,
DI DON MARCELLO STANZIONE
Nel
2012 l’editore Gribaudi di Milano ha pubblicato il testo di don Marcello
Stanzione “ Anna Caterina Emmerick, tra visioni di santi, angeli e anime del
Purgatorio”. Visto il buon successo editoriale di quel testo, in questo
settembre 2013 l’editore Gribaudi ha stampato “Caterina Emmerick. 365 pensieri
per ogni giorno dell’anno.”, sempre a cura di don Marcello Stanzione. Il film
di Mel Gibson, “The Passion”, ha portato alla ribalta le visioni di Anna
Katharina Emmerick, la mistica tedesca morta cinquantenne nel 1824.
Il film,
com’è noto, si è largamente ispirato a quella veggente che “vedeva” le scene
della vita di Cristo e della Madonna. Per esempio, a un certo punto del film
mostra la moglie di Pilato, Claudia Procula o Procla, consegnare a Maria e alla
Maddalena un pacco di lini bianchi che poi vengono utilizzati per raccogliere
il sangue della flagellazione. Sembra una scena che non ha nulla a che fare con
la storia narrata, né compare nei Vangeli. Ebbene , è tratta pari pari dalle
visioni della Emmerick.
Ma chi era questa donna che la Chiesa ha beatificato? Nacque
nel 1774 a Flamschen, in casa da poveri contadini della Westfalia, e fu sempre
gracile e malaticcia. A ventotto anni riuscì a farsi ammettere come
monaca agostiniana nel monastero di Dulmen, dove rimase nove anni. Poi
l’invasione napoleonica impose la chiusura dei monasteri e la Emmerick passò i
dodici anni che le restavano in una misera stanza messale a disposizione
da benefattori, sempre malata e senza mai poter alzarsi dal letto. Quinta di
nove figli , da piccola aveva sentito l’impulso di pregare per poter addossarsi
le sofferenze degli altri. Le appariva Gesù Bambino e si intratteneva con lei,
rivelandole i segreti delle erbe medicinali. La ragazzina era convinta che
tutti vedessero quel che vedeva lei, ma raccoglieva solo incredula
commiserazione (fu così che imparò a tenere per sé le sue visioni). Poté
frequentare la scuola per pochissimo, in compenso imparò a cucire. Cresciuta,
cercò di farsi ammettere in tre diversi monasteri, ma nessuno la volle per via
della sua salute cagionevole e l’estrema povertà (a quel tempo i vestiti, le
lenzuola, la biancheria e gli asciugami dovevano essere confezionati e
costavano: i conventi, vivendo di elemosine, non potevano accollarsi una suora
priva di dote). Intanto, le sue visioni si arricchivano di profezie: “vide” la
Rivoluzione francese, la morte del re di Francia sulla ghigliottina, l’avvento di
Napoleone, la prigionia del papa Pio VI, la restaurazione…
A venticinque anni, mentre pregava in chiesa, le apparve il
Cristo che le porgeva due corone, una di fiori ed una di spine. Lei scelse la
seconda e da quel momento dovette nascondere le stimmate sul capo sotto una
cuffia da contadina. Andò a servizio a casa di un organista, la cui figlia finì
per farsi agostiniana ed espose come condizione al suo ingresso in
monastero che venisse accolta anche la Emmerick. Le monache accettarono
perché avevano bisogno di una che sapesse suonare l’organo. La Emmerick
lavorava in giardino e gli uccelli venivano a posarsi sulle sue spalle. Era in
grado di conversare col suo angelo custode e spesso trascorreva la notte
davanti al Santissimo. Il confessore delle monache la prese a benvolere: era il
francese Martin Lambert, prete “refrattario” fuggito dalla Francia per non aver
voluto prestare il giuramento scismatico “costituzionale”. La Emmerick, spesso
malata per via del suo caricarsi (soprannaturale) dei dolori altrui, nel 1802
avvertì un forte dolore al petto e si trovò con una stigmate a forma di croce
impressa sulla pelle. Nel 1811, causa l’abolizione degli ordini religiosi, il
monastero venne chiuso d’autorità e le monache rimandate in famiglia. Il
Lambert prese in affitto una casa e vi alloggiò la Emmerick, ormai così malata
da non poter lasciare il letto. Fu fatta venire una sua sorella, Gertrud, per
accudirla, ma questa si rivelò rozza e limitata, di carattere bisbetico e
insensibile. Intanto, Anna Katharina subiva estasi che duravano ore, ma anche
sofferenze indicibili.
Nel 1812 ebbe altre due stimmate a forma di croce sul petto
e i segni della Passione su mani, piedi e torace. Si sparse la voce e la cosa
incuriosì il medico razionalista Franz Wilhelm Wesener, che si recò al
capezzale della stigmatizzata per smascherare l’imbroglio. Quando la veggente
lo vide entrare gli rivelò particolari biografici che solo lui poteva
conoscere. Il Wesener si convertì e non lasciò più la suora. La vedeva andare
in estasi e divenire insensibile a tutto, tranne all’acqua benedetta e alle
benedizioni impartite da un prete, anche a distanza o lontano; in quel
momento la Emmerick si faceva il segno della croce. Il medico attestò anche un
altro fenomeno: la Emmerick visse per anni di sola acqua e di comunione. Non
poteva mangiare nulla di solido, perché rimetteva. Intanto, la gente arrivava
sempre più copiosa e il vicario della diocesi, August von Droste Vischering,
volle vederci chiaro. Ordinò una severa inchiesta che fu condotta dal medico,
massone, von Druffel. Questi cercò per settimane di curare le piaghe ma dovette
arrendersi e certificare che non erano prodotte artatamente. Intanto, la
veggente ogni venerdì soffriva i dolori della Passione, compresi quelli della
flagellazione e della crocifissione. A questo univa una capacità tutta
soprannaturale di riconoscere le reliquie vere in mezzo a quelle false cui
appartenevano.
