ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 8 dicembre 2013

Discernimento ossequiente a favore del NOM (novus ordo mundi)

guerra
No all’intervento militare americano in Siria. Silenzio-assenso a quello francese nella Repubblica Centroafricana.
“L’Osservatore Romano” del 7 dicembre ha dato notizia all’intervento delle truppe francesi in quel paese, squassato da una guerra civile, in prima pagina e con grande evidenza. Con una cronaca puramente descrittiva, senza una sola riga di presa di distanza.
Negli stessi giorni, “La Civiltà Cattolica” ha pubblicato, con l’imprimatur delle autorità vaticane, un articolo del gesuita Giovanni Sale dedicato proprio agli “interventi umanitari” compiuti da truppe di uno Stato o di un gruppo di Stati entro i confini di un altro Stato nel quale si ravvisino violati diritti umani fondamentali.

L’articolo termina indicando nel magistero della Chiesa cattolica e in particolare di Giovanni Paolo II uno dei maggiori sostenitori dell’intervento umanitario, negli ultimi decenni.
Si cita un messaggio del 1992 di papa Karol Wojtyla nel quale “l’intervento umanitario nelle situazioni che compromettono gravemente la sopravvivenza dei popoli e di interi gruppi etnici” è definito “un dovere per le nazioni e per la comunità internazionale”.
E ancora si richiama il messaggio per la giornata mondiale della pace del 2000, che ribadisce lo stesso “dovere” e “indirizzerà l’azione della Santa Sede negli anni a venire, in tale delicata materia”.
In nota, padre Sale cita – senza eccepire alcunché – il giurista Francesco Margiotta Broglio, secondo cui tali dichiarazioni “hanno rappresentato una svolta nella dottrina cattolica”, manifestando una “mancanza di coerenza” tra il Giovanni Paolo II “pacifista” che si opponeva alla guerra nel Golfo e l’”interventista” che appoggiava gli interventi umanitari nella ex Jugoslavia e in Somalia.
Lo stesso si può dire di papa Francesco, “pacifista” con la Siria e tacitamente “interventista” con la Repubblica Centroafricana.
Ma non per mancanza di coerenza. Per “discernimento”. Come è sempre avvenuto ogni volta che la Chiesa si è trovata a giudicare una guerra.

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