MEDJUGORJE: LE PROBLEMATICHE, TUTTE LE CONDANNE E LA SPIEGAZIONE TEOLOGICA
Nel contesto dell'attuale crisi della Chiesa, del nuovo monito della Congregazione per la Dottrina della Fede inviato ai Vescovi americani e del recente breve studio su «lo scisma a Medjugorje» pubblicato su Radio Spada, si inserisce molto bene il documento «I criteri per il discernimento delle apparizioni. Eventi di Medjugorje»,
firmato da mons. Ratko Peric e tradotto dal libro «Prijestolje
Mudrosti» (Sedes Spientiae), Mostar 31 maggio 1995, pp. 266-286.
CHE COS’È MEDJUGORJE?
Medjugorje,
la parrocchia nella diocesi di Mostar-Duvno in Erzegovina, è nota non
solo tra i cattolici croati ma anche in tutto il mondo. Ormai da 14 anni
si parla e scrive sui “veggenti”, sulle “apparizioni” della Madonna in
quel luogo. Il ministero ecclesiastico del vescovo diocesano mons. Pavao
Žanić è contrassegnato anche dalle commissioni, indagini, comunicati,
dichiarazioni, incontri con i “veggenti”, persuasioni e dissuasioni
riguardo a tali fenomeni. Al suo coadiutore e successore, specialmente
dopo la presa del governo della diocesi di Mostar (1993) sono arrivate
parecchie lettere di vario contenuto, con diversi consigli e
suggerimenti riguardo ai fenomeni di Medjugorje. Alcuni hanno chiesto
che tali fenomeni fossero impediti, altri preferivano l’approvazione e
la propagazione. Lui stesso, «volens-nolens», è stato invitato a
pronunciarsi e a dichiararsi in alcune interviste. Non ha mai esitato ad
attenersi alla Dichiarazione della Conferenza Episcopale del 1991. Ha
accennato al caso Medjugorje anche nel Sinodo dei Vescovi a Roma,
nell’ottobre 1994; perciò non si può ignorare che la detta tematica sia
attuale e contemporanea. Non è possibile riportare un riassunto sugli
avvenimenti legati a Medjugorje. Si tratta di un’ampia letteratura,[1] a
volte ingenua e a volte genuina. Questo articolo si riferisce
all’esposizione dei criteri teologici delle apparizioni celesti
“private” sulla terra. Su quest’argomento sono stati scritti articoli e
libri davvero validi che trattano in maniera chiara e competente le
apparizioni e rivelazioni “private”.[2] Perciò lo scopo di questo
articolo è quello di raccogliere insieme i criteri che possano aiutare
coloro che conoscono certi fatti a confrontarli con tali regole e
giungere a delle conclusioni. Poi si vogliono esporre i documenti
ufficiali e le dichiarazioni ecclesiastiche in riferimento agli
avvenimenti nella parrocchia di Medjugorje, ed infine riassumere la
posizione della Curia diocesana o meglio del Vescovo diocesano in alcuni
punti, tenendo presente la nota Dichiarazione della Conferenza
Episcopale della Jugoslavia del 1991.
[N.d.R.] Fra le varie dichiarazioni certe che emergono dalle numerose inchieste della Chiesa su Medjugorje, si evidenzia:
Nei
singoli racconti dei cosiddetti veggenti di Medjugorje, pubblicati
negli ultimi 14 anni ci sono tali contraddizioni, non verità e banalità,
che non si possono attribuire affatto alla nostra Madre celeste, che è
la Sedes Sapientiae, e perciò non esiste la minima garanzia di credibilità dei "veggenti" e di queste "apparizioni" che non finiscono mai (sebbene già il 30 giugno 1981 fosse stato detto che le "apparizioni" ci sarebbero state "ancora solo tre giorni"). In base a tali e tante dichiarazioni ed eventi legati ad esse, e già in vari modi pubblicate: "Non
è possibile affermare che si tratti di "apparizioni e rivelazioni"
soprannaturali né della Madonna, né di qualcun altro. Le dicerie sul
"grande segno" e sui "dieci segreti", che la Madonna, si dice, avrebbe
affidato ai "veggenti", è conforme più ad un'azione intimidatoria con
ricorso a numeri cabalistici tipici di alcune comunità non cattoliche,
che non alla sana dottrina della Chiesa Cattolica".
LE PROBLEMATICHE NELLE "APPARIZIONI" E LA SPIEGAZIONE TEOLOGICA
"Verrà
giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per
il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri
secondo le proprie voglie" (2Timoteo 4,3)
I teologi, che ex professo
studiano la Rivelazione pubblica, non parlano volentieri di apparizioni
e messaggi privati. Al contrario, sono molti i fedeli nel popolo che
sono aperti a tali fenomeni. Essi si sentono a loro agio se notano
qualcosa di visibile, palpabile, sensibile e sensitivo; specialmente se
ciò è visibile nella loro vita nella forma di un aiuto emozionale:
guarigione o simile esperienza. Tali fenomeni e credenze popolari
possono facilmente diventare vere superstizioni e pratiche magiche (come
denunciava Radio Spada).
