studiosi, permettendo cosí di fare piena luce su quel periodo. Senza dimenticare, probabilmente, una questione per così dire affettiva, perché quella commissione, istituita da Paolo VI nel 1967 per esaminare il caso di Pio XII, e che produsse la serie di 12 volumi intitolata “Atti e Documenti della Santa Sede relativi alla seconda guerra mondiale”, era composta esclusivamente da quattro padri gesuiti (proprio come Bergoglio): il francese Pierre Blet, grande studioso e storico della Chiesa; l’italianoAngelo Martini; un officiale dell’Archivio Segreto Vaticano, il tedesco Burkhart Schneider; e lo statunitense Robert A. Graham, autore alla fine degli anni cinquanta di un importante studio sulla diplomazia vaticana.
Due sarebbero i motivi alla base della decisione di Bergoglio. Il primo è che per Papa Francesco, come Roncalli, anche Pacelli sarebbe “un grande”, la cui statura e il cui esempio di vita andrebbero quindi riconosciuti all’interno della Chiesa (rimanendo quindi aperta la valutazione degli storici nel loro campo specifico, come ricordò Padre Federico Lombardi in una nota del 2009). Il secondo riguarderebbe, invece, il fatto che proprio nel 2014 la documentazione relativa al papato pacelliano (1939-1958) sarà definitivamente aperta agli studiosi, permettendo cosí di fare piena luce su quel periodo. Senza dimenticare, probabilmente, una questione per così dire affettiva, perché quella commissione, istituita da Paolo VI nel 1967 per esaminare il caso di Pio XII, e che produsse la serie di 12 volumi intitolata “Atti e Documenti della Santa Sede relativi alla seconda guerra mondiale”, era composta esclusivamente da quattro padri gesuiti (proprio come Bergoglio): il francese Pierre Blet, grande studioso e storico della Chiesa; l’italianoAngelo Martini; un officiale dell’Archivio Segreto Vaticano, il tedesco Burkhart Schneider; e lo statunitense Robert A. Graham, autore alla fine degli anni cinquanta di un importante studio sulla diplomazia vaticana.
Polemiche non nuove
La decisione di proclamare santo Pio XII che, inizialmente, si pensava potesse essere presa assieme a quella per Karol Wojtyla, già beatificato il 1 maggio 2011 in San Pietro, porterebbe certamente a rinfocolare polemiche antiche circa il ruolo che Pacelli ebbe nel corso della seconda guerra mondiale e nella gestione della questione ebraica, anche se sufficienti spiegazioni “in positivo” sono state fornite in questi anni dalla documentazione emersa dall’Archivio Segreto Vaticano e dalle opere di numerosi studiosi (per esempio, Andrea Tornielli, Matteo Luigi Napolitano o Michael Hesemann), che hanno confutato le tesi “colpevoliste” rispetto a presunte connivenze con il regime nazista sostenute invece da autori come, tra gli altri, Rolf Hochhut (Il Vicario) o John Cornwell (Il Papa di Hitler). Già nel 2009, quando Ratzinger venne convinto dai risultati della commissione di esperti ad autorizzare la firma al decreto che proclamava “venerabile” Papa Pacelli, numerose furono le contestazioni da parte della comunità ebraica, tese a sottolineare la non opportunità di una simile decisione. Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna e il presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, in una nota congiunta spiegavano allora che “se la decisione di oggi dovesse implicare un giudizio definitivo e unilaterale dell’operato storico di Pio XII ribadiamo che la nostra valutazione rimane critica”.
