ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 20 giugno 2013

Di che genere è Dio?

IL VASO DI PANDORA DELLA TEORIA DEL GENERE: LA MUTAZIONE SOCIOLOGICA DELL'UMANITA’
DI CHEMS EDDINE CHITOUR
mondialisation.ca

“Allo scopo di governare e controllare una popolazione con mezzi diversi dalla violenza, bisogna ottenere il il suo consenso per mezzo degli strumenti ideologici dello Stato: il sistema educativo, il divertimento, la religione, il sistema politico...”
Louis Althusser

A partire da una ventina d'anni, la sociologia ha iniziato a esplorare un dominio rimasto a lungo misterioso, vedi tabù, quello della determinazione sociologica di un individuo per la quale le sue scelte sono dettate dalla natura o sono il risultato di un costrutto sociale.
“La teoria queer o teoria del genere è una teoria sociologica nata negli Stati Uniti all'inizio degli anni 90 del 1900.

Bandiera bianca sul 'matrimonio gay'


gay protesta matrimonio
Manifestanti cattolici che aspettano  invano
 una parola forte da Francesco contro il disegno di legge
Mentre le organizzazioni progressiste in diversi paesi inesorabilmente portano avanti legislazioni pro-omosessuali, che cosa ci dice il silenzio dal Vaticano ?  Ci dice che la Chiesa Conciliare ha rinunciato alla lotta. Non è difficile capirlo.
Anche la "lobby gay" stessa può osservare che il silenzio significa  resa. , ad esempio, Michelangelo Signorile, l'attivista omosessuale editore di Huffington Post Voci Gay dà a Francesco un buon voto sulla questione omosessuale.

Juventino?


Papa bianco e nero

La collegialità, mito progressista, va bene, ma Bergoglio poi decide da solo. Stile gesuita e governo

Ben vengano la collegialità episcopale e la sinodalità, ma quando si tratta di assegnare prelati a qualche ufficio curiale di peso o di nominare vescovi in sedi rimaste vacanti, a decidere è il Papa. Senza consultazioni né dossier.

I prossimi santi della neo-chiesa


Messer Lutero : è proprio necessario dargli soddisfazione ?

Dal cassetto dei miei ricordi adolescenziali prendo un Articolo diUNA VOCE del Maggio-Agosto 1974 ( notiziario 20-21 ) .
E’ incredibile la mia vita : pensavo che tali tematiche fossero state definitivamente archiviategrazie alla ritrovata "ermeneutica della continuità" e al “sentire cum Ecclesia” ed invece … le ho dovute ripescare 39 anni dopo ... perché esse sono purtroppo assai attuali !

S-communicatio in sacris?: tranne che coi tradizionalisti!


Chiesa cattolica ed evangelici, le divisioni scrutate da Papa Francesco



Chiesa cattolica ed evangelici, le divisioni scrutate da Papa Francesco
Proprio ieri mattina, durante l’udienza generale in piazza San Pietro, Papa Francesco ha raccontato che prima di uscire da Santa Marta si era intrattenuto a pregare “quaranta minuti più o meno” con un pastore evangelico. “Abbiamo pregato insieme, cercando l’unità”. Nelle stesse ore, a Berlino, la Chiesa evangelica di Germania presentava l’atteso documento sulla politica familiare da perseguire nei prossimi anni. Una sorta di programma racchiuso in 162 pagine che, come riporta il sito Vatican Insider, ha richiesto un lavoro di tre anni.

Camminano verso il baratro! (porta inferi)


Kiko Argüello pittore, musicista, architetto

Mentre alla Biennale di Venezia il Vaticano dialoga con l'arte contemporanea, in migliaia di parrocchie di tutto il mondo si è già installato un particolarissimo modello estetico, ideato dal fondatore del Cammino neocatecumenale

di Sandro Magister
ROMA, 20 giugno 2013 – Il padiglione vaticano alla Biennale d'arte contemporanea di Venezia in corso dall'inizio di giugno è non soltanto il primo nella storia di questa celebre esposizione internazionale.

È anche il primo esperimento di dialogo con l'arte contemporanea messo in opera da un organismo centrale della Chiesa cattolica, il pontificio consiglio per la cultura presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi.

Mala temporanea?

