ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 18 giugno 2013

"Francesco consegni le bobine della trattativa"



Pietro Orlandi con Papa Francesco
PIETRO ORLANDI CON PAPA FRANCESCO

Fiaccolata a piazza San Pietro e appello a Papa Bergoglio per la verità su Emanuela Orlandi

La marcia contro il silenzio e le "coincidenze" mai chiarite.D a piazza Santa Apollinare a San Pietro. Un percorso simbolico scelto per la fiaccolata che il 22 giugno ricorderà Emanuela Orlandi, la ragazza figlia di un dipendente vaticano, scomparsa in circostanze mai chiarite trent'anni fa. "Un ritorno a casa" che Emanuela non ha mai fatto e che il fratello, Pietro Orlandi, vuole ripercorrere per tornare a chiedere giustizia e verità.  "Chiediamo a papa Francesco di unirsi al nostro momento di preghiera in piazza San Pietro e di consegnare alla magistrature le bobine delle trattativa tra la Santa Sede e i rapitori: siamo sicuri che contengano il ricatto al Vaticano", spiega Pietro Orlandi a "Vatican Insider".

C'è un particolare aspetto su cui Orlandi invoca chiarezza. "Marco Fassoni Accetti, il supertestimone-indagato che ha fatto ritrovare il presunto flauto di Emanuela aveva come suo confessore all'istituto romano San Giuseppe De Merode l'attuale vice Camerlengo di Santa Romana Chiesa, l'arcivescovo Pier Luigi Celata che all'epoca della scomparsa di mia sorella era il segretario del premier vaticano Agostino Casaroli e come tale riceveva le telefonate sulla linea codificata 158", afferma Pietro Orlandi. Il 17 luglio 1983, infatti, venne fatto ritrovare un nastro, in cui si proponeva lo scambio tra la ragazza e l'attentatore di Wojtyla, Ali Agca, oltreché la richiesta di una linea telefonica diretta col Segretario di Satato Casaroli. inoltre si sentiva la voce di una ragazza che implora aiuto, dicendo di sentirsi male.

Alcuni giorni più tardi, in un'altra telefonata, il telefonista ribattezzato «l'Amerikano» per il forte accento statunitense chiedeva allo zio di Emanuela di rendere pubblico il messaggio contenuto sul nastro, e di informarsi presso il cardinale Casaroli riguardo ad un precedente colloquio. In totale, le telefonate dell'Amerikano saranno 16, tutte da cabine telefoniche. Nonostante le richieste di vario tipo, e le presunte prove, l'uomo (che non sarà mai rintracciato) non apre nessuna reale pista da battere.

Adesso la famiglia Orlandi chiede a Bergoglio di consegnare ai magistrati tutte le bobine delle telefonate, mai entrate in possesso degli inquirenti che indagano sulla scomparsa. «Anche se sono passati trent'anni il dolore è vivo come in quel 22 giugno 1983- sostiene Pietro Orlandi-.Purtroppo non sono bastati 30 anni per capire cosa sia successo quella sera, ma noi non ci arrendiamo, andiamo avanti e grazie alla solidarietà della gente comune ci sentiamo come famiglia ancora più motivati ad andare avanti». Un mistero, quello della scomparsa della cittadina vaticana, che ha sempre denunciato Pietro Orlandi «nasconde altro, qualcosa di pesante, 30 anni di omissioni e depistaggi». «Il 22 giugno ci incontreremo alle 19.30 in piazza Sant'Apollinare, dove Emanuela fu vista per l'ultima volta, e - spiega Orlandi - ci incammineremo lungo le strade che lei avrebbe percorso per tornare a casa fino ad arrivare a piazza San Pietro, dove ci raccoglieremo pacificamente con le nostre fiaccole in un momento di preghiera e riflessione. Una veglia per chiedere risposte.

Lì spero che Papa Francesco si unisca a noi, sarebbe un gesto coraggioso». Una data, quel 22 giugno 1983, che Pietro Orlandi ricorda con particolare amarezza. «Quel giorno litigai con Emanuela perché voleva che la accompagnassi - ricorda - ma io avevo un impegno. Lei uscì sbattendo la porta. Io da allora continuo a pensare se l'avessi accompagnat». Per la fiaccolata in programma adesioni sono arrivate «da Messina a Lugano - spiega il fratello di Emanuela - e in tanti continuano a farlo. Una solidarietà forte testimoniata anche dalle oltre 155.000 firme alla petizione lanciata nei mesi scorsi, gesti che ci aiutano ad andare avanti.

