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giovedì 16 gennaio 2014

Disse : "Non Dico"

Vaticano, la fine dell’era Bertone

Vaticano, si chiude l'era Bertone
VATICANO, SI CHIUDE L'ERA BERTONE

Dopo il passaggio di consegne con Parolin il cardinale lascia anche la commissione di vigilanza sullo Ior. Ritratto di un ex “primo ministro”

In Vaticano si chiude l'era Bertone. Dopo il passaggio delle consegne in Segreteria di Stato con il suo successore Pietro Parolin, il cardinale camerlengo lascia anche la commissione di vigilanza sullo Ior. Come braccio destro di Joseph Ratzinger si è occupato dei dossier più scottanti: la teologia della liberazione, lo scisma di Lefebvre, il terzo segreto di Fatima (per fugare voci su un presunto quarto segreto ne mostrò il testo nella puntata di Porta a Porta del 31 maggio 2007), le apparizioni di Medjugorje, il caso Milingo. Non viene dalle file della diplomazia, com’era di prassi per i segretari di Stato suoi predecessori. Alcune sue frasi sono diventate celebri."Devo essere sempre reperibile, come i medici e gli infermieri". Oppure "Non Dico", in risposta ai cronisti che gli domandavano della battaglia sul riconoscimento delle coppie di fatto.
E, quando era nel capoluogo ligure, “dipendiamo quasi esclusivamente da una sola fonte di energia: il petrolio. Dobbiamo trovare fonti alternative. Beppe Grillo, nel suo piccolo, è un esempio che potremmo seguire”.Quand’era arcivescovo a Genova andava a trovare i preti a casa loro, girando con una Panda color pistacchio un po’ ammaccata. Parla tedesco, francese, spagnolo e portoghese, ma non inglese ("È il mio punto debole",ammette).  A metà marzo 2007 con una lettera al nuovo presidente della Cei, Angelo Bagnasco annunciò che di politica italiana ormai «si occuperà la Santa Sede» e che ai vescovi sarebbe spettato invece il compito di «dedicarsi alla catechesi e alla pastorale».


Entrato giovanissimo tra i salesiani, è stato ordinato sacerdote nel 1960. Il porporato salesiano è nato a Romano Canavese (provincia di Torino e diocesi di Ivrea) il 1°dicembre 1934, quinto di otto figli. Ha compiuto i suoi studi medi a Torino, nell'oratorio di Valdocco, passando direttamente al noviziato di Monte Oliveto (Pinerolo) attratto dalla vocazione salesiana. Ha rivelato che quando incontra papa Ratzinger (che una volta paragonò a Franz Beckenbauer) «parliamo anche di calcio e mi chiede cosa ha fatto la mia Juventus». Dopo aver ricevuto nel '60 l'ordinazione presbiterale dal vescovo di Ivrea, Albino Mensa, ha conseguito la licenza in teologia alla Facoltà teologica salesiana di Torino, con una dissertazione sulla tolleranza e la libertà religiosa, quindi ha completato gli studi a Roma al Pontificio ateneo salesiano con il dottorato in diritto canonico approfondendo "Il governo della Chiesa nel pensiero di Benedetto XIV(1740-1758)".


Nel 1967 gli è stata affidata la cattedra di teologia morale all'ateneo salesiano, poi divenuto università pontificia salesiana nel 1973. Per dieci anni ha insegnato i trattati "De Iustitia", "De virtute Religionis" e "De Poenitentia". Nel 1976, per la morte repentina di un eminente giurista belga, Don Gustave Leclerc, fu chiamato a dirigere la facoltà di Diritto Canonico, dove ha insegnato, fino al 1991 "diritto pubblico ecclesiastico". Ha svolto compiti direttivi all'Università salesiana: direttore dei teologi (1974-1976), decano della facoltà di diritto canonico (1979-1985), vicerettore (1987-1989) e poi rettore (1989-1991). Ha collaborato all'ultima fase della revisione del codice di diritto canonico e  ha diretto il gruppo di lavoro che ha tradotto il codice in italiano, con l'approvazione della Cei.


