un inno alla vita e
un monito alle coscienze
Mancano
pochi anni alla ricorrenza del centenario dell’apparizioni della Vergine Maria
nella Cova da Iria di Fatima, avvenute nel 1917, e quanto mai oggi sembra
urgente una rivitalizzazione del messaggio che Dio Padre, con la mediazione
della Madonna, ha voluto dare a tutta l’umanità. Un messaggio che, ad
un’attenta meditazione, sembra essere non solo un monito al pentimento, alla
conversione del cuore e della vita, una “scossa” ad un mondo (e, in
particolare, un’Europa) secolarizzato e intorpidito, ma anche (e soprattutto)
un inno alla Misericordia di Dio e alla vita. L’occasione propizia per una
riflessione sul punto mi sorge da un recente pellegrinaggio che ho fatto nella
località portoghese, ove ogni anno migliaia di pellegrini giungono per
innalzare preghiere, esprimere voti, chiedere grazie alla Santa Madre di Dio
che nella conca portoghese si è presentata come Nostra Signora del Rosario.
Il
13 maggio 1917 tre fanciulli (i fratelli Giacinta e Francisco Marto di 7
e 9 anni e Lucia de Jesus di 10 anni) stavano pascolando un gregge di pecore di
proprietà familiare nella Cova da Iria, frazione di Fatima, comune di Villa
Nova de Ourem. Verso mezzogiorno una luce splendente cambiò la vita dei
bambini: la Vergine Maria, apparendo loro, disse che bisognava pregare molto, e
chiese di tornare, fino ad ottobre, ogni mese il giorno 13 alla stessa ora. E
proprio ad ottobre Maria si presentò come la “Madonna del Rosario” e tutti i
presenti alla Cova da Iria (circa 70.000 persone) assistettero come promesso
dalla Madonna ad un miracolo: la danza del sole che, come un disco argenteo, si
poteva fissare senza difficoltà alcuna e che si mise a ruotare, sembrando dover
precipitare da un momento all’altro sulla terra.
Le apparizioni di Fatima si collocano in una contingenza storica
drammatica per l’Europa e il mondo intero, in quanto già da 3 anni un
devastante conflitto mondiale stava tormentando le nazioni europee: gli
austriaci erano ormai alle porte di Venezia; l’esercito russo, frustrato dalle
enormi perdite belliche, stava progressivamente arretrando, incitato
all’ammutinamento dai bolscevichi di Lenin, il quale proprio ad ottobre,
conclusione delle apparizioni della Madonna a Fatima, annuncerà la presa del
potere al congresso dei Soviet. La vittoria bolscevica porterà alla caduta del
regime monarchico zarista e dal 1922, a seguito di una sanguinosa guerra civile
tra l’Armata Rossa del bolscevichi e l’Armata Bianca dei Controrivoluzionari,
verrà istituito l’Urss. La Chiesa si trovava già da alcuni anni a far fronte ad
un mondo impazzito, che si stava sempre più allontanando da Dio e che si
catapultò in un conflitto tutt’altro che breve ed esangue. Sulla scia della
rivoluzione francese, della cultura illuminista e dei governi liberal-massonici
dell’800, lo scientismo, l’ateismo e il modernismo sferzavano la società e la
Chiesa primo-novecentesca (dell’8 settembre 1907 è l’enciclica Pascendi
Dominici Gregis, con cui papa Pio X condannò il modernismo).
Già alla luce di questo sommaria e scarna inquadratura
sull’aria mortifera che si respirava in Europa, è possibile notare come fosse
nei piani di Dio lanciare, con le rivelazioni di Fatima, una “scialuppa di
salvataggio”, ridare speranza e vita ad un’umanità che stava letteralmente
autoimplodendo.
“Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze
che vorrà inviarvi, come atto di riparazione per i peccati con cui è offeso e
di supplica per la conversione dei peccatori? […] Avrete molto da soffrire, ma
la grazia di Dio sarà il vostro conforto. Recitate il santo Rosario tutti i
giorni, per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra”. Già
nella prima apparizione del 13 maggio 1917 la Madonna chiese ai pastorelli la
loro collaborazione perché la vita trionfasse sulla morte, perché tornasse la
pace, perché il vasto sistema di male e peccato che obbrobriosamente si
stagliava nel cuore degli uomini, potesse essere purificato, risanato dalla
preghiera, dalla sofferenza riparatrice di tre poveri fanciulli.