Scomunica “temporanea” per un sacerdote dichiaratamente massone


grand oriente di Francia
 Capita (purtroppo) raramente. Ma a volte capita che gli eccessi – specie di taluni sacerdoti ‒ vengano puniti con la fermezza richiesta da Magistero e Tradizione. È quanto verificatosi nel caso di don Pascal Vesin, di 43 anni, Parroco a Megève, nell’Alta Savoia: secondo quanto rivelato dall’edizione on line del settimanale “L’Express”, il reverendo è stato destituito dal proprio ministero grazie all’intervento del Vaticano.

Il vescovo che sussurrava ai gay

Cristiani al Gay Pride
«Ciascuna parola in questa occasione è equivocabile. La parola “contro”, soprattutto, è dannosa, “suona male”. La giornata della Famiglia non è e non deve essere contro qualcuno. Non è e non deve essere una manifestazione di muscoli o di forza: la logica del Vangelo, infatti, non è quella della lotta ma è quella del sussurrare la verità alla ricerca sempre della più profonda verità dell’uomo». E’ questa la parte centrale del comunicato diffuso dal delegato per la famiglia della Conferenza episcopale Siciliana (Cesi), monsignor Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, alla vigilia del Gay Pride nazionale e del Family Day che si svolgono a Palermo. 

mercoledì 19 giugno 2013

Beato Pio IX, un modello per la nostra battaglia

di John Vennari





Pubblicato sul sito americano: Catholic Family News

Con quanto ardore dobbiate combattere, bene intendete
Pio IX

Qualche considerazione [su Papa Bergoglio]

Ho seguito le parole e le azioni di Papa Francesco e ho letto tutto il libro On Heaven and Earth, che egli ha scritto insieme al rabbino Skorka [tradotto e pubblicato in italiano già a marzo 2013 da Mondadori: Il cielo e la terra, di Jorge Mario Bergoglio e Abraham Skorka].

Egli sembra avere un buon cuore e alcuni buoni istinti cattolici, ma teologicamente è un disastro - incredibilmente sciatto.

Un Nuovo Ordine Mondiale “Soprattutto Spirituale”

L' Acta Apostolicae Sedis (la gazzetta ufficiale della Santa Sede e della Città del Vaticano.) del febbraio 2007 contiene il seguente passo di lode al Nuovo Ordine Mondiale con annessa teocrazia globale (la chiamano nuovo ordine mondiale spirituale):






"In verità, tutto il Concilio Vaticano II fu mosso dall'anelito di annunciare all'umanità contemporanea Cristo, luce del mondo. Nel cuore della Chiesa, a partire dal vertice della sua gerarchia, emerse impellente, suscitato dallo Spirito Santo, il desiderio di una nuova epifania di Cristo al mondo, un mondo che l'epoca moderna aveva profondamente trasformato e che per la prima volta nella storia si trovava di fronte alla sfida di una civiltà globaledove il centro non poteva più essere l'Europa e nemmeno quelli che chiamano l'Occidente e il Nord del mondoEmergeva l'esigenza di elaborare un nuovo ordine mondiale politico ed economico, ma al tempo stesso soprattutto spirituale e culturale, cioè un rinnovato umanesimo. Con crescente evidenza si imponeva questa constatazione. Un nuovo ordine mondiale economico e politico non funziona se non c'è un rinnovamento spirituale, se non possiamo avvicinarci di nuovo a Dio e trovare Dio in mezzo a noi. Già prima del Concilio Vaticano II, coscienze illuminate di pensatori cristiani avevano intuito ed affrontato questa sfida epocale. Ebbene, all'inizio del terzo millennio ci troviamo nel vivo di questa fase della storia umana, che è stata ormai tematizzata intorno alla parola “globalizzazione”."

Un’illustre bocciatura della “Gaudium et spes”


colombo

Recensioni. 

Il cardinale Giovanni Colombo fu arcivescovo di Milano dal 1963 al 1979. “È stato l’ultimo dei grandi ambrosiani”, ha scritto di lui il cardinale Giacomo Biffi, in implicita polemica con i successori Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi (su Angelo Scola il giudizio resta sospeso). E di Giovanni Colombo è appena uscito in libreria, edito da Jaca Book, il volume “Il Concilio Vaticano II. Discorsi e scritti”, che raccoglie i suoi testi, alcuni inediti, concomitanti e successivi alla grande assise.