In particolare, se la "grazia" aspettata o il "miracolo" non avvengono
come la persona sperava e pregava; perciò non sono rari in tali casi
anche i suicidi. Però bisogna oggettivamente riconoscere che negli
ultimi anni e decenni milioni di pellegrini hanno visitato i noti
santuari mariani del mondo, come Lourdes, Fatima, Czestonchowa, Loreto,
Marija Bistrica ecc. Questa è una ragione di più parlare e scrivere del
problema delle apparizioni private. Anzi, colui che nel suo ministero
ecclesiale si sente responsabile, sia in campo teologico, di ricerca,
che di maestro e vescovo, è tenuto a difendere la fede del popolo
semplice e non permettere che, sotto il pretesto di alcuni segni e gesti
esterni religiosi, nascano contenuti superstiziosi o che, in base ad
apparizioni false, si formi la fede della gente. Dal punto di vista
teologico, le apparizioni private, per essere accettate come autentiche,
devono eccellere in alcuni segni essenziali ed essere prive di alcuni
aspetti ed elementi sospetti.
Rufin
Šilić, francescano erzegovinese, professore di teologia a Sarajevo,
raccomandò a suo tempo ai curati d’anime in maniera breve e chiara: "Guardino i curati d’anime di non dare fiducia presto alle rivelazioni affinché non vengano ingannati dalle pie donne".[5]
Un altro
francescano erzegovinese, Kvirin Vasilj, adduce tre criteri: 1) Maria
nelle apparizioni deve essere in piena consonanza con Maria del Nuovo
Testamento. 2) La persona che asserisce che la Madonna le appaia deve
essere del tutto sincera e piena di amore verso la verità; 3) Tale
persona deve essere anche sana psichicamente, non suscettibile di
illusioni ed allucinazioni.[6]
I CRITERI DI VALUTAZIONE NELLE "APPARIZIONI"
Un
articolo teologico competente sulle apparizioni private è stato scritto
dieci anni fa dal professore alla Pontificia Università Gregoriana a
Roma, Jean Galot, S.J. Egli pone tre problemi che bisogna affrontare per
verificare se si tratta di apparizioni autentiche: 1) Se la vera
apparizione è avvenuta; 2) Se la persona che trasmette ciò sia degna di
fede; 3) Se si può esporre la teologia di tali apparizioni e determinare
il loro posto nella vita della Chiesa.[7] Questo terzo problema è
difatti di primaria importanza e il teologo gli dedica la dovuta
attenzione. Descrivendo le diverse apparizioni e visioni nella Bibbia,
riporta anche le sue considerazioni teologiche in merito. Nella fede
esiste una luce fondamentale, ma tuttavia avvolta dalle tenebre. Perciò
alcuni chiedono l’apparizione per confermare la loro fede. Essi
vorrebbero ricompensare con la "visione" quello che manca alla loro
fede. "Proprio questo desiderio spinge un buon numero di cristiani di oggi verso le persone che dicono di avere apparizioni e visioni".[8]
Il primo
criterio nel discernimento dell’autenticità è la rarità e
l’eccezionalità. Le apparizioni sono essenzialmente fenomeni molto rari.
Esse non possono sostituire la fede. "Così, apparizioni che per un
periodo abbastanza lungo divenissero talmente frequenti da far parte
della vita quotidiana dei veggenti, tenderebbero a trasformare
l’esistenza cristiana in visione, ed a liberarla dall'oscurità della
fede. Simile frequenza sarebbe motivo per sospettare dell’autenticità
delle apparizioni".[9]
Il secondo
criterio nel giudicare autentiche le apparizioni è la conformità degli
eventuali messaggi e rivelazioni alle verità della Dottrina cristiana.
Se ci fossero degli errori dottrinali o affermazioni incompatibili con
l’insegnamento evangelico, con la carità cristiana, o contenessero
denigrazioni, istigassero alla ribellione, alla "disobbedienza all'autorità della Chiesa", in tali casi si dovrebbe mettere in dubbio la loro validità.[10]
Terzo, "ugualmente
sarebbe d’ostacolo all'affermazione di un’origine trascendente delle
apparizioni, l’indizio di una certa loro manipolazione umana: quando i
beneficiari delle apparizioni ne determinano essi stessi il luogo, la
data, la frequenza o il programma. Non si tratta allora di un fenomeno
che viene dall’alto, ma di un’esperienza più o meno diretta da quelli
che ne sono gli attori sulla terra."[11]
Quarto, bisogna prendere in considerazioni anche i frutti. "Si
deve pure osservare che da soli i frutti spirituali non bastano come
criterio per giudicare l’autenticità delle apparizioni; si conoscono
casi in cui numerose conversioni sono state constatate e in cui le
pretese apparizioni sono state poi invece rigettate dall’autorità della
Chiesa come prive di serio fondamento".[12]
IL MONITO DI SAN PIO X [N.d.R.]
Perché
dite che nulla succede senza che Dio lo voglia o lo permetta? Si dice
che nulla succede quaggiù senza che Dio lo voglia o lo permetta, perché
vi sono delle cose che Dio vuole e comanda, altre poi che egli non
impedisce, come il peccato. Perché Iddio non impedisce il peccato (in
questo caso inganno o superstizione)? Dio non impedisce il peccato,
perché anche dall’abuso che l’uomo fa della libertà che gli ha concesso,
sa cavare un bene e far sempre più risplendere la sua misericordia, o
la sua giustizia.
