ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 30 dicembre 2013

Salvate il soldato don Paolo

La moda dei presepi omosessuali. “Gesù è nato da una coppia di fatto”

Sembra essere una moda in piena espansione. Non rispetta né le tradizioni culturali né la religione dei credenti, eppure va a modificare proprio uno dei simboli più preziosi del cristianesimo. Quello del presepe e della Natività.
A Messina l’Arcigay ha pensato bene di festeggiare il via libera al registro delle unioni civili dipingendo un graffito con due Madonne, un bambino e una scritta: “Gesù è nato da una coppia di fatto”. Il presidente dell’Arcigay, al colmo della gioia, si è dichiarato molto soddisfatto della decisione dell’amministrazione locale e, senza offendere nessuno, ha deciso che un presepe omosessuale fosse un tocco elegante da dare alla città. 
In molti si sono lamentati, ma ovviamente sono rimasti inascoltati. L’Arcigay, infatti, non la considera un’offesa, ma un “messaggio forte contro le discriminazioni”. Allora deve andare bene per tutti. Perché i cristiani dovrebbero lamentarsi? Non è affatto un messaggio rivolto a loro, non stravolge la loro fede, non ridicolizza un simbolo, non li discrimina… tutto a posto, no?

Molto più strana, invece, la notizia riportata da TeleReggio. Secondo quanto riportato, il curato di di Novellara, don Paolo Tondelli, ha presentato in Chiesa, il giorno di Natale, un presepe con due San Giuseppe. “La famiglia,” ha detto “è quella formata da un uomo e una donna ma il mio presepio vuole essere una provocazione su un tema così delicato di cui si parla tanto in questi giorni”. 
Pare abbia anche avvertito il vescovo Massimo Camisasca prima di modificare il presepe. 
Ora la rappresentazione è stata sostituita da una tradizionale.
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23 dicembre 2013
Arcigay, il presepe alternativo di Messina. “Gesù è nato da una coppia di fatto”
“Gesù è nato da una coppia di fatto”. Queste le parole a commento di un graffito che, dipinto in piazza Municipio a Messina, raffigura un presepe non tradizionale: la capanna di Betlemme con tanto di stella e al di sotto il bambino Gesù tra due Madonne. 
Realizzata dal comitato locale dell’Arcigay, l’immagine è stata dipinta a poche ore dal via libera della giunta al registro delle unioni civili. Provvedimento, questo, frutto appunto dell’impegno di Arcigay Messina, il cui presidente Rosario Duca ha così dichiarato: «Ovviamente siamo molto soddisfatti e il nostro ringraziamento va all’amministrazione Accorinti. Adesso c’è lo scoglio del Consiglio comunale, che dovrà dare l’approvazione definitiva. Dopo le feste inizieremo ad avere contatti con le varie forze politiche, valutando le singole posizioni di ciascun schieramento».
Com’era prevedibile (se si tiene in conto la bagarre simile, che si scatenò nel 2011 a Bergamo per un presepe con due san Giuseppe), il presepe di piazza Municipio ha suscitato immediate polemiche e non pochi cittadini si sono rivolti alla Curia di Messina, perché elevi formale protesta contro il graffito ritenuto blasfemo. Ma tale non lo considera affatto l’Arcigay, che ha voluto soltanto lanciare un messaggio forte contro le discriminazioni subite dalle persone lgbt. 
di Francesco Lepore
Fonte: Huffington Post
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27 dicembre 2013
Un presepe differente 
Qualche mese fa Papa Francesco disse: ‘Chi sono io per giudicare i gay?’ Mai un Pontefice si era espresso con queste parole sul tema dell’omosessualità. Convivere more uxorio con una persona dello stesso sesso è per la Chiesa contro natura e segno evidente di disordine sessuale. Eppure le parole del Pontefice hanno secondo alcuni commentatori, aperto una porta nel dialogo tra la Chiesa e gli omosessuali. Ha forse pensato alla frase del Papa, il curato di Novellara, don Paolo Tondelli quando ha presentato nel giorno di Natale in Chiesa un presepio in cui non appariva la Madonna ma due san Giuseppe. ‘La famiglia – ha detto il curato – è quella formata da un uomo e una donna ma il mio presepio vuole essere una provocazione su un tema così delicato di cui si parla tanto in questi giorni.’
Don Paolo aveva avvertito il vescovo Massimo Camisasca della sua idea. Durante l’omelia si è rivolto ai fedeli parlando della famiglia e ribadendo il credo della Chiesa ma molti si sono interrogati di fronte alla sua provocazione. Ora il presepio con due san Giuseppe non c’è più. E’ stato rimosso per lasciare spazio ad una composizione tradizionale. Era stato lo stesso don Paolo a disegnare le due figure maschili. Ora le custodirà in un cassetto fuori dalla Chiesa ma a Novellara in molti ricorderanno il suo presepio come quello del dialogo con chi vive la sessualità in modo differente dalla maggioranza.
Fonte: Telereggio 

4 commenti:

  1. Pur non avendo personalmente nulla nei confronti degli omosessuali(ognuno gestisca la propria libertà come meglio crede,l'importante è non nuocere a terzi) ;ritengo il "Presepio gay" una boutade di pessimo gusto oltre ad un falso storico e religioso!

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  2. haec est hora vestra et potestas tenebrarum

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  3. Sono il don Paolo chiamato in causa, ci tengo solo a precisare che le cose non sono andate come descrive Telereggio, io non ho rilasciato nessuno intervista, il vescovo non centra niente, il presepe della chiesa è sempre restato quello classico, il segno che ho fatto diventa difficilmente comprensibile da chi non era a Messa visto che era strettamente legato all'omelia dedicata solo in minima parte all'argomento che che desidera sottolineare che la presenza di due figure maschili accanto a Gesù Bambino (non quello del prese ma un altro) indicava qualcosa di strano, ed è bene accorgersene in un contesto che avvia proposte di legge volte invece ad appiattire le cose; ho spiegato chiaramente che serviva per risvegliare le coscienza, per scendere in campo e difendere la famiglia fatta da uomo e donna, evitando anche le adozioni di bimbi da parte di coppie omosessuali; tutto quanto detto senza permettermi di giudicar e condannare nessuno, con delicatezza e sentendo di condividere le sofferenze di chi non si sente accettato. il resto sono fantasie giornalistiche.

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  4. Mi sembra che comunque l'episodio costituisca un esempio di come le "buone intenzioni" spesso ottengano l'effetto contrario.
    Sia per il modo, che per il tempo, che per il mezzo in cui si agisce.
    C'è una responsabilità anche, soprattutto, nei confronti delle anime semplici che ancora partecipano alle messe domenicali, specie nei tempi liturgici "forti", che non sono necessariamente attivisti di circoli sociali e che più che le intenzioni, vanno al sodo delle parole (che a volte possono risultare ambigue) e dei segni, che restano impressi più delle parole!
    E' come se una persona che non bestemmia e non comprende chi lo fa, per dire che lui non bestemmia, ne dicesse una, per fare colpo!
    Cosa resta impressa in memoria, l'intenzione o la parola?

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