Il 13 luglio, ribadendo la richiesta di pregare il Rosario
ogni giorno per la pace, Maria mostra ai pastorelli l’inferno che, come riportò
Lucia, negli scritti successivi già diventata suora, era ”un grande mare di
fuoco, che sembrava stare sotto terra. Immersi in quel fuoco, i demoni e le
anime, come se fossero braci trasparenti e nere o bronzee, con forma umana che
fluttuavano nell’incendio, portate dalle fiamme che uscivano da loro stesse
insieme a nuvole di fumo, cadendo da tutte le parti simili al cadere delle
scintille nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di
dolore e disperazione che mettevano orrore e facevano tremare dalla paura. I
demoni si riconoscevano dalle forme orribili e ributtanti di animali spaventosi
e sconosciuti, ma trasparenti e neri. Questa visione durò un momento”.
E continuando quello che poi risulterà essere il
famoso e discusso segreto di Fatima, la Madonna disse ai bambini “Se farete
quello che vi dirò la guerra sta per finire, ma se non smetteranno
di offendere Dio, nel regno di Pio XI ne
comincerà un’altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce
sconosciuta, sappiate che è il grande segnale che Dio vi dà del fatto che si
appresta a punire il mondo per i suoi delitti, per mezzo della guerra, della
fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedire tutto
questo, sono venuta a chiedere la Consacrazione della Russia al
Mio Cuore Immacolato e la comunione riparatrice nei primi sabati. Se
ascolterete le Mie richieste, la Russia si convertirà e avrete pace;
diversamente, diffonderà i suoi errori nel mondo, promuovendo guerre e
persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati, il Santo Padre dovrà
soffrire molto, diverse nazioni saranno annientate. Infine il Mio Cuore
Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia che si convertirà,
e sarà concesso al mondo qualche tempo di pace[…]“.
E ancora nell’agosto seguente disse: “pregate, pregate
molto e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all’Inferno
perché non vi è chi prega e si sacrifica per loro”. E, infine, le
apparizioni del 13 settembre e del 13 ottobre, quando la Madonna annuncerà
l’imminente fine della guerra e, come premesso, ebbe luogo il miracolo del
sole.
Salvare le anime, ridare la pace al mondo, lenire i cuori
con l’Amore e la Misericordia di Dio, raddrizzare i sentieri sviati dell’uomo,
sconfiggere il vortice di morte e violenza: questo possiamo dire sia la sintesi
del messaggio di Fatima. E l’eco delle richieste e dell’annuncio mariano
risuona, a guerra terminata, nelle parole del papa Benedetto XV, nell’enciclica Quod
Iam Diu, del 1 dicembre 1918; «Il giorno che il mondo intero
aspettava ansiosamente da tanto tempo e che tutta la cristianità implorava con
tante fervide preghiere, e che Noi, interpreti del comune dolore, andavamo
incessantemente invocando per il bene di tutti, ecco, in un momento è arrivato:
tacciono finalmente le armi […] Per spiegare come sia avvenuto improvvisamente
tale cambiamento, potrebbero essere addotte certamente molteplici e svariate
cause, ma se si vuole cercare veramente la ragione suprema bisogna risalire
assolutamente a Colui che governa tutti gli eventi e che, mosso a misericordia
dalle perseveranti preghiere dei buoni, ha concesso all’umanità di riaversi
alfine da tanti lutti ed angosce».
Certo, non è chi non possa vedere come l’ammonimento mariano
sia caratterizzato dalla minaccia di ulteriori castighi, di sofferenze (in
particolare per la Chiesa) se il mondo non si convertirà: ammonimenti che non
paiono essere stati pienamente ascoltati se, come poi è stato, la seconda
guerra mondiale si è realmente verificata, producendo ancora più morte e
devastazione.
Ciononostante Maria, la “messaggera” di Dio ha voluto
indicare la via maestra perché l’uomo possa tornare a Dio, riedificare una
società e una cultura della vita, rinsaldare un’alleanza che per Dio è eterna
ma per l’uomo sembra essersi sbiadita e allentata: il perdono, i sacramenti, la
preghiera, la pace, la carità, la giustizia, la grazia divina, la vita.
