ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 7 ottobre 2013

Vi è del marcio in Danimarca.

Intervista di S. Ecc. Mons. Richard Williamson, FSSPX
rilasciata al sito della Repubblica Ceca REX!il 30 settembre 2013Motto
Vi è del marcio in Danimarca. 
(Shakespeare, Amleto)


Intervista

Eccellenza, innanzi tutto voglio ringraziarla per avere accettato di rispondere ad alcune domande che possono interessare i nostri lettori.

REX!: Molte persone vogliono conoscere la vostra opinione su diverse cose, tuttavia mi sembra che nessuno Le pone una prima semplice domanda: Come si sente un anno dopo essere stato espulso dalla FSSPX? E in rapporto a questo, può dire ai nostri lettori come impiega giornalmente adesso il suo tempo?
Mons. Williamson: Per quanto riguarda i sentimenti, non biasimo nessuno perché non mi chiede come mi sento. Come direbbero i Francesi, non è questo il problema. Il problema è l’apostasia globale!
Quando alla mia routine quotidiana, se non viaggio, per il momento vivo a Londra “sotto osservazione”, occupandomi di me stesso, particolarmente impegnato a scrivere ogni settimana, in francese e in inglese, i “Commenti Eleison” e a correggere le traduzioni in tedesco, italiano e spagnolo. I “Commenti Eleison” hanno un certo numero di traduttori devoti e una signora francese corregge il mio francese!

REX!: Come faccio abitualmente, ho posto un motto in cima a questa intervista. In questo caso mi è sembrato molto appropriato iniziare con Shakespeare. Primo, perché so che a Lei piace questo autore; secondo, la citazione potrebbe benissimo adattarsi al presente stato della Chiesa e del mondo stesso. Secondo Lei cosa c’è di marcio oggi nella Chiesa e nel mondo o per essere più specifico, qual è la radice principale del marcio?

Mons. Williamson: La principale radice del marcio è che la massa degli esseri umani che vive sulla terra, creata da Dio e per Dio, ha girato le spalle a Dio. È una luciferina rivolta mondiale contro il nostro Creatore, che sarà severamente punita, perché solo una severa punizione può ancora fermare quasi tutte le anime viventi dallo scivolare nell’Inferno. Dio punisce coloro che Egli ama, come un buon padre. Si veda Ebrei XII, 7. Si tratta di una rivolta che è cresciuta nel corso dei secoli, se non dei millenni, diretta da dei veri satanisti che vogliono che ogni singola anima piombi all’Inferno.

REX!: Nei suoi “Commenti Eleison” o nelle sue conferenze, Lei usa a volte il termine “cinquantismo” per descrivere un tipo di mentalità cattolica degli anni ’50. Sembra che Lei consideri questo come una delle premesse di ciò che è accaduto dopo il Vaticano II. Per favore, può spiegarlo?
Mons. Williamson: Il termine “cinquantismo”, come lo chiamo io, indica quella forma del cattolicesimo degli anni ’50 che aveva conservato molte delle apparenze della vera Chiesa, ma che al suo interno era interamente pronta a raggiungere il mondo moderno nella sua apostasia. Tutte quelle apparenze della vera Chiesa erano necessarie per il collasso, perché gli uomini di Chiesa potessero dissimularlo come un “rinnovamento” o una “ripresa” della Chiesa, esattamente come il Protestantesimo lo dissimulò con una “riforma” o “ristrutturazione”.

REX!: Lei è stato spesso accusato di essere uno che rompe l’unità; la Resistenza viene biasimata per essere settaria. Io credo invece che Menzingen rivendichi oggi molta più giurisdizione di quella che possiede realmente. Per favore, può darci un commento su questo?
Mons. Williamson: L’unità che non è unità nella verità, sarà unità nella menzogna.In questo senso, l’unità è sempre secondaria. Intorno a cosa unisce l’unità? È questa la questione. Mons. Lefebvre, ruppe o mantenne l’unità della vera Chiesa? Oggi Menzingen, al di là di ciò che pretende a parole, in realtà vuole l’unità della Fraternità San Pio X attorno ad una politica di ricongiungimento con la Chiesa ufficiale, che è conciliare. Menzingen non ha alcuna autorità per promuovere tale  complicità con l’apostasia mondiale.