LE VALUTAZIONI NEL CONTESTO DI MEDJUGORJE
Ž. Puljić,
già membro della commissione diocesana d’inchiesta sugli avvenimenti di
Medjugorje, oggi vescovo di Dubrovnik, per il discernimento
dell’autenticità delle apparizioni rileva anche un’analisi necessaria e
seria dei seguenti elementi: - L’equilibrio psichico della persona; - L’oggetto o il contenuto delle apparizioni private; - Gli effetti morali nello stesso "veggente" e negli altri che lo accettano.[13]
Altri
studiosi elencano addirittura otto criteri per discernere le apparizioni
e rivelazioni autentiche da quelle non autentiche. Per poter dare un
giudizio, bisognerebbe rispondere a questi interrogativi: -
Quali sono le informazioni fondamentali e qual è il giudizio su di
loro? - Esiste il compimento concreto delle profezie annunciate dal
veggente? - Quale è l’onestà del veggente e la correttezza verso il suo superiore (direttore spirituale, parroco, vescovo)? - Si può avere il testo assolutamente autentico del "messaggio"? - Quale è l’armonia tra i cosiddetti messaggi e rivelazioni con la Dottrina ufficiale della Chiesa? - Quale è l’utilità degli asseriti messaggi e notizie per la salvezza eterna degli uomini? - Le cosiddette apparizioni hanno superato tutte le prove del tempo e dell’inchiesta? - Si sono realizzati frutti importanti sotto ogni aspetto?[14]
Il
professore di teologia alla Gregoriana di Roma, Rino Fisichella, per
recensire l’autenticità e la veridicità delle apparizioni private, dopo i
richiami biblici, rileva i seguenti criteri: - Tali visioni non devono adombrare l’autentica e radicale Rivelazione esposta nella Sacra Scrittura; - Devono sempre rispettare il mistero e il segreto della vera Rivelazione; "è
assurdo - per non dire blasfemo - non solo per la mentalità occidentale
- che durante la visione si possa fotografare il volto di Gesù o della
Vergine"; - Rispettare il
reciproco compimento dei carismi; il più grande tra di essi è l’amore,
perciò non deve essere diretto contro la carità come centro della
rivelazione cristiana.[15]
Inoltre, per l’analisi teologica delle apparizioni private è necessario tener presente anche i contenuti socio-culturali
in cui avvengono le apparizioni; la verifica linguistica dei racconti e
le descrizioni di tali visioni e infine una severa analisi psichica
degli stessi soggetti che asseriscono di avere le apparizioni. Si deve
tener conto del fatto che le apparizioni sono sempre qualcosa di
"straordinario", eccezionale, e questo è un elemento essenziale nel loro
discernimento. "Se queste avvenissero nella vita di un credente con
frequenza quotidiana e si prolungassero per anni è evidente che si
creerebbero seri problemi per una teologia della fede".[16] Ogni apparizione si deve riferire, deve ritornare alla Rivelazione di Cristo, supporla e condurre ad essa.
LA RICERCA SCIENTIFICA E MEDJUGORJE
Riferendosi
alla "ricerca scientifica" di René Laurentin, sacerdote e pubblicista
francese, riguardo alle "apparizioni" di Medjugorje,[17] Josip Ćurić,
professore nella Facoltà di teologia di Zagreb, riporta alcuni punti
critici significativi che contribuiscono grandemente alla
chiarificazione della detta problematica:
-
Ćurić innanzitutto distingue la vociferata nozione di "scienza" del XIX
secolo dal concetto di scienza del XX secolo. Oggi i veri scienziati
sono molto più modesti e cauti a causa delle eventuali future smentite e
revoche degli attuali risultati; [18]
-
Mentre lo scienziato francese elenca fatti e dati, egli rimane in linea
con la sua professione storica. Ma quando presenta la stessa "visione"
dei veggenti, non tiene conto dell’"esperienza della presenza" come un
elemento significativo della conoscenza spirituale. Questa è una grande
mancanza, nota il gesuita croato; [19]
-
Il soggiorno di tre giorni a Medjugorje durante il tempo natalizio ha
reso possibile a Laurentin di constatare che i veggenti sono persone
mentalmente sane, semplici e del tutto sincere. Ćurić osserva che Iddio
non riserva i suoi doni solo alle anime "scientificamente" sane;
richiama l’attenzione agli stragrandi salti nelle conclusioni di
Laurentin: "Però, se egli pervenisse alla convinzione perfettamente
sicura che i veggenti di Medjugorje sono del tutto sinceri nelle loro
dichiarazioni, questo non lo autorizzerebbe a concludere, sulla base
della sincerità soggettiva delle loro parole, per la verità oggettiva
delle loro apparizioni"; [20]
- Proseguendo il discorso Ćurić pone un problema generale e di principio: "Che
cosa la scienza può ricercare e verificare nei fenomeni straordinari,
prodigiosi, siano essi di origine divina o demoniaca? Sembra che Glas
Koncila non abbia proceduto in maniera più felice ribadendo
continuamente il ‘carattere scientifico’ del metodo di Laurentin
riguardo alle ‘apparizioni’ della Madonna: come se il problema
dell’autenticità di quelle apparizioni - dopo le nostre controversie balcaniche – avesse iniziato a risolversi finalmente in maniera giusta, per via scientifica". Laurentin riconosce che, in fin dei conti, il "verdetto deve essere lasciato alla Chiesa". Replica allora Ćurić: "Perché