La decisione di proclamare santo Pio XII che, inizialmente, si pensava potesse essere presa assieme a quella per Karol Wojtyla, già beatificato il 1 maggio 2011 in San Pietro, porterebbe certamente a rinfocolare polemiche antiche circa il ruolo che Pacelli ebbe nel corso della seconda guerra mondiale e nella gestione della questione ebraica, anche se sufficienti spiegazioni “in positivo” sono state fornite in questi anni dalla documentazione emersa dall’Archivio Segreto Vaticano e dalle opere di numerosi studiosi (per esempio, Andrea Tornielli, Matteo Luigi Napolitano o Michael Hesemann), che hanno confutato le tesi “colpevoliste” rispetto a presunte connivenze con il regime nazista sostenute invece da autori come, tra gli altri, Rolf Hochhut (Il Vicario) o John Cornwell (Il Papa di Hitler). Già nel 2009, quando Ratzinger venne convinto dai risultati della commissione di esperti ad autorizzare la firma al decreto che proclamava “venerabile” Papa Pacelli, numerose furono le contestazioni da parte della comunità ebraica, tese a sottolineare la non opportunità di una simile decisione. Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna e il presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, in una nota congiunta spiegavano allora che “se la decisione di oggi dovesse implicare un giudizio definitivo e unilaterale dell’operato storico di Pio XII ribadiamo che la nostra valutazione rimane critica”.
Il giudizio storico
Un giudizio storico aperto alle diverse riflessioni e che, tuttavia, già ora dà ampie garanzie, come ricorda sempre al National Catholic Reporter il professor Matteo Luigi Napolitano, docente all’Università Guglielmo Marconi di Roma e membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche: “i più autorevoli storici ebrei, cattolici e laici concordano su un punto chiave, ovvero che Papa Pacelli non era, e non poteva essere, il Papa di Hitler”. A ciascuno il suo, come diceva Leonardo Sciascia: e a Papa Francesco l’ultima parola.
Un giudizio storico aperto alle diverse riflessioni e che, tuttavia, già ora dà ampie garanzie, come ricorda sempre al National Catholic Reporter il professor Matteo Luigi Napolitano, docente all’Università Guglielmo Marconi di Roma e membro del Pontificio Comitato di Scienze Storiche: “i più autorevoli storici ebrei, cattolici e laici concordano su un punto chiave, ovvero che Papa Pacelli non era, e non poteva essere, il Papa di Hitler”. A ciascuno il suo, come diceva Leonardo Sciascia: e a Papa Francesco l’ultima parola.
http://www.formiche.net/2013/08/02/ecco-come-papa-francesco-pensa-di-dichiarare-santo-pio-xii/
Gli attacchi prevenuti contro Pio XII sono permessi
Il libretto La Commissione Biblica sugli ebrei: Cambiamenti in Dottrina e nuovi anatemi da Atila Sinke Guimaraes è una recensione del libro: Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana . Si tratta di una pubblicazione della Pontificia Commissione Biblica (PBC), che è una filiale della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF). Il libro presenta il "razionale" per l'imposizione di fatto(non de fide ) cambiamenti nella dottrina cattolica che consentano una "nuova" concezione della Chiesa cattolica nei confronti dell'ebraismo.
Ha ricevuto un forte appoggio dal CDF come è evidente da allora capo della CDF, il cardinale Ratzinger, che ha scritto la prefazione e ha consentito di essere pubblicato sotto l'egida della CDF. fallacia della logica Pagina 10 del libretto Guimaraes 'contiene il seguente offerta dalla pubblicazione PBC: "I tempi moderni hanno portato i cristiani a diventare più consapevoli dei legami fraterni che ci uniscono strettamente al popolo ebraico. Durante la seconda guerra mondiale gli eventi tragici ... sottoposero il popolo ebraico a una gravissima prova [il cosiddetto Olocausto, la mia aggiunta] che minacciava la loro stessa esistenza in gran parte d'Europa. In queste circostanze, alcuni cristiani non hanno dato prova della resistenza spirituale che ci si aspetterebbe da discepoli di Cristo non prendendo le corrispondenti iniziative. Altri cristiani, invece, offerto un generoso aiuto agli Ebrei in pericolo ... "Dopo quella terribile tragedia, la