Coerenza

 "Fate quel che vi dicono, ma non quello che fanno". E quando non vi dicono, o dicono eresie?

Stupenda e attuale riflessione di un giovane credente. Dal Blog Infinito quotidiano:

Un giorno il Servo di Dio Don Dolindo Ruotolo, sacerdote napoletano, chiese ad un suo conoscente: «Angioletto mio, siete stato in banca questa mattina per riscuotere lo stipen­dio?». «Sì, Padre», rispose l’uomo. «E com’era il cassiere? Aveva per caso il naso storto e gli occhi strabici?». Vedendo che il suo interlocutore era rimasto senza parole, Don Dolindo riprese: «Eh sì, perché se il cassiere fosse brutto io rifiuterei lo stipendio...». «Padre, cosa dite mai? - chiese me­ravigliato il signore. - E che importa a me che il cassiere ha il naso storto? Egli mi dà lo stipendio. E a me interessa solo questo!». Allora Don Dolindo, cogliendo l’occasione, lo am­monì dicendo: «E allora perché quando vai a confessarti, a riscuotere la Grazia del Signore, stai a criticare il prete e di­ci: “se non è un santo, io dal prete non ci vado!”? Egli è l’am­ministratore del Sangue Redentore di Cristo. Cosa t’importa il resto? Se il prete è buono o cattivo a te non deve interessa­re. Buono o cattivo che sia, la sua consacrazione e la facoltà ricevuta dal Vescovo per la confessione a te devono bastare. Il sacerdote attinge alla Cassa della Chiesa, ricca dei meriti di Cristo: ricordalo!».” [De vita Contemplativa – Giugno 2013]

Leone XIII, Pio XI e “La Civiltà Cattolica”


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.LEONE XIII, PIO XI E “LA CIVILTÀ CATTOLICA”

L’unica vera soluzione del problema ebraico

. Dal 1878 al 1903 La Civiltà Cattolica, nata nel 1858 col sostegno e l’incoraggiamento di Pio IX per combattere la massoneria e la Rivoluzione risorgimentale, su ordine di Leone XIII studiò l’origine e la causa dei mali, che avevano portato alla “breccia di Porta Pia”, individuandole nel giudaismo post-biblico.

I frutti delle deturpazioni moderniste (liturgia e mosaici)


Lourdes sott’acqua

di  - 19/06/2013

Gli eretici santificati e gli apostati glorificati!


Wojtyla, anche i teologi approvano il secondo miracolo


Karol Wojtyla

KAROL WOJTYLA






Dopo l’ok dei medici è arrivato il via libera dalla commissione dei teologi. Per la santità di Giovanni Paolo II manca solo il "sì" di cardinali e vescovi

Dopo l’ok dei medici, è arrivato quello dei teologi. La commissione dei teologi della Congregazione per le Cause dei Santi ha approvato il secondo miracolo di Giovanni Paolo II, compiuto dopo la beatificazione. Per la proclamazione della santità di Wojtyla manca ora solo il via libera della commissione di cardinali e vescovi del dicastero che di dovrebbero riunire nelle prossime settimane.

Col dispiacere di von Balthasar


Il fuoco dell’Inferno è reale; la sentenza del Giudizio finale



Il fuoco dell’Inferno è reale; la sentenza del Giudizio finale[...] Quello che dell’Inferno spaventa in modo speciale, è il fuoco e la sua eternità.
Taluni non sarebbero alieni dall’ammettere un certo Inferno, con delle sofferenze blande e dalla durata temporale. Contro le fantasie e le bestemmie eretiche di costoro, sta l’insegnamento chiaro di Gesù Cristo  che ripetutamente parla di tormenti, del fuoco e della sua eternità. In riguardo al tormento del fuoco, non vediamo come sia possibile dare alle parole del Vangelo un’interpretazione diversa dalla letterale, dei Padri; parole tanto chiare e ripetute. E tale è il senso unanime dei Padri e della Chiesa, che cioè nell’Inferno c’è realmente il fuoco, e il consenso unanime nel Deposito è interpretazione vincolante già di suo, oltre il dogma definito a sé.

martedì 18 giugno 2013

Il falso ecumenismo

Statua di Buddha sul tabernacolo contenente il Santissimo durante celebrazione ecumenica. Assisi 1986

Ecumenismo: tema quanto mai attuale e termine molto abusato dopo il Concilio Vaticano II, che provoca entusiasmo in alcuni ed orrore in altri. Ma di cosa stiamo parlando? E perché ci sono pareri così discordanti tra gli stessi cattolici?
Prima di tutto vorrei introdurre brevemente due correnti di pensiero che devono essere conosciute per meglio approcciarsi alla comprensione del movimento ecumenico stesso; sto parlando dell’irenismo e del pancristianesimo; solo in seguito analizzerò l’origine ed il significato dell’ecumenismo, oggi divenuto prassi consolidata nella vita della Chiesa.