l’uomo di scienza, venendo alla fine della sua ricerca scientifica,
frenerebbe le sue conclusioni scientifiche e piegherebbe la sua cervice
davanti all’autorità non scientifica della Chiesa? Se la scienza
constata scientificamente che una certa specie di virus causa il morbo
del cancro, nessun vescovo può contestare tale conclusione! Però se la
scienza scientificamente verifica che la Madonna ’appare’ a Medjugorje,
possono i vescovi negarlo con le loro commissioni?" Qui il critico
Ćurić si ferma ad osservare due cose: primo, la grazia di Dio non può
essere "oggetto" della ricerca scientifica; secondo, tuttavia Iddio con
la sua grazia può toccare l’uomo e far sì che tale contatto si manifesti
nella guarigione miracolosa, nella conoscenza miracolosa. Ma la scienza
non è capace di verificare tale carattere miracoloso; [21]
-
Ćurić distingue, nelle rivelazioni private, tra tipi mistici e
profetici. I mistici di solito non possono e non sanno esprimere nulla
di quello che hanno vissuto. Le anime profetiche "si comportano
quasi del tutto al contrario: esse sono persuase dell’autenticità della
loro esperienza e consapevolmente appaiono in pubblico, dove desiderano
che la gente li ascolti e segua il loro ’messaggio’. Il fenomeno di
Medjugorje rientra in questo tipo profetico. Né il tipo mistico né
quello profetico si dimostra con la scienza, ma con la valutazione
spirituale"; [22]
-
Ćurić nota le differenze tra la Rivelazione pubblica che è
incondizionatamente necessaria per la salvezza ed è indirizzata a tutta
l’umanità e a tutti i secoli, e le rivelazioni private che nessuno ha il
diritto di imporre e indirizzare a nessun’ altra persona. Questo segue
dal carattere privato delle rivelazioni private.[23]
-
Tale rivelazione privata non perde il suo carattere privato nemmeno
dopo la cosiddetta "approvazione" o il "Nihil obstat" da parte della
Chiesa, la quale può anche revocare tale "approvazione". La conclusione
di Ćurić è questa: "Chi crede con Laurentin che la Madonna sia
davvero apparsa ai veggenti di Medjugorje, e ciò non solo una o due
volte, ma oltre mille volte - dovrebbe tener conto del fatto storico che
talvolta anche iniziative di Dio molto generose sono andate a finire in
maniera triste, poiché sono state rese impossibili dai vari ingenui e
fanatici con la loro sproporzionata propaganda. Dall’altro canto, non si
dovrebbe dimenticare che Iddio nella sua azione non è legato a nessun
nostro metodo legale o scientifico: secondo la Bibbia".[24]
LA POSIZIONE DELLA CHIESA
Il
cardinale Prospero Lambertini, divenuto Papa col nome di Benedetto XIV
(1740-58), ha spiegato valore e vigore della "approvazione" concessa per
le apparizioni, visioni, rivelazioni: "Si deve sapere che essa non è
altro che il permesso di divulgarle per la formazione e l’utilità dei
fedeli, dopo un maturo esame. Così a queste rivelazioni approvate in
questo modo, non è dovuto un assenso di fede cattolica, e non si può
darlo; tuttavia si deve loro un assenso di fede umana, secondo le regole
della prudenza, in virtù della quale tali rivelazioni sono probabili e
degne di essere piamente credute"[25] Questa saggia regola vale anche oggi.
Nell’attuale
Catechismo della Chiesa Cattolica esiste un atteggiamento chiaro nei
confronti delle apparizioni e rivelazioni "private": "Lungo i secoli
ci sono state delle rivelazioni chiamate ’private’, alcune delle quali
sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa. Esse non
appartengono tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello
di ’migliorare’ o di ’completare’ la Rivelazione definitiva di Cristo,
ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica.
Guidato dal Magistero della Chiesa il senso dei fedeli sa discernere ed
accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello
autentico di Cristo o dei suoi santi alla Chiesa."[26]
MEDIUGORJE « NON CONSTAT DE SUPERNATURALITATE» [N.d.R.]
Tempo fa su «Vatican Insider» si parlava proprio di questo ma credo con faziosità. La verità è che le ultime «Norme sul discernimento nelle presunte rivelazioni o apparizioni»
disponibili pubblicate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede
nel 1978, frutto di una decisione dell’ex Sant’Uffizio e attuate per
volere di Paolo VI, contemplano soltanto le due formule: «constat de
supernaturalitate» (risposta affermativa) oppure «non constat de
supernaturalitate» (risposta negativa). Il documento di natura
ecclesiastica riforma eventuali altri atti precedenti (come quello del
18 luglio 1951 sul caso di Heroldsbach in Germania). Medjugojre: «non
constat de supernaturalitate». Quello che riporto io lo dice la Chiesa e nello stesso tempo smentisce «Vatican Insider», ecco perché parlavo di probabile faziosità. Prosegue qui.
I "FENOMENI" DI MEDJUGORJE E LA POSIZIONE DELLA CHIESA
Dal 1981 tre commissioni ecclesiastiche
hanno lavorato, in successione, allo studio del fenomeno di Medjugorje.
