La famiglia? "Prego, grazie, scusa". Papa Francesco accoglie 100 mila pellegrini
di Antonino D'Anna
Un amore paziente è quello che tiene insieme la famiglia, centro della fede e piccola chiesa domestica, specie se si ritrova attorno alla recita del Rosario. E non solo: una famiglia in cui la pace deve prevalere sempre sulle difficoltà, in cui ognuno possa imparare a dire: “prego, grazie, scusa”. Papa Francesco ha salutato ieri i 100.000 pellegrini accorsi da 70 paesi del mondo in San Pietro per la Giornata della Famiglia tenutasi quasi alla fine di questo Anno della Fede indetto dal predecessore, Benedetto XVI.
LA PREGHIERA- L'omelia è in tre brevi punti, discorsiva come nello stile di Jorge Mario Bergoglio. Il Papa prende le mosse dal libro del Siracide e osserva che la preghiera del pubblicano “arriva fino alle nubi”. “Alla luce di questa Parola, - dice Bergoglio - vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente, davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bontà, che venga a noi”. Ma nella famiglia la preghiera non è solo un momento personale: “Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. E ci vuole semplicità: per pregare in famiglia, ci vuole semplicità! Pregare insieme il “Padre nostro”, intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile”. E ancora: “E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera”.
LA FEDE- La seconda lettura fa perno sulla famiglia che custodisce la fede. Bergoglio osserva però che: “Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle giovani, sono spesso “di corsa”, molto affaccendate; ma qualche volta ci pensate che questa “corsa” può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Ma, ieri abbiamo sentito, qui in piazza, la testimonianza di famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglia è mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni”.
LA GIOIA- Nel terzo punto dell'omelia, il Papa commenta il Vangelo. Qui il Papa tocca il tema della gioia: “Eh… a me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Eh, date voi la risposta”. Quale gioia? “La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente”.
PREGO, GRAZIE, SCUSA- Il Papa ha anche invitato le coppie a camminare: “Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi! Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilità”. La ricetta per un matrimonio felice? “Ma sentite questo consiglio: non finire la giornata senza fare la pace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia! Senza chiedersi scusa: 'scusatemi' ecco e si rincomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa! Lo diciamo insieme? Permesso, grazie e scusa! Facciamo queste tre parole in famiglia! Perdonarsi ogni giorno!”. Vivere insieme, con amore, passare tempo con i figli, pregare restando sempre uniti a Cristo: “E portatelo a tutti con la vostra testimonianza”. Se Giovanni XXIII chiedeva di portare una carezza ai bambini, Francesco chiede alle famiglie di portare la fede. Che non gioca in difesa.
LA PREGHIERA- L'omelia è in tre brevi punti, discorsiva come nello stile di Jorge Mario Bergoglio. Il Papa prende le mosse dal libro del Siracide e osserva che la preghiera del pubblicano “arriva fino alle nubi”. “Alla luce di questa Parola, - dice Bergoglio - vorrei chiedere a voi, care famiglie: pregate qualche volta in famiglia? Qualcuno sì, lo so. Ma tanti mi dicono: ma come si fa? Ma, si fa come il pubblicano, è chiaro: umilmente, davanti a Dio. Ognuno con umiltà si lascia guardare dal Signore e chiede la sua bontà, che venga a noi”. Ma nella famiglia la preghiera non è solo un momento personale: “Sì, è vero, ma è anche questione di umiltà, di riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, come il pubblicano! E tutte le famiglie, abbiamo bisogno di Dio: tutti, tutti! Bisogno del suo aiuto, della sua forza, della sua benedizione, della sua misericordia, del suo perdono. E ci vuole semplicità: per pregare in famiglia, ci vuole semplicità! Pregare insieme il “Padre nostro”, intorno alla tavola, non è una cosa straordinaria: è facile”. E ancora: “E pregare insieme il Rosario, in famiglia, è molto bello, dà tanta forza! E anche pregare l’uno per l’altro: il marito per la moglie, la moglie per il marito, ambedue per i figli, i figli per i genitori, per i nonni … Pregare l’uno per l’altro. Questo è pregare in famiglia, e questo fa forte la famiglia: la preghiera”.
LA FEDE- La seconda lettura fa perno sulla famiglia che custodisce la fede. Bergoglio osserva però che: “Tutti sappiamo che le famiglie, specialmente quelle giovani, sono spesso “di corsa”, molto affaccendate; ma qualche volta ci pensate che questa “corsa” può essere anche la corsa della fede? Le famiglie cristiane sono famiglie missionarie. Ma, ieri abbiamo sentito, qui in piazza, la testimonianza di famiglie missionarie. Sono missionarie anche nella vita di ogni giorno, facendo le cose di tutti i giorni, mettendo in tutto il sale e il lievito della fede! Conservare la fede in famiglia è mettere il sale e il lievito della fede nelle cose di tutti i giorni”.
LA GIOIA- Nel terzo punto dell'omelia, il Papa commenta il Vangelo. Qui il Papa tocca il tema della gioia: “Eh… a me piacerebbe fare una domanda, oggi. Ma, ognuno la porta nel suo cuore, a casa sua, eh?, come un compito da fare. E si risponde da solo. Come va la gioia, a casa tua? Come va la gioia nella tua famiglia? Eh, date voi la risposta”. Quale gioia? “La gioia vera viene da un’armonia profonda tra le persone, che tutti sentono nel cuore, e che ci fa sentire la bellezza di essere insieme, di sostenerci a vicenda nel cammino della vita. Ma alla base di questo sentimento di gioia profonda c’è la presenza di Dio, la presenza di Dio nella famiglia, c’è il suo amore accogliente, misericordioso, rispettoso verso tutti. E soprattutto, un amore paziente: la pazienza è una virtù di Dio e ci insegna, in famiglia, ad avere questo amore paziente, l’uno con l’altro. Avere pazienza tra di noi. Amore paziente”.