La religione del nuovo ordine mondiale

Il Dio Progresso causa il disincanto del mondo e sostituisce gli scopi ai valori


Ciò che contraddistingue la civiltà moderna non è la Rivoluzione scientifica o quella industriale, non sono le nuove frontiere della genetica né l’uso massiccio della tecnologia, ma l’idea di Progresso elevata al rango di una nuova religione; tutto il resto non è che manifestazione particolare di questo punto essenziale.

Neo lingua cattolica?

Il Vangelo della vita di Bergoglio è una nuova lingua che spiazza un po’

Dopo le grandi catechesi di sabato mattina dei cardinali Camillo Ruini e Raymond Burke e dopo la veglia della sera sul sagrato di San Pietro, l’attesa era per l’omelia di Papa Francesco del giorno dopo, durante la messa domenicale davanti ai movimenti pro life giunti da tutto il mondo. Era il momento culminante della Giornata dell’Evangelium Vitae, l’evento incardinato nell’Anno della fede promosso per “testimoniare il valore sacro della vita”. Per la prima volta dall’elezione, Bergoglio celebrava una messa pubblica dedicata a una delle grandi questioni eticamente sensibili, la difesa della vita dal concepimento alla fine naturale. Sabato nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, il cardinale Ruini denunciava “i comportamenti di molti politici che si dichiarano cattolici ma che poi sono a favore di legislazioni che comportano aborto ed eutanasia”. Da stigmatizzare, aggiungeva l’ex presidente della Cei, “è anche il comportamento di quegli elettori che si comportano quasi indifferentemente nelle loro scelte”. Ha parlato di “scarso senso di appartenenza ecclesiale”, frutto di una “laicità male intesa”.
Ma il Papa, il giorno dopo, ha preferito non entrare nel merito dei principi non negoziabili. 

Lobby gay, l'indagine non autorizzata di Affaritaliani:

Vaticano/  tutto nasce da Vatileaks. LA STORIA
Papi
Perché Papa Francesco non ha deciso di smentire le dichiarazioni pubblicate dalla stampa a proposito della lobby gay in Vaticano? Se tutto questo fosse stato falso, Jorge Mario Bergoglio non avrebbe dovuto fare altro che chiedere al suo portavoce, padre Federico Lombardi, di sbugiardare il contenuto delle rivelazioni. E tutto questo non è accaduto. Per quale motivo? Perché era già tutto scritto. Nel dossier di Vatileaks.

"Francesco consegni le bobine della trattativa"



Pietro Orlandi con Papa Francesco
PIETRO ORLANDI CON PAPA FRANCESCO

Fiaccolata a piazza San Pietro e appello a Papa Bergoglio per la verità su Emanuela Orlandi

La marcia contro il silenzio e le "coincidenze" mai chiarite.D a piazza Santa Apollinare a San Pietro. Un percorso simbolico scelto per la fiaccolata che il 22 giugno ricorderà Emanuela Orlandi, la ragazza figlia di un dipendente vaticano, scomparsa in circostanze mai chiarite trent'anni fa. "Un ritorno a casa" che Emanuela non ha mai fatto e che il fratello, Pietro Orlandi, vuole ripercorrere per tornare a chiedere giustizia e verità.  "Chiediamo a papa Francesco di unirsi al nostro momento di preghiera in piazza San Pietro e di consegnare alla magistrature le bobine delle trattativa tra la Santa Sede e i rapitori: siamo sicuri che contengano il ricatto al Vaticano", spiega Pietro Orlandi a "Vatican Insider".