Non potevano non prendere in considerazione i suesposti principi e
regole in codeste inquisizioni. Sia le stesse commissioni, sia il
Vescovo locale, sia la Conferenza Episcopale hanno rilasciato nel corso
del tempo vari comunicati, spiegazioni e dichiarazioni ufficiali, che
poi hanno riscontrato o l’accettazione o la non accettazione dei fautori
o dei contestatori delle "apparizioni soprannaturali". Ecco le
dichiarazioni ufficiali più importanti con i loro firmatari responsabili
e con le date:
- A metà dell’agosto 1981
nella sua dichiarazione il Vescovo di Mostar, mons. Pavao Žanić,
onestamente aperto alle spiegazioni, ha rilevato che tuttavia rimane la "questione più importante: se ciò sia un’esperienza soggettiva dei bambini o qualcosa di soprannaturale?"; [27]
- Il 14 gennaio 1984
l’arcivescovo di Zagreb Franjo Cardinal Kuharić ha vietato ai
"veggenti" di Medjugorje di prendere la parola in qualsiasi chiesa
dell’arcidiocesi di Zagabria finché non sia emanato il giudizio
ecclesiastico sui detti fatti; [28]
- Il 24 marzo 1984
esce il primo comunicato della Commissione allargata. Si chiede che i
mezzi di comunicazione si astengano da giudizi finché l’autorità
competente ecclesiastica emetta il suo verdetto; che non si approvino i
pellegrinaggi organizzati; che "i veggenti" e gli operatori
ecclesiastici di Medjugorje non rilascino dichiarazioni sul contenuto
delle cosiddette apparizioni: "Dato che gli avvenimenti nella
parrocchia di Medjugorje hanno trovato una notevole risonanza nella
nostra Chiesa locale e all’estero, il Vescovo ordinario ha ritenuto
necessario ampliare la Commissione, composta finora di quattro membri,
cooptando i nuovi membri, scelti da tutti gli Istituti teologici della
Chiesa in Croazia e Slovenia, esperti in varie materie teologiche, come
anche dei rappresentanti della scienza medica... la Commissione non
approva il fatto che alcuni sacerdoti e laici cattolici guidino i
pellegrinaggi organizzati a Medjugorje, oppure che organizzino pubbliche
comparse dei veggenti nelle chiese prima che la Chiesa emetta il suo
giudizio sull’autenticità delle apparizioni"; [29]
- L’11 ottobre 1984 nel secondo comunicato leggiamo tra l’altro: "La
Commissione ha deciso di studiare ulteriormente le esperienze integrali
dei ragazzi e le interpretazioni di tali esperienze da parte del
personale pastorale di Medjugorje, sebbene già adesso si intravedano
difficoltà di carattere disciplinare e teologico nei messaggi di
Medjugorje"; [30]
- Il 12 ottobre 1984 la Conferenza Episcopale invita a non organizzare pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje: "I
Vescovi richiamano l’attenzione sulla necessità di attendere il
giudizio delle autorità competenti sugli avvenimenti di Medjugorje in
Erzegovina, che verrà emesso dopo le indagini generali e degli esperti.
Perciò non possono essere organizzati pellegrinaggi ufficiali a
Medjugorje come se la Chiesa avesse già emesso un giudizio positivo su
tali avvenimenti"; [31]
- Il 30 ottobre 1984 il vescovo Žanić pubblica la posizione (non ufficiale) della Curia diocesana presentando in 15 punti i fenomeni e fatti negativi legati agli avvenimenti di Medjugorje; [32]
- L’8 marzo 1985 esce il terzo Comunicato di detta Commissione sui risultati dei singoli esperti e studi. Vi si legge tra l’altro: "La
Commissione ritiene che la questione più difficile in questo contesto
sia la disobbedienza ecclesiastica dei due ex-cappellani di Mostar i
quali hanno rifiutato il trasferimento appellandosi ai messaggi di
Medjugorje"; [33]
- Il 18 aprile 1985 di nuovo l’invito della Conferenza Episcopale ai fedeli di astenersi dai pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje: "I
Vescovi seguono con la dovuta attenzione gli avvenimenti di Medjugorje
in Erzegovina. Essi hanno confermato anche in questa riunione le loro
precedenti istruzioni e decisioni in riferimento a questo problema"; [34]
- Il 23 maggio 1985
esce la Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede -firmata
dal Segretario, arcivescovo mons. Alberto Bovone - inviata alla
Conferenza Episcopale Italiana che richiede di non organizzare i
pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje: Ecco il testo integrale inviato
dalla Santa Sede al Segretario della CEI, mons. Egidio Caporello:
"Eccellenza,
da più parti e particolarmente dal competente Ordinario di Mostar
(Jugoslavia) viene constatata e lamentata una vasta propaganda per i
’fatti’ legati alle asserite apparizioni di Medjugorje per cui è sorta
un’apposita organizzazione di pellegrinaggi ed altre iniziative che
contribuiscono a creare confusione tra i fedeli e ad intralciare il
lavoro di delicato esame che sta attuando l’apposita Commissione per
l’accertamento dei ’fatti’ in parola.
Al
fine di evitare l’accentuarsi della suddetta propaganda e conseguente
speculazione che viene fatta in Italia, nonostante quanto espresso e
raccomandato dalla Conferenza Episcopale Jugoslava, voglia considerare
codesta Presidenza l’opportunità di consigliare l’Episcopato Italiano a
voler scoraggiare pubblicamente l’organizzazione di pellegrinaggi al
suddetto presunto centro di apparizioni come pure ogni altra forma di
pubblicità, specie editoriale, ritenuta pregiudizievole ad un sereno
accertamento dei fatti in parola da parte della Speciale Commissione
allo scopo canonicamente costituita.