REX!: Com’è possibile, Eccellenza, che le stesse persone che capiscono che la resistenza di Mons. Lefebvre alle autorità conciliari fu corretta e parlano di rivoluzione, al tempo stesso chiedono un’obbedienza cieca per la loro condanna della Resistenza? Io ritengo che sicuramente il problema di fondo consista nel sapere quale sia effettivamente l’attitudine in linea con quella di Mons. Lefebvre. Noi tutti sappiamo che Monsignore firmò il Protocollo del 1988, salvo ricusarlo il giorno successivo. Mons. Fellay era pronto a firmarne una versione anche peggiore col titolo di Preambolo Dottrinale…

Mons. Williamson: Con la sua saggezza, la sua fede, la sua fedeltà, la sua santità e il suo personale carisma, Monsignore, negli anni ’70 e ’80, richiamò molti giovani a seguirlo, i quali però non hanno realmente capito la pienezza delle sue ragioni della resistenza e della lotta contro il Concilio. E questo perché non hanno mai capito fino a che punto il mondo moderno ha deviato. Così, fin quando Monsignore era vivo, essi lo seguivano in fila come gli anatroccoli seguono mamma anatra nello stagno. Ma nel giro di pochi anni dalla sua morte essi hanno cominciato a ricadere nei modi di vita del mondo moderno - si veda ad esempio la vicenda del GREC. Si tratta di un processo fin troppo naturale per la natura umana decaduta. Esattamente la stessa cosa è accaduta nelle diocesi di Campos in Brasile, quando Mons. de Castro Mayer non fu più tra i suoi sacerdoti, solo che lì la cosa è avvenuta più velocemente.
Quando Lei parla dell’“attitudine” di Monsignore e dell’attitudine molto diversa di Mons. Fellay, coglie esattamente gli elementi che determinano dove stia la vera unità e la vera obbedienza. È un peccato che tanti buoni sacerdoti della FSSPX e tanti laici apparentemente non abbiano mai capito la lotta condotta da Monsignore per la Fede e per la Chiesa, o la sua “obbedienza”, ma è tale il potere del mondo intorno a noi, da distrarre e indurre in errore le anime.

REX!: Lei è stato accanto a Mons. Lefebvre e io suppongo che lo abbia conosciuto molto bene. Come pensa ipoteticamente che egli vedrebbe le cose oggi? Ratzinger che diventa Papa – salvo ritirarsi dopo un po’ – adesso il nuovo Papa Francesco “senza numerale”, ecc. Che pensa che direbbe di Mons. Fellay?
Mons. Williamson: Mi ricordo che Mons. Lefebvre chiamava Ratzinger, com’egli era, l’“Artful Dodger” [l’abile furbacchione], che era un modo molto gentile per definirlo. Monsignore non si sarebbe fatto illusioni su Papa Ratzinger. Su Papa Francesco, penso che Monsignore avrebbe scrollato le spalle con orrore. “È cambiato qualcosa?” “Che t’aspettavi dalla Chiesa conciliare?”, avrebbe chiesto. A Mons. Fellay, sono sicuro che avrebbe parlato, in privato!, molto severamente. Penso anche che Mons. Fellay ne sarebbe rimasto scosso. Ma Mons. Fellay potrebbe cambiare i suoi comportamenti se non ne fosse costretto? Ne dubito.