Vogliamo scuotere le coscienze nel nome di verità e giustizia». Nelle bobine , secondo la famiglia Orlandi, sono state fornite "prove inequivocabili delle responsabilità nel rapimento", come dimostrano anche gli otto appelli all'Angelus lanciati da Giovanni Paolo II. "Poco dopo la sua elezione ho incontrato Francesco a Santa Marta e mi ha detto quella frase terribile "Emanuela è in cielo", poi ho contattato quattro volte il suo segretario don Alfred per rivederlo di nuovo e attendo ancora una risposta- evidenzia Pietro Orlandi-.La scomparsa di mia sorella per la Santa Sede non è uno scandalo minore rispetto a quelli finanziari, non è solo un dramma privato di una famiglia perché al Vaticano è stata rapita una sua cittadina.

Marco Fassoni Accetti è stato interrogato una decina di volte dai magistrati e anch'io ho parlato con lui e sono rimasto sconvolto quando mi ha detto di non voler fare i nomi delle persone coinvolte nel rapimento perché lui non fa la spia. Ai tempi del collegio De Merode, Fassoni Accetti aveva come padre spirituale l'arcivescovo Celata che riceveva le telefonate dell'Amerikano sulla linea riservata e le passava al cardinale Casaroli. Ci aspettiamo chiarimenti da papa Francesco".
GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO

Emanuela Orlandi. Chi l’ha visto? e il maestro di flauto morto, che era un altro

Nel trattare il mistero della scomparsa di Emanuela Orlandi, la trasmissione di Rai3  ”Chi l’ha visto?” ha diffuso, in due diverse puntate, affermazioni da correggere. Quanto siano rilevanti, se non ai fini della soluzione del giallo, se mai ce ne sarà una, lascio ai lettori valutare.
Certo sono cose abbastanza importanti sotto il profilo della precisione informativa, che ho segnalato via mail due volte, sia alla conduttrice Federica Sciarelli che al suo inviato Fiore De Rienzo. Il fatto che le mie e-mail abbiano ottenuto risposte zero, può semplicemente voler dire che la mia voce non arriva, ma può anche voler dire che non la mia opinione, bensì la corrispondenza al vero delle notizie diffuse, fin nei dettagli, non interessa.
Lo spettacolo è quello che conta, lo dice anche Leoncavallo. A Chi l’ha visto? fanno il loro mestiere e lo fanno anche bene: non è forse proprio giornalismo come si intendeva una volta, ma intrattenimento e emozione ad altissimo livello questo certamente sì. Rattrista il fatto che si sia fatta trascinare nel turbine della polvere di stelle la famiglia di Emanuela Orlandi perché forse il rispetto per la memoria della povera ragazza chiederebbe altro.
Ecco i fatti.
La sera del 10 aprile 2013 Pietro Orlandi e sua sorella Natalina Orlandi sono stati ancora una volta ospiti di “Chi l’ha visto?” . L’argomento della puntata e il motivo della loro presenza era il famoso ritrovamento del flauto asseritamente “di Emanuela Orlandi” fatto trovare una settimana prima, il 3 aprile, dal signorMarco Fassoni Accetti.
Al minuto 1 e 20 secondi del video di quella puntata Federica Sciarelli ha mandato in onda, alla presenza di Pietro e Natalina Orlandi che ne erano quindi spettatori, una intervista a tale Laura Morelli, che ha asserito di essere stata compagna di Emanuela nel corso di flauto traverso della Pontificia Scuola di Musica Ludovico Da Victoria.
La signora Morelli nell’intervista ha affermato che ancora nell’83 il maestro di flauto suo e di Emanuela Orlandi era Jures Lello Balboni. Ha affermato inoltre che poco tempo prima della scomparsa di Emanuela, cioè poco tempo prima del 22 giugno di quello stesso anno, si erano esibite entrambe in un saggio con il flauto alla presenza del maestro Balboni. Saggio, sempre a dire della signora Morelli, organizzato dallo stesso Balboni. Nel corso dell’intervista la signora Morelli ha specificato tra l’altro che anche quel 22 giugno lei ed Emanuela ebbero l’usuale lezione di flauto con il maestro in questione.
Quanto raccontato dalla signora Morelli – comparsa a “Chi l’ha visto?” anche nella puntata del 17 aprile – è stato avvalorato da Pietro e Natalina Orlandi, presenti in studio e spettatori quindi anche della sua intervista: entrambi infatti non hanno smentito in alcun modo le affermazioni della signora. Non le hanno smentite nei loro commenti all’intervista fatti in diretta televisiva in studio, non le hanno smentite a tutt’oggi nelle successive puntate di “Chi l’ha visto?” alle quali hanno partecipato e non le hanno smentite neppure con dichiarazioni ad altri mass media.
Quanto raccontato dalla signora Morelli però contrasta con il registro dello Stato civile. Il maestro Balboni è infatti deceduto ben 7 mesi prima del 22 giugno 1983: per l’esattezza, è morto dopo lunga malattia il 28 novembre dell’anno precedente, 1982.
Inoltre l’insegnante di flauto traverso di Emanuela Orlandi non era e non è mai stato Jures Lello Balboni, bensì il maestro Loriano Berti. Come del resto sanno bene anche gli Orlandi visto anche che a pagina 60 del libro “Mia sorella Emanuela“, pubblicato in una nuova edizione nell’aprile 2012 da edizioni Anordest e scritto da Pietro Orlandi insieme con il giornalista del Corriere della Sera Fabrizio Peronaci, si legge quanto segue:
“Emanuela distratta, non è da lei, durante la lezione di flauto del maestro Loriano Berti”.
Non si capisce inoltre come i due autori del libro possano affermare che Emanuela durante quella lezione di flauto fosse distratta, dato che nessuno l’ha più vista, se non per mera supposizione o per averlo saputo dallo stesso Berti. Le lezioni di flauto, infatti, non erano per gruppi di studenti, ma per uno studente alla volta. Se quel giorno Emanuela fosse stata distratta o no lo poteva sapere, oltre a lei, solo Berti. Anche quando ha assistito all’intervista alla signora Morelli nello studio di “Chi l’ha visto?” Pietro Orlandi sapeva quindi con precisione chi fosse l’insegnante di flauto di sua sorella: Berti, non Balboni. Lo stesso discorso vale per il suo coautore del libro, Fabrizio Peronaci.
La signora Morelli può avere confuso in buona fede i nomi dei due insegnanti. Lasciano però perplessi due fatti:
1. il giornalista Fiore De Rienzo di “Chi l’ha visto?”, nel corso dell’intervista le ha mostrato una foto del saggio a dire della signora Morelli realizzato con Balboni, foto nella quale sia De Rienzo che Morelli hanno detto che non figurava Emanuela Orlandi.
Appare strano che la signora Morelli se avesse confuso i nomi dei due insegnanti, avesse cioè detto Balboni volendo però in realtà dire Berti, guardando la foto non si sia accorta d’essersi sbagliata e che l’insegnante ritratto non era Berti. Sembra difficile confondere una foto di Berti con una di Balboni, per il semplice motivo che Berti era molto più giovane e fisicamente molto diverso da Balboni.