C'è un particolare aspetto su cui Orlandi invoca chiarezza. "Marco Fassoni Accetti, il supertestimone-indagato che ha fatto ritrovare il presunto flauto di Emanuela aveva come suo confessore all'istituto romano San Giuseppe De Merode l'attuale vice Camerlengo di Santa Romana Chiesa, l'arcivescovo Pier Luigi Celata che all'epoca della scomparsa di mia sorella era il segretario del premier vaticano Agostino Casaroli e come tale riceveva le telefonate sulla linea codificata 158", afferma Pietro Orlandi. Il 17 luglio 1983, infatti, venne fatto ritrovare un nastro, in cui si proponeva lo scambio tra la ragazza e l'attentatore di Wojtyla, Ali Agca, oltreché la richiesta di una linea telefonica diretta col Segretario di Satato Casaroli. inoltre si sentiva la voce di una ragazza che implora aiuto, dicendo di sentirsi male.

Alcuni giorni più tardi, in un'altra telefonata, il telefonista ribattezzato «l'Amerikano» per il forte accento statunitense chiedeva allo zio di Emanuela di rendere pubblico il messaggio contenuto sul nastro, e di informarsi presso il cardinale Casaroli riguardo ad un precedente colloquio. In totale, le telefonate dell'Amerikano saranno 16, tutte da cabine telefoniche. Nonostante le richieste di vario tipo, e le presunte prove, l'uomo (che non sarà mai rintracciato) non apre nessuna reale pista da battere.

Adesso la famiglia Orlandi chiede a Bergoglio di consegnare ai magistrati tutte le bobine delle telefonate, mai entrate in possesso degli inquirenti che indagano sulla scomparsa. «Anche se sono passati trent'anni il dolore è vivo come in quel 22 giugno 1983- sostiene Pietro Orlandi-.Purtroppo non sono bastati 30 anni per capire cosa sia successo quella sera, ma noi non ci arrendiamo, andiamo avanti e grazie alla solidarietà della gente comune ci sentiamo come famiglia ancora più motivati ad andare avanti». Un mistero, quello della scomparsa della cittadina vaticana, che ha sempre denunciato Pietro Orlandi «nasconde altro, qualcosa di pesante, 30 anni di omissioni e depistaggi». «Il 22 giugno ci incontreremo alle 19.30 in piazza Sant'Apollinare, dove Emanuela fu vista per l'ultima volta, e - spiega Orlandi - ci incammineremo lungo le strade che lei avrebbe percorso per tornare a casa fino ad arrivare a piazza San Pietro, dove ci raccoglieremo pacificamente con le nostre fiaccole in un momento di preghiera e riflessione. Una veglia per chiedere risposte.

Lì spero che Papa Francesco si unisca a noi, sarebbe un gesto coraggioso». Una data, quel 22 giugno 1983, che Pietro Orlandi ricorda con particolare amarezza. «Quel giorno litigai con Emanuela perché voleva che la accompagnassi - ricorda - ma io avevo un impegno. Lei uscì sbattendo la porta. Io da allora continuo a pensare se l'avessi accompagnat». Per la fiaccolata in programma adesioni sono arrivate «da Messina a Lugano - spiega il fratello di Emanuela - e in tanti continuano a farlo. Una solidarietà forte testimoniata anche dalle oltre 155.000 firme alla petizione lanciata nei mesi scorsi, gesti che ci aiutano ad andare avanti.

Vogliamo scuotere le coscienze nel nome di verità e giustizia». Nelle bobine , secondo la famiglia Orlandi, sono state fornite "prove inequivocabili delle responsabilità nel rapimento", come dimostrano anche gli otto appelli all'Angelus lanciati da Giovanni Paolo II. "Poco dopo la sua elezione ho incontrato Francesco a Santa Marta e mi ha detto quella frase terribile "Emanuela è in cielo", poi ho contattato quattro volte il suo segretario don Alfred per rivederlo di nuovo e attendo ancora una risposta- evidenzia Pietro Orlandi-.La scomparsa di mia sorella per la Santa Sede non è uno scandalo minore rispetto a quelli finanziari, non è solo un dramma privato di una famiglia perché al Vaticano è stata rapita una sua cittadina.