REX!: Eccellenza, alcuni dicono, per lo più in modo dispregiativo, che Lei è interessato a diversi complotti. Così è presumibile che qualunque cosa Lei dica sull’argomento possa essere preso con un sorriso indulgente: “Il fissato con la cospirazione, … si sa…”. Ciò nonostante, può dirci cosa ne pensa di una possibile cospirazione dentro la FSSPX? La Chiesa è stata infiltrata a lungo prima, perché non potrebbe essere lo stesso con la più piccola e più debole FSSPX? Pensa che possa esserci qualcosa di vero a riguardo? E come potrebbe funzionare in realtà un tale complotto?
Mons. Williamson: Per quanto riguarda i complotti, molta gente è disposta a sorbirsi la teoria del complotto assurdo, per esempio quella dei 19 arabi che avrebbero compiuto l’attacco dell’11 settembre 2011, mentre rifiuta la massa di prove sul complotto reale e cioè che quell’attacco fu un “operazione interna”. Quando i popoli del mondo vogliono la decadenza mentre fanno finta di non volerla, si sprecano i politici che fingono di essere conservatori mentre in realtà servono la Rivoluzione; allora, questi politici lavorano nel buio e il complotto diventa normale.
Per quanto riguarda il complotto in seno alla FSSPX, non ho mai voluto credere che qualcuno dei miei colleghi potesse essere un infiltrato o un cospiratore, ma se ci penso, potrei citarne alcuni, perché ciò che è accaduto nella FSSPX corrisponde ai frutti di una cospirazione. Certo che a Mons. Fellay piace lavorare al buio, perché non gli piacciono quelle che lui chiama “fughe di notizie”.
Tuttavia, in molti casi, incluso quello della caduta della FSSPX, non penso che sia da incolpare principalmente una cospirazione. Da incolpare principalmente non è la competizione, ma la pila di legna secca che aspetta di essere data alle fiamme. Per la FSSPX questa pila sarebbero troppi vescovi, sacerdoti e laici che non hanno una fede forte abbastanza per capire ciò che la Fraternità rappresenta.

REX!: La politica di Menzingen è talvolta descritta con uno slogan, “Paga, prega, obbedisci”. Pensa che sia appropriato? E cosa pensa della situazione economica della FSSPX? Per un verso, il denaro è speso per degli scopi megalomani, come per il nuovo sovradimensionato seminario negli Stati Uniti, per l’altro, le donazioni stanno indubbiamente diminuendo. Pensa che arriverà il momento in cui la FSSPX finirà in bancarotta?
Mons. Williamson: Paga, prega, obbedisci” era uno degli slogan attribuiti ai capi della Chiesa negli anni cinquanta. Non è cattolico, perché Dio Onnipotente non vuole tiepidi robot senza cervello nel suo Cielo. Egli vomita il ”cinquantismo”. Menzingen è chiaramente ricaduta nel “cinquantismo”.
Per quanto riguarda le attuali finanze della FSSPX, io non ho informazioni affidabili, in un senso o nell’altro. Ma gli Americani hanno un detto: “niente dottrina, niente dollari”. La dirigenza della FSSPX sta rinunciando alla dottrina, potrebbe essere normale che questo le faccia perdere i dollari.

REX!: Cosa risponderebbe a qualcuno che dicesse che in effetti tutti gli odierni litigi vengono da lontano, sono molto personali e hanno niente a che fare con i principii, nonostante oggi siano presentati così.

Mons. Williamson: In una conferenza tenuta in Irlanda la scorsa primavera, mi si disse che Mons. Fellay in una mezza dozzina di occasioni ha detto che quello di Mons. Williamson è un problema puramente personale, presumibilmente un antagonismo personale. Ora, è vero che io ritengo che ciò che egli ha fatto per la FSSPX sia altamente ripugnante, ma il problema non è assolutamente personale. È un problema di Fede. È questo che egli vuole dissimulare, facendo finta che il problema sia mio, che sia un problema personale con lui o con chiunque altro. Sciocchezze! Il mio problema con Menzingen è ideologico, e non è un problema mio, ma di Menzingen. Proprio come il problema di Mons. Lefebvre con la neo-Chiesa.

REX!: Abbiamo sentito di fedeli a cui sono negati i Sacramenti nelle cappelle della FSSPX, solo a causa del fatto che hanno assistito alla Messa celebrata da un sacerdote della Resistenza. Nella Repubblica Ceca la situazione non è così drammatica come in altri paesi del mondo. Eppure abbiamo visto la Dichiarazione di un Priore ceco, pubblicata pochi mesi fa con l’approvazione del Superiore del Distretto, che in uno dei tre punti (gli altri due sono irrilevanti per il nostro argomento) dice:
L’attività si Mons. Williamson dopo la sua espulsione dalla FSSPX è sempre più diretta contro la nostra Fraternità Sacerdotale, egli parla di noi come di una neo-Fraternità. Ritorna pure sulla trattazione delle sue teorie revisioniste che portano alla relativizzazione dei crimini nazisti, il che è inaccettabile. Quindi, tutte le future attività volte a sostenere Mons. Williamson saranno considerate come ostili nei confronti della nostra Fraternità Sacerdotale.
Io penso che su una materia di libera discussione Lei possa condividere le opinioni che vuole, ma non voglio porLe domande su questioni storiche a causa della legislazione nazionale che è quasi identica a quella della Germania. Ma potrebbe commentare, per favore, il punto della Dichiarazione dove si parla dell’espressione “neo-Fraternità”? Con questa Dichiarazione, un po’ di noi sono diventati letteralmente dei nemici dalla sera alla mattina…
Mons. Williamson: Quello che il Vaticano II ha fatto della Chiesa è qualcosa di così diverso dalla vera Chiesa, che è realistico parlare di neo-Chiesa, allo stesso modo, quello che Mons. Fellay e i suoi collaboratori hanno fatto della Fraternità San Pio X è così diverso da quello che ha fondato Mons. Lefebvre, che mi sembra del tutto realistico parlare di “neo-Fraternità”. La caduta della Chiesa ufficiale dopo il Vaticano II e la recente manifesta caduta della FSSPX, sono del tutto in parallelo. Si tratta della stessa malattia: amore per il mondo moderno.

