Continua da "Riflessioni di 23 anni fa":
"C'è un ulteriore sviluppo possibile all'interno del corpo Romano Cattolico che, se incontrollato, può scuotere l'unità della sua struttura. In breve, questa è l'elezione in conclave di un candidato papale la cui politica sarà quella di dissolvere l'unità e cambiare la struttura della Chiesa Cattolica Romana semplicemente attraverso l'abbandono del ministero petrino, il privilegio sul quale è costruita l'unità strutturale della Chiesa come un corpo visibile, e dissociando l'approssimativo numero di quattromila vescovi della Chiesa dalla loro collegiale sottomissione al papato - il principio sul quale sono stati finora strutturati.
Tutto ciò significherà una nuova funzione per il Vescovo di Roma, e non quella tradizionale; implicherà inoltre un nuovo rapporto con tutti i vescovi, incluso quello di Roma, fra loro. Se qualcuno dubita seriamente che un simile evento possa accadere, lasciatemi ricordargli che nessuno avrebbe seriamente previsto negli anni '40 e '50 che un papa negli anni '60 avrebbe cercato di modificare efficacemente gli elementi che garantivano l'accadimento centrale della Messa; nominalmente la riattualizzazione o la ri-presentazione del Sacrificio di Cristo sul Calvario. Eppure è ciò che è precisamente accaduto.
C'è poi una seconda ragione per cui nessuno dovrebbe considerare remota
questa possibilità sopra delineata. Una seria considerazione della
situazione presente con occhi spassionati rivela molto rapidamente la
sinistra situazione della vita cattolica oggi: al livello universale
delle parrocchie e delle diocesi, e a quello superiore del papato e del
ministero papale, troveremo presenti tutti gli elementi dispositivi
richiesti e sufficienti a portare alla fruizione tali tremendi sviluppi
presagiti. In realtà troveremo che questi elementi sono già stati
estensivamente e intensamente elaborati.
Al livello delle parrocchie e delle diocesi, e diffusamente fra i
vescovi, preti, suore e laici, troveremo una irremovibile persuasione
che prima del Vaticano II c'era una Chiesa Romano Cattolica - la Chiesa
"pre-conciliare"; ma che dopo il Concilio, la Chiesa pre-conciliare ha
cessato di esistere e il suo posto è stato preso dalla "Chiesa
Conciliare", animata dallo "spirito del Vaticano II" e non si chiama più
"Chiesa Cattolica Romana" ma piuttosto sia, in termini biblici, "popolo
di Dio" sia, vagamente, "Chiesa".
Troveremo che le due "Chiese" sono radicalmente differenti nella testa
dei vescovi, dei preti, di suore e laici. Differenti su almeno quattro
punti capitali. I laici della "Chiesa Conciliare" non proclamano
l'esclusivo possesso dei mezzi della salvezza eterna. I non-cattolici
così come i non-cristiani possono in maniera equivalente proclamare di
avere i mezzi per la salvezza all'interno della loro religione - o "modo
di vivere" qualora non siano credenti. Perché tutti noi - cattolici,
non cattolici e non cristiani - siamo solo pellegrini con lo stesso
obiettivo, sebbene lo approcciamo in modi differenti.
Secondo, nella Chiesa Conciliare, la fonte dell'illuminazione religiosa,
guida e autorità è la locale "comunità di fede". Il corretto credo e le
corrette pratiche morali non vengono più dal corpo gerarchico dei
vescovi sottomesso all'autorità centrale di un solo uomo che ha
l'autorità del magistero, il Vescovo di Roma.
Terzo, i gruppi mondiali di "comunità di fede" hanno come prima
funzione quella di cooperare con "l'umanità" per costruire e assicurare
il successo della pace nel mondo e una riforma del mondo nell'uso delle
risorse della terra per eliminare l'oppressione economica e
l'imperialismo politico.
Quarto, le precedenti regole di comportamento morale della Chiesa
Cattolica Romana riguardo i principi collegati alla vita - concepimento,
matrimonio, morte e sessualità - devono essere portati in un fraterno
allineamento con le prospettive, i desideri e le pratiche del mondo
intero. Altrimenti come potrebbero i membri di questa Chiesa proclamare
di essersi aperti ai loro fratelli e sorelle?" (pp. 680-681).
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