necessità di esaminare attentamente la questione dei rapporti [cattolica] con il popolo ebraico si impone. Un enorme impegno di studio e di riflessione è già stato realizzato in questo senso. La PBC ha ritenuto opportuno offrire il suo contributo a questo sforzo è nel settore di competenza. "( il popolo ebraico , p. 15) La Commissione Biblica utilizzata la logica di cui sopra come l'impulso per la definizione di una nuova concezione del rapporto tra cattolicesimo ed ebraismo . Tuttavia, non solo è la logica gravemente carente, ma la premessa principale della sua base è falsa. L'errore appare nelle due frasi strettamente legate: "In queste circostanze, alcuni cristiani non hanno dato prova della resistenza spirituale che ci si aspetterebbe da discepoli di Cristo di non prendere le corrispondenti iniziative. Altri cristiani, invece, offerto un generoso aiuto agli Ebrei in pericolo ... " Dal momento che queste due frasi sono stati usati per sostenere il razionale per una modifica radicale del rapporto tra cattolicesimo ed ebraismo, si conclude facilmente la parola "cristiani" nella prima frase si riferisce in primo luogo ai cattolici, e nella seconda frase si riferisce principalmente alla scismatici ed eretici che non sono cattolici. Questa conclusione è confermata anche dal fatto che, se la Chiesa conciliare dovesse accusare una setta non cattolica di essere negligente nel prevenire la morte di ebrei nel cosiddetto Olocausto, questo sarebbe certamente ostacolare gli sforzi ecumenici della Chiesa conciliare è avidamente stringendo con quella setta.
http://www.traditioninaction.org/HotTopics/P007_Judaism_1.htm
Ha ricevuto un forte appoggio dal CDF come è evidente da allora capo della CDF, il cardinale Ratzinger, che ha scritto la prefazione e ha consentito di essere pubblicato sotto l'egida della CDF. fallacia della logica Pagina 10 del libretto Guimaraes 'contiene il seguente offerta dalla pubblicazione PBC: "I tempi moderni hanno portato i cristiani a diventare più consapevoli dei legami fraterni che ci uniscono strettamente al popolo ebraico. Durante la seconda guerra mondiale gli eventi tragici ... sottoposero il popolo ebraico a una gravissima prova [il cosiddetto Olocausto, la mia aggiunta] che minacciava la loro stessa esistenza in gran parte d'Europa. In queste circostanze, alcuni cristiani non hanno dato prova della resistenza spirituale che ci si aspetterebbe da discepoli di Cristo non prendendo le corrispondenti iniziative. Altri cristiani, invece, offerto un generoso aiuto agli Ebrei in pericolo ... "Dopo quella terribile tragedia, la necessità di esaminare attentamente la questione dei rapporti [cattolica] con il popolo ebraico si impone. Un enorme impegno di studio e di riflessione è già stato realizzato in questo senso. La PBC ha ritenuto opportuno offrire il suo contributo a questo sforzo è nel settore di competenza. "( il popolo ebraico , p. 15) La Commissione Biblica utilizzata la logica di cui sopra come l'impulso per la definizione di una nuova concezione del rapporto tra cattolicesimo ed ebraismo . Tuttavia, non solo è la logica gravemente carente, ma la premessa principale della sua base è falsa. L'errore appare nelle due frasi strettamente legate: "In queste circostanze, alcuni cristiani non hanno dato prova della resistenza spirituale che ci si aspetterebbe da discepoli di Cristo di non prendere le corrispondenti iniziative. Altri cristiani, invece, offerto un generoso aiuto agli Ebrei in pericolo ... " Dal momento che queste due frasi sono stati usati per sostenere il razionale per una modifica radicale del rapporto tra cattolicesimo ed ebraismo, si conclude facilmente la parola "cristiani" nella prima frase si riferisce in primo luogo ai cattolici, e nella seconda frase si riferisce principalmente alla scismatici ed eretici che non sono cattolici. Questa conclusione è confermata anche dal fatto che, se la Chiesa conciliare dovesse accusare una setta non cattolica di essere negligente nel prevenire la morte di ebrei nel cosiddetto Olocausto, questo sarebbe certamente ostacolare gli sforzi ecumenici della Chiesa conciliare è avidamente stringendo con quella setta.
