Chi sta fuori non conosce tutto. Va bene. Ogni
fazione può dire la sua. Va bene anche questo. Però l’operato di un
commissario è giudicabile, se si hanno i documenti per farlo. L’ennesimo
documento che potete leggere qui, la dice lunga. Padre Volpi risponde
ad una lettera firmata da 300 fedeli della parrocchia di Ognissanti, a
Firenze. Dove operava padre Serafino Lanzetta,
spedito in Austria, ma non per punizione (il caso vuole che siano stati
allontanati dalle loro sedi tutti quelli che padre Bruno ha messo sul
banco degli imputati, ma non significa nulla, sono le coincidenze della
vita).
Ebbene, come risponde padre Volpi a queste 300 persone? “Pace e bene”, anzitutto. Scritto grande. Poi dice loro che non hanno nessun titolo a parlare… va bene, anche qui ci arrendiamo. Credevamo che essere creature di Dio avesse già il suo significato… Ma l’interessante viene dopo il lungo preambolo.
Ebbene, come risponde padre Volpi a queste 300 persone? “Pace e bene”, anzitutto. Scritto grande. Poi dice loro che non hanno nessun titolo a parlare… va bene, anche qui ci arrendiamo. Credevamo che essere creature di Dio avesse già il suo significato… Ma l’interessante viene dopo il lungo preambolo.
A chi hanno indirizzato la loro lettera i fedeli?
Al loro parroco, allontanato (ovvio); a colui che lo ha allontanato,
cioè il commissario Volpi (ovvio); al vescovo della città in questione,
Firenze (ovvio); al Prefetto della Congregazione cui padre Volpi
appartiene (ovvio) e a mons. Georg, già segretario di Benedetto XVI e
Prefetto della Casa Pontificia, per scelta di papa Francesco.
Cosa fa padre Volpi? Comincia un processo alle intenzioni: come mai, pur dichiarando la vostra “indiscussa ed esclusiva fedeltà al Santo Padre”, non avete indirizzato la lettera anche a Lui?
La dimenticanza, argomenta il finissimo esegeta e lettore dell’animo altrui, non è “casuale”! E cosa tira in ballo, il Volpi? Il sedevacantismo!
Cioè: i fedeli di Firenze (collaterali ai F.I.), non mettendo il nome
di papa Francesco tra i destinatari, sarebbero caduti in un lapsus
freudiano: non lo hanno messo non perché sanno che difficilmente al papa
arrivano le milionate di lettere spedite da tutto il mondo, ma perché
sono sedevacantisti! Ma non volevano dirlo. Anche padre Volpi non lo dà
per certo, ma quasi.
Così padre Volpi fabbrica le accuse;
così, lo abbiamo già visto dagli altri documenti, destituisce, punisce,
ingiuria… Perché? Perché tutta la campagna contro i F.I. è fondata
sull’accusa: siete lefebrvriani! Di più: siete sedevacantisti.
Bisognerà pure dare le prove, no? E le prove, se uno il detective padre Volpi, le trova…in un indirizzo omesso [nella seconda pagina l’accusa ritorna: “quello
stesso Santo Padre cui dichiarate la vostra ‘indiscussa ed esclusiva
fedeltà’ (salvo poi rivolgersi ad un suo collaboratore, ma non a lui)”].
Io (da fuori mi dirà qualche zelante difensore di
questo inquisitore allo sbaraglio, e senza pietà), mi limito a
constatare che i poveri frati, e sono tanti, fedeli a padre Manelli,
stanno subendo in silenzio: saranno sedevacantisti, però sono partiti
per il Camerun, gli Usa, l’Austria, il Portogallo..senza batter ciglio.
Nessuno è uscito dalla Chiesa; nessuno si è fatto la sua setta; nessuno ha finalmente proclamato, a gran voce,
la sede vacante, che so, scrivendo una cartolina alla mamma, dal
lontano esilio, senza indirizzarla, per conoscenza, anche al santo
Padre.
Sotto: le altre due pagine della lettera, la cui I pagina è in cima
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