Verso un “Vaticano III”
In pieno corso la disputa cattolica tra novatori radicali, che vogliono cambi di dottrina, e frenatori. Il tema è la famiglia: sesso, procreazione, gender, educazione, matrimonio. Sinodo, in gioco anche i sacramenti
Oltretevere è l’appuntamento cruciale dell’autunno, il Sinodo straordinario sulla famiglia convocato dal Papa. Si parlerà di tutto, dal sacramento del matrimonio al divorzio, fino a quelle “problematiche inedite”, come recita il documento preparatorio dell’assise. Tradotto, all’ordine del giorno ci saranno anche maternità surrogata, gender, diritti delle coppie omosessuali, famiglie allargate, genitori single.
L’elenco lo ha fatto il cardinale Oscar Rodríguez Maradiaga nell’intervista al quotidiano tedesco Kölner Stadt-Anzeiger (ripresa anche da America magazine, la rivista dei gesuiti d’America). I risultati della discussione “non sono al momento prevedibili”, chiariva il cardinale di Monaco, Reinhard Marx, e nessuno può permettersi di bloccare il dibattito fissando limiti oltre i quali non si può andare. Anche se a farlo fosse il custode dell’ortodossia cattolica, il prefetto della congregazione per la Dottrina della fede. Il Sinodo sarà dunque una sorta di “Vaticano III” dove si porrà il problema di adeguare il concetto di famiglia ai tempi correnti, sfiorando anche i sacramenti e bucando con la svolta dottrinale il tetto fino a ora preservato della riforma di stile e pastorale. D’altronde, ha detto Maradiaga, “le parole di Cristo non si discutono, ma si possono interpretare”. E questo vale anche per la riammissione dei divorziati all’eucaristia. Un ufficio della diocesi di Friburgo ha già provato a svoltare, con il tacito assenso dell’arcivescovo emerito Robert Zollitsch, che ancora per pochi mesi guiderà l’agguerrita, potente e ricca Conferenza episcopale tedesca. Non a caso, mentre il Sant’Uffizio di Gerhard Ludwig Müller ordinava di ritirare quel documento in cui si aprivano le porte sacramentali ai divorziati, Zollitsch opponeva un garbato ma fermo rifiuto, aggiungendo che “al Sinodo la chiesa di Germania farà sentire la sua voce”.
Ma se c’è chi è pronto ad archiviare la Familiaris Consortio giovanpaolina e a dare immediate risposte “al gran numero di fedeli che non comprende perché una seconda unione non è accettata dalla chiesa” (parole del cardinale Marx), c’è anche chi frena e invita alla calma. Uno è il cardinale Karl Lehmann, non certo un conservatore, già capo dei vescovi tedeschi. Il porporato è stato ricevuto qualche giorno fa dal Papa, e i due hanno anche discusso di pastorale familiare. “Per Francesco – ha detto in un’intervista a una radio tedesca – è importante che in questo campo ci sia un avanzamento e perciò punta sui due prossimi sinodi dei vescovi (quello straordinario di ottobre e quello ordinario del prossimo anno, ndr). Mi sembra che vi veda in qualche modo un test”. Tuttavia, “la questione dei sacramenti non deve essere la prima cosa da affrontare. La chiesa deve preoccuparsi di persone che hanno vissuto relazioni distrutte o disturbate, e tra queste ci sono in primo luogo i divorziati risposati”. Però, ha aggiunto Lehmann, “bisogna considerare bene le specifiche situazioni. Non si può predicare misericordia dappertutto, della misericordia fa parte anche la giustizia. Questo rapporto deve essere ripensato a fondo”. Le Conferenze episcopali locali, insomma, sono avvisate. Anche perché, dice il porporato tedesco, “è vero che Francesco vuole rafforzare le chiese locali, attribuendo loro una certa autorità di insegnamento”, ma “non in stretto senso teologico”. Sulla questione, sollevata dal Papa con l’esortazione Evangelii Gaudium, è intervenuto sulla rivista Jesus monsignor Marcello Semeraro, vicino anch’egli a Bergoglio e segretario della consulta cardinalizia guidata da Maradiaga: “Francesco affida al discernimento degli episcopati locali tutte le problematiche che si prospettano nelle chiese particolari”, ma attenzione: “Il Papa pone il termine decentralizzazione tra virgolette. Vuol dire che occorre osservarlo con attenzione. Il Papa lo impiega per affermare che dal magistero papale non si deve sempre attendere una parola definitiva e completa su qualsivoglia problema”. A ogni modo, continua Semeraro, “allarmismi su questa parola possono essere motivati, anche se non giustificati. Il Sinodo è una struttura canonica che non appartiene alla tradizione della chiesa cattolica latina”, e comunque benché il Pontefice “abbia spesso parlato di sinodalità e la immagini come una forma di vita nella chiesa, non mette né può mettere in discussione la sua struttura, che è gerarchica per volontà di Cristo”.
© - FOGLIO QUOTIDIANO
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