Marco Fassoni Accetti è stato interrogato una decina di volte dai magistrati e anch'io ho parlato con lui e sono rimasto sconvolto quando mi ha detto di non voler fare i nomi delle persone coinvolte nel rapimento perché lui non fa la spia. Ai tempi del collegio De Merode, Fassoni Accetti aveva come padre spirituale l'arcivescovo Celata che riceveva le telefonate dell'Amerikano sulla linea riservata e le passava al cardinale Casaroli. Ci aspettiamo chiarimenti da papa Francesco".
GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO

Emanuela Orlandi. Chi l’ha visto? e il maestro di flauto morto, che era un altro

Nel trattare il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi, la trasmissione di Rai3  ”Chi l’ha visto?” ha diffuso, in due diverse puntate, affermazioni da correggere. Quanto siano rilevanti, se non ai fini della soluzione del giallo, se mai ce ne sarà una, lascio ai lettori valutare.
Certo sono cose abbastanza importanti sotto il profilo della precisione informativa, che ho segnalato via mail due volte, sia alla conduttrice Federica Sciarelli che al suo inviato Fiore De Rienzo. Il fatto che le mie e-mail abbiano ottenuto risposte zero, può semplicemente voler dire che la mia voce non arriva, ma può anche voler dire che non la mia opinione, bensì la corrispondenza al vero delle notizie diffuse, fin nei dettagli, non interessa.
Lo spettacolo è quello che conta, lo dice anche Leoncavallo. A Chi l’ha visto? fanno il loro mestiere e lo fanno anche bene: non è forse proprio giornalismo come si intendeva una volta, ma intrattenimento e emozione ad altissimo livello questo certamente sì. Rattrista il fatto che si sia fatta trascinare nel turbine della polvere di stelle la famiglia di Emanuela Orlandi perché forse il rispetto per la memoria della povera ragazza chiederebbe altro.
Ecco i fatti.
La sera del 10 aprile 2013 Pietro Orlandi e sua sorella Natalina Orlandi sono stati ancora una volta ospiti di “Chi l’ha visto?” . L’argomento della puntata e il motivo della loro presenza era il famoso ritrovamento del flauto asseritamente “di Emanuela Orlandi” fatto trovare una settimana prima, il 3 aprile, dal signorMarco Fassoni Accetti.
Al minuto 1 e 20 secondi del video di quella puntata Federica Sciarelli ha mandato in onda, alla presenza di Pietro e Natalina Orlandi che ne erano quindi spettatori, una intervista a tale Laura Morelli, che ha asserito di essere stata compagna di Emanuela nel corso di flauto traverso della Pontificia Scuola di Musica Ludovico Da Victoria.
La signora Morelli nell’intervista ha affermato che ancora nell’83 il maestro di flauto suo e di Emanuela Orlandi era Jures Lello Balboni. Ha affermato inoltre che poco tempo prima della scomparsa di Emanuela, cioè poco tempo prima del 22 giugno di quello stesso anno, si erano esibite entrambe in un saggio con il flauto alla presenza del maestro Balboni. Saggio, sempre a dire della signora Morelli, organizzato dallo stesso Balboni. Nel corso dell’intervista la signora Morelli ha specificato tra l’altro che anche quel 22 giugno lei ed Emanuela ebbero l’usuale lezione di flauto con il maestro in questione.
Quanto raccontato dalla signora Morelli – comparsa a “Chi l’ha visto?” anche nella puntata del 17 aprile – è stato avvalorato da Pietro e Natalina Orlandi, presenti in studio e spettatori quindi anche della sua intervista: entrambi infatti non hanno smentito in alcun modo le affermazioni della signora. Non le hanno smentite nei loro commenti all’intervista fatti in diretta televisiva in studio, non le hanno smentite a tutt’oggi nelle successive puntate di “Chi l’ha visto?” alle quali hanno partecipato e non le hanno smentite neppure con dichiarazioni ad altri mass media.
Quanto raccontato dalla signora Morelli però contrasta con il registro dello Stato civile. Il maestro Balboni è infatti deceduto ben 7 mesi prima del 22 giugno 1983: per l’esattezza, è morto dopo lunga malattia il 28 novembre dell’anno precedente, 1982.
