Dal commento di don Dolindo Ruotolo a 1Maccabei IX, 23-27.
Questo mutamento così improvviso e radicale della nazione, che prima era sembrata dominata dall'autorità e dalle armi di Giuda, è figura ed immagine di quei tristi periodi della Chiesa nei quali viene a mancare un capo santo ed energico che era riuscito a ridonare alla vita cristiana un predominio sulla vita rilassata dei popoli, gli empi saranno costretti a mordere il freno e a rintanarsi, perché l'ambiente non è loro propizio, ma, alla morte di chi promosse le sante riforme, tenteranno riguadagnare le loro posizioni, e prepareranno l'ambiente del mondo al regno dell'anticristo.
Allora si vedrà la superficialità di certi movimenti di apostolato esterno e di certe forme di organizzazioni che non riescono a penetrare il fondo delle anime; allora si vedrà che una vera riforma non può farsi solo a forza di leggi e di decreti, ma deve farsi con la preghiera e l'azione soprannaturale dell'apostolato che muta i cuori e li vivifica con la grazia dello Spirito Santo.
La Chiesa deve ricorrere ai suoi grandi mezzi di vita soprannaturale per ottenere un mutamento vero e profondo del costume cristiano; deve diffondere la pratica della vita interiore e della santità, e deve accendere nei cuori totalitariamente la fiamma del divino amore.
Deve, perciò, rinnovare prima di tutto la vita dei suoi Sacerdoti e delle anime consacrate a Dio, perché da questi centri di vita si diffonde nelle anime, per la preghiera, la penitenza e l'apostolato, una profonda rinnovazione. Qualunque organizzazione esterna diventa fuoco di paglia senza la vita interiore che la vivifichi, e al primo soffio di una corrente contraria si sfascia come casa fondata sull' arena.
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