Foto del saggio sono state inoltre mostrate alla signora Morelli anche nella puntata del 17 aprile. Inoltre la signora Morelli nel corso dell’intervista ha affermato che la sera dopo la scomparsa, cioè la sera del 23 giugno, parlando al telefono con Raffaella Monzi, asseritamente compagna sia sua che di Emanuela Orlandi, già davano entrambe per scontato che Emanuela Orlandi fosse stata rapita. Ipotesi, quella del rapimento, che invece è emersa solo vari giorni dopo.
2. L’intera redazione di “Chi l’ha visto?” ignorava che l’insegnante di flauto della Orlandi non fosse Balboni, ma Berti? A pagina 20 del libro “Il segreto di Emanuela Orlandi”, edito nel novembre 2012 e scritto dal giornalista Pino Nazio, che nel suo curriculum si definisce inviato e autore storico del programma televisivo, riguardo Emanuela Orlandi  si legge quanto segue:
“Finita la lezione di flauto con l’insegnante Loriano Berti, non contenta di essere arrivata mezz’ora dopo, chiese all’insegnante di canto corale, monsignor Valentino Miserachs, di uscire un po’ prima della fine della lezione”.
Berti è citato come insegnate di flauto di Emanuela Orlandi a pagina 132 del suo libro “Segreto criminale” anche da Raffaella Notariale, la giornalista di “Chi l’ha visto?”, ora a Rai News 24 e a Rai Educational, che ha scoperto nel 2008 la “supertestimone” Sabrina Minardi e che ha corredato con foto della tomba di Enrico De Pedis la “storica” puntata del 2005 con la quale “Chi l’ha visto?” ha lanciato i sette anni della fallimentare pista De Pedis/Banda della Magliana. “Segreto criminale”, edito nel 2010, è stato scritto con Sabrina Minardi.
Che l’insegnante fosse Berti e non il defunto Balboni è cosa nota anche al giornalista Tommaso Nelli, attivo nel gruppo della petizione lanciata da Pietro Orlandi su Facebook e, a giudicare dai sui interventi, osservatore attento di “Chi l’ha visto?” quando ne è ospite Pietro.
Per la sua tesi di laurea del 2010 presso l’Università La Sapienza, tesi incentrata sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori, Nelli ha infatti parlato anche con Berti, come mi ha confermato lo stesso Berti, la cui identità in un primo tempo ho tenuto coperta sotto quella di un compagno di scuola.
Sapendo bene come stessero le cose, non credevo alle mie orecchie mentre la signora Morelli snocciolava disinvoltamente la sua storia facendo perfino resuscitare il povero Balboni, che da vivo era stato in particolare un grande suonatore di ottavino, ne aveva perfino due preziosissimi in ebano, un Rudall-Carter del 1908 e un’altro del 1912, come dire gli Stradivari degli ottavini.
Balboni ha suonato nelle colonne sonore di celebri film del dopoguerra – Ladri di biciclette, Miracolo a Milano, il Gattopardo, etc. – e con i suoi ottavini ha rallegrato i telespettatori dell’era del monopolio Rai suonando nel Carosello, come si chiamava la pausa pubblicitaria serale.
Il nome di Berti come insegnante di Emanuela Orlandi figura inoltre nel verbale della testimonianza del 9 luglio 1983 di Raffaella Monzi alla sezione omicidi della squadra mobile di Roma e nel verbale della testimonianza del 28 ottobre 1985 di zio Mario Meneguzzi al giudice istruttore Ilario Martella.
Possibile che a ignorare che l’insegnante fosse Berti e non il già ampiamente morto Balboni fosse l’intera attuale famiglia Orlandi? Vale a dire, oltre a Pietro, le sue sorelle Natalina, Federica e Maria Cristina, la loro madre Maria Pezzano, il signor Mario Andrea Ferraris – attuale marito di Natalina e all’epoca sua fidanzato – e il cugino Pietro Meneguzzi, figlio dello zio Mario Meneguzzi, marito di una sorella del padre di Emanuela Orlandi.
Come dichiarato a verbale il 23 giugno ’83 da Natalina Orlandi, Mario Andrea Ferraris e Pietro Meneguzzi sono stati infatti molto attivi fin da quello stesso giorno nelle indagini sulla scomparsa di Emanuela, indagini condotte in particolare nella zona piazza S.Apollinare/corso del Rinascimento. Ferraris compare inoltre spesso a “Chi l’ha visto?” in compagnia della moglie Natalina Orlandi.
Cosa concludere? Nella migliore delle ipotesi, di generale distrazione e confusione, si deve concludere che questa è l’ennesima dimostrazione di come il caso di Emanuela Orlandi venga affrontato sempre e da tutti con un po’ troppo sensazionalismo, cui per nostra sfortuna si sono aggregati anche politici ieri di primo piano come Walter Veltroni.
La magistratura per la faccenda della tomba di De Pedis in S. Apollinare è stata costretta ad andare a rimorchio proprio di “Chi l’ha visto?” fino a sventrare i sotterranei della basilica. E dal 3 aprile è costretta a perdere ancora tempo con gli inutili accertamenti dovuti alla trovata del “flauto di Emanuela” dopo averne già perso molto dal giugno 2008 con le “rivelazioni”di Sabrina Minardi.
E mano male che i magistrati hanno messo alla porta senza tanti complimenti almeno il “supertestimone”Maurizio Giorgettiscodellato loro da Nazio nel settembre 2010, come ci ha tenuto a far sapere lo stesso Nazio a pagina 157 del suo libro, e non hanno neppure voluto ascoltare il fasullo “ex 007 Lupo”, tale Luigi Gastrini, che nel giugno 2011 era riuscito a convincere Pietro Orlandi e Fabrizio Peronaci che
“Emanuela è viva, si trova in un manicomio del centro di Londra”.
Con annessa trasferta londinese di una troupe di “Chi l’ha visto?” per l’immancabile nuova (inutile) clamorosa puntata.
De Pedis, Minardi, Giorgetti, Gastrini, Fassoni Accetti: cinque episodi clamorosi in otto anni legati dal nulla di fatto e dalla grande utilità massmediatica, in particolare televisiva. E’ fuori luogo chiedersi se c”è una accorta regia da parte di un professionista del mondo televisivo molto esperto in fatto di pubblicità, marketing e spettacolo?
nicotri-opinioni
di Pino Nicotri

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.