REX!: Ecco una storia vera di un giovane della Repubblica Ceca che ha partecipato al pellegrinaggio a Walsingham in Inghilterra. Quando è tornato a casa, il Priore della FSSPX gli ha rivolto una semplice e sorprendente domanda: “Dimmi, da che parte stai? Sei con noi o con Mons. Williamson? Ti devi decidere!” In un paese piccolo, dove non ci sono molte possibilità oltre che assistere alla Messe della FSSPX, questa domanda appare piuttosto scioccante. Il Priore gli ha detto anche che la faccenda avrebbe dovuto essere risolta dal Distretto, ad Jaidhof in Austria [tecnicamente la Repubblica Ceca appartiene al Distretto austriaco]. Il giovane suona regolarmente l’organo durante le Messe della FSSPX. Gli è stato chiesto di smettere di farlo a causa di ciò che ho detto prima. Può commentare la cosa?
Mons. Williamson: Che si aspettava? La FSSPX è cambiata. Sono stato costantemente e apertamente contrario a questo cambiamento. I promotori del cambiamento sono tenuti a difendere il loro cambiamento e quindi ad attaccare chi vi si oppone. Per questo motivo, molti buoni sacerdoti sono stati cacciati dalla neo-Fraternità e i laici che li seguono rischiano di vedersi negati i sacramenti. C’è un noto detto: “Nessuno è così settario come un liberale”. 

REX!: Ora una domanda di interesse rilevante per tutti. Vi è qualcosa di nuovo che potrebbe spingerla ad ordinare un vescovo o dei vescovi nel prossimo futuro? È deciso o aspetta un segno dal Cielo?

Mons. Williamson: 
Io penso che la consacrazione di uno o più vescovi per assicurare nelle presenti circostanze, come meglio si può umanamente, la difesa della Fede, è solo una questione di tempo. Io non so quando e come, ma non ho alcuna obiezione di principio, tanto più che sta diventando inconcepibile per ognuno degli altri tre vescovi della FSSPX consacrare un candidato che non corrisponda al profilo conciliare, come si dice. In pratica, io sto aspettando che la Provvidenza produca un segno, come penso che farà. È la Chiesa di Dio. Essa è in attesa di questo!

REX!: Un argomento molto dibattuto di recente: Pensa che sia giunto il tempo che la Russia venga consacrata al Cuore Immacolato, cioè il tempo in cui tutto sembra quasi perduto? Se sì, perché lo pensa?
Mons. Williamson: Sono certo che alla fine la Russia sarà consacrata al Cuore Immacolato, perché Nostro Signore è così che ha detto a Suor Lucia nel 1931. Ma Egli ha anche detto che questo si sarebbe verificato tardi, in altre parole quando la situazione del mondo sembrerà disperata.

REX!: Vi è qualcosa di particolare che Le piacerebbe dire ai lettori a conclusione di questa intervista?
Mons. Williamson: Vegliate e pregate, vegliate e pregate i quindici misteri ogni giorno. E che Dio benedica in abbondanza ogni lettore che desidera adorarLo, amarLo e servirLo.

Grazie, Eccellenza, per il suo tempo e per tutto quello che fa.
Che Dio La benedica!

Intervista condotta da D. Grof.
Pubblicata sul sito REX!
  dove si trovano anche la versione in inglese e in francese

impaginazione e neretti sono nostri

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