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domenica 5 gennaio 2014

Ex sottosegretario o ex vescovo? Ex verbis?

Unioni civili, vescovo Mogavero: “Stato riconosca coppie di fatto”

Domenico Mogavero

ROMA  - ”La legge non può ignorare centinaia di migliaia di conviventi. Senza creare omologazione tra coppie di fatto e famiglie, è giusto che anche in Italia vengano riconosciute le unioni di fatto”. Lo afferma, in un’intervista alla Stampa, il vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, ex sottosegretario Cei e attuale commissario per le migrazioni.

”Lo Stato può e deve rispettare e tutelare il patto che due conviventi hanno stretto tra loro.



Contrasta con la misericordia cristiana e con i diritti universali il fatto che i conviventi per la legge non esistano. Oggi se uno dei due viene ricoverato in ospedale, all’altro viene negato persino di prestare assistenza o di ricevere informazioni mediche come se fosse una persona estranea. Mi pare legittimo riconoscere diritti come la reversibilità della pensione o il subentro nell’ affitto in virtù della centralità della persona”.
Per la chiesa ”su tutto ciò che riguarda la sfera civile e umanitaria si può arrivare ad un accordo. Senza equipararle alle coppie sposate, non ci sono ostacoli alle unioni civili”, ribadisce il vescovo. Quanto ai figli, ”in chiesa non possono esserci preclusioni in nulla per i figli di genitori non sposati. Le colpe dei padri, se di colpe si tratta, non possono mai ricadere sui figli. Perciò non si può negare il battesimo a un bambino, e non si possono indicare le coppie di fatto come persone che vivono nel peccato”. 
Diversa a quella di Mogavero è invece la posizione del vescovo di Parma Enrico Solmi, presidente della Commissione che si occupa della famiglia e della vita all’interno della Cei. In un’intervista a Repubblica, Solmi si dice contrario al riconoscimento delle coppie di fatto e favorevole a riconoscere una tutela sui diritti delle persone in quanto tali
“Favorire attraverso sentenze soluzioni di fatto, in sostanza un riconoscimento delle unioni di fatto e anche delle unioni di persone omosessuali, è una deriva che non può essere accettata. Certo, diverso è se si vuole discutere e confrontarsi per arrivare a una tutela dei diritti e delle persone in quanto tali. Tali diritti vanno in considerazione anche della relazione che un uomo e una donna non sposati possono intessere, e che può essere arricchita anche dalla presenza di figli, o di una relazione di aiuto che comprenda l’assistenza sanitaria, i beni delle due persone, quindi il discorso dell’eredità”.
”Questo percorso è assolutamente fattibile facendo riferimento al codice civile e ai diritti della persona. Codice civile che può essere anche adeguatamente modificato per fare spazio a queste situazioni che da un punto di vista numerico sono significative. Le sentenze in merito alle coppie di fatto debbono considerare il dettato costituzionale degli articoli 30 e 31 della Costituzione. Una lettura serena e fruttuosa di questo consentirebbe quel dialogo che da più parti si sente come impellente”. 

Unioni gay, padre Lombardi: evidente forzatura e strumentalizzazione delle parole del Papa



Ampio dibattito sui media italiani, dopo la pubblicazione da parte di Civiltà Cattolica della conversazione di Papa Francesco con i Superiori religiosi del 29 novembre scorso. In particolare numerosi commenti si sono concentrati sulle unioni gay. Il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, è intervenuto a questo proposito con una nota: RealAudioMP3 

Nella conversazione con i Superiori religiosi il Papa fa la considerazione che la situazione in cui oggi si svolge la educazione dei bambini e dei giovani è molto diversa dal passato, perché essi vivono in molte situazioni familiari difficili, con genitori separati, nuove unioni anomale, a volte anche omosessuali e così via. L’educazione e l’annuncio della fede naturalmente non può prescindere da questa realtà e deve essere attenta al bene delle nuove generazioni, accompagnandole con affetto proprio a partire dalla loro situazione concreta, per non provocare in loro reazioni negative contrarie all’accoglienza delle fede stessa.

Questo discorso - in certo senso ovvio - sui compiti educativi della Chiesa, fatto il 29 novembre scorso in termini del tutto generali, è stato messo in rapporto in diversi media italiani con la questione, sollevata in questi ultimi giorni, del riconoscimento delle unioni civili delle coppie omosessuali.

La forzatura è del tutto evidente, tanto da apparire in certi casi come una strumentalizzazione. Parlare di “apertura alle coppie gay” è paradossale, perché il discorso del Papa è del tutto generale e perché perfino il piccolo esempio concreto fatto dal Papa in merito (una bimba triste perché la fidanzata della sua mamma non la ama) allude proprio alla sofferenza dei figli…

Il Papa non si era assolutamente espresso su un dibattito che si è riaperto in Italia un mese dopo, e chi ricorda le posizioni da lui manifestate in precedenza in Argentina in occasione di dibattiti analoghi sa bene che erano completamente diverse da quelle che alcuni ora cercano surrettiziamente di attribuirgli.

Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2014/01/05/unioni_gay,_padre_lombardi:_evidente_forzatura_e_strumentalizzazione/it1-761405 
del sito Radio Vaticana 
 http://it.radiovaticana.va/news/2014/01/05/unioni_gay,_padre_lombardi:_evidente_forzatura_e_strumentalizzazione/it1-761405

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