ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 23 gennaio 2014

UNA TESTIMONIANZA INCORAGGIANTE.


Ho l’impressione che sia stato concesso molto alla mentalità protestante. (Dal diario sulla riforma liturgica di padre Ferdinando Antonelli, tra i pionieri dell’istanza di rinnovamento liturgico nel preconcilio e tra i seriamente perplessi su quello che si stava realizzando nel postconcilio, fino a quando – come avvenuto con un altro Prelato – non ne è stata “addomesticata” l’opposizione con la Porpora)
Voi siete coloro che trasmettono la fede, i trasmettitori; voi avete il dovere di trasmettere la fede a questi bambini. È la più bella eredità che voi lascerete loro: la fede! Oggi portate a casa questo pensiero. Noi dobbiamo essere trasmettitori della fede. (S.S. Francesco)

Beatissimo Padre, prostrato rispettosamente ai piedi di Vostra Santità, chiedo venia di sottomettere alla Vostra considerazione gli studi allegati alla presente lettera. […] Negli anni ha preso corpo nel mio spirito la convinzione che atti ufficiali di Vostra Santità non hanno quella consonanza, che con tutta l’anima desideravo vedere, con gli atti di Pontefici che Vi hanno preceduto. (Il grande Vescovo mons. Antonio de Castro Mayer, lettera a S.S. Paolo VI)

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[…] Solo due esempi tra i non pochi che potrei portare. […]

È per questo che dopo [aver dato] la S. Comunione si purificano le dita, perché neanche il più piccolo frammento vada perduto e questo per doveroso rispetto e in adorazione al Corpo del Signore. […] E i fedeli? Dove finiranno [con la Comunione sulla mano] i frammenti che resteranno, anche a loro insaputa, sulle loro mani e che sono a tutti gli effetti il Corpo del Signore? […] Che questi frammenti siano grandi o piccoli, che siano tanti o pochi, non cambia la sostanza del problema e cioè che verrà fatta una sistematica profanazione al Corpo del Signore.

[…] Nel 10° prefazio delle domeniche del tempo ordinario [anche su questo, cfr. altra pagina del sito, avevamo scritto alla Congregazione, che in sostanza ha risposto: quel Prefazio va bene però in futuro sarà cambiato. È uno dei ritocchi, anche importanti, ufficiosamente allo studio e in qualche caso addirittura ufficialmente annunciati (prima di arretrare, almeno per il momento), ma ancora non realizzati, ndr] si legge: “…oggi la tua famiglia, riunita nell’ascolto della parola e nella comunione dell’unico pane spezzato, fa memoria del Signore risorto nell’attesa della domenica senza tramonto, quando l’umanità intera entrerà nel tuo riposo. Allora noi vedremo il tuo volto e loderemo senza fine la tua misericordia…”. Qui è fin troppo chiaro che non si tratta di un desiderio,di un augurio: che tutti siano salvi, ma di un’affermazione: tutti saranno salvi! Dunque… tutti in paradiso! L’inferno non esiste più neanche come ipotesi. È questa la “nuova” verità della Chiesa? È in sintonia col vangelo di Gesù questa “nuova” verità? È in sintonia con quanto insegna l’apostolo Paolo che ci raccomanda: “attendete alla vostra salvezza con timore e tremore” (Fil 2,12)? […] Sono arrivati a dare dignità all’errore fino a inserirlo a pieno titolo nei testi liturgici della Chiesa.


Don Enzo Boninsegna

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