Dagli anni '80 ha esercitato un intenso servizio alla Santa Sede, nel governo centrale della Chiesa, come consultore in diversi dicasteri della Curia. Ha collaborato attivamente, soprattutto con la Congregazione per la Dottrina della Fede, in prospettiva teologico-giuridica. Nel 1988 è stato nominato membro del gruppo di periti che ha accompagnato l'allora cardinale Joseph Ratzinger nelle trattative per la riconciliazione con il vescovo scismatico ultratradizionalista Lefèbvre. Nel 1991 Giovanni Paolo II gli affida Vercelli, la più antica diocesi del Piemonte. Una volta, al Paladonbosco di Genova, si mise a cantare Io vagabondo dei Nomadi: «Certo non è un inno liturgico, ma ha dei contenuti veri». Come arcivescovo metropolita di Vercelli stringe il rapporto con la missione di Isolo (in Kenya), propiziando la creazione del Vicariato apostolico e consacrandone il primo vescovo,Luigi Locati, poi testimone della fede "fino all'effusione del sangue".


Nel 1993 è stato nominato dalla Cei presidente della commissione "Giustizia e Pace" e in tale ufficio ruolo ha promulgato i due documenti: «Legalità, giustizia e moralità» (1993), e «Stato sociale ed educazione alla socialità» (1995). Nel 1995 Wojtyla lo ha nominato segretario dell'ex Sant'Uffizio. Secondo il suo motto episcopale ("Fidem custodire concordiam servare") collabora con il cardinale Ratzinger nella promozione della dottrina della fede e del progetto morale cristiano attraverso numerosi documenti, tra ai quali: la Dichiarazione Dominus Iesus, il Regolamento per l'esame delle dottrine, la Normativa sui delitti più gravi riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, Il primato del successore di Pietro nel mistero della Chiesa, i Testi del Magistero sulla professione di fede, la Nota dottrinale circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica.

Ha accompagnato il cardinale Ratzinger negli incontri con gli episcopati latinoamericani (Guadalajara 1996) e del Nord America e dell'Oceania (San Francisco 1999). È stato incaricato da Giovanni Paolo II di curare la pubblicazione della terza parte del "segreto" di Fatima e di occuparsi della mediazione con l'arcivescovo esorcista Milingo, dopo la sua clamorosa adesione alla setta dei Moon.
  
Nel 2002 diventa arcivescovo metropolita di Genova e, poco dopo, presidente dell'episcopato ligure. Nel 2003 viene creato cardinale e diviene titolare della parrocchia romana di Santa Maria Ausiliatrice in via Tuscolana.  Ama la musica, passione ereditata dal padre organista che lo spinse a comporre alcune arie sinfoniche (una, Frenesia primaverile, scritta sul testo di un detenuto che aveva conosciuto quand’era cappellano nelle carceri di Fossano, è stata eseguita nel 2006 a Ivrea). Apprezza Giuseppe Verdi ma anche la musica leggera. Non disdegna le scampagnate con braciole alla griglia e vino rosso: «Ma devo dire che, specialmente d’estate, anche una buona birra fresca non è poi così male».A Genova nel 2004 ha ricostituito il centro diocesano delle vocazioni e ha avviato il Seminario interdiocesano. Per due volte si è recato a Coimbra per incontrare Suor Lucia, di cui ha celebrato i funerali come legato papale (15 febbraio 2005).
  