A visitarla arrivarono importanti personaggi come il conte
Stolberg (amico di Goethe e poi convertitosi al cattolicesimo), la famosa
poetessa Luise Hensel (anch’ella poi fattasi cattolica) e soprattutto il
massimo poeta romantico tedesco, Clemens Brentano. Quest’ultimo, dai trascorsi
burrascosi (tra cui due matrimoni falliti), spinto dalla Hensel (di cui era veramente
innamorato). La veggente , appena lo vide, gli disse che era l’uomo che, per
rivelazione divina, aspettava. Finì che il Brentano si stabilì a Dulmen
e per sei anni non lasciò il capezzale della Emmerick. Fu lui a mettere
per iscritto le visioni di lei. Riempì diciassettemila pagine che composero
diversi volumi. L’opera, in seguito pubblicata via via, ebbe un clamoroso
successo e fu seguendone le indicazioni che alcuni archeologi trovarono la casa
della Madonna ad Efeso. I prodigi intorno alla Emmerick sembravano senza fine:
durante le estasi eseguiva gli ordini che il sacerdote le impartiva in latino
(lei, che non aveva studiato); una volta, in una sola notte – e al buio più
completo – cucì un incredibile numero di abitini per bambini poveri; toccando
un oggetto sapeva dire tutto del suo proprietario; rispondeva alle domande
formulate mentalmente da Brentano che le teneva la mano. Nel 1819 il governo
prussiano, inquietato dall’affluenza di gente a Dulmen, decise di procedere a
un’inchiesta sulla monaca stigmatizzata e mandò i gendarmi. La Emmerick fu
prelevata di forza e portata su una barella in un’altra casa: qui per tre
settimane la tennero in una stanza illuminata giorno e notte, sorvegliata e a
vista da squadre di uomini che si davano il cambio, con interrogatori continui
e reiterate ispezioni delle sue stimmate. Minacciata, perquisita, costretta a
ingoiare cibo che regolarmente vomitava, non si riuscì a farle “confessare” il
suo “inganno”. La povera donna, che era in grado di esprimersi solo in dialetto
e non sapeva scrivere, subì ogni sorta di vessazione.
Finalmente la riportarono a casa e il Brentano poté
riprendere con i suoi appunti su quel che lei dettava. La precisione con cui la
Emmerick descriveva luoghi e usanze giudaiche e dettagli degli abiti del tempo
di Gesù era stupefacente. Come si è detto, era quasi analfabeta e non si era
mai mossa dalla Westfalia. Ma anche il Brentano non aveva alcuna preparazione
teologica o storica. Però quel che venne scritto delle visioni della Emmerick
aveva una precisione incredibile (il poeta Paul Claudel si convertì dopo aver
letto i resoconti della Passione dettati dalla monaca). Nel 1819, dopo anni di
preghiere, le ferite della stigmatizzata si chiusero (aveva chiesto a Dio di
togliere l’imbarazzo che le procuravano e lasciarle solo i dolori); si
riaprivano solo il Venerdì Santo. Il 9 febbraio 1824, come aveva profetizzato
da mesi, la Emmerick morì di paralisi polmonare, Due mesi dopo, corse la voce
che il suo corpo era stato trafugato a scopo di studio, venne riaperta la sua
tomba e il cadavere fu trovato assolutamente fresco e incorrotto.
Brentano durante la sua vita riuscì a far pubblicare solo i
volumi “La dolorosa passione di Nostro Signor Gesù Cristo” e “Vita della santa
Vergine Maria”. Il volume “Anni di insegnamento di Gesù” vide la luce solo dopo
la sua morte, avvenuta nel 1842. Nel 1869 uscì “I segreti dell’Antico e del
Nuovo Testamento”. Nel 1881, seguendo le indicazioni contenute in questi libri,
due archeologi ritrovarono in Turchia, nei paraggi dell’antica Efeso, la casa
dove Maria aveva trascorso gli ultimi anni della sua Assunzione, “Meryem – Anna
– Evi”, che Paolo VI visitò nel 1967 e Giovanni Paolo II nel 1979. E’ bene
ricordare che tutti i testi ricavati da Brentano dalle visioni della Emmerick
hanno ricevuto l’imprimatur. Non mancano in lingua italiana i testi sulla
beata. Questo testo di don Marcello Stanzione edito dalla Gribaudi al prezzo di
euro 8,50 si compone di un pensiero della beata suora agostiniana tedesca per i
365 giorni dell’anno estratti dalle opere scritte da Brentano.
recensione di Giuseppe Greco
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.