L'assistenza Numerosi documento libri Pio XII
diede agli ebrei durante la seconda guerra mondiale
Di conseguenza, si è portati a concludere che, nel loro insieme, le due frasi implicano che gli sforzi della Chiesa cattolica - e in particolare di Papa Pio XII - per salvare gli ebrei erano, nella migliore delle ipotesi, minimale. Purtroppo questa implicazione ingiustificata è stata rafforzata dalla tiepida e quasi riluttante opposizione da parte della gerarchia della Chiesa conciliare le frequenti e ben pubblicizzato false accuse da parte di diverse organizzazioni ebraiche che gli sforzi di Pio XII durante la Seconda Guerra Mondiale per salvare gli ebrei erano deboli o inesistenti.La Chiesa conciliare è stato negligente nel confutare le false accuse e nel difendere gli sforzi di Pio XII per salvare gli ebrei dai campi di prigionia e la morte in primo luogo perché una tale difesa sarebbe necessaria una confutazione efficace e la denuncia degli sforzi delle organizzazioni ebraico-backed, e, quindi, sarebbe in contrasto con la intenso dialogo di conciliare la Chiesa con gli ebrei. L'accusa che Papa Pio XII ha fatto poco o nulla per contribuire a salvare gli ebrei è chiaramente confutata da prove abbondanti che il Papa, insieme con i membri della gerarchia cattolica, il clero e il laicato ha effettivamente salvare migliaia di ebrei dalla . morte certa dai nazisti , ad esempio, nel Jewish Chronicle canadese (17 ottobre 1958), il rabbino J. Stern è citato come dicendo: "Pio XII ha reso possibile per migliaia di ebrei vittime del nazismo e del fascismo da nascondere. "E nel libro Tre Papi e gli ebrei , l'ebreo storico Pinches Lapide scrisse: "Pio è stato determinante nel salvare almeno 700.000, ma probabilmente ben 860.000 ebrei da morte certa per mano dei nazisti".diede agli ebrei durante la seconda guerra mondiale
Ratzinger da cardinale cambiato la dottrina cattolica per compiacere gli ebrei, da papa andò a sinagoghe di dare prestigio a loro, sopra alla sinagoga di New York
Inoltre, molti individui di spicco di quel tempo hanno elogiato gli sforzi di Pio XII per salvare la vita degli ebrei. Mondo personalità del calibro di Albert Einstein, l'ex primo ministro israeliano Golda Meir, il presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt e il primo ministro britannico Winston Churchill (che ha descritto il Papa come "il più grande uomo del nostro tempo") ogni altamente elogiato il Papa per il suo sforzi efficaci e di successo per salvare decine di migliaia di ebrei dalla morte dai nazisti.Così, il supporto principale del ragionamento della PBC è falso e rende l'intero argomento falso, o per lo meno, molto carente. l'effettiva diffusione di la falsa accusa che Pio XII non è riuscito a difendere vigorosamente gli ebrei dalla morte fu molto aiutato dagli sforzi di propaganda della polizia segreta sovietica a "cornice" Pio XII, e per implicazione, "cornice" della Chiesa cattolica. Questi sforzi sono documentati nel libro : Disinformazione: ex spia Direttore rivela strategia segreta per minare la libertà, attaccare la religione, e la promozione terrorismo dal tenente generale Ion Mihai Pacepa e Ronald Rychlack. Il libro descrive anche come Papa Pio XII personalmente salvato innumerevoli ebrei dalla morte dai fascisti. Fino ad oggi, tuttavia, alcuni ebrei ancora persistono nel mantenere la falsa accusa che Pio XII e la Chiesa cattolica fatti pochi sforzi per salvare gli ebrei dai nazisti. Il post Papa Pio XII e l'Olocausto da Shira Schoenberg è tipico di una tale falsa accusa. To be continuedhttp://www.traditioninaction.org/HotTopics/P007_Judaism_1.htm
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