Inoltre l’insegnante di flauto traverso di Emanuela Orlandi non era e non è mai stato Jures Lello Balboni, bensì il maestro Loriano Berti. Come del resto sanno bene anche gli Orlandi visto anche che a pagina 60 del libro “Mia sorella Emanuela“, pubblicato in una nuova edizione nell’aprile 2012 da edizioni Anordest e scritto da Pietro Orlandi insieme con il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci, si legge quanto segue:
“Emanuela distratta, non è da lei, durante la lezione di flauto del maestro Loriano Berti”.
Non si capisce inoltre come i due autori del libro possano affermare che Emanuela durante quella lezione di flauto fosse distratta, dato che nessuno l’ha più vista, se non per mera supposizione o per averlo saputo dallo stesso Berti. Le lezioni di flauto, infatti, non erano per gruppi di studenti, ma per uno studente alla volta. Se quel giorno Emanuela fosse stata distratta o no lo poteva sapere, oltre a lei, solo Berti. Anche quando ha assistito all’intervista alla signora Morelli nello studio di “Chi l’ha visto?” Pietro Orlandi sapeva quindi con precisione chi fosse l’insegnante di flauto di sua sorella: Berti, non Balboni. Lo stesso discorso vale per il suo coautore del libro, Fabrizio Peronaci.
La signora Morelli può avere confuso in buona fede i nomi dei due insegnanti. Lasciano però perplessi due fatti:
1. il giornalista Fiore De Rienzo di “Chi l’ha visto?”, nel corso dell’intervista le ha mostrato una foto del saggio a dire della signora Morelli realizzato con Balboni, foto nella quale sia De Rienzo che Morelli hanno detto che non figurava Emanuela Orlandi.
Appare strano che la signora Morelli se avesse confuso i nomi dei due insegnanti, avesse cioè detto Balboni volendo però in realtà dire Berti, guardando la foto non si sia accorta d’essersi sbagliata e che l’insegnante ritratto non era Berti. Sembra difficile confondere una foto di Berti con una di Balboni, per il semplice motivo che Berti era molto più giovane e fisicamente molto diverso da Balboni.
Foto del saggio sono state inoltre mostrate alla signora Morelli anche nella puntata del 17 aprile. Inoltre la signora Morelli nel corso dell’intervista ha affermato che la sera dopo la scomparsa, cioè la sera del 23 giugno, parlando al telefono con Raffaella Monzi, asseritamente compagna sia sua che di Emanuela Orlandi, già davano entrambe per scontato che Emanuela Orlandi fosse stata rapita. Ipotesi, quella del rapimento, che invece è emersa solo vari giorni dopo.
2. L’intera redazione di “Chi l’ha visto?” ignorava che l’insegnante di flauto della Orlandi non fosse Balboni, ma Berti? A pagina 20 del libro “Il segreto di Emanuela Orlandi”, edito nel novembre 2012 e scritto dal giornalista Pino Nazio, che nel suo curriculum si definisce inviato e autore storico del programma televisivo, riguardo Emanuela Orlandi  si legge quanto segue:
“Finita la lezione di flauto con l’insegnante Loriano Berti, non contenta di essere arrivata mezz’ora dopo, chiese all’insegnante di canto corale, monsignor Valentino Miserachs, di uscire un po’ prima della fine della lezione”.
Berti è citato come insegnate di flauto di Emanuela Orlandi a pagina 132 del suo libro “Segreto criminale” anche da Raffaella Notariale, la giornalista di “Chi l’ha visto?”, ora a Rai News 24 e a Rai Educational, che ha scoperto nel 2008 la “supertestimone” Sabrina Minardi e che ha corredato con foto della tomba di Enrico De Pedis la “storica” puntata del 2005 con la quale “Chi l’ha visto?” ha lanciato i sette anni della fallimentare pista De Pedis/Banda della Magliana. “Segreto criminale”, edito nel 2010, è stato scritto con Sabrina Minardi.
Che l’insegnante fosse Berti e non il defunto Balboni è cosa nota anche al giornalista Tommaso Nelli, attivo nel gruppo della petizione lanciata da Pietro Orlandi su Facebook e, a giudicare dai sui interventi, osservatore attento di “Chi l’ha visto?” quando ne è ospite Pietro.
Per la sua tesi di laurea del 2010 presso l’Università La Sapienza, tesi incentrata sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, Nelli ha infatti parlato anche con Berti, come mi ha confermato lo stesso Berti, la cui identità in un primo tempo ho tenuto coperta sotto quella di un compagno di scuola.