Profitto dell’occasione per confermarmi con sensi di distinto ossequio..."; [35]
- Il 31 maggio 1985
il quarto comunicato della summenzionata Commissione. Nella riunione
sono ascoltati i rapporti dei singoli esperti, in relazione a quanto
segue: "il confronto tra il concetto di conversione nel Vangelo e
nei fenomeni di Medjugorje, le difficoltà disciplinari legate ai due
ex-cappellani di Mostar che si appellano ai messaggi di Medjugorje, la
problematicità teologica di alcuni messaggi di Medjugorje,
l’insufficiente documentazione sulle asserite guarigioni prodigiose"; [36]
- Il 27 settembre 1985
esce il quinto comunicato della medesima Commissione, in cui è
riportato brevemente ciò che i membri hanno elaborato; [37]
- Nel gennaio 1987
a seguito del suggerimento della Congregazione per la Dottrina della
Fede di istituire un’apposita Commissione a livello della Conferenza
Episcopale, uscì un comunicato del Cardinale Kuharić e del Vescovo
Žanić: "In attesa dei risultati dei lavori della Commissione e del
giudizio della Chiesa, i Pastori e i fedeli osservino l’atteggiamento di
prudenza consueta in tali situazioni. Non è perciò permesso organizzare
i pellegrinaggi ed altre manifestazioni motivate dal carattere
soprannaturale attribuito ai fatti di Medjugorje"; [38]
- Il 25 luglio 1987
in occasione della cresima conferita a Medjugorje il vescovo Žanić si è
riferito nel suo sermone alle asserite apparizioni. Ecco un passo,
citato allora da molti giornali nel mondo: "La Madonna, dicono, ha
cominciato ad apparire sul Podbrdo, sul colle di Crnica, e quando la
polizia ha vietato di andare là, è scesa nelle case, nei recinti, nei
campi, nelle vigne, nei campi di tabacco; è apparsa nella chiesa,
sull’altare, nella sacrestia, nel coro, sul tetto, nel campanile, nelle
strade, nella via verso Cerno, nel bus, nelle macchine, in alcuni luoghi
di Mostar, in più luoghi di Sarajevo, nei conventi di Zagabria, a
Varaždin, in Svizzera, in Italia, di nuovo sul Podbrdo, sul Križevac,
nella parrocchia, nella casa parrocchiale, ecc. Certamente non è stata
qui annoverata nemmeno una metà dei luoghi delle asserite apparizioni e
una persona sobria che onora la Madonna, si chiede: O Madonna mia, che
cosa fanno di te?"; [39]
- Nel 1990 il vescovo diocesano Žanić ha pubblicato la sua posizione nei confronti di Medjugorje
riassumendo in 28 punti tutto quello che lo dissuade dal riconoscerle
autentiche apparizioni soprannaturali, e ciò che scandalizza molti
fedeli riguardo ai fenomeni di Medjugorje; [40]
- Il 10 aprile 1991
segue la Dichiarazione della Conferenza Episcopale d’allora, in base ai
risultati dell’apposita Commissione, riguardo alla possibilità di
verificare se a Medjugorje si tratti di apparizioni e rivelazioni
soprannaturali. La Dichiarazione suona integralmente così:
I Vescovi della Conferenza Jugoslava, riuniti in sessione ordinaria, a Zadar nei giorni 9-11, si sono accordati sulla seguente
D i c h i a r a z i o n e
I
Vescovi fin dall'inizio seguono i fatti di Medjugorje mediante il
Vescovo diocesano, la Commissione diocesana e la Commissione della
Conferenza Episcopale Jugoslava per Medjugorje.
In base alle investigazioni finora condotte non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o rivelazioni soprannaturali.
Tuttavia,
la numerosa presenza di fedeli che giungono a Medjugorje da varie
parti, spinti sia da motivi di fede che da altri motivi, esige
l'attenzione e la cura pastorale primariamente del Vescovo diocesano, e
con lui anche degli altri Vescovi, cosicché a Medjugorje, e in rapporto
con la stessa, venga promossa una sana devozione verso la Beata Vergine
Maria, secondo l'insegnamento della Chiesa.
I
Vescovi daranno anche delle particolari direttive liturgico-pastorali
adeguate a tale scopo. Nello stesso tempo mediante le loro Commissioni
essi continueranno a seguire ed esaminare nel loro insieme i fatti di
Medjugorje.
Zadar, 10 aprile 1991
I Vescovi della Jugoslavia.[41]
LA GUERRA NEI BALCANI
Poi è
scoppiata la guerra nel territorio della Repubblica di Croazia e della
Repubblica della Bosnia ed Erzegovina. I seguaci dei fenomeni di
Medjugorje proseguono ad affermare che la Madonna "appare". La Curia
diocesana ha richiamato l’attenzione più volte sulla necessità di non
fare affermazioni e di non predicare pubblicamente nelle chiese parlando
di apparizioni soprannaturali proprio perché non è possibile verificare
che la Madonna appare. Perciò non sono permessi i pellegrinaggi
ufficiali a Medjugorje. [42]
LA CHIESA NON HA FINORA RICONOSCIUTO IL CARATTERE SOPRANNATURALE DELLE "APPARIZIONI" DI MEDJUGORJE
Considerando
le suesposte regole delle quali i membri delle commissioni, impegnati
nell’investigazione dei fenomeni di Medjugorje, hanno tenuto conto, e in
base alle quali hanno suggerito, sia al Vescovo locale che alla
Conferenza episcopale, di assumere la posizione che non è possibile
affermare il carattere soprannaturale di tali apparizioni, e
considerando che nel periodo passato, specialmente in tempi recenti, si
è parlato e scritto degli avvenimenti della parrocchia di Medjugorje,
presentiamo al riguardo alcuni punti fermi e fondamentali che la Curia
diocesana di Mostar ha reso noti in vari modi al pubblico, informando in
maniera dovuta la Santa Sede, e che tiene in vista anche oggigiorno:
1. "Il caso erzegovinese" - Medjugorje.