PREGO, GRAZIE, SCUSA- Il Papa ha anche invitato le coppie a camminare: “Mano nella mano, sempre e per tutta la vita! E non fare caso a questa cultura del provvisorio, che ci taglia la vita a pezzi! Con questa fiducia nella fedeltà di Dio si affronta tutto, senza paura, con responsabilità”. La ricetta per un matrimonio felice? “Ma sentite questo consiglio: non finire la giornata senza fare la pace. La pace si rifà ogni giorno in famiglia! Senza chiedersi scusa: 'scusatemi' ecco e si rincomincia di nuovo. Permesso, grazie, scusa! Lo diciamo insieme? Permesso, grazie e scusa! Facciamo queste tre parole in famiglia! Perdonarsi ogni giorno!”. Vivere insieme, con amore, passare tempo con i figli, pregare restando sempre uniti a Cristo: “E portatelo a tutti con la vostra testimonianza”. Se Giovanni XXIII chiedeva di portare una carezza ai bambini, Francesco chiede alle famiglie di portare la fede. Che non gioca in difesa.
Adriano Celentano - Grazie, prego, scusi (1963) - YouTube
www.youtube.com/watch?v=ue_fXGTb18c
30/gen/2013 - Caricato da UnGrandeAmore12Adriano Celentano - Grazie, prego, scusi (1963) (Del Prete,M - Massara,N ... grazie. Prego, grazie ...
Uno spettacolo: papa Francesco durante un’omelia in piazza San Pietro accoglie accanto a lui un bambino “sfuggito” alla folla - Lo tiene accanto a sé mentre parla a migliaia di fedeli estasiati - Il piccolo arriva anche a sedersi sul trono pontificio…
Paolo Di Stefano per "Il Corriere della Sera"Il piccolo saltella intorno al Papa e arriva a sedersi sul trono pontificio. È successo in piazza San Pietro, durante un'omelia, al cospetto di migliaia e migliaia di fedeli. Un quadretto tenero, come se papa Francesco e quel piccolo fossero nonno e nipote. Il bimbo sfuggito alla folla e il nonno che gli accarezza la testa, tornando ogni tanto ad abbracciarlo.UN BIMBO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ALLA GIORNATA PER LA FAMIGLIA
Nonno Francesco parlava nel suo modo affabile di sempre, e il bambino gli saltellava intorno, come fosse nel giardino di casa. Come se il nonno stesse sistemando una siepe in un pomeriggio qualunque di sole autunnale lasciando che il nipotino si muovesse liberamente con la promessa di non allontanarsi troppo. Avrebbe potuto anche dirgli:
«Attento che cadi», come dice un vecchio un po' ansioso al bambino irrequieto.Isolato dal contesto, poteva essere un quadretto intimo, di famiglia, invece eravamo in piazza San Pietro, durante un'omelia, al cospetto di migliaia e migliaia di fedeli increduli. Un quadretto tenero e comico insieme, perché il nonno era niente meno che il Papa e il bambino era sfuggito alla folla per rimanere lassù, accanto al nonno che gli accarezzava la testa, tornando ogni tanto ad abbracciarlo per un richiamo irresistibile di affetto e di quella complicità che solo i nonni riescono ad avere con i nipotini.UN BIMBO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ALLA GIORNATA PER LA FAMIGLIA
Questo Papa sa dare naturalezza a parole e a gesti che fino all'altro ieri sembravano impensabili. Tutto di una semplicità disarmante, come il primo «buonasera» del 13 marzo. Come le smorfie sorridenti e confidenziali con il piccolo. Come quell'agitarsi del bambino «impertinente» che con la sua maglietta gialla dalle maniche troppo lunghe andava a sedersi per un attimo sul trono pontificio.UN BIMBO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ALLA GIORNATA PER LA FAMIGLIA
Forse ignaro di tutto, forse ben consapevole di quei pochi minuti di celebrità, mentre nonno Francesco continuava tranquillo a parlare all'oceano di piazza San Pietro, senza badare troppo al monello che ora gli stava già al fianco sfiorandogli con una mano le pieghe dell'abito bianco.UN BIMBO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ALLA GIORNATA PER LA FAMIGLIAUN BIMBO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ALLA GIORNATA PER LA FAMIGLIA
Era il raduno delle famiglie, ma di bambini, intorno a nonno Francesco, ne abbiamo già visti tanti. In luglio, a Rio de Janeiro, ha abbracciato Nathan, un ragazzino di nove anni sfuggito alla folla per raggiungere il Papa che per poterlo salutare ha chiesto all'autista di fermare la macchina. In settembre ha voluto telefonare a Federico, sei anni, che da Chivasso gli aveva mandato un disegno di fiori colorati.UN BIMBO CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO ALLA GIORNATA PER LA FAMIGLIAhttp://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/il-papa-e-il-monello-francesco-parla-alla-folla-e-un-bimbo-sale-sul-65475.htm
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