Ha partecipato al conclave che ha eletto il 19 aprile 2005 Benedetto XVI. Il 22 giugno 2006, con una lettera inviata i fedeli dell'arcidiocesi, Benedetto XVI ha annunciato di averlo scelto come Segretario di Stato. E' stato il "premier" vaticano dal 15 settembre 2006 al 15 ottobre 2013, quando Bergoglio lo ha sostituito con Pietro Parolin, accettando le dimissioni per sopraggiunti limiti di età che Benedetto XVI aveva respinto nel 2010. Sul leghista Roberto Calderoli che aveva sfoderato una maglietta anti-islamica in tv provocando ribellioni violente: "Certe persone andrebbero mandate a fare i lavori forzati in Cirenaica, per capire il valore vero del rispetto".
GIACOMO GALEAZZICITTA' DEL VATICANO

Così Papa Francesco rivolta lo Ior e fa attapirare Bertone

15 - 01 - 2014Matteo Matzuzzi
Così Papa Francesco rivolta lo Ior e fa attapirare Bertone
Il Papa rivoluziona la commissione cardinalizia di controllo sullo Ior. Quattro membri su cinque vengono sostituiti, si salva solo il cardinale Jean-Louis Tauran, fedelissimo di Francesco e presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Escono di scena i cardinaliTelesphore Placidus Toppo (India), Odilo Pedro Scherer (Brasile), Domenico Calcagno eTarcisio Bertone. All’ex segretario di Stato rimane ormai un’unica carica, quella di camerlengo di Santa romana chiesa. Entrano in commissione il segretario di Stato, monsignor Pietro Parolin, e cardinali Christoph Schonborn, arcivescovo di Vienna, Thomas Collins, arcivescovo di Toronto e Santos Abril y Castellò, arciprete di Santa Maria Maggiore. La notizia era nell’aria da qualche settimana, come aveva scritto Maria Antonietta Calabrò sul Corriere della Sera.
LE ULTIME NOMINE DI BENEDETTO XVI
L’organismo, chiarisce il comunicato diffuso a mezzogiorno dalla Sala stampa vaticana, avrà mandato quinquennale. Aveva mandato quinquennale – e sarebbe scaduta nel 2018 – anche quello varato il 16 febbraio scorso da Benedetto XVI e ora clamorosamente cancellato. Molte polemiche suscitò la decisione (pare su pressioni del segretario di stato) del Papa di rinnovare l’organismo a pochi giorni dalla scadenza del pontificato, già fissata per le ore 20 del 28 febbraio. Contestualmente, avveniva anche la nomina del nuovo presidente dello IorErnst von Freyberg, quando la carica era ormai vacante da molti mesi. Molti, in curia, lessero la mossa come il colpo di coda di Bertone, destinato in breve tempo a perdere il peso avuto negli anni del pontificato ratzingeriano.
UN ANNO FA LA DEFENESTRAZIONE DI NICORA
Un giudizio giustificato dal fatto che, tra l’altro, l’unica rimozione era quella del cardinale Attilio Nicora (strenuo avversario del segretario di stato fin dai tempi in cui si discuteva in merito all’istituzione dell’Autorità di informazione finanziaria, l’organismo voluto da Benedetto XVI e affidato poi alle cure proprio di Nicora) a vantaggio del cardinale Domenico Calcagno, presidente dell’Apsa e bertoniano di ferro. Della questione, a quanto pare, si discusse a lungo anche nelle congregazioni generali del pre-Conclave.
LE ACCUSE A BERTONE PRIMA DEL CONCLAVE
Da indiscrezioni uscite settimane dopo l’avvenuta elezione di Francesco, emerse che a finire sul banco degli imputati per la gestione dello Ior furono proprio Bertone e, di riflesso, il cardinale brasiliano Scherer, che si era alzato per difendere il lavoro svolto dalla commissione di vigilanza. Tra i più attivi a criticare la gestione dell’istituto ci fu il cardinale Joao Braz de Aviz, prefetto della congregazione per i Religiosi.
IL CARDINALE ABRIL VERSO LA PRESIDENZA
C’è ancora jncertezza su chi sarà il presidente della commissione. Stando a quanto detta lo statuto dell’Istituto per le opere di religione, la carica è elettiva e a decidere saranno i cinque componenti dell’organismo. Fino a oggi, è sempre stato il segretario di Stato a guidarlo (dunque il favorito sarebbe mons. Parolin), ma ora tutto potrebbe cambiare. E in tal caso, sarebbe probabile la designazione alla presidenza del cardinale spagnolo Abril y Castellò.

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