E al Cuore Immacolato di Maria anche Pio XII volle
consacrare, nel mezzo del secondo conflitto mondiale, la Chiesa e l’intero
genere umano nel Radiomessaggio al Portogallo del 31 ottobre 1942 dicendo così
che “A Voi, al vostro Cuore Immacolato, Noi, quale Padre comune della grande
famiglia cristiana, come Vicario di Colui al quale fu concesso ogni potere in
cielo e in terra (Mat. 28, 18), e dal quale ricevemmo la cura di
quante anime redente col suo sangue popolano l’universo mondo, — a Voi, al vostro
Immacolato Cuore, in quest’ora tragica della storia umana, affidiamo,
rimettiamo, consacriamo non solo la Santa Chiesa, corpo mistico del vostro
Gesù, che soffre e sanguina in tante parti e in tanti modi tribolata, ma anche
tutto il mondo straziato da feroci discordie, riarso in un incendio di odio,
vittima delle proprie iniquità. Vi commuovano tante rovine materiali e morali;
tanti dolori, tante angosce di padri e di madri, di sposi, di fratelli, di
bimbi innocenti; tante vite in fiore stroncate; tanti corpi lacerati
nell’orrenda carneficina; tante anime torturate e agonizzanti, tante in
pericolo di perdersi eternamente!».
E il venerabile Eugenio Pacelli risaltò per essere un
pontefice prediletto dal Cuore Immacolato di Maria e, fortemente legato al
messaggio di Fatima, giacchè dieci anni più tardi con la lettera apostolica “Sacro
vergente anno de universae Russorum gentis Immaculato Mariae Cordi
consecratione” scrisse, in conclusione, che «Noi, pertanto, affinché più
facilmente le Nostre e le vostre preghiere siano esaudite, e per darvi un
singolare attestato della Nostra particolare benevolenza, come pochi anni fa
abbiamo consacrato tutto il mondo al Cuore immacolato della vergine Madre di
Dio, così ora, in modo specialissimo, consacriamo tutti i popoli della Russia
al medesimo Cuore immacolato, nella sicura fiducia che col potentissimo
patrocinio di Maria vergine quanto prima si avverino felicemente i voti, che
Noi, che voi, che tutti i buoni formano per una vera pace, per una fraterna
concordia e per la dovuta libertà a tutti e in primo luogo alla chiesa; in
maniera che, mediante la preghiera che Noi innalziamo insieme con voi e con
tutti i cristiani, il regno salvifico di Cristo, che è «regno di verità e di
vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace», in
ogni parte della terra trionfi e si consolidi stabilmente.»
E ancora nell’enciclica “Fulgens Corona” del
settembre 1953, per la Natività della Beata Vergine Maria, scrive Papa Pio XII
“[…]Se dunque si è errato, bisogna ritornare sulla diritta via; se le
tenebre dell’errore hanno avvolto le menti, senza indugio devono essere
dissipate dalla luce della verità; se quella morte, che è la vera morte, si è
impadronita degli animi, bisognerà con vivo efficace desiderio accostarsi alla
vita: a quella celeste vita, che non conosce tramonto perché ha origine da
Cristo Gesù; se con animo fiducioso e fedele lo seguiremo in questa terra di
esilio, certamente, insieme con lui godremo nei cieli la beatitudine eterna.
Questo ci insegna e a queste cose ci esorta la beata vergine Maria, madre
nostra dolcissima, la quale ci ama di autentico amore, certamente più di tutte
le madri terrene. Come ben sapete, venerabili fratelli, di queste esortazioni e
inviti a un ritorno a Cristo e a una diligente ed efficace conformità ai suoi
insegnamenti hanno gran bisogno gli uomini d’oggi, in un momento in cui tanti
si sforzano di svellere radicalmente dagli animi la fede di Cristo, o con
mascherate e astute insidie, o anche con una propaganda e un’esaltazione aperta
e ostinata dei loro errori da essi propalati così impudentemente, come se
fossero gloria del progresso e dello splendore di questo secolo. Ma rigettata
la nostra santa religione, negati i divini voleri che sanciscono il bene e il
male, appare evidente che quasi a nulla giovano le leggi e quasi a nulla è
ridotta la pubblica autorità; si ha di conseguenza che gli uomini, perduta con
queste dottrine fallaci la speranza e l’attesa dei beni immortali, è naturale
che cerchino smodatamente i beni terreni, avidamente desiderino quelli altrui e
talora, quando l’occasione e la possibilità si offrono loro, se ne
impadroniscano anche con la violenza. Di qui prorompono gli odi, le invidie, le
rivalità e le discordie tra cittadini; di qui nasce la perturbazione della vita
pubblica e privata, e gradatamente si scalzano quelle fondamenta dello stato
che mal potrebbero essere sostenute e rafforzate dall’autorità delle leggi
civili e dei governanti; di qui infine la diffusa decadenza dei costumi a
motivo dei licenziosi spettacoli, dei libri, dei giornali e di tanti delitti.