Sapendo bene come stessero le cose, non credevo alle mie orecchie mentre la signora Morelli snocciolava disinvoltamente la sua storia facendo perfino resuscitare il povero Balboni, che da vivo era stato in particolare un grande suonatore di ottavino, ne aveva perfino due preziosissimi in ebano, un Rudall-Carter del 1908 e un’altro del 1912, come dire gli Stradivari degli ottavini.
Balboni ha suonato nelle colonne sonore di celebri film del dopoguerra – Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, il Gattopardo, etc. – e con i suoi ottavini ha rallegrato i telespettatori dell’era del monopolio Rai suonando nel Carosello, come si chiamava la pausa pubblicitaria serale.
Il nome di Berti come insegnante di Emanuela Orlandi figura inoltre nel verbale della testimonianza del 9 luglio 1983 di Raffaella Monzi alla sezione omicidi della squadra mobile di Roma e nel verbale della testimonianza del 28 ottobre 1985 di zio Mario Meneguzzi al giudice istruttore Ilario Martella.
Possibile che a ignorare che l’insegnante fosse Berti e non il già ampiamente morto Balboni fosse l’intera attuale famiglia Orlandi? Vale a dire, oltre a Pietro, le sue sorelle Natalina, Federica e Maria Cristina, la loro madre Maria Pezzano, il signor Mario Andrea Ferraris – attuale marito di Natalina e all’epoca sua fidanzato – e il cugino Pietro Meneguzzi, figlio dello zio Mario Meneguzzi, marito di una sorella del padre di Emanuela Orlandi.
Come dichiarato a verbale il 23 giugno ’83 da Natalina Orlandi, Mario Andrea Ferraris e Pietro Meneguzzi sono stati infatti molto attivi fin da quello stesso giorno nelle indagini sulla scomparsa di Emanuela, indagini condotte in particolare nella zona piazza S.Apollinare/corso del Rinascimento. Ferraris compare inoltre spesso a “Chi l’ha visto?” in compagnia della moglie Natalina Orlandi.
Cosa concludere? Nella migliore delle ipotesi, di generale distrazione e confusione, si deve concludere che questa è l’ennesima dimostrazione di come il caso di Emanuela Orlandi venga affrontato sempre e da tutti con un po’ troppo sensazionalismo, cui per nostra sfortuna si sono aggregati anche politici ieri di primo piano come Walter Veltroni.
La magistratura per la faccenda della tomba di De Pedis in S. Apollinare è stata costretta ad andare a rimorchio proprio di “Chi l’ha visto?” fino a sventrare i sotterranei della basilica. E dal 3 aprile è costretta a perdere ancora tempo con gli inutili accertamenti dovuti alla trovata del “flauto di Emanuela” dopo averne già perso molto dal giugno 2008 con le “rivelazioni”di Sabrina Minardi.
E mano male che i magistrati hanno messo alla porta senza tanti complimenti almeno il “supertestimone”Maurizio Giorgettiscodellato loro da Nazio nel settembre 2010, come ci ha tenuto a far sapere lo stesso Nazio a pagina 157 del suo libro, e non hanno neppure voluto ascoltare il fasullo “ex 007 Lupo”, tale Luigi Gastrini, che nel giugno 2011 era riuscito a convincere Pietro Orlandi e Fabrizio Peronaci che
“Emanuela è viva, si trova in un manicomio del centro di Londra”.
Con annessa trasferta londinese di una troupe di “Chi l’ha visto?” per l’immancabile nuova (inutile) clamorosa puntata.
De Pedis, Minardi, Giorgetti, Gastrini, Fassoni Accetti: cinque episodi clamorosi in otto anni legati dal nulla di fatto e dalla grande utilità massmediatica, in particolare televisiva. E’ fuori luogo chiedersi se c”è una accorta regia da parte di un professionista del mondo televisivo molto esperto in fatto di pubblicità, marketing e spettacolo?
nicotri-opinioni
di Pino Nicotri

Cristo non più cattolico ma pluripolare..!?

"Il Papa propone una prospettiva pluripolare del cristianesimo"

Monsignor Marcelo Sanchez Sorondo
MONSIGNOR MARCELO SANCHEZ SORONDO

Per il teologo argentino monsignor Sanchez Sorondo, Bergoglio ha sempre cercato di concretizzare la Parola nelle strutture sociale


Al Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienza,  accademico, filosofo, vescovo cattolico e teologo argentino, Vatican Insider ha chiesto una opionione sull'inizio del papato del connazionale Bergoglio. Una riflessione aperta sulle radici profonde del pensiero del primo papa gesuita.