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giovedì 19 settembre 2013

Chiesa(?) cruccargentina

Dal mondo tedesco: “Vogliamo le donne cardinali”

Una funzione ecumenica in Germania
UNA FUNZIONE ECUMENICA IN GERMANIA

Lo chiede un Appello sottoscritto da quasi 300 teologi e teologhe

Alla voce “Cardinal women” (donne cardinali) compare immediatamente sul web la squadra di basket della prestigiosa Stanford University con il logo in campo rosso. Ma un gruppo di cattolici in questi giorni sta sognando qualcosa di più alto, le Frauen Kardinalen: il ripristino all’interno della Chiesa dell’istituto del cardinalato sganciato, com’era una volta, dal ministero presbiterale.
Con un Appello  pubblicato il 12 settembre su un sito svizzero e uno tedesco (e inviato a papa Francesco) su iniziativa della teologa svizzera Helen Schungel-Straumann – 73 anni, già docente di Antico e Nuovo Testamento a Bonn, Colonia e Kassel - alcuni teologi e teologhe si interrogano se non sia giunto il momento di operare una svolta storica, nella direzione della nomina di donne cardinali.
Le adesioni  si stanno moltiplicando di ora in ora sul sito svizzero e sfiorano già le 300: se i primi firmatari erano teologi e teologhe provenienti dal mondo tedesco (ma anche inglese e americano), ora le firme si allargano e se ne contano alcune anche dal nostro Paese, e poi Francia, Spagna, Croazia, Canada. Dal giorno successivo non solo si può sottoscrivere l’Appello, ma anche partecipare ad un sondaggio sull’opportunità o meno di avere nella Chiesa cardinali donna: i risultati si possono immaginare (solo un 28% di contrari, ma le risposte sono ancora scarse).
“Anche le donne dovrebbero essere abilitate a scegliere il papa” scrive l’Appello, ma insieme alla possibilità di voto all’interno del Conclave, l’ammissione al cardinalato comporterebbe la partecipazione attiva alla gestione della Chiesa, in pratica l’accesso alla stanza dei bottoni.
Con tutta probabilità gli estensori  hanno preso carta e penna a seguito dell’ormai famosa conferenza stampa concessa da papa Bergoglio durante il viaggio di rientro dalla GMG di Rio. Se i media hanno focalizzato di più l’attenzione sulla risposta riferita ai gay, i teologi si sono soffermati sulla riflessione riguardo alla necessità di una “teologia delle donne” e la convinzione che le donne dovrebbero assumere un ruolo più incisivo nella comunità ecclesiale.
“Più di metà dei membri della Chiesa sono donne – si legge nell’Appello – ma questa maggioranza viene trattata da minoranza”. Eppure esistono religiose, teologhe, donne che rivestono ruoli di responsabilità all’interno della Chiesa – attività pastorali e caritative, educazione, politica, associazioni, volontariato – ma non vengono coinvolte nelle decisioni, una situazione che viene definita “diseguale e ingiusta”.
Ma uguaglianza e giustizia sono due concetti-chiave della Bibbia, fin dall’Antico Testamento, dove pure si fa menzione di una cura particolare per i poveri, le vedove e gli orfani. E Cristo non è stato da meno con la sua attenzione per le donne.
“Né la Bibbia, né il magistero o la tradizione della Chiesa potrebbero impedire al papa di concedere l’accesso al cardinalato da parte delle donne dal momento che fino al XIX secolo è accaduto che dei laici fossero nominati cardinali”. Una decisione che l’Appello indica come “molto saggia e diplomatica” dal momento che toglierebbe dalla Chiesa cattolica quell’accusa strisciante di misoginia che ricorre di frequente.  E non si tratta affatto di contribuire ad una maggior clericalizzazione della Chiesa, né un accondiscendere a una moda del momento, bensì di una scelta nella direzione di quella lettura dei segni dei tempi di cui parlava ancora Giovanni XXIII.
Occorre dire che non è la prima volta che la questione viene sollevata all’interno della Chiesa: se l’ultima manifestazione contro la composizione esclusivamente maschile del Conclave si era svolta a Roma nel mese di marzo, resta agli annali quel parere espresso qualche anno fa dal direttore dei programmi tedeschi di Radio Vaticana, il gesuita Eberhard von Gemmingem intervistato dal Messaggero: “Nella Cappella Sistina vedrei bene 60 cardinali uomini e 60 donne: perché non sognare che 60 donne illustri della Chiesa non possano concorrere all’elezione del papa?”. Il primo passo indicato era quello di aumentare il loro numero all’interno dei Consigli Pontifici così da raggiungere la parità.
Ma l’idea resta nei verbali di un Sinodo africano e venne lanciata anche dall’allora vescovo di Foggia, mons. Giuseppe Casale insieme alla richiesta di una riforma del diritto canonico, che attualmente impone prima del cardinalato l’ordinazione vescovile e quindi presbiterale.
Dopo l’apertura alle diaconesse del card. Kasper all’Assemblea dei vescovi tedeschi, quella del Segretario di Stato sull’ordinazione di uomini sposati, un’altra discussione potrebbe già essere in lista di attesa.  Curiosa la data: è di 100 anni fa la Marcia di 8 mila donne a Washington per chiedere il diritto di voto ….
MARIA TERESA PONTARA PEDERIVAROMA


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