Non neghiamo che in questo campo l’autorità dello stato possa far molto;
tuttavia il risanamento di tante sciagure è da ricercarsi in rimedi più
profondi. È necessario chiamare in aiuto una forza maggiore di quella umana,
che penetri negli animi e li rinnovi con la divina grazia rendendoli col suo
ausilio migliori. […]Molte grazie tutti debbono implorare nelle presenti
circostanze dall’aiuto della beata Vergine, dal suo patrocinio, dalla sua
potenza mediatrice. Chiedano innanzi tutto – come abbiamo già detto – che i
propri costumi, con il soccorso della divina grazia, sempre più si uniformino
agli insegnamenti cristiani, perché la fede senza le opere è morta
(cf. Gc 2,20.26), e perché nessuno può fare convenientemente cosa
alcuna per il pubblico bene, se prima egli stesso non rifulga come esempio di
virtù agli altri. […]Mentre perseverano con indomabile animo nella fede dei
padri, facciano proprie in questi gravi frangenti le seguenti parole del
Dottore Mellifluo, quasi distintivo di cristiana fortezza: «Staremo in piedi e
combatteremo sino alla morte, se sarà necessario, per nostra madre (la chiesa),
con le armi che ci saranno consentite: non con gli scudi e le spade, ma con la
preghiera e le lacrime a Dio».”
Anche gli ultimi pontefici sono parimenti legati alla
Madonna di Fatima, in particolare il beato Giovanni Paolo II, che il 13 maggio
1981, ferito gravemente dall’attentatore turco Alì Agca, riuscì a sopravvivere
in quanto le pallottole che trapassarono il suo corpo non lesero gli organi
vitali. Scorgendo la protezione materna della Vergine Santa, il Papa affermò
successivamente che ”Una mano ha premuto il grilletto, un’altra mano
materna ha deviato lo traiettoria del proiettile. E il Papa agonizzante si è fermato
sulla soglia della morte“. Ma ancora più toccanti furono le parole della
preghiera con cui il 13 maggio dell’anno successivo, ad un anno dall’attentato
e nella ricorrenza del 65° delle apparizioni di Fatima, Giovanni Paolo II volle
rinnovare l’affidamento e la consacrazione alla Vergine: […] «Affidandoti, o
Madre, il mondo, tutti gli uomini e tutti i popoli, ti affidiamo anche la
stessa consacrazione per il mondo mettendola nel tuo Cuore materno. Oh, Cuore
Immacolato! Aiutaci a vincere la minaccia del male, che così facilmente si
radica nei cuori degli stessi uomini d’oggi e che nei suoi effetti
incommensurabili già grava sulla nostra contemporaneità e sembra chiudere le
vie verso il futuro! Dalla fame e dalla guerra liberaci! Dalla guerra nucleare,
da una autodistruzione incalcolabile, da ogni genere di guerra, liberaci! Dai
peccati contro la vita dell’uomo sin dai suoi albori, liberaci! Dall’odio e
dall’avvilimento della dignità dei figli di Dio, liberaci! Da ogni genere di
ingiustizia nella vita sociale, nazionale e internazionale, liberaci!
Dalla facilità di calpestare i comandamenti di Dio, liberaci! Dai peccati
contro lo Spirito Santo,liberaci! liberaci! Accogli, o Madre di Cristo, questo
grido carico della sofferenza di tutti gli uomini! Carico della
sofferenza di intere società! Si riveli, ancora una volta, nella storia
del mondo l’infinita potenza dell’Amore misericordioso! Che esso
fermi il male! Trasformi le coscienze! Nel tuo Cuore Immacolato si sveli per
tutti la luce della Speranza![…]».
E così intense sono anche le parole di Benedetto XVI, che
già da prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede commentò il
Messaggio di Fatima, e che nell’omelia del 13 maggio 2010 in occasione del
viaggio apostolico del 10° anniversario della beatificazione di Giacinta e
Francesco, pastorelli di Fatima, ebbe occasione di rimembrare che «Si
illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui
rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi:
«Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me
dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di
terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare
frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli
uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete
offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in
atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la
conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162). Con la famiglia
umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti
egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la
nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si
affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il
cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per
l’intera superficie della terra, in particolare al passaggio della Vergine
Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna.
Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni
affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria
della Santissima Trinità.».
Cosi come in continuità con i predecessori è stata la
scelta di Sua Santità Papa Francesco che dopo aver consacrato lo scorso 13
maggio 2013 il suo pontificato alla Vergine di Fatima, il 13 ottobre ha deciso
di consacrare tutto il mondo al Cuore Immacolato di Maria.
Non è chi non veda come da Fatima giunga un vigoroso appello
a rievocare la suprema lex della salus animarum,
che oggi spesso sembra smarrirsi, nascosta polverosa in qualche anfratto delle
nostre parrocchie, e che riemerge inequivocabilmente nelle accorate parole
della Madonna, quasi a volere ricordare all’uomo le parole di Gesù nel Vangelo
di San Luca “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o
rovina se stesso?” (Lc 9, 25). Ancora il Figlio di Dio ha detto, “Chi non è con
me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde” (Mt 12,30): tertium
non datur.
E la resipiscenza anche dell’uomo d’oggi non può che passare
per un’intensificazione della preghiera tutti, giacchè i venti di guerra che
provengono dal Medio Oriente sembrano prospettare una deriva planetaria del già
debole equilibrio mondiale.
Tuttavia preme sottolineare come un’altra guerra, silenziosa
e spesso censurata dai media, sia all’opera: la guerra contro la vita nascente,
contro la vita debole ed indifesa, sfregiata quotidianamente da pusillanimi
ideologie che superano di gran lunga la macchina mortale messa in campo dall’olocausto
hitleriano e dalla follia staliniana. Milioni, anzi miliardi di feti uccisi, di
embrioni cancellati, sotto l’egida rassicurante del diritto e della legge!
Politiche e campagne di (de-)sensibilizzazione sempre più eutanasiche che
soprattutto dal mondo anglofono e dal Nord Europa si diffondono inesorabili in
tutto il mondo! Disegni di legge panomofobici, distorsione del concetto di
famiglia naturale, fecondazioni ostinate e di tutti i tipi pur di aver un
figlio! Grembi materni in affitto, donne sfruttate e vendute come forni dentro
cui far lievitare il “prodotto” tanto agognato! Tracotanti progetti di
cancellazione della differenza sessuale maschio-femmina, della
distinzione padre-madre! Ipersessualizzazione e omosessualizzazione della
cultura propinata a bambini, giovani e ragazzi! Derive eugenetiche,
liberalizzazione del suicidio assistito, della morte self-service!
Obnubilamento anticristiano e proposte varie per sradicare presenze e simboli
religiosi (quasi esclusivamente cattolici!).
Apertis verbis: UN ATTACCO, UNA GUERRA
MONDIALE CHE DURA DA DECENNI CONTRO LA VITA E, DIRETTAMENTE, CONTRO DIO AUTORE
E FONTE DELLA VITA!!
Ben ha detto S.E il Vescovo di Livorno, Mons. Simone Giusti,
che nei giorni in cui ho soggiornato a Fatima, si è recato in pellegrinaggio
con la sua Diocesi e il Movimento di Fatima e che in un passaggio della sua
omelia alla cappellina delle apparizioni ha voluto ridestare le coscienze
contro l’evidente e ormai decennale attacco contro la vita, definendo l’aborto
un delitto aberrante contro un corpicino indifeso.
Il messaggio di Fatima si palesa anche oggi, come un secolo
addietro, un inno alla vita “bombardata” a grappolo ogni giorno, un monito alla
coscienza umana che ha slacciato ogni legame con principi non negoziabili,
legge naturale, tutela e promozione della vita.
Consoliamo allora il nostro Dio, sull’esempio dei numerosi
pellegrini che si consacrano al Cuore Immacolato di Maria, che pregano ai piedi
di Nostra Signora del Rosario, dei genitori, delle mamme, delle donne, dei nonni,
dei papà, dei giovani e degli anziani e soprattutto dei bambini che fanno voti,
bruciando le famose “velas”, offrono le loro penitenze percorrendo in ginocchio
quel tratto della spianata della Cova da Iria che porta alla Capelinha. I
numerosi peccati, le violenze perpetrate quotidianamente alla vita meritano
riparazione con la preghiera, i sacrifici e la carità, ma soprattutto
amplificando il megafono della Verità, in opposizione ai falsi profeti e alle
menzogne preconfezionate dall’impero delle tenebre.
By Riscossa Cristiana On 13 ottobre 2013
di Giampaolo Scquizzato
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