Il Vescovo diocesano di Mostar, mons. Pavao Žanić, all'inizio delle
asserite apparizioni, nel 1981, era aperto alle voci secondo cui nel
territorio della diocesi di Mostar-Duvno, nella parrocchia di
Medjugorje, appariva la Beata Vergine Maria. Dal momento, però, che i
cosiddetti veggenti nei loro "messaggi", cominciarono a diffondere, come
se fossero della Madonna, le posizioni antiecclesiastiche legate al "caso erzegovinese"
sulle parrocchie controverse, sulla giurisdizione parrocchiale e sulla
missione canonica, difendendo la disobbedienza di alcuni francescani in
cura d'anime, la prudenza gli impose di assumere un atteggiamento molto
più cauto. Così le autorità ecclesiastiche competenti, prima il Vescovo
diocesano in base alle sue due Commissioni (la prima: 1982-84, la
seconda: 1984-86), poi la Conferenza Episcopale d'allora in base alla
sua Commissione (1987-90), hanno emanato il seguente giudizio negativo
sulle apparizioni di Medjugorje alle quali si attribuirebbe il carattere
soprannaturale: "Non è possibile affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali" della Madonna, o di qualsiasi altra persona santa. Perciò
non è lecito nelle chiese e nelle comunità ecclesiali affermare e
dichiarare il contrario, cioè come se la Madonna fosse apparsa o
apparisse;
2. I frutti. Nonostante le decine di migliaia di visitatori che vengono a Medjugorje "per motivi religiosi ed altri",
come dice la Dichiarazione della Conferenza Episcopale, e sebbene tra
quelli vi siano religiosi, sacerdoti e persino Vescovi, curiosi e forse
desiderosi di guarigioni fisiche e conversioni spirituali; nonostante le
decine di libri e opuscoli a favore delle cosiddette apparizioni di
Medjugorje, scritti da rinomati scrittori del mondo; nonostante le
probabili decine e centinaia di migliaia di confessioni e comunioni, il
che viene rilevato dai sostenitori dei fenomeni di Medjugorje: "non è possibile affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali"
della Madonna. Ma, se questi fenomeni sono veramente e autenticamente
cristiani, sono comprensibili nel quadro dell'ordinaria azione della
grazia di Dio per mezzo della fede e dei santi sacramenti nella Chiesa
Cattolica. Per non parlare dei frutti negativi;
3. I "messaggi" di Medjugorje.
sulla preghiera, sul digiuno, sulla fede, sulla conversione, sulla
pace, quotidianamente ripetuti come freschi, ma in realtà sempre gli
stessi, come se la Madonna li dicesse ora ai "veggenti", sono così
presenti nella Sacra Scrittura e nel Magistero ordinario della Chiesa
Cattolica che chiunque li voglia ascoltare e vivere secondo i
comandamenti di Dio e della Chiesa può in ogni luogo di questo mondo
pregare, digiunare, credere, convertirsi ed impegnarsi per la pace. A un
tale bisogno e dovere cristiano non toglie né aggiunge alcun maggior
valore e vigore nemmeno una apparizione confermata, e tanto meno
migliaia di cosiddette apparizioni di Medjugorje non confermate;
4. Contraddizioni.
Nei singoli racconti dei cosiddetti veggenti di Medjugorje, pubblicati
negli ultimi 14 anni ci sono tali contraddizioni, non verità e banalità,
che non si possono attribuire affatto alla nostra Madre celeste, che è
la Sedes Sapientiae, e perciò non esiste la minima garanzia di
credibilità. In base a tali e tante dichiarazioni ed eventi legati ad
esse, e già in vari modi pubblicate: "Non è possibile affermare che
si tratti di "apparizioni e rivelazioni" soprannaturali né della
Madonna, né di qualcun altro. Le dicerie sul "grande segno" e sui "dieci
segreti", che la Madonna, si dice, avrebbe affidato ai "veggenti", è
conforme più ad un'azione intimidatoria con ricorso a numeri cabalistici
tipici di alcune comunità non cattoliche, che non alla sana dottrina
della Chiesa Cattolica";
5. Persone normali.
Tra i sei ragazzi d'allora di Medjugorje, i quali affermavano che la
Madonna "appariva" loro, uno è entrato in seminario, un'altra è entrata
in una comunità religiosa mista, e tutti e due sono usciti coll'andar
del tempo. Cinque hanno contratto matrimonio (anche i due menzionati).
Questi fedeli, anche dopo alcune migliaia di cosiddette apparizioni,
sono tanto "normali" nella loro vita, che non fanno vedere in nessuna
maniera, eccetto che con i loro racconti, che la Madonna sia loro
apparsa; dico "normali" proprio come tutti gli altri fedeli "normali"
che non hanno mai "visto" la Madonna, però credono in Lei come cattolici
e si rivolgono a Lei nella fervorosa preghiera. La nostra santa fede,
che si basa sull'ascolto della Parola di Dio, e non sulla visione
terrestre delle apparizioni celesti, è al tempo stesso obsequium rationabile
(Rom 12,1), al contrario della instancabile propaganda sulle
apparizioni quotidiane o almeno frequentissime. Alcuni si comportano
come se volessero andare direttamente contro la beatitudine di Gesù
detta a Tommaso incredulo: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno" (Gv 20,29);
6. L’attività caritativa.
Anche tenendo conto di tutto l'aiuto caritativo-umanitario che, durante
la terribile guerra in quelle regioni dilaniate, si raccoglieva e si
sta ancora raccogliendo nel mondo tramite i mezzi di comunicazione al
servizio della propaganda di Medjugorje, a nome di Medjugorje, aiuto
indirizzato ai bisognosi, che passa per i canali medjugorjani "non è possibile affermare che si tratti di apparizioni e rivelazioni soprannaturali" né della "Regina della pace", né di qualsiasi altra apparizione soprannaturale;
7. Le chiese distrutte e non distrutte.
Non è nemmeno prova della soprannaturalità delle "apparizioni" il fatto
che la chiesa di S. Giacomo di Medjugorje non è stata bombardata,
mentre, per esempio, tutte e due le chiese a Mostar e in numerosi altri
luoghi dell’Erzegovina, della Bosnia e della Croazia sono state
bombardate e distrutte;
8. Il processo inarrestabile delle "apparizioni".
Coloro che già da 14 anni asseriscono che letteralmente ogni giorno a
Medjugorje "appare la Regina della pace" (sebbene già il 30 giugno 1981
fosse stato detto che le "apparizioni" ci sarebbero state "ancora solo
tre giorni"), non sapendo forse come fermare il processo delle
"apparizioni" per non fermare i visitatori che vengono attratti dalle
cosiddette apparizioni o per "altri motivi", non fanno un buon servizio
né all'onore né alla verità sulla Beata Vergine Maria, Madre di Dio e
Madre della Chiesa. Non lo fanno nemmeno alla Chiesa, Madre spirituale
di tutti noi cristiani cattolici che radichiamo la nostra fede cattolica
in Dio e la nostra devozione alla Madonna e non su certe storie da
ragazzi e presunte apparizioni, ma sull'autentica rivelazione di Dio e
sull'autentica interpretazione, di cui è garante lo Spirito Santo
tramite il vivente Magistero della Chiesa;
9. Turismo.
La verità ripetuta, che in nessuna maniera si può finora provare né
constatare che la Beata Vergine sia apparsa una sola volta a Medjugorje,
non intende diminuire gli sforzi delle istituzioni statali e
informative per attirare un numero quanto più grande di turisti, nelle
nostre regioni. Ma tale propaganda, utile e necessaria per il
rinnovamento del Paese venga fatta sulla base dei noti valori e bellezze
della nostra Patria croata, che il Signore le ha donato, e non sulla
base di "apparizioni", "rivelazioni" e "messaggi" non provati e non
confermati dalla Chiesa. Le autorità civili croate e i mezzi di
comunicazione sociale, se non vogliono interferire nelle cose
ecclesiastiche, manterranno la loro imparzialità se presenteranno la
dovuta attenzione alla posizione ufficiale del magistero ecclesiastico;
10. Né il santuario, né i pellegrinaggi.
Né il Vescovo diocesano come presule ecclesiastico della diocesi locale
e della Chiesa di Mostar-Duvno, né alcuna altra autorità competente ha
finora ufficialmente eretto la chiesa di San Giacomo di Medjugorje a
"santuario" mariano, né ha approvato un "culto" della Madonna in base
alle cosiddette "apparizioni". Anzi, a causa di tutta la controversia,
ha vietato più volte di parlare dall'altare e nella chiesa della
soprannaturalità delle "apparizioni e rivelazioni" e di organizzare
"pellegrinaggi ufficiali" a nome delle parrocchie, delle diocesi e della
Chiesa in genere. Chi agisce altrimenti, crea confusione e divisione
tra i fedeli e procede esplicitamente contro gli ammonimenti emanati
dalla precedente Conferenza Episcopale e dalla stessa Santa Sede.
Una sana
devozione verso la Madre di Dio, in conformità alla dottrina della
Chiesa, specialmente all’esortazione pontificia "Marialis cultus", del
1974, deve essere favorita e promossa in ogni persona, famiglia, chiesa,
parrocchia e diocesi cattolica.
Mostar, maggio 1995 - Ratko Perić, vescovo di Mostar
Fonte citata in parte: http://www.cbismo.com/index.php?mod=vijest&vijest=581
Pubblicazione a cura di Carlo Di Pietro (clicca qui per leggere altri studi pubblicati)
Immagine introduttiva: Una delle proprietà Dragicevic. Lotto 25A, è situato in una zona bene di Peabody (Dossier Dragicevic, pp. 87-97), e una delle foto ricavate da Bing! Mostra anche un’auto che non ha nulla a che vedere con la classica utilitaria (Dossier Dragicevic, p. 91).
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