ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 30 settembre 2013

Santificati i profeti di sventura!

Roncalli santo anche senza il miracolo “Era il cappellano di Gesù”
Papa Giovanni XXIII con il suo segretario Loris Capovilla
PAPA GIOVANNI XXIII CON IL SUO SEGRETARIO LORIS CAPOVILLA

I ricordi del segretario di Giovanni XXIII, monsignor Capovilla Oggi il Concistoro per la santificazione del papa Buono e di Wojtyla

«Ho subito avvertito la sua santità. L’ho conosciuto a 17 anni e gli sono stato accanto fino all’istante della morte».

Ad essersi «immediatamente accorto» di vivere «al fianco di un santo» è l’arcivescovo Loris Capovilla, storico segretario di Angelo Roncalli. All’inizio di una settimana che inciderà sul corso prossimo della storia della Chiesa, con la riunione della consulta per la riforma della Curia e il viaggio di Bergoglio ad Assisi, Francesco si appresta oggi a un altro atto tra i più significativi dei suoi primi mesi di pontificato. È in programma, nel Palazzo Apostolico il concistoro per la canonizzazione di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Nell’occasione il Pontefice ufficializzerà la data della cerimonia in cui verranno «promossi» santi i suoi due predecessori beati. Arrivano così a compimento insieme le storie di santità di due papi che Bergoglio ha voluto riunire anche nell’immaginario dei cattolici, col decreto di canonizzazione firmato il 5 luglio scorso, come esempi luminosi dell’istituzione stessa del papato. La data più probabile per la doppia cerimonia in piazza San Pietro è quella del 27 aprile, domenica della Divina Misericordia.

Qual è l’emozione più grande?

«Sentire la proclamazione di santità di Roncalli da parte del suo successore più simile a lui. Quando mi ha telefonato, Francesco ha definito “convito della memoria” i cinquant’anni del Concilio e dell’enciclica “Pacem in Terris”. Ero così emozionato che non riuscivo a dire una parola. Lui mi ricorda in tutto Giovanni XXIII: nella gestualità, nell’attenzione ai poveri. L’ho capito quando sei mesi fa si è affacciato alla Loggia delle benedizioni, da come si aggiustava la stola, da come si è inginocchiato. Gli si leggeva in volto la grande pace. Ha la stessa umiltà e mitezza di cuore di Giovanni XXIII che da padre saggio e illuminato si rivolgeva alla famiglia umana lacerata da interessi contrastanti e da avversioni insensate e talvolta implacabili».

Com’è stato collaborare con un santo?

«Ho impresse in mente situazioni e sentimenti. Roncalli affrontava anche le cose più pesanti con serenità e semplicità indescrivibili. Una volta mi affannavo a rappresentargli una situazione complicata e lui mi spiazzò: “Per ottenere qualcosa non schiaccio neppure una mosca, non voglio costringere ma convincere”. Un’impostazione evangelica che metteva già in pratica a Sotto il Monte, il villaggio della modesta famiglia, poi da insegnante al seminario e da nunzio. Non è mai cambiato per tutta la vita. A 14 anni scrisse nel suo diario spirituale che la prudenza è il vertice della vita cristiana».

Chi è stato davvero Roncalli?

«Il maestro inatteso. Fu eletto a 77 anni, nessuno si aspettava un Papa così. Convocò a Roma tutti i vescovi del mondo e nel momento più solenne della sua vita disse: “La mia persona non conta niente”. E con umiltà aggiunse: “Il Concilio è presieduto da Gesù, io ne sono solo il cappellano”. Si affidava a Dio e ripeteva “non è il Vangelo che sta cambiando, siamo noi che cominciamo a capirlo meglio”. Non era l’uomo delle facili illusioni. Non vedeva immediata l’unità dei cristiani, ma si incamminò in quella direzione. Il Vaticano II fu una presa di coscienza storica, il segno che la Chiesa matura, altrimenti saremmo ancora all’epoca delle crociate e del processo a Savonarola. Mi ripeto spesso le ultime parole di Giovanni XXIII: “Abbiamo molti amici, ne avremo anche di più”. Ciò che è impossibile agli uomini è possibile a Dio».

Con lui viene proclamato santo Wojtyla. Che ricordo ne ha?

«Lo avevo conosciuto durante il Concilio assieme al primate di Polonia Wyszynski. Nell’agosto ’79 fui ricevuto a Castel Gandolfo e definì Roncalli un “profeta”. Poi aggiunse:“ I profeti soffrono, ma lui ha avuto ragione e adesso viviamo l’epoca nuova da lui inaugurata” Ora ci proteggeranno insieme dal cielo. Attendo come un lampo di luce le parole con cui al concistoro Francesco annuncerà la loro canonizzazione».

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
http://vaticaninsider.lastampa.it/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/28216/

Wojtyla e Roncalli santi il 27 aprile
L'annuncio di Papa Francesco


Wojtyla e Roncalli

E' il 27 aprile 2014 la data in cui il papa proclamerà santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II: lo ha annunciato lo stesso Francesco durante un concistoro di cardinali in corso in Vaticano.

Il Papa ha scelto come data per la canonizzazione di Angelo Roncalli e Karol Wojtyla la data già ventilata del 27 aprile, in cui la Chiesa festeggia la festa della Divina Misericordia. Prima che Bergoglio proclamasse la formula e annunciasse la data della canonizzazione, il prefetto per la Congregazione delle cause dei santi, Angelo Amato, ha tracciato un breve profilo biografico dei due futuri santi. Il cardinale Amato ha in particolare ricordato «il loro servizio alla pace» assimilandolo a quell'«impegno a cui Vostra Santità ci sollecita». Il porporato ha anche citato la «mite fermezza» con la quale i due Papi defunti hanno entrambi vissuto in «tempi di radicali trasformazioni», promuovendo «con autenticità